Prime Esperienze

Rosalinda


di LaVaccona
23.05.2024    |    1.194    |    15 9.4
"La connotazione del nuovo sparava essa stessa in orbita..."
Patteggiai con la mia anima che non potevo resistere, delegando alla natura insopprimibile dell’istinto sessuale, come una luce mi attraversò quest’idea nella guerriglia sudata con le paranoie che avevo fin lì avuto. Era troppo bello, non era possibile rinunciarvi.
Come ci finii non lo so, in quel prato di campagna presso una stradina sterrata assai battuta, non distante dal fiume e le ampie verdi fronde sovrastanti che filtravano i raggi solari in quella primavera inoltrata.
Era metà pomeriggio, la luce naturale era sempre più in diagonale e non era la prima volta che frequentavo il fiume e quel parco. Ero troppo eccitata, se non lo fossi stata avrei avuto tanta paura e certo non ne avrei osato manco in idea; l’eccitazione cresceva potentissima procurandomi scariche di tremiti diffusi che erano anche brividi dell’ignoto. Pensai che andare a marcare la condizione mentale che vivevo come una etichetta repressiva, potesse anche giustificare in effetti quel mio comportamento, che avevo accennato ad agire già il pomeriggio precedente.
Essere "matta" poteva infatti essere usato a beneficio mio in primo luogo.
Avevo 24 anni.
Me ne stavo con queste sensazioni fisiche assolutamente inedite, e con intenzionale vocetta di toccata di testa, quel tono da Forrest Gump ma da ragazzina, in falsetto e un bel po’ trascinato che assumevo irrefrenabilmente più anni addietro che lì a esser sincera: Andai a caricare un po’ una condizione che non presentavo più così da ormai diversi anni. I miei però come ogni genitore che si rispetti mi vedevano sempre come quella bambina da proteggere e starci dietro.
Scappai letteralmente da loro, dicendo che andavo a trovare la mia amica del cuore la quale come sempre faceva il mio gioco coinvolta su tutto! povera stellina!
Era così bello trovarmi lì nuda e vera, e se questo agio era essere me stessa non ho voluto più lasciarlo, anche se di fatto una vacca così non credo si sia vista mai perlomeno in quel posto e per una gran vastità di territorio intorno!
A quell’età gli uomini mi facevano sognare, non avevo ancora sperimentato il vero amore né la passione, vivevo quelle sensazioni con tutto l’impegno tanto che non mi è sempre facilissimo rivivere al ricordo le stesse cose… ricordo però che mi facevano tanto sesso e se non paragono questo con le passioni vissute più intense, so che per quel che conoscevo fin lì sentirmi desiderata dagli uomini a differenza di oggi era una cosa nuova.
Ne ero lusingata e provavo tante farfalline nello stomaco, quasi in certi momenti me ne stavo accasciata da qualche parte, il letto di camera mia per esempio con sguardo sognante da cui poteva trasparire il mio mondo anche se agli altri non era dato sapere cosa di preciso, era per certo un mondo di erotismo potente. Mia mamma si soffermava istintivamente a guardarmi e dai rimandi suoi tipo sorrisini capivo che i miei occhioni blu erano leggibili e così a mio padre che accennava di scanzonarmi un pochino, io mi offendevo lo cacciavo e mi portavo il lenzuolo a coprirmi fino alla fronte. Restavano però mie immaginazioni. Una volta cresciuta diventando visibilmente donna -e che donna!- in tutta la mia forma a clessidra e il mio viso da bambola potevo sentire addosso il desiderio degli uomini di tutte le età ovunque mi trovassi. La connotazione del nuovo sparava essa stessa in orbita.
