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Dedicato a Cecilia e Luca - Seconda parte


di Honeymark
28.10.2019    |    14.940    |    5 9.6
"Se c’è una cosa che mi piace, è vedere il buco del culo che si apre per ingoiare quello che gli faccio scivolare dentro..."
La mattina dopo, mentre facevo colazione nella sala da pranzo dell’Hotel, fui raggiunto dall’amico Luca. Mi alzai.
- Prego, accomodati. – Gli dissi mostrandogli la sedia. – Lo prendi un caffè?
- Devo aggiornarti! – Disse entusiasta sedendosi, accettando il caffè. – Non sai cosa è successo stamattina.
- Raccontami tutto.
- Eravamo ancora in dormiveglia, quando mia moglie si è tolta la camicia da notte e si messa nuda sul letto a quattro zampe, testa in giù. Mi porgeva letteralmente il culo.
- Fantastico! – ammisi.
- E mi sussurrò: «Fai di me quello che vuoi...!»
- Grande! – Esclamai. – E tu l’hai inculata?
- Chi Io? Vuoi scherzare! – rispose. – Quello devi farlo tu!
- Ostia, – mi sfuggì di dire. – E cosa hai detto a tua moglie?
- Le ho detto che in mattinata venivi a massaggiarla come ieri e che in serata la avresti inculata.
Diedi un lungo sorso al cappuccino.
- E lei come l’ha presa? – Domandai poi.
- Mi ha detto: «Vai a prenderlo che voglio che vada avanti col massaggio e tutto il resto».
- Ottimo, – commentai. – Ma tu cosa hai fatto?
- Niente... Beh, una bella sega in realtà in bagno me la son fatta. – Ammise a bassa voce. – Poi sono corso a dirtelo.
Lo guardai perplesso, ma alla fine mi resi conto che ognuno aveva diritto di essere quello che era.
- Sei pronto? – Insisté. – Posso portarti a casa?

Giunto a casa, baciai nuovamente la mano di Cecilia. Non me lo sarei aspettato, ma Luca aveva ragione. Era lusingata dalla mia presenza.
- Come va, cara Cecilia?
- Bene! – disse convinta. – Ieri sera mi sentivo morire, ma stamattina sono pronta a tutto e di più.
La presi sotto braccio e l’accompagnai nella sala dove c’era il lettino da massaggi.
- È un piacere lavorare per lei. – Dissi.
- Non possiamo darci del tu? – Mi domandò.
- Certo!
- Da dove vuoi cominciare? – Mi chiese.
- Dalle visite, – precisai andandomi a sedere nella poltroncina strategica.
- Vuoi vedermi camminare?
- Sì, ma stavolta devi sfilare nuda, senza niente addosso. Così vedo meglio la postura.
Andò in bagno e tornò con un asciugamano attorno al corpo. Giunta davanti a me, lo sfilò e lo appoggiò al lettino da massaggi. Si lasciò guardare di fronte, poi si girò e fece due passi mostrandomi il culo in movimento. Quindi fece dietro front e tornò da me.
- Come vado? – Mi domandò.
- Scusa, ma devi rifarlo camminando normale, tenendo le braccia lungo il corpo e le mani in fuori.
Era una scusa per vederla di nuovo. Rifece tutto. Era una meraviglia da vedersi, tanto che le chiesi di farlo nuovamente tenendo le mani sulla testa.
- Come mi trovi? – Domandò alla fine.
- Sei bellissima. – Risposi sincero.
- Mi riferivo alla camminata. Vado meglio?
- Sì, cammini meglio di ieri, non ho notato difetti nella deambulazione.
- Ora mi visiti dietro?
- Sono pronto. – Risposi e mi rivolsi al marito che aveva seguito il nostro scambio di battute allupato. – Luca, per favore aiuta tua moglie a salire sul lettino.
Mentre saliva le guardai la figa e mi sentii stupidamente un guardone. Ma poco dopo lei era fiera di mostrarmi le intimità; io ero felice di poter disporre di lei; il marito non vedeva l’ora che mi mettessi all’opera. Un triangolo ottimale.
Risalii con la mano all’interno della coscia fino ad arrivare al culo. Poi passai nel solco e le accarezzai la figa. Lei gradì, lui fremette, il mio uccello approvò.
Prima le feci un attento massaggio lombare con il taglio delle mani e poi le massaggiai il culo con avidità.
- Ora passiamo al plug anale. – La informai. – È molto più grosso di quello di ieri, ma una volta messo dentro ti sentirai benone.
- Devo allargarle le gambe? – Domandò Luca.
- Mentre la visito sì, grazie.
Mi bagnai il medio con gli umori vaginali e poi lo portai al buco del culo. Feci pressione e il dito entrò da solo, senza difficoltà. Perfetto.
