Gay & Bisex
Andrea il nuovo tirocinante pt1
di Hotthommy
13.01.2024 |
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"Rimaniamo cosi per qualche minuto..."
Ero seduto alla scrivania del mio ufficio e stavo compilando il solito report mensile. Dopo anni di gavetta finalmente avevo raggiunto la posizione di responsabile del mio reparto, nonostante i miei soli trent’anni, e questo aveva fatto storcere un pò il naso agli altri responsabili ultra cinquantenni. Essere il responsabile aveva vari vantaggi tra cui la flessibilità degli orari, decidere le ferie di tutti ma sopratutto avere un ufficio solo per me. Sento bussare alla porta e senza neanche alzare gli occhi dal computer dico: “avanti”.“Buongiorno signor Magnani, sono Andrea il nuovo tirocinante, mi hanno detto di venire da lei”
Alzo lo sguardo dallo schermo e mi ritrovo sto ragazzo, biondo sul metro e ottanta, portava gli occhiali ed era vestito in jeans e giacca. Minchia che figo penso tra me e me.
“Ah si Andrea, mi avevano avvisato dalle risorse umane che sarebbe arrivato un nuovo inserimento per il mio reparto, ma ti prego, non chiamarmi Signor Magnani, basta Enrico che se no mi fai sentire un vecchiaccio” dico.
“Scusi non volevo offenderla è tutt’altro che vecchi e si vede” ribatte.
“Ma che tranquillo, dai accomodati che parliamo un pò”.
Stiamo a parlare per più di mezz’ora, mi dice che ha 22 anni e ha tanta voglia di mettersi in gioco. E’ disposto anche a portare del lavoro a case se necessario e a fare trasferte se il lavoro lo richiede. Finita la chiacchierata facciamo un veloce tour dell’ufficio e lo accompagno alla sua scrivania e gli do delle prime indicazioni su del lavoro da svolgere. Torno poi nel mio ufficio e mi ributto sul mio report anche se continuo a ripensare ad Andrea. E’ proprio un bel ragazzo e me lo sbatterei molto volentieri, anche più di una volta a dir la verità, ma la mia filosofia prevede nessun contatto con i colleghi e in più non sarà gay sicuramente.
Completato il mio report lo invio a chi dovere e decido di andare a trovare Andrea. Sono curioso di vedere come se la sta cavando. Vado alla sua scrivania ma non lo trovo. Do una sbirciata alle macchinette del caffè, ma nulla. Magari sarà andato a fumare con qualche collega penso tra me e me. Mi dirigo al bagno, apro la porta e mi infilo nel primo sgabbiozzo. Svuoto completamente le palle e centrando perfettamente il buco del cesso echeggia il tipico suono. Vado avanti per qualche minuto, cavolo se ero pieno, scrollo per bene, tiro l’acqua e apro la porta per uscire. Mi trovo davanti alla porta Andrea. Sto per salutarlo quando mi rispinge dentro al bagno e chiude la porta dietro di se. Sto per dire qualcosa, ma mi mette una mano sulle labbra. Si inginocchia apre la patta dei miei pantaloni e con la mano fa uscire il mio cazzo. Mi guarda dal basso mi sorride e se lo infila in bocca. Non sto capendo più nulla, in poco tempo il mio cazzo si è fatto duro. Andrea succhia avidamente infilando tutta o quasi la mia asta nella sua bocca. Si vede che non è il suo primo pompino. Continua per un altro pò, poi si ferma. Mi rimette il cazzo nei pantaloni. Si alza e mi sussurra: “Spero che non ti sia offeso per questo e che tu non voglia licenziarmi ora, ma da quando ti ho visto non ho fatto altro che immaginarti nudo. Ora mi fermo così non scavalco il limite e quello che è successo qui non lo saprà mai nessuno. Non lo faccio per il lavoro lo faccio perché mi ecciti” dopodiché apre la porta del bagno e se ne va.
Rimango qualche minuto stordito da quello che è appena successo. Cerco di ricompormi e torno nel mio ufficio. Non so cosa fare, sono agitato, ma anche eccitato. Squilla il telefono.
“Enrico ciao, sono Laura, ascolta da Torino mi hanno confermato che puoi andare da loro la prossima settimana, ti prenoto il solito hotel va bene per te?” mi dice.