Le mutandine erano a metà coscia, mi misi a pecorina, senza più freni senza esitazioni...nessuno avrebbe potuto farmi del male; sentii lo ricordo come un piccolo scrocio caldo dietro la schiena, era il mio stesso sudore che attraversò incavo e il fianco, mi trovai senza accorgermene che fiottavo sudore, e rimasi semplicemente così, una effettiva esplorazione e indagine delle reazioni del mio corpo. Desideravo troppo che un qualcuno passasse di lì e da quel desiderio penso di aver iniziato a provare la goduria dell’esibizione sessuale che in quegli anni giovanili subito successivi era epica e trionfale. Il desiderio mi possedeva, ed era bello il fatto che a lui non opponevo resistenza egli era forte e mi aveva messa lì a carponi sul prato come una forza immane. Resistevo alla tentazione di toccarmi già altrimenti avrei avuto una successione di fortissimi orgasmi io questo lo sentivo, andavo a sfiorare la passerina e poi ritraendo come uno dei protagonisti di C’era una volta in America cerca di resistere dal mangiare un dolce alla panna comprato per una prostituta, rimanendo per un poco a deliziarsi solo dei bordi leccandosi il dito. Allo stesso modo più non ce la facevo avevo un enorme bisogno di orgasmare, essendo che guardando la patata messa a quattro zampe com’ero notai fili tersi e lucenti pendere dal mio sesso sempre più copiosamente. Sentii come una voce lontana…
“Rosalindaaa”
Allo stesso momento udii dei passi pesanti tra terreno e sassolini, istintivamente mi voltai un attimo più vigile e vidi che...


Giunse proprio un ragazzo avrà avuto la mia età, un giovane uomo al massimo poco più grande probabilmente, era talmente bono che lo credetti un prodotto visionario della mia fervida mente… Un giovane alto e ben messo con una maglietta normalissima bianca, lo vidi capovolto essendo che lo notai oltre le mie cosce a testa giù messa bene a pecorina; ebbi un sussulto dovetti stare attenta e non venire già! quel godimento era stupendo e non ero disposta a rinunciarvi, volevo, dovevo farlo durare il più possibile si trattava quasi di una sfida. Volevo iniziare a godere nella mia vita, scoperto quel piacere ero a lui promessa ormai, era troppo bello.
Naturalmente capirete, la situazione poteva prestarsi a far trionfare la paura improvvisa, un istintivo senso di vergogna e normale pudore, di coprire il mio corpo di scappare via persino… cosa che lì accennai di fare: Per l’istante di pochissimi secondi stavo davvero per fuggire via come una lepre e con una tal forza centrifuga mi sarei sparata lontanissima inzozzata dello scandalo che stavo per dare e di cui avrebbero parlato fino alla fine dei miei giorni. Non nego che quel brevissimo istante ci fu, e fu denso, come per tutti i momenti abbastanza estremi: Ma poi qualcosa di superiore mi bloccò lì, era la stessa forza suddetta che mi aveva dapprima buttata in quel prato a mutande abbassate, tutta nuda, realizzai che la gente è comunque tanto cattiva in ogni caso. Dopo quel breve frangente e con intanto la fica che grondava letteralmente, il corpo che tremava e si scuoteva di fortissima eccitazione, mando a fare in culo il mondo intero e finalmente mi concedo il Piacere!
Non esistono più pensieri del cazzo.
Non esiste alcun albero della conoscenza del bene e del male.