- Va molto meglio di ieri, vero? – Domandai col dito che si muoveva dentro.
- Sei bravissimo, – si limitò a dire lei.
In effetti l’ano non stringeva più il medio.
- Ora ti metterò a cavalcioni del lettino come ieri, ma tenendoti sdraiata pancia in giù, a 90 gradi. – Le spiegai. – È scomodo, ma così il plug entrerà più facilmente. E dopo ti sdraierò nuovamente.
Una volta a cavalcioni, sdraiata in avanti, presi un bel plug anale flessibile da 4 centimetri di diametro e lungo 20. Lo lubrificai e lo appoggiai al buco del culo. Luca le allargò le gambe senza attendere disposizioni. Mi tenni con la mano libera per la figa e cominciai a spingerlo dentro. Era enorme, dovevo avere pazienza.
- È enorme, – disse anche lei. – Sicuro di riuscire a metterlo dentro?
- Con pazienza e vasellina... – Dissi, sorridendo, citando un un proverbio universitario.
Per una decina di volte spinsi dentro solo parte della punta conica, in modo da dilatare progressivamente lo sfintere. Ma sapevo che così l’ano pian piano si abituava e si allargava.
A lei piaceva, come se fosse una delicata masturbazione anale.
Infine, vedendo che la punta conica era entrata del tutto, lo spinsi dentro con forza e lo vidi scivolare senza difficoltà. Lei gemette ma non mi disse niente. Le accarezzai le parti interne delle natiche per aiutarla ad abituarsi del grosso intruso.
- Tutto bene? – Domandai.
Lei annuì con un sorriso.
- Luca, aiutami a tirarle su le gambe che la sdraiamo di nuovo con il dildo entro culo.
Lui corse a darmi una mano e la mettemmo nuovamente in posizione di massaggio, anche se con le gambe distese il dildo faceva più ingombro.
Le diedi una improvvisa gragnuola di sculacciate al culo per aiutarla ad accogliere meglio il dildo. Poi le massaggiai ancora la parte lombare col taglio delle mani e infine un’altra scarica di sonore sculacciate. Gradì tutto, tanto che dovetti asciugarle la figa con una salvietta.
A quel punto le portai le braccia dietro e, come la sera prima, le legai i polsi all’anello del dildo che fuorusciva. Quindi andai a prendere il frustino da cavallo dal borsone. Glielo feci vedere, non disse niente.
- Luca, tienila tesa prendendola per le caviglie.
Lui obbedì di corsa.
Strofinai il frustino sulle natiche, stando sotto il dildo che fuorusciva, per palesare la presenza dello staffile. Poi accarezzai col frustino la natica sinistra. D’un tratto le diedi una sonora frustatina.
Sciaack!
Non si lamentò, allora gliene diedi un’altra più forte. Poi mi spostai dall’altra e ripetei anche lì due frustatine. Erano cose che aiutavano il retto ad accogliere meglio l’ingombro.
- Luca, tienile le gambe allagate.
- Non le metti le mollette come ieri?
- No, oggi faccio qualcosa di più raffinato.
Entrambi si domandarono cosa avessi per la testa.
Infilai la mano sotto e le presi la figa così a piena mano. Lei si irrigidì, ma poi si lasciò andare in tutta libidine. Lui aumentò la trazione.
Dapprincipio le strizzai la vulva come una spugna, poi iniziai a masturbarla. Con il pollice dentro e l’indice piegato sotto, le stimolavo il clitoride.
Usai la mia massima esperienza per far sì che la sua carica erotica esplodesse d’un tratto. E infatti, quando venne, ebbe sussulti di bacino incontrollati. Sbatteva come un cane che monta una cagna. Io la tenevo per la figa e lei mugugnava come una foca. Fantastico, per tutti tre.
- Vieni ad accarezzarla insieme a me, – dissi a Luca. – Quando si è placata la lasciamo riposare un po’ così col dildo nel culo.
La asciugai con una salvietta e poi cominciammo ad accarezzarle le natiche e le mani legate al dildo che fuorusciva.
Era davvero piacevole sentire le sue natiche rotonde che apprezzavano le nostre quattro mani.
Quando fu rilassata del tutto, la lasciammo per parlare tra noi.
- È pronta, – Rassicurai Luca. – Stasera può essere inculata. Come pensi che si possa fare?
- Cecilia pensava di invitarti a cena a casa nostra. – Rispose. – Così poi, con calma, la porti a letto e la inculi.
- Direi che va bene. – Commentai. – Adesso facciamo un ultimo controllo.
- Cosa vuoi fare? – Domandò allupato.
- Vieni a vedere.
Tornammo di là, dove Cecilia sembrava riposare in tutta serenità con il dildo nel culo e le mani legate.