“Oh Laura ciao, ah ottimo finalmente cosi possiamo concludere il contratto” le dico.
“Vai solo considerando che Marco è in ferie?” mi domanda.
Dopo qualche secondo dico: “No prenota per due grazie, mi porto comunque qualcuno da qui”
“Va bene Enrico domani mattina faccio tutto e ti invio i dettagli via mail, ciao ciao” mi dice.
Avevo appena deciso di portarmi Andrea e sicuramente la ragione numero uno, non era per il lavoro. Avevo deciso di infrangere la mia filosofia.
Sono quasi le 18.30 ormai l’ufficio è quasi vuoto, apro la porta per vedere chi è rimasto. Ci sono si e no 5 persone, c’è anche Andrea seduto alla sua scrivania. Vado da lui e in modo che nessuno potesse sentire dico: “Vieni tra 5 minuti nel mio ufficio, non è una richiesta”. Torno nel mio ufficio e aspetto. Passano 5 minuti e ancora non è arrivato. Ne passano 10 e ancora nulla. Penso di aver esagerato, di aver mal capito, decido allora di andarmene a casa, sto per prendere il cappotto quando la porta si apre.
“Scusa non riuscivo più a staccarmi da una collega” mi dice.
Vado verso la porta, la chiudo mi giro verso di lui: “Ora torna a fare quello che stavi facendo prima”
Andrea non se lo fa dire due volte si inginocchia, mi abbassa i pantaloni e inizia a succhiarmi. Questa volta conduco io il gioco, metto le mani sulla sua testa e inizio a scopargli la bocca, sono abbastanza aggressivo e più volte Andrea cerca di staccarsi ma non gli do tregua.
Lo faccio alzare, lo bacio, gli lecco il collo e pian piano mi abbasso. Ora sono io in ginocchio da lui. Slaccio i suoi pantaloni, porta gli slip, calo anche quelli. Il suo cazzo duro spunta davanti a me. Lo sego un pò e poi mi alzo. Lo guardo, lo giro e lo faccio piegare sulla scrivania. Mi inginocchio e con la lingua inizio a leccargli il buco. Lui gode. Con la mano cerco il mio portafoglio sulla scrivania, lo trovo, prendo un preservativo. Me lo infilo mentre ancora con la lingua lavoro il suo buchetto che sembra essere stretto. Mi alzo in piedi e mi avvicino a lui. “Fai piano non lo prendo da un bel pò e di certo non hai un giocattolo sotto misura” mi dice. Mi metto in bocca un dito e poi glielo infilo in culo, poi un secondo, sento un pò di resistenza ma entra. Punto poi il cazzo, inizio a spingere, non entra. Mi sputo sulla mano gli accarezzo ancora un pò il buchetto, bacio il retro del suo collo, mi appoggio appena col cazzo, sussurro: “Ora fai un respiro”. Sento il i suoi polmoni riempirsi per poi svuotarsi e a quel punto, spingo deciso. Lui tenta di gridare ma gli metto subito una mano sulla bocca. Lo sento calmarsi, ormai sono dentro di lui, o almeno in parte. Inizio a muovermi piano e dolcemente, lui apprezza. Aumento un pò il ritmo, i respiri si fanno più decisi e intensi. Continuiamo così per diversi minuti. Poi decido di uscire, mi siedo sulla sedia e lo faccio sedere con lo sguardo rivolto verso di me. Lui scende piano, vedo la sua espressione cambiare man in mano. Ci baciamo appassionatamente. Sono di nuovo dentro di lui. Torniamo a scopare. Vedo il suo cazzo sgocciolare precum. Sto per venire, aumento il ritmo delle mie spinte. Lo stringo a me e vengo. Viene anche lui, senza tra l’altro toccarsi e sporcando le nostre camicie che non ci siamo mai tolti. Rimaniamo cosi per qualche minuto. Ci sistemiamo, ci rivestiamo. In ufficio non è rimasto più nessuno, solo noi. Lo saluto e gli dico: settimana prossima vieni in trasferta con me sempre se vuoi. Lui mi sorride e inizia a camminare verso il parcheggio.
Continua…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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