lesbo
Marion (racconto) e Riflessi (poesia)
di LaVaccona
29.06.2024 |
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"Proseguivo i baci ma questi baci già accrescevano i suoi gemiti, l’onda saliva, impetuosa… qualcosa di oltre e altro dai miei progetti e ciò anche era..."
Era bello unirmi a lei, non potevo immaginare. Tra quelle tornite cosce giusto appena velate di deliziosa cellulite e smagliature, mi ci potevo perdere: Cosa esiste di simile alle cosce di una donna? Anche io devo dire avevo un corpicino delizioso.Oh esistono tante cose certo. Io ci stavo la’, molte volte mettevo la testa appoggiata sulle sue cosce quando ci sedevamo in panchine, o sui prati. A quanto pareva era in corso una Guerra Mondiale, in quella primavera non mi accorsi di quel che stava succedendo nella realtà perché la sola grande realtà eravamo noi.
Fu naturale finire presto laggiù al suo fiore. Quel profumo acre mi emozionava, in principio senza grande distinzione tra tenerezza, trasporto, innamoramento, conforto, eccitazione crescente. Iniziai a baciarle quelle morbide cosce di dea della fertilità, da donna sapevo come fare. Non c’era più altro.
Quelle carezze che sapevo su me le feci a Marion, che bella cosa provare le stesse sensazioni!
Eravamo così delicate, lente, calme. Le massaggiai il clitoride e quel fiore tutto bagnato con movimenti circolari… non ero affatto incapace di amarla come credevo… alla fine quello era il mio, il nostro modo. Proseguivo a darle dei bacini, all’inizio un filo timidi e alternati a dolci divertite risatine poiché non avevo mai amato una donna. Ero sempre stata una nota sgualdrina una ragazza perduta sempre tra uomini, uomini, essenzia, alcool vecchi riccastri bavosi ragazzetti timidi ed eccitati giovani preti indecisi uomini eleganti e sposati ragazzi dannati e bohémien di ogni sorta…ero solo un’anima persa come tante con la fortuna -o anche il talento- di validi amici anche di una certa importanza.
Iniziai a tuffarmi nella foresta vergine.
Proseguivo i baci ma questi baci già accrescevano i suoi gemiti, l’onda saliva, impetuosa… qualcosa di oltre e altro dai miei progetti e ciò anche era meraviglioso. Nel cuore suo.
Casa.
Crescente fremito, i nostri candidi corpi iniziano a farsi lucenti, sudati, i capelli in faccia, i grossi cappelli infiochettati posati accanto. Ti amo mia piccola Marion… ti amo tanto… ehy! ma…? cosa sono queste risate? stupide risate di uomini mi sembrano proprio… che ci fanno qui questi Signori? che ci fanno? Marion non tradire la mia fiducia…
RIFLESSI
Mi ritrovo supina con la mano tra le gambe
un caldo pomeriggio di luglio
guardo una ragazza magnifica
tanto lo sa solo la mia stanza,
la stanza che conosce ciò che è mio
mentre appena varcata la soglia
torno figlia dal modo intimidito
la voce piccolina e non la donna,
mi accarezzo i carnosi petali
cullandomi piano a guardare
a lato il cellulare e il video
di questa ventenne fisicata;
la forza di tale visione
perfetta da fare ammattire
ci vedo uomini fuori campo
che certamente le regalano fiumi,
una via Lattea senza fine
sfocia e trabocca come un blob
denso di libidine lo sperma
per la creatura di ciò cosciente.
Immagino gemiti sparsi e maschi
scioccati da questa super dea
un animaletto insolente
il fondoschiena lavorato ogni giorno,
dal suo corpo sinuoso gocce di sudore e acqua
succo di ananas è un sogno
che pur se in fissa ai maschi mi trovo
a guardarla con occhi di torpore;
un video studiato appositamente
per il godimento di chi guarda
l'insolente stronza nata
essenzialmente per procurare lunghi getti,
non è qui luogo per vedere una persona
con anche lei un cuore di ragazza
tuffandomi nel desiderio maschile
nella stanza dai continui specchi.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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