Gay & Bisex
Per Flor 5a parte
di LaVaccona
10.06.2024 |
175 |
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"Luis si era confidato molto spontaneamente e senza alcuna estorsione gli aveva disegnato sé stesso, il Luis che era, il Luis che viveva legato alle..."
PER FLOR 5ª puntataIniziò a raccontargli riprendendo da dove si erano lasciati l'ultima volta. Era praticamente impossibile evitare un tono di voce tremulo, in brodo di giuggiole, Francisco Carlos al suo cospetto così vicino per quella scrivania ridotta a momenti quasi a un banco di scuola, nello studio provvisorio che eccezionalmente sostituiva il suo quel giorno per delle sovrapposizioni professionali con colleghi e un gruppo yoga. Istintivamente scostò lo sguardo e lo abbassò lateralmente verso dei materassini per terra. Francisco sapeva benissimo che non era la collocazione di quel giorno a turbarlo di alcunché. Gli sorrise, molto rassicurante. Luis proseguì.
Anche se il tono era sempre più flebile Luis si sentiva bene con lui tutto sommato, e nemmeno su questa emozione si sentiva poi eccessivamente fuori posto.
Era perfetto in tutto, questo dottor Carlos, il quale aveva gli spettacolari occhi -di un blu intenso quasi nero- socchiusi da quanto assorto all'ascolto, la solita penna biro blu adagiata sul roseo carnoso labbro inferiore. Entrò come in un istante di ipnosi Luis, poi si diede tono.
"EMH, SCUSI! dottore, ho dormito poco stanotte, ok dai, stavo dicendoLe??"
Ormai Flor, la sua dolce cerbiatta, l'aveva confinata a tutti gli effetti come presenza romantica, scevra ogni giorno di più dalle voglie sessuali che fino pochi mesi prima sapeva quasi a sufficienza riservarle. Pensò di aver bisogno di un medico, sentiva di volerne anche solo parlare con qualcuno. Con chi altri poteva farlo? Aveva tutte le riserve scettiche del caso, ma si può tentare. Sempre meglio che pensarci su senza esternare mai, anche perché vi era un "piccolo" dettaglio: Luis credeva fosse una cosa passeggera legata allo stress e nulla di più. Il coraggio fu premiato con un medico giovane e brillante che non si sognò di offrire lui cosa e chi Luis fosse. Solo Luis ne aveva il diritto e l'autorità, lui poteva solo leggerlo tra le parole e cogliere quello che il paziente e suo coetaneo provava.
Cercò di scorgere se vi era un falso sé e in che termini, se cioè non solo nell'intimità lui si mostrasse ai suoi occhi stessi per ciò che davvero non era. Era uno psicologo fantastico che non amava affatto definire e costringere il divenire di persone e situazioni. Il dott Carlos si era sempre distinto per la passione straordinaria nel suo campo. Luis accettando di potersi aspettare di tutto, trovò invece un coetaneo che non riempiva con discorsi difficili ma con una linea preferenziale: favorire la connessione con la fantasia il suo potere, le immagini interiori. Dal dottore si sentiva accolto, rispettato, al sicuro. Dato che non era abituato a un tale atteggiamento, ci si sentiva beatamente sì ma anche anche sempre più disorientato. Doveva "saggiare" la consistenza di questo dottore e le emozioni hanno tra i modi di farlo, involontari alla ragione anche quello di idealizzare e provare un legame: Stava entrando in funzionale infatuazione col medico.
Il paziente aveva del tutto rimosso ampi momenti, periodi e accadimenti che emotivamente erano stati parecchio omoerotici.
Luis si era confidato molto spontaneamente e senza alcuna estorsione gli aveva disegnato sé stesso, il Luis che era, il Luis che viveva legato alle aspettative sociali, in relazione di figlio, di partner e via dicendo.
Nel raccontare apertamente delle sue infatuazioni adolescenziali verso i compagni e gli amici, non poteva ricondurli solo a esplorazioni più o meno agite nel reale, Luis effettivamente ardeva per i maschi e lo aveva sempre soffocato incredibilmente anche con episodi di repressione piuttosto importanti. E non era certo terminata lì, solo pochi anni prima risultava sempre circondato da soli maschi, con il suo atteggiamento da redpillatore sarcastico sorto dopo la precedente storia tutti sapevano fosse uno scottato dal gentil sesso e che aveva saputo reagire. Per molti Luis era uno giusto, che dava anche utili e davvero ottimi consigli sulle donne. Ma a differenza di gran parte dei suoi amici che poi alle donne infine andavano dietro, lui restava respingente. Quando trovò Flor lì stesso scherzosamente si finse gay per non mettersi di nuovo in gioco, ma quel fustacchione che mostrava di attenzionare... non lo aveva dimenticato, lo pensò parecchio fino a che divenne per una fase il suo amico per la pelle, tenuto misteriosamente segreto per molti iniziali mesi.
