Il cuginetto cresciuto

E' Natale e come ogni anno ci si ritrova nella vecchia casa di famiglia. La casa è grande e c'è spazio per tutti i parenti senza problemi. Quest'anno poi, ho saputo che verranno anche alcuni miei cugini che non rivedo ormai da 3 anni.
Quest'anno sono senza auto, perché sto attendendo la nuova ordinata ormai da più di quattro mesi, ma come succede sempre in queste occasioni, è in ritardo nella consegna. Arrivo quindi alla cada di famiglia con i mei genitori che si sono offerti di accompagnarmi. Pian piano arrivano tutti e ognuno porta qualcosa per arricchire il pranzo. Sono ormai arrivati quasi tutti i parenti, all'appello mancano solo dei cugini e degli zii. Suona il campanello e casualità mi ritrovo vicino alla porta di ingresso, apro per fare gli onori di casa e mi trovo davanti sto ragazzone alto 1,90 capelli ricci, corpo asciutto e muscolo.
E tu saresti? mi uscì cosi di getto senza pensarci.
“Ma come Marco non mi riconosci? sono tuo cugino Andrea! Sono un pò cambiato si e non ci si vedeva da qualche anno.”
Andrea? Sei tu? Scusa non ti avevo riconosciuto, l'ultima volta eri un ragazzetto di quindici anni e adesso sei totalmente cambiato, entra che fa freddo fuori.
Andrea entra si sistema e inizia a salutare tutti mentre nella mia mente ripenso a quel ragazzino totalmente cambiato che ormai è uomo. Chissà come sarà sotto quei vestiti. No no, non devo pensare a queste cose mi dico tra me e me.
Sono arrivati ormai tutti e ci sediamo a tavola.
I posti come ogni anno sono estratti a sorte da nonna che sostiene che cosi tutti si sforzeranno a parlare e non ci saranno le solite comunelle.
Sono seduto a fine tavolo nella parte finale della sala, di fianco a me a capotavola nonno Filippo che praticamente già dorme mentre alla mia sinistra mi ritrovo Andrea. Partono tutte le portate e si chiacchiera tranquillamente, gli antipasti sono finiti il primo primo è già arrivato e siamo in attesa del secondo primo. A un certo punto in modo diretto Andrea mi poggia una mano sulla gamba si avvicina al mio orecchio e mi sussurra: Marco perché non vieni con me in cantina che prendiamo qualche altro vino? Effettivamente il vino a tavolo stava scarseggiando. Ok va bene andiamo, risposi senza pensarci troppo.
Ci alzammo dal tavolo, dissi a nonna che andavamo in ricerca di altro vino in cucina e con Andrea ci dirigemmo verso la cantina. Scese le scale ci ritrovammo in quel locale freddo e incasinato al solito. Mi fiondai sulla cassa del vino che era appoggiata su un mobiletto dell'angolo ma prima che riuscì a prenderla, Andrea mi poggiò una mano sulla spalla mi girò e senza dire nulla si fiondò sulle mie labbra.
Lo scansai, Andrea che stai facendo?
Cazzo scusa Marco ma non ho resistito, ti ho sempre ammirato fin da piccolo, eri e sei il mio cugino preferito, mi piaci un sacco e so che ti piacciono i ragazzi e anche io sai sono gay... Scusa scusa non so cosa mi sia preso.
La cosa mi eccitava e vedere quel ragazzone scusarsi cosi mi fece scattare qualcosa e di tutta risposta mi fiondai sulla sua bocca. Ci baciammo per qualche minuto poi lui si inginocchiò mi slaccio la cintura e senza pensarci mi prese il cazzo barzotto in bocca. Pompava da dio e io ansimavo, il ritmo aumentava mentre con le mani mi accarezza tutto il corpo stringendo anche le chiappe. Si fermò, da inginocchiato mi guardò dal basso all'alto e mi fece girare. Mi ritrovai con le mani appoggiate al muro, la sua lingua nel mio buchetto e una mano sul mio cazzo che continuava a segarmi. Stavo godendo un sacco e stavo per venire. Andrea sembrò capirlo mi rigirò, riprese il cazzo in bocca e senza che riuscissi a dire qualcosa esplosi fiotti di crema calda nella sua bocca. Risucchio tutto e pulì per bene la mia alza. Si alzò in piedi e mi disse. Beh come antipasto non male direi ora torniamo su prima che qualcuno venga a cercarci.
Mi ricomposi, presi la cassa di vino e tornammo di sopra. Ripensavo a questa situazione surreale e più ci pensavo e più mi sembrava una pazzia.
Tornati al tavolo sembrava che nulla fosse successo e tra battute generali, varie portate, giochi e risate il pranzo si concluse attorno le 16.
Avrei voluto tornare a casa, ero stanco e nella mente pensavo ancora a Andrea e l'unica cosa che desideravo era una doccia calda e stendermi sul letto e perché no tirarmi un segone. L'unica cosa però, che i miei avevano intenzione di rimanere anche a cena. Qualche parente se n'era già andato e io stavo cercando un passaggio verso casa.
Chiesi se qualcuno tornava verso la città ma ormai gli ultimi parenti rimasti stavano tutti a cena tutti tranne...
Ehi Marco se voi ti do un passaggio io, che non ne posso più di stare qui e così trovo la scusa di accompagnarti per andarmene. Però se non vuoi tranquillo capisco che magari
Non ebbe neanche il tempo di finire la frase che dissi: ma che dici! Certo che accetto cosi magari parliamo un pò, non vorrei che rimanesse qualcosa in sospeso.
Dai allora andiamo cosi parliamo del sospeso magari a casa tua che abbiamo tutta la privacy del mondo...

Sapevo già dove voleva andare a parare e a quel punto lo volevo anche io. Salutammo tutti, salimmo in auto e andammo verso casa....


pt2