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Papà è mio! 2a puntata


di LaVaccona
03.06.2024    |    16.229    |    8 7.3
"Ansia che quel primo pomeriggio stava aumentando, con la gelosa Mary che faceva moine al padre e ci scambiava sguardi di complicità in segni di scherno per le..."
Non smentendosi, Maria subentrò nella vacanza iniziando a far la protagonista come il suo solito e soprattutto ad arruffianarsi il padre in misura e modi imbarazzanti. Dunque era venuta da loro per "riprendersi" suo padre, era evidente! La contentezza festosa di Anna tuttavia restò, anche osservando con un salutare distacco gli atteggiamenti di sua sorella. Per consolidare ancora di più il legame strano con il genitore, creava sempre una atmosfera che mettesse all'angolo Anna, la quale doveva attenersi al solito ruolo di figlia capricciosa e viziata che non le apparteneva poi completamente. Al terzetto infatti furono invitati la sorella del padre la cugina delle due ragazze e due conoscenti del padre che vedevano di buon occhio unicamente Mary. Anche questo fu contemplato serenamente ma... Mary aveva in effetti esagerato e man mano che seguiva il pranzo con loro si accorse di essere finita taciturna in una compagnia che non la faceva volutamente sentire in agio. Anna considerò di trascorrere con loro giusto un ultimo giorno e poi tornarsene dal suo Piero. Telefonò a suo marito per avvisarlo del rientro anticipato.
"Tesoro, ancora non sei scappata? Io lo so perché, amore, vuoi dare il tuo meglio fare la tua parte"
"Esatto, Piero. Probabilmente mi toccherà non vederli di nuovo per un lungo periodo a entrambi, mi spiace se me ne vado, sono indecisa"
"Aggiornami. Sei stata messa a lato oggi, se stasera a quanto credo di aver capito uscite ancora, dovrai dare il meglio di te. Mettiti il tuo vestito da sera migliore, quello lungo un poco semitrasparente e scintillante ti sta da Dio amore farai rizzare l'uccello a tutti"
"Ma...c'è mio padre..."
"Amore, non farti venire quei dubbi di anni fa, è il momento di affrontare papà una volta per tutte. Tu sei una donna grande e indipendente e lui deve svegliarsi, e pure tua sorella deve imparare la lezione."
"Mi sentirei solo molto più a disagio ad essere appariscente, bisogna pensare a qualcosa di diverso, io non voglio agire ripicca proprio a nessuno amore e mi fa strano che tu dica queste cose come se non mi conoscessi... amore, io se tante cose le ho superate è perché mi hai sempre capita" disse Anna in punta d'ansia. Ansia che quel primo pomeriggio stava aumentando, con la gelosa Mary che faceva moine al padre e ci scambiava sguardi di complicità in segni di scherno per le piccole manie e tic della sorella minore, e che da svariati anni non facevano capolino.
Intanto aveva comprato il giorno prima un diario dallo stile retro passando per la piazzetta verso l'edicola, in una cartolibreria molto particolare ed elegante piena di cose esclusive anche da collezione, carte regalo introvabili per esempio. Una volta tirato fuori dal sacchettino di carta, iniziò a buttare nella prima pagina immacolata le sue emozioni, attraverso una storia di fantasia funzionale a rilassarsi e non restare imprigionata di nuovo nello stato d'animo procurato da un padre ingiusto e tanto stupido da non capire il suo amore sincero, oltre che da una sorella ancor più ingombrante e influente. Si trattava di storie che a volte Anna metteva giù per una forma di "scrittura creativa". Pensieri liberi, scene e spunti, più che un diario insomma.
"Cap 1" ci stava scritto, poi cancellato, come se intanto fosse bene stendere le idee... a organizzare in capitoli ci avrebbe pensato dopo. Non era certo una scrittrice ma prendeva sul serio quella cura con le parole, era divertente da come quella pazzerella della sua amica del cuore Emiliana le aveva spiegato.
La sua narrazione ideò una immaginaria lettera da parte del personaggio Emily a suo padre.
"Caro papà, io ti desidero.
È ciò che nemmeno io sapevo e forse ancora affatto so, è buffo, ed è ciò che ti scrivo affinché ti faccia veramente piacere.
Ho conosciuto mio marito con una lettera d'amore che era solo uno spunto romanzato, pensai che all'amico che era all'epoca per me, potesse essere gradito.
