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Lui & Lei

Il cognato di Angela


di LaVaccona
23.05.2024    |    1.665    |    12 9.6
"Col suo panzone inconfondibile..."
Ho conosciuto mio cognato trent'anni fa, quando ancora con mia sorella si era appena fidanzato. Quando mi avvicinai a lui per presentarmi, notai questo omone con il sorriso divertito e timido che sanno anche i bambini spavaldi ma alla fine teneri e imbarazzati. Lo salutai e se ricordo bene tendeva un pochino a sfuggire con gli occhi all'inizio, poi prendemmo una sufficiente piccola confidenza per poterci almeno scambiare due parole. Avevo con me la cagnolina, io ero una ragazza di vent'anni, lui sui trentasette, anche se li ha sempre portati per come ha potuto... dunque dei ricci sale e pepe e alcuni solchi sparsi, anche vicino alla sua larga bocca, carnosa quasi come quella di un africano. Mio padre, che è sanguigno e molto geloso prevedibilmente si oppose con ogni mezzo e per anni a quella unione. Ancora oggi alle nozze d'argento di mia sorella si oppone ancora!
Insomma, non era certo il genero modello per lui, per carità un gran lavoratore mio cognato Gabriele ai suoi occhi, su quello non lo discuteva ma... "meriti di meglio!" non si risparmiava di commentare.
Si andava spesso io e mia sorella, avendo sempre avuto un fortissimo legame, col suo nuovo fidanzato che era appunto Gabriele... un terzetto un poco singolare perché in principio -vi parlo proprio degli inizi- eravamo tutti e tre molto affiatati e ci divertivamo come matti, mia sorella con me aveva sempre condiviso tutto anche i segreti e essere un trio di "amici" fu naturale. La sensazione che però presto subentrò in me, era che Gabriele iniziasse a vedermi come una poco di buono... le voci girano si sa e io non avevo alcuna intenzione di attenermi al ruolo di figlia ubbidiente o cognata per bene, sempre meno nascondevo la mia grande carica erotica e questo era motivo di turbamenti sia per mio padre e mio fratello e in certa misura anche per mio cognato.
Una sera mi fu proposto di stare a dormire da loro nella nuova e dignitosa casa che avevano comprato, si erano appena sposati e non era trascorso che solo un anno da quella serata al pub nel 1998, ne ho anche ritrovato due foto giorni fa di cui avevo completamente dimenticato l'esistenza. Io avevo i capelli corti, ciuffi sbarazzini partivano dalla nuca e le vezzose forcine per domare il ciuffo davanti, oltreché un faccino dalla forma molto più rotonda e i grandi occhi definiti con molto eyeliner... bluette! spiccavano dalla carnagione candida, non bastasse che ci si metteva spesso cipria e toni più chiari del dovuto in quegli anni!
Indubbiamente sono sempre stata una bella pollastra, con un bel petto di maggiorata, belle forme.
Quando passa il tempo ci si rende conto che la bellezza in certe foto sbiadite ci apparteneva tutta, e non lo sapevamo, magari perché allora non andava la bellezza curvy, e abbondante non lo ero nemmeno... inoltre cercavo sempre di prendermi cura di me allora come oggi, per passarne anche una luce di positività solare. Non a caso avevo una fila di spasimanti che non terminava.
Mia sorella Maddalena, con non-chalance dato che non ci stava altra soluzione (problema a cui avrebbe provveduto presto con nuovo arredamento) mi invitò a dormire dolce e premurosa com'era nel lettone grande con lei e risolvere suo marito nella poltrona stendibile che era comunque molto comoda.

Gabriele lì per lì doveva trovare una posizione migliore, ma evidentemente si addormentò infine stanco oltretutto com'era dal lavoro.
Io non è che mi addormentai subito anzi, mia sorella era tenera nel trattarmi ancora come fossi una bambina, abbiamo 8 anni di differenza e mi ha sempre percepita come una bambolina, una specie di figlia: Di conseguenza anche io l'avevo vissuta a volte come una seconda mamma.

Si fece buio, la stanza era in seminterrato, le luci indirette e opache dei lampioni esterni davano una atmosfera molto particolare, e avvertii un maggiore senso di benessere per quella tranquillità assoluta e quelle luci.
Presumo mi addormentai, per poco? non lo ricordo con esattezza, so che quando mi svegliai di fianco trovai una forma umana più ingombrante della mia minuta e magra sorella Maddalena. Era proprio lui. Col suo panzone inconfondibile.
Deglutii irresistibilmente per l'imbarazzo: Compresi facilmente che mossa da compassione per il suo amato uomo lo aveva invitato a dormire nel lettone. Nel frattempo io francamente mi ero tolta il pezzo sotto del pigiama, che era piuttosto stretto, ebbi comunque il pudore di non togliere il pezzo sopra una camicetta a fiorellini un poco meno stretta: Il petto ero nudo e stare con le mammelle di fuori non era proprio il caso, già tanto finire in quella circostanza!
Sentivo come una agitazione in me, più volevo stare immobile e più mi giravo, mi rigiravo senza disturbare, col risultato di iniziare a sudare e aver un certo caldo.
Il mio respiro lo era, emanavo un tepore enorme.
I fari di una macchina fecero un gioco di luci e potei notare che mio cognato mi stava osservando.
Un brivido mi percorse talmente da scuotermi leggermente, la forma dell'uomo tornò avvolta nell'oscurità e si schiarì la voce in un modo che anche lui tentava in ogni modo fosse discreto. Mi venne un sospiro, lui sbuffò uguale e ci voltanno entrambi di schiena. Il suo fondoschiena sfiorava il mio. Potei notare che faceva come dei movimenti lenti con le gambe... io non capivo, poi capii che cercava contatto, provando a sfiorare la soda coscia con il ginocchio o il liscio polpaccio con un tocco della punta dei piedi. Ogni volta che lo faceva emetteva come dei... sì proprio dei gemiti... dei suoni vocali semi udibili che mi imbarazzarono moltissimo dato che mi parvero un frignare flebile e tremulo a cui alternava un gorgoglio strozzato sul nascere... e ogni volta che riusciva coi piedi e le ginocchia e addirittura le mani a sfiorare il mio corpo notavo che poi la coperta veniva come sbattuta da sotto con un moto veloce e anch'esso discreto il più possibile.
Continuava ancora e aspettai che si calmasse mentre io fingevo di essermi addormentata, e non aver il dubbio scarso (e stupendamente vago infin dei conti) per iniziare a sfiorarmi. Con mio stupore avevo tra le mie candide cosce di seta un rubinetto aperto, appena ne potei mi massacrai la fighetta l'indomani e fu uno degli orgasmi più intensi avuti in quella fase della mia vita. Tutto merito del mio caro cognatino. Smuack!
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