- Luca, aiutami a farla scendere così com’è.
Mi portai al lato sinistro e lui a quello destro. Io infilai un braccio sotto la figa e uno all’ascella, prendendola così. Lui la prese per l’altro braccio e mi aiutò. In breve era in piedi, con le mani legate al dildo nel culo.
- Stai diritta – le ordinai, – e cammina avanti a indietro che guardo la tua postura mentre ti muovi così con l’ingombro nel culo.
Mi sedetti in poltrona e la guardai muoversi conciata così. Era di un erotismo spaventoso e dovetti concentrarmi un po’ per guardare se camminava bene. La feci camminare avanti e indietro più volte.
- Piegati in avanti, – le dissi alla fine mentre mi dava di culo.
Si piegò e potei guardare le sue intimità violate e le mani legate. Uno spettacolo. Il marito, con una vistosa erezione sotto i pantaloni, si sarebbe sicuramente fatto una sega. Ma, lo confesso, me la sarei fatta anch’io... Solo che per fortuna avevo di meglio da fare in serata.
Mi alzai a palparle la figa mentre veniva in avanti, il culo e le tette quando si allontanava. Era docile e spontanea.
- Perfetto. – Commentai alla fine. – Abbiamo finito e sei a posto. Cammini perfettamente come una modella. E sei pronta per tutto. Ora ti slego i polsi, ti tolgo il dildo e me ne vado.
Feci tutto con calma e attenzione. Poi la baciai sulla guancia, la ringraziai e la salutai.
- Riposati, che stasera ti inculo. – Le dissi tranquillizzante.
Luca mi portò con l’auto in albergo e restammo d’accordo che sarebbe venuto a prendermi alle 19.
- Posso fare qualcosa per te? – Mi domandò mentre scendevo dall’auto.
- Sì, – risposi. – Quali sono i fiori preferiti da tua moglie?

Mi cambiai, uscii alla ricerca in un ristorantino simpatico, volli vedere alcuni aspetti caratteristici della città, feci due passi in tutta libertà, andai a fare dello shopping e tornai in albergo a riposare un po’.
Mi svegliai con calma, feci la doccia e attesi Luca al bar dell’hotel. Venne puntuale, lo seguii e salii nella sua macchina. Poco dopo eravamo a casa sua. Cecilia mi aprì la porta mentre suo marito posteggiava l’auto.
- Cecilia – dissi raggiante, – è un piacere essere invitato a casa tua.
Le baciai la mano, le diedi un mazzo di fiori e un dolce che mi ero fatto preparare in centro. Lei rimase particolarmente colpita, come se non le capitasse spesso di avere visite.
- Le gerbere! – Esclamò. – I miei fiori preferiti.
- Sono lieto di avere indovinato.
- Sei il benvenuto, – disse raggiante.
- Se questo è il profumo dell’accoglienza, – dissi annusando il profumo che usciva dalla cucina. – Direi che sono finito nel posto giusto.
- Non sono brava a cucinare, – confessò. – Quindi ho ordinato al ristorante vicino di prepararci lo sformato e un arrosto coi fiocchi. Spero che ti piacciano.
- Da buon veneto – sorrisi, – ovviamente sì.
- Un bicchiere di vino? Uno spritz come si usa da voi? Un gin tonic?
Era stato Luca a chiedermelo. Insomma, la serata si annunciava molto bella.
Mangiammo in piena cordialità e non parlammo di nulla legato al programma della serata finché non ci trovammo in salotto con un armagnac in mano.
- Da dove cominciamo? – Domandai.
- Dalle carezze. – Disse Luca. – Cecilia, per favore vai da lui a farti accarezzare?
Lui si era fatto coraggio e stava cominciando a prendere la situazione in mano. Cecilia si portò al mio fianco e io infilai la mano sotto le gonne. Non portava le mutandine. Provai subito un desiderio spudorato di andare avanti.
- Andiamo di sopra, – aggiunse Luca alzandosi. – È tutto pronto.
Ci fece strada.
- Lì c’è il bagno per te, – mi disse Luca indicandomelo. – Trovi un accappatoio; usalo pure, è fresco di bucato. Quella è la nostra camera da letto. Puoi aspettare 5 minuti prima di venire?
Annuii.
Mentre mi spogliavo mi domandavo se prima dovevo scoparla. Di solito, a parte le mie coppie cuck storiche, prima devo fare sesso tradizionale. Ma ogni coppia fa testo a sé. Decisi di adattarmi a quello che avrei visto in camera da letto.
E infatti, non appena entrato, trovai tutto pronto per me.
La luce proveniva da una lampada dietro a una poltrona, che diffondeva moderatamente la luce sulla parete. Una seconda poltrona stava di fronte al letto matrimoniale, dove verosimilmente si sarebbe seduto Luca a gustarsi la scena.