Come con lui anche per te la cosa è pura, anzi lo è totalmente. L'uomo che tu conosci, che hai criticato la persona al mio fianco tra le cose aiuta me anche a scrivere questa lettera. Perché caro papà non tutti gli uomini vogliono sostituirti come tu credi di sapere. Ci sono uomini speciali, come anche tu lo sei, che non minacciano proprio niente dei sentimenti che una figlia nutre e che rimangono indipendentemente da tutto. Sei mio padre, diamine.
Ti scrivo questa lettera perché sono parole che potranno forse accarezzarti l'anima, quell'amore che non hai ricevuto mai da nessuno te lo offre tua figlia.
Del perché sono ritrosa al tuo affetto? Perché ti temo.
So è terribile, il mio animo ti tiene d'occhio ed è vigile, ma ciò salva entrambi. Perché se fossimo perfetti e ideali, non solo non sarei avversa ma non potrei fare a meno di te. So dove si poggiano i nostri conflitti, ma può darsi che ciò non sarebbe sufficiente. Io ti amo ancora e ciò sarà per sempre.
Non posso essere tua sposa, papà, perché tu stesso non lo hai voluto mostrando lati d'ombra e quel modo adulto di deludere e far piangere i bambini. So mi vuoi.
Mi dirai se sia giusto sentirti colpevole per il fatto che sei tu, semplicemente esisti, più o meno ferito dal mondo.
E io dico che no non è giusto e lo dico per il bene del mondo: Perdonare perché si è stanchi del dolore e delle guerre che gli esseri umani si fanno. Vieni papà, vieni ti porto nel mio mondo incantato prima che sia tardi. Prendi la mia mano e entra nella porta di questo albero, oltre c'è qualcosa che dovrai vedere.
Un prato fiorito. Qui è l'Eden, papi, perché tu non sei per me e io non sono per te, non siamo. Non esistiamo ancora. Qui niente è stabilito, qui tutto è dolce, i fiori tremuli coi loro petali sottili, i frutti commestibili e animali di cui rasserenarsi. Nessuna bestia strana che ti sorprenda e che sappia disturbare.
Attraverso te incontro il genere maschile, ed è un incontro che mi fa sognare e mi inonda di farfalle nel pancino. Stai a debita distanza e da quella io inizio a desiderarti facilmente, non sei ancora tu ma presenza vaga. Non mi sento minacciata da quello che diverrà il tuo saperne di me.
Tu saprai presto che io so, che tu sai che io so fino all'infinito. La sorgente pulita e meravigliosa che porta al fiume azzurro inizia così a essere inquinata per tutte le terre qui.
Non sarà più conciliabile tutto col tutto, dovremo uscire dal mondo dell'albero papà mio, mentre l'azzurro diventa nero.
Ed ecco un varco ancora più stupefacente, tra rovi e intrecci, rose e lunghe spine. Qui è un mondo differente, prendi la mia mano papà.
Amo compiacere gli uomini come te. Da questo giardino che non finisce, ciò accade, è un grande "come tu vuoi".
Forse quel "tu" non sei tu, chissà. Non importa.
Ti stendi, la testa appoggiata sulla mia pancia, se guardo meglio questo mondo differente dal precedente, ha punti incantevoli che lo ricordano. Sorgenti e fonti anche più cristalline, e il tutto è meno statico, meno adagiato: È semmai più vitale con una varietà di colori di gran lunga superiore.
Hai ancora una bella chioma di capelli, papi. Sale e pepe, non del tutto bianchi, sebbene sei anziano parecchio ormai. Sono morbidissimi tra le mie dita, è bello coccolarti, non esistono antifurti e allarmi umani qui: Mentre guardi il cielo io ti vedo docile e buono, delicato e incapace di sopraffarmi. Non saprò mai farti del male. La tua testa dai tanti ricci sta tra pancia e le mie poppe, che bel mondo questo vero pa'? Là fuori non lo capirebbero mai. A sentirti la testa tra le mie dolci mammelle papà ti è venuta una erezione, ed io che qui non vedo il male in niente di questa vallata trovo normale darti un bacio sulle labbra e poi dirigermi con la candida mano verso una zona che è sempre stata all'infuori di questa valle un bel mistero. Anche tu hai il cazzo papi ed è pure un bell'affare, non lo sapevo, mamma aveva sempre fatto allusioni che lo tenessi piccolo e moscio. Sono davvero colpita, con tutto che in questa valle magica è cosa naturale, fammi dire che hai un bell'uccello in tiro!
Ho tra le mani la tua intimità tanto bistrattata da mamma. Pover'uomo che non ha goduto di occasioni per le sue ferite e le sue incertezze! La cosa fantastica è che sta accadendo tutto in modo spontaneo e vero! Bastava varcare l'accesso oltre i rovi.
Ti sto toccando come toccherei un uomo qualsiasi. Questo ci fa stare bene perché non abbiamo un ruolo stabilito."

