trio
Una donna, due uomini e… due dildi
di Honeymark
27.04.2019 |
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"Sentire il giocattolo che voleva farsi strada nel mio culo, mi face mancare il fiato..."
Era passato un mese da quella sera in cui ero stato a cena da Marco e Maria a Vicenza per parlare di barche. Era stata una serata molto particolare, che mi ha fatto scrivere d’un botto il racconto «Metti una sera a cena».Ci scambiavamo delle mail per aggiornare il nostro stato e in particolare la relazione che era nata tra noi. Poi, improvvisamente, la richiesta.
- Venite a cena da noi venerdì sera? – Aveva scritto Maria. – Vi facciamo vedere la rotta di una crociera interna nella laguna di Venezia. Abbiamo la barca a Jesolo e potremmo passare una bella giornata. Fatei sapere.
Lo dissi a mia moglie, ma francamente non ne aveva voglia. Le piace il mare e le piace la navigazione, ma tracciare una rotta - diceva - è una noiosissima cosa per uomini.
Insomma mi invitò ad andare anche stavolta senza di lei, pregandomi di scusarsi. Mi finsi dispiaciuto e andai da solo.
Quella sera a cena parlammo della rotta. Avremmo visitato Torcello, Burano, Murano, S. Francesco, S. Erasmo, avremmo attraversato il Bacino di San Marco e saremmo andati a pranzo al Lido. Ascoltai di sfuggita. Non c’era bisogno di una rotta per un tragitto così…
- Un programma allettante, – dissi piatto.
- Ne abbiamo uno migliore, – intervenne Maria. – Per stasera.
- Valà? – Esclamai rianimandomi.
- Abbiamo letto il tuo ultimo racconto intitolato «Massaggio con sorpresa».
- Ah, bene! Vi è piaciuto?
- Ho cercato sul sito dei racconti 69 quel dildo «animato» che hai usato e ne ho trovati alcuni eccezionali.
Rimasi ad ascoltare.
- Ne ho comperati tre.
- Li hai già comperati?
- Certo! È per questo che ti abbiamo invitato a cena!
- Ostia, e se mia moglie fosse venuta con me?
- Un rischio che dovevamo correre. Ma un invito di venerdì sera non è così importante… he he
- E che dildi hai preso?
Mi ero incuriosito.
- Marco, vai a prenderne uno.
- È come quello che ho usato io?
- Molto meglio!
Prese la scatoletta che le aveva portato il marito, la aprì ed estrasse un dildo in gomma scura.
- Si infila nel culo? – Domandai, volgarmente.
- Sì, – rispose. – È liscio e di diametro massimo di 3 centimetri.
- Vai avanti.
- Va a batteria. È a geometria variabile, – spiegò. – Con due funzioni, telecomandate. Lo inserisci nel culo del tutto, lasciando fuori solo il cordino con l’anello, che serve per estrarlo e come antenna per il telecomando.
- Bello, – dissi guardandolo.
- La prima funzione – continuò, premendo il telecomando, – aziona un microstantuffo che fa estendere il dildo come se stesse… inculando.
Il dildo entrò in funzione e con un minimo frusio si allungava e accorciava.
- Fantastico… – Commentai convinto. – E la seconda funzione?
- Quella che hai usato dai tuoi amici. – Rispose soddisfatta. – Vibra per 8 secondi e poi spruzza alcune gocce nel retto.
- L’hai provato?
- No. Ti aspettavo per usarlo con te e mio marito.
- Vuoi che ne metta uno a testa?
- No, io lo metto a voi due.
- Sei impazzita? Non ci penso neanche.
- Ma come! Ti avevo chiesto se potevo metterti un dildo e avevi risposto «Perché no?»
- Sono cose che si dicono così…
Non sapevo come cavarmela.
- Forza! – Disse convinta. – Venite di là e spogliatevi.
Si alzò, seguita dal marito. Dopo un po’, la seguii anch’io.
