Gay & Bisex
Il borsone del calcio

24.02.2024 |
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"Risposi: “Altroché ci vediamo dopo ad allenamento”..."
Ale mi aveva chiesto di passare da casa sua a prendere il suo borsone del calcio, la mattina uscendo di corsa se l’era dimenticato. Sapeva che lavoravo in zona e che in pausa pranzo per me non sarebbe stato un problema andare a prenderlo per poi portarglielo direttamente ad allenamento la sera. Suo fratello Giacomo, sarebbe stato a casa e mi avrebbe dato lui il borsone.Alle 13 staccai dal lavoro e mi avviai verso casa di Ale. Arrivato suonai il campanello, ma Giacomo, che doveva essere a casa non mi rispose. Riprovai a suonare, ma ancora nulla. Chiamai Ale e gli spiegai che a casa non c’era nessuno e non avevo modo di entrare. Ale mi disse che avrebbe provato a telefonare a suo fratello e capire dove fosse e poi mi avrebbe fatto sapere. Dopo neanche un minuto Ale mi inviò un sms: “il coglione era in doccia adesso arriva, scusa”.
Da lì a poco infatti la porta di casa si aprì. Mi ritrovai Giacomo mezzo nudo e ancora un pò insaponato sul petto, avvolto solo in vita da un asciugamano. Cavolo se era cresciuto! Non lo vedevo da più di un anno e sicuramente il piccolo Giacomo, ormai non era così poi tanto piccolo.
“Ehi scusami cavolo, mi ero dimenticato che passavi ed ero in doccia e non ho sentito il campanello” mi disse.
“Vai tranquillo Giacomo non c’è problema” risposi.
“Dai vieni dentro che sono mezzo nudo e se passa qualcuno chissà che pensa, vai pure tu in camera di Ale, tanto sai dov’è. Io mi sistemo e torno da te” aggiunse.
“Si si prendo io il tutto e poi esco, tu non preoccuparti, fatti pure la doccia che immagino tu devia finire, io mi arrangio ed esco poi da me” dissi a Giacomo.
Mi sorrise, per poi uscirsene con un “ok ok”.
Salimmo le scale verso le camere, Giacomo era davanti a me e io, da solito curiosone come ero, cercavo di intravedere qualche cosa sotto quell’asciugamano. Quel culetto sodo che si delineava nella mia testa mi faceva sentire dei brividi e non nego che mi stava salendo una gran voglia. Giacomo si girò improvvisamente verso di me, quasi che avesse capito che lo stavo fissando, mi sorrise con un ghigno, ma non disse nulla.
Saliti, andai dritto nella camera di Ale presi il borsone e feci per uscire, ma mi trovai Giacomo davanti, quasi come per sbarrarmi la porta. Si avvicinò verso di me, mi mise un dito sulle labbra e si inginocchiò ai miei piedi. Dal basso mi guardò verso l’alto come per cercare un segno di assenso e nel mentre con le mani mi slacciava i jeans. Non capivo più nulla, ero in uno stato di shock misto eccitazione. Non sapevo, che Giacomo fosse gay e tanto meno che potessi essere il suo tipo. Il mio cazzo gonfiava i miei slip neri, Giacomo iniziò a leccare e passarci la sua bocca sopra e in tutta risposta nei miei slip, il rigonfiamento si faceva sempre più grande. In pochi secondi, mi ritrovai con le mutande abbassate e il mio cazzo immerso nella sua bocca. Cavolo ci sapeva fare! Passava la lingua ovunque, succhiava e leccava di gusto. Era riuscito nell’intento di metterlo a dovere sull’attenti, non che ci volesse molto. A un certo punto misi le mie mani sulla sua nuca per dare il ritmo al tutto e iniziai a scopargli la bocca con foga. Giacomo sembrava gradire e mentre faceva affondare la mia asta nella sua gola, le sue mani mi stringevano sempre più i fianchi. Uscii dalla sua bocca, ero troppo eccitato, volevo assaggiare assolutamente quel suo culetto, avevo fatto 30 perché non fare 31. Entrambi in piedi, cercai le sue labbra mentre con le mani facevo scivolare l’asciugamano che lo copriva. Si rivelò un corpo totalmente glabro e un uccello di belle dimensioni che puntava all’insù. Lo feci stendere a pancia in sù sul letto di Ale, (ed essere su quel letto, mi eccitava ancora di più) mi portai le sue gambe sulle mie spalle e mi avvicinai a lui. Iniziai a passare la lingua su quella fessura e i suoi gemiti mi fecero capire che la cosa fosse di suo gradimento. Passai poi un ditino lì attorno e provai a spingere. Entrò senza problemi, provai poi con due, un pò di resistenza ma alla fine entrarono entrambe. Lavorai per bene il suo buco mentre Giacomo, gemeva come un cagnolino il calore. Avvicinai la mia cappella a quel bel buchetto, portai le mie labbra sulle sue e spinsi con decisione. Entrò in un colpo solo. Giacomo portò indietro gli occhi, un misto di dolore e piacere e io iniziai a scoparlo a ritmi serrati. I nostri echi di godimento riempivano la stanza di Ale, e le nostre mani si stringeva una sull’altra. Aumentai sempre più il ritmo mentre con una mano strinsi il suo cazzo duro e iniziai a segarlo. Non ci volle molto che venì riempiendo la mia mano di crema calda. Quella sua copiosa venuta fu la goccia che mi fece traboccare. Uscii velocemente dal suo culo, mi portai sopra il suo petto ed esplosi anche io.
I nostri sguardi si incrociarono soddisfatti. Mi sdraiai di fianco a lui per qualche minuto. Ci sistemammo e salutammo consapevoli che non sarebbe finita lì.
Uscii di casa col borsone di Ale e presi il telefono, c’era un messaggio: “Non mi hai più detto nulla tutto ok con Giacomo?”.
Risposi: “Altroché ci vediamo dopo ad allenamento”.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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