Su letto stava già Cecilia. Nuda, a quattro zampe, le ginocchia allargate, la testa sul letto. Luca mi guardava di nascosto, cercando di non palesare la sua presenza, come se non volesse disturbare. Mi avvicinai al letto e guardai il culo di Cecilia, pronta per essere inculata. Luca corse a sussurrarmi qualcosa.
- È già lubrificata, amico. È tutta tua.
Corse a sedersi nella poltrona in prima fila e si abbassò la zip. Tipico del cuck.
Io aprii l’accappatoio e lo lasciai cadere. Ero nudo e a Luca mi mostravo di culo per la prima volta. Mi girai verso di lui ostentando la canna. Lui guardò allupato sia il mio cazzo che il culo di sua moglie. Voleva che andassi avanti e allora abbassai il cazzo e glielo portai all’altezza della bocca. Lui capì e la aprì per accoglierlo. Glielo infilai tra la lingua e il palato. È un altro rito cuck, dove il marito deve succhiarlo per renderlo più duro e piacevole alla moglie che lo riceverà. Mi teneva una mano sotto i coglioni e una sull’uccello, che lavorò con passione.
Lo sfilai e tornai da Cecilia. Accarezzai il culo di lei e indugiai sulle intimità. Le presi in mano la figa e la sentii fremere. Le toccai il buco del culo e mi accorsi che si era effettivamente lubrificata. Diedi un paio di mordoni alle natiche e finalmente salii con le ginocchia sul letto. Mi avvicinai e il cazzo andò a sistemarsi sotto la figa. Lo lasciai scorrere in su e lo infilai nella vagina. Scivolai dentro facilmente, mentre lei diede qualche botta incontrollata di bacino. Non doveva prenderlo spesso... Lo sbattei dentro alcune volte, poi lo sfilai. L’avevo fatto per coerenza e per lubrificare anche il cazzo. Ma ero certo che sia Cecilia che Luca lo avevano gradito. E anch’io, ovviamente.
Poi, finalmente, portai il glande al buco del culo di Cecilia. Il sacrificio stava per consumarsi. Mi aiutai con la mano e lo guidai, godendomi l’ano che si allargava dolcemente.
Se c’è una cosa che mi piace, è vedere il buco del culo che si apre per ingoiare quello che gli faccio scivolare dentro.
E se c’è qualcosa che piace al marito cuck, è vedere il buco del culo della moglie che si apre per far scivolare dentro il cazzo dell’amico. Ero certo che il marito impazziva di gioia a vedere il mio cazzo al lavoro, quindi lo spinsi dentro con teatralità, più per Luca che per me e sua moglie.
Per quanto grosso il mio pene e stretto il suo ano, il cazzo scivolò dentro con disinvoltura. Sentii i gemiti di Cecilia, accompagnati da quelli di Luca, che si accarezzava. Alzai un ginocchio in modo che vedesse bene il mio cazzo entrare e uscire poderosamente nel culo della moglie, quindi iniziai a sbatterlo come si deve.
La sbattei con determinazione e lei gemette come se la stessi frustando.
- Ah... ahhh... O miodio... Ahhh... Sì... Sììì
Grazie a quel sì, la spinsi in avanti per metterla orizzontale in modo che Luca vedesse meglio la sodomizzazione che avveniva dall’alto al basso, verticale. Aumentai il ritmo e alla fine chiamai il marito.
- Luca! – Ordinai, in modo che sentisse anche Cecilia. – Vieni a leccarmi le palle che sto per venire!
Lei, a sentire che stavo per venire, si impegnò per venire anche lei, analmente.
Luca era corso da me, si era inginocchiato e aveva iniziato a leccarmi prima il buco el culo e poi le palle. Con il suo intervento, l’eiaculazione ebbe inizio e, mentre la moglie urlava di piacere, le riversai dentro una montagna di sperma.

L’uccello sgonfio, se ne uscì da solo dal culo di Cecilia. Allora mi allontanai piano, raccolsi l’accappatoio e me ne andai in bagno a rivestirmi.
So che i questi casi, moglie e marito vogliono continuare da soli senza il terzo incomodo, quindi mi preparai a uscire di casa in silenzio.
Ma trovai Luca ad aspettarmi.
- Ti porto in albergo. – Disse.
Non risposi, perché non mi dispiaceva essere accompagnato.
- Sei stato grande. – Si limitò a dirmi. – Non so come ringraziarti.
Non dissi nulla.
- Posso fare qualcosa per te? – Mi domandò mentre scendevo dall’auto.
- Sì, – risposi. – Torna a casa e bacia tua moglie. Poi montala.

La mattina dopo mi alzai con comodo