Non esistono sbagli, condotte, non esistono vergogne di cui seppellirsi, non esiste la gente col suo dire per quanto anche io avrei potuto commentarlo un fatto simile con una qualche risatina maliziosa. Là niente perplime, là sono al centro dell’Universo, sento una onnipotenza in me crescere insieme al piacere che mi prende su tutti i livelli dell’essere… così in tutto questo viaggio durato una manciata di secondi, resto là in pausa a mutande calate e cosce bagnate fica ben a vista al cospetto di un uomo sconosciuto in un grande parco ai bordi della mia città. Non attendo stimoli e segnali, fotte sega pure di lui, devo ormai toccarmi o verrò comunque. Ma appunto il segnale del giovane arriva, si tira giù la zip dei jeans producendo un suono metallico e una successione di rumori che mi infiammano ancor più, ne esce il suo uccello bello in tiro mentre io mi sono piano piano spostata verso l’interno e anche lui giusto un attimo più riparato alla vista da foglie e fronde sopra e attorno, non siamo però nemmeno nascosti anzi ed è un brivido che ci fa volare ad alte quote. Mi metto comoda a pancia su, e seguo a toccarmi la fradicia rosa, sono tutta bagnata di sudore e lui ne sentirà meglio l’odore se si avvicina un po’ di più. Ma non è vicino granché e questo mi rassicura, ne godo della mutua masturbazione, una certa distanza mi fa pensare che costui non mi salterà subito addosso: Voglio godere dei suoi occhi, li ha blu come i miei sì ora lo vedo, incredibilmente grandi ed espressivi con lunghe ciglia e sopracciglia naturalmente ben definite. Il viso magro un po’ affilato, il ragazzo è mediamente alto come uomo attorno ai 25 anni, non troppo il giusto normale; capello castano cortissimo ma non rasato, nessun tattoo quasi l’immagine della semplicità e al tempo stesso un gran bocconcino, non eccessivamente modello, non esageratamente perfetto bello o appariscente… l’uomo ideale per me penso là, ma soprattutto nello star lì con sguardi che mi lancia e solo già con quelli potrei ritenermi in un colpo di fulmine immediato. È contatto, è scoparci anche se lui lontano un po’ di passi da me. Ma si avvicina con calma, ed eccolo sempre più vicino, Dio quanto cazzo è bello, guarda baby come godo per te porcellino mentre ti passi la mano in bocca e te la insalivi abbondantemente per scivolarla meglio sul tuo cazzo duro e tosto, ormai alla mia portata visiva nei suoi dettagli. Non smetti di farmi bagnare ancora di più, hai captato benissimo che così voglio e mi piace, chissà magari anche tu ami farlo a volte… rispondi a questo mio comportamento col famoso carpe diem. Ti amo, estraneo!
Grazie ti dico con gli occhi languidi da bambola e ti sorrido dolce grata, poi seguo a massacrarmi il clito, e dato che recentemente ho imparato a penetrarmi anche coi toys ti mostro lo spettacolo di una donna come me con una mano al clito e l’altra a sditalarmi la fregna a gambe spalancate più che riesco. E a quell’età una spaccata quasi a 180° non è certo difficile, pur col mio corpo non propriamente ginnico ma è un corpo giovane, oltre che di mio sinuoso e agile. Intanto tu sconosciuto ti sbatti il cazzo e il tuo respiro è preso e coinvolto, io lo so, tu già mi ami non sarebbe possibile altrimenti. Ti sto facendo godere così tanto.
Giunge nella sterrata qualcuno!
Devono essere dei ragazzi, altri maschi, se mi vedessero anche loro?? mugugno in modo volutamente sonoro, sto quasi per venire ormai.

Per tante sere successive ho pensato tanto a quell’accadimento, sapevo lo avrei ricominciato, come prima volta però quasi volendo custodire qualcosa di speciale e unico non ho voluto subito ripetere. Avevo necessità di ripensare orgogliosa a quello straordinario pomeriggio di vita vissuta.
Quando passavo nei paraggi di quel tratto, per caso con la mia famiglia, o le amiche, mi si poteva notare un po’ in fissa. Era stata una cosa pazzesca, potente. Era stata la prima volta in quel modo.
Nessuno seppe mai niente, o comunque non si diffuse alcuno scandalo. Non rividi più quel manzo, dunque non ho idea cosa pensò di me, non mi è mai interessato anche se a essere sincera per un paio di pomeriggi l’ho atteso. L’importante era già aver osato come non mai. Questo iniziò a farmi sentire forte, in diritto di vivere come volevo. Penso di essere là diventata veramente una donna. In quanto libera e capace di determinarsi sempre più.
Non ho lasciato alcuna cosa di cui parlare di me, se non una pozzetta che raggiunse la stradina oltre il fogliame e di cui ricordo notò giusto un cane che vagava.
“Rosalindaaa… dove sei piccola? Rosalindaaa non smettiamo di cercarla avrà paura piccolo tesoro innocente!”
Fine
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