- Forza! – Ripeté. – Spogliatevi che dopo mi spoglio anch’io.
Bastò quell’ultima precisazione a convincermi.
- Come dobbiamo metterci? – Domandai stupidamente, una volta nudo.
- Salite sul letto in ginocchio, piegatevi in avanti del tutto e allargate bene le gambe.
Lui saltò sul letto subito, giulivo, io lo feci con calma. Devo ammettere però che esporre in quel modo le proprie intimità a una donna dominante, mi stava generando uno stato di gioia malvagia, come se desiderassi essere punito e umiliato. Era il piacere di essere totalmente a disposizione di una persona. Piegato in avanti adoravo chi mi stava dietro. Una sensazione mai provata, che mi stava accelerando il battito del cuore. Mi accorsi di desiderare che andasse avanti. E alla svelta.
- Bene bene, – brontolò. – Mio marito ha già l’erezione mentre tu ce l’hai ancora penzoloni…
Non dissi nulla.
- Quindi comincerò da te – affermò, accarezzandomi i coglioni e la fessura del culo.
Il mio uccello iniziò a muoversi. E io allargai di più le gambe, un riflesso condizionato di sottomissione.
- Il dildo è nuovo, pulito, caricato e lubrificato, – mi informò. – Come da manuale delle istruzioni.
Mi portò la mano sinistra alle palle e, tenendole con delicatezza, portò il dildo al buco del culo. Sentire il giocattolo che voleva farsi strada nel mio culo, mi face mancare il fiato. Indugiò molto, sapendo che così mi faceva desiderare l’affondo. Lo spinse un po’ dentro, come per assaggiare l’accesso. Lo fece entrare per qualche altro centimetro, poi lo sfilò piano, lasciandomi deluso. Ma subito dopo lo spinse ancora dentro, prima piano e poi di forza lo mise a dimora.
Con l’allargamento del buco del culo provai una sensazione unica e impagabile. Sentii il dildo infilarsi dentro da solo, grazie alla sua forma ogivale, Il buco del culo si richiuse non appena entrato del tutto, facendo scorrere il filo fino all’anello che restava fuori. Mi vergognai di sentirmi così piacevolmente ingombrato, con le pareti del retto che accarezzavano l’intruso.
- Guarda guarda… – Disse lei, con finta meraviglia. – Ti si è rizzato alla grande… He he… Chissà perché!
Ero suo. Poteva fare di me ciò che voleva. E invece si portò al marito.
- Tenetevi vicini, – ordinò. – Voglio che vi teniate a contatto. Appoggiatevi le cosce l’un l’altro.
Una volta a contatto, lei prese l’altro dildo e, con meno cerimonie, lo ficcò nel culo al marito. Il quale evidentemente sapeva godere di queste situazioni. Lo sentii sospirare.
- Là! – La sentii dire da lei a fine corsa.
Prese una cinta dei pantaloni e ci colpì alcune volte.
Sciaaack! Sciaaack! Sciaaack!
Sobbalzammo per l’inaspettata serie di frustatine, che tutto sommato ci stavano bene.
- Anche questo è nel manuale delle istruzioni. – Aggiunse. – In questa maniera avete fatto alloggiare meglio il dildo nel vostro retto.
Noi eravamo sempre col culo in su con la testa sul letto.
- Ora siete miei, – esclamò. – E farete tutto quello che vi dico.
Aveva ragione, poteva ordinarmi quello che voleva. Ero completamente soggiogato. Il potere di chi ti mette qualcosa nel culo…
Ordinò a suo marito di mettersi pancia in su e a me di mettermi sopra, a rovescio.
- Voglio che ve lo prendiate in bocca! – Ordinò. – Fate un 69!
Sciaaack! – Mi aveva dato una piccola frustata per farsi obbedire.