Anna nello scrivere quella sceneggiatura avvertiva a tratti una resistenza ma era piacevole, ci danzava con quella percezione di limite, senza forzarla permetteva che fosse addentrandosi sempre più una riga dopo l'altra a una serie di emozioni che non sapeva definire "desideri".

Toc-toc! Anna siamo tornati sorellina! Disse Mary fuori dalla porta. Anna chiuse il diario a chiave e lo ripose discretamente dove sapeva. Avrebbe voluto continuare, ma soprattutto erano più identificabili delle sensazioni sotto la pancia...
Non rispose a Mary fingendo di dormire. Stesa sul fianco nel letto del nonno, si accorse del bisogno di strizzare le cosce l'una con l'altra... che cosa stava accadendo...?

Aveva un bisogno sempre più cosciente di toccarsi.
Pensò alle carezze lascive di Mary sulla fronte del loro papà, quando stesa al suo fianco sul letto dei genitori lo rassicurava.
Era una scena degna di rabbia più che altro, soprattutto quando l'aveva vissuta, Anna sempre l'oggetto del rancore di Mary e nemmeno qui la sorella maggiore si conteneva: Il suo modo carezzevole anche in termini fisici di portarselo a proprio vantaggio era più che scandaloso, soprattutto perché erano dinamiche entro la famiglia e camuffate dalle maschere di facciata, apparenze sociali in cui Anna ci perdeva sempre.
Ripensando a questi episodi per fare mente locale e in qualche modo avvisare sé stessa che i suoi cari non erano in fondo affatto cambiati, le venne idea di toccarsi per darsi conforto ma aveva gli slip già incredibilmente zuppi proprio per merito di quei ricordi. Il sentimento di indignazione che si affacciò appena, era filtrato da una presa di distanza comunque più raggiunta in quegli anni, queste due cose insieme le stavano procurando delle lievi contrazioni intime.
Si accorse di essere già a dir poco bagnata là sotto, grondante di umori, non lo avrebbe mai creduto.
Chissà fin dove si sarebbe spinto papà se solo lo avesse permesso...
L'energia sessuale di Ettore era bloccata, poiché il segno di ciò era il suo atteggiamento, inoltre altri elementi come la sua scarsa prestazione sessuale riferita dalle allusioni di disprezzo di sua mamma non di rado, potevano essere motivati solo da ciò.
Una abnorme insoddisfazione sessuale causata da traumi e blocchi.
Uno stato dell'essere che l'aveva sempre coinvolta, suo malgrado, sebbene in forma implicita.
E avrebbe potuto continuare a farlo se non avesse affrontato finalmente quel timore ancestrale e femminile di finirci a cosce aperte: Doveva togliere quegli scudi che purtroppo non erano stati sufficienti a proteggerla da determinate emozioni.
Sperando bene... che avrebbe detto suo marito?
Doveva farlo per sé stessa.
Prendere il toro per le corna una volta per tutte.

(Fine seconda puntata di 5)





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