Vi fu una rottura di cui lui disse era successo lo avesse deluso ma non aveva mai confidato nello specifico a Flor cosa mai si fossero detti e fatti di tanto spiacevole due amici così affiatati. A Flor piaceva come persona, fu una sera prima che Luis uscì di notte per la seconda volta che ebbe come un sentore e iniziò ad unire i primi puntini. Luis si era fatto un rilassante bagno, sua moglie era uscita a cena con una cara amica; si improfumò si vestì, nell'annodarsi la cravatta e chiudere l'anta dell'armadio si trovò davanti Flor.
"!!"
"Amor non mi avevi detto che uscivi anche tu stasera... eccomi tornata!" gli disse con un bacio quasi avvinghiandosi al marito.
"Ma, ma, amore, ma tu non dovevi andare a cena con Fernanda? Ti aspettava qui sotto e, sapevo dovevate festeggiare il suo compleanno, non- non-capi-sco?"
"Sì infatti, guarda ne succedono di tutti i colori amore! È dovuta precipitarsi a casa! I soliti problemi con la sorella quella è pazza, povera Fernanda un bel casino davvero... ma tu per chi ti prepari amore??"
"Mah. Io non ti capisco, che problemi ha adesso Fernanda? Non puoi tornare qui così, prima raccontami questa storia"
"Te la racconto domani perché mi ha disturbata, credevo di stare a festeggiarla ma niente... e poi beh, meglio così, ahahah" disse Flor aggiungendo ulteriori delucidazioni ma a Luis il tutto risultava reggersi ben poco sulle gambe. Calò un momento di silenzio perplesso.
Esco, sì. Con un collega di lavoro.
Flor lo guardò, aaaah rispose, quasi l'affermazione del marito non meritasse aggiunte. "Beh? Che hai? Ti vedo strana ultimamente sai Flor"
"No amore mio fai bene. Però tu a me non mi dici molte cose ultimamente, e mi pare che sei tutto pieno di misteri tutto qui... Ma va benissimo così amore e scusa se ho avuto un attimo di malafede, dato che non è una collega, bene così... un pizzico di gelosia è normale, eh beh ti vedo tutto tirato a lucido. È uno importante vero? Sembra essere una cena di lavoro non da poco. Fammi sapere se va bene amore, io ti aspetto qui... smuack!"
Luis si sentiva sempre più cacca. "Flor!" chiamò. Tentato di dirle sul momento che a cena non ci andava, che non era importante, che vada al Diavolo... ma come poteva risultare più credibile dell' aver organizzato una cena segreta con un misterioso collega? Anche perché non era scemo del fatto che Flor non fosse proprio scema.
Ormai ci sono con tutte le scarpe.
E poi... Bruno mi aspetta. Diede una occhiata all'orologio, si stava facendo tardi! Giunse un messaggio che scrutò velocissimo.
"Io sono un poco in ritardo ma ci sono, tutti mi cercano proprio adesso ma ora ok, massimo ritardo dieci minuti 💋 a dopo💋"
La visione furtiva di quelle due emoji impronta bacio gli rese già quasi barzotto l'uccello. Vide se stava dimenticando qualcosa, gli caddero gli spazzolini che era tornato a riporre al loro posto, gli cadde una scatola di salviette monouso. Amore hai la testa per aria! Sorrise divertita Flor.
Eeeh... Flor mia, sapessi che ti sta mettendo in capo tuo marito pensò avvampando di rossore per la profondissima vergogna.
Si sarebbe scavato una fossa al ritorno e si sarebbe sepolto all'ottenimento della pace eterna.
Ora però non c'era tempo, ci stava solo tempo di scopare una seconda volta con quel fottuto stallone di Bruno!
Ma come era accaduto precedentemente, come si avvicinarono lui e l'uomo della finestra di fronte? Lasciate che vi racconti.
(Continua)
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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