Non ce n’era bisogno, ma non ci stava male. Spostandomi con calma, mi allungai sopra di lui allargando le gambe ai lati della sua testa. Mi trovai così col cazzo sul suo viso e con la mia faccia all’altezza del suo. Osservai con curiosità l’anellino che gli usciva dal culo. Lui mi baciò il cazzo, prima da un lato e poi dall’altro. Quando sentii che me lo stava prendendo in bocca, feci la stessa cosa con suo. Gli abbassai il prepuzio e gli baciai il glande. Ebbe un sussulto, ma si infilò lo stesso il mio cazzo in bocca e iniziò a lavorarmelo. Non persi il colpo e mi infilai il suo fino in fondo alla gola. Era liscio, morbido e pieno. Lo lavorai con piacere e dopo un po’ entrammo in sintonia: mi sembrava di sbocchinare il mio cazzo succhiando il suo. Con un’impressione così, aumentammo entrambi l’attività sempre di più, aiutandoci col cazzo che cercavamo di infilare con forza nelle rispettive bocche.
Finché non accadde qualcosa di indescrivibile: d’un tratto si mossero il dildi che avevamo nel culo, azionati dalla moglie che aveva i telecomandi in mano.
Una cosa dell’altro mondo! Sembrava che ci stessero sbocchinando e inculando allo stesso momento…
Il dildo si allungava, facendo pressione all’ano da una parte e al sigma dall’altro, scorrendo nel retto. Poi si riaccorciava e riprendeva il movimento con calma studiata.
Sciaaack! – Altra frustatina.
- Forza! – Gridò la moglie. – Non perdete la concentrazione! Continuate a sbocchinarvi!
Ripresi a lavorare con la bocca il cazzo del marito, godendomi quelle reazioni che il dildo interno gli provocava. D’altronde, anche il mio dildo condizionava i movimenti del cazzo nella bocca di cui. In breve tornammo in sintonia e aumentammo i ritmi con l’intenzione di venire e far venire l’altro. Volevamo godere delle contrazioni e riempirci le bocche di sperma.
Quando la moglie capì che un primo getto di sperma stava raggiungendo le fauci, azionò la seconda funzione del dildo. Il quale cominciò a vibrare facendoci sbattere il bacino e il cazzo e, proprio mentre i getti di sperma si susseguivano forsennati, il dildo ci spruzzò nel retto dell’acqua polverizzata.
Per entrambi era come se fosse stato il partner a venire e a farci venire nel culo, e lo sperma scorse a fiumi, senza quasi voler più smettere,
Infine, ingoiato il tutto, ci rilassammo e ci mettemmo di fianco. Spossati. Esausti. Spompati. Svuotati. Mai provata una sensazione così completa.
Dopo qualche minto, la moglie venne a sfilarci con delicatezza i dildi. Poteva lasciarceli ancora un po’, ma...
- Le istruzioni dicono di sfilarli subito, come cazzi sgonfi. – Ci spiegò. – La prostata deve potersi rilassare.
Li avvolse in carta da cucina.
- Dopo li lavo e li sterilizzo. – Disse.
Dopo un po’ si mise tra noi.
- Mi par di capire che nessuno di voi abbia voglia di farsela con me… – Ironizzò.
- Io, – risposi ironico. – Ma non certo adesso-
- Non avevo dubbi. – Commentò Maria.
- Però… non vale! – Aggiunsi,
- Che cosa non vale?
Risposi in tono scherzoso.
- Eravamo d’accordo che io avrei dominato la situazione e che voi due mi avreste leccato dai piedi alle ascelle.
- Questo possiamo farlo già adesso. – Rispose, dando disposizioni al marito affinché si desse da fare in tal senso. – Altro?
- Sì, i dildi avrei dovuto inserirli io!
- Lo farai la prossima volta. Ne ho comperati tre. Uno a testa.
- Cioè, cosa hai pensato di fare?
- Sei tu che comandi… he he
- Bene. Scoperemo a tre, ognuno con un dildo nel culo.
- Bravo! – Concluse. – Ho un dispositivo che consente di comandarli tutti tre insieme…
Fine.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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