Andrea il nuovo tirocinante pt2

Il lunedì mattina ci trovammo alle 7 al parcheggio dell’azienda. Andrea era già li che mi attendeva, vestito in giacca e cravatta, si era messo in tiro per la trasferta e vederlo vestito così, mi eccitava molto. Avevo passato il resto della settimana precedente a farmi succhiare da lui, in bagno, nel mio ufficio e pure nel sottoscala. Una volta ci avevano anche quasi beccati il che aveva reso ancora tutto più eccitante. Amavo quella bocca, ci sapeva veramente fare! Tra una cosa e l’altra però non eravamo andati oltre al pompino e quel suo culetto mi mancava.
“Ehi Andre buondì, metti pure il tutto nel bagagliaio e sali che partiamo, hai già fatto colazione?” chiesi.
“Ok Boss, no non ancora per la verità, però non è un problema tranquillo” mi disse.
Adoravo quando mi chiamava così, mi faceva sentire potente e mi eccitava da matti.
“Dai salta sù che ci fermiamo poi a un autogrill così ci prendiamo qualcosa”.
Il viaggio in auto fu tranquillo, chiacchierammo sia di faccende di lavoro, sia di cavolate. Mi raccontò delle sue passioni e della sua voglia di viaggiare. Dopo circa una quarantina di minuti ci fermammo a un autogrill per fare colazione, cappuccino e briosh per entrambi e poi prima di ripartire dissi ad Andrea che andavo un secondo in bagno. Andrea mi disse che ne avrebbe approfittato anche lui. Mi fermai a pisciare al primo degli orinatoi mentre lui entrò nell’ultima cabina bagno. Mi svuotai velocemente, mi lavai le mani e mi diressi verso l’uscita, quando ricevetti un sms. Era Andrea: “puoi venire ho bisogno di te boss”. Sapevo che non aveva bisogno e lo intuivo all’uso di quel boss. Aspettai che non ci fosse più nessuno nei bagni e andai da lui. Aprii la porta e la chiusi dietro di me; Andrea era lì, seduto sul cesso che mi guardava con uno sguardo da porco. Mi avvicinai a lui senza dire nulla, lui mi prese i fianchi, mi tirò a lui e mentre con una mano mi palpava il culo, infilò l’altra nelle mie mutande. Tolse il mio cazzo barzotto dai pantaloni e iniziò a segarmi. Dopo poco il mio cazzo era già bello in tiro, Andrea lo prese in bocca e iniziò a pomparmi di gusto, come d’altronde lui sapeva fare. Sentii qualcuno entrare nel bagno affianco a noi, ma Andrea se ne fregò altamente, anzi continuò col suo lavoretto di bocca con sempre più velocità e prepotenza. Esplosi nella sua bocca tutta la mia crema calda e al solito lui buttò giù tutto; mi ripulì la cappella, mi rimise il cazzo nei pantaloni e mi disse: “Bene Boss ora che ho fatto colazione andiamo a lavorare”.
Uscimmo dal bagno, ci dirigemmo in auto e ripartimmo alla volta di Torino. Arrivati a Torino andammo subito in azienda, dove ci aspettavano; l’incontro andrò molto bene e Andrea fu molto di aiuto. Il giorno seguente saremmo tornati lì per definire le ultime cose, ma per oggi avevamo terminato. Andammo quindi in hotel, check in e via nelle nostre stanze. Avevamo due stanze singole una accanto all’altra, ma dissi ad Andrea che volevo rimanesse nella mia. Lui gradì di buon grado e senza passare dalla sua stanza, entrò subito nella mia. Ci spogliammo in pochi secondi, eravamo sdraiati nudi sul letto uno accanto all’altro, ci baciavamo e coccolavamo. La mia mano scese sulle sue chiappe, le strinsi. Me lo ricordavo cosi quel culetto, bello sodo e tondo. “Ti va di fare una doccia?” Non mi rispose nemmeno, si alzò dal letto e andò in bagno. Sentii l’acqua che scorreva. Lo raggiunsi, lui si stava preparando ad entrare. Baciai il suo collo e ci fiondammo sotto il getto dell’acqua. Ci baciavamo appassionatamente mentre l’acqua scorreva su di noi. Mi inginocchiai e presi in bocca il suo cazzo che reagì immediatamente andando sull’attenti. Era la prima volta che lo succhiavo e lui sembrava gradire. Dopo qualche minuti mi fece tornare in piedi e ricambiò il favore. Il mio cazzo entrava e usciva dalla sua bocca morbida mentre con le mani accarezzavo i suo capelli. Non volevo ancora venire, lo feci alzare spensi l’acqua e iniziammo ad asciugarci. Poi nudi tornammo sul letto. Lo feci stendere a pancia in su, alzai le gambe sopra le mie spalle, lo baciai, gli leccai il collo e scesi sempre più giù. Arrivai al suo buchetto e inizia a leccarglielo. Andrea godeva e mentre la mia bocca si dedicava a quel culetto lui si segava. Avevo bagnato per bene quell’entrata e tornai a baciarlo mentre il mio cazzo puntava verso il suo buchetto. Servì qualche spinta, ma poi il suo buchino cedette alla mia spinta. Il ritmo aumentava sempre più e il mio cazzo affondava ogni volta sempre più in fondo. I nostri ansimi echeggiavano in tutta la stanza. Cambiammo varie volte posizione per poi concludere nella più classica pecorina. Mi disse di venire dentro di lui, che si fidava e a quelle parole non riuscii più a trattenermi. Dopo qualche spinta profonda e qualche sculacciata, riempii il suo buchetto con la mia crema calda, mentre lui inondò le lenzuola col suo sperma. Rimanemmo poi abbracciati per qualche ora. La notte proseguì con altre due scopate, una più bella dell’altra. Il giorno seguente concludemmo velocemente in azienda e tornammo poi verso casa, non prima di fermarci però nuovamente a un autogrill per una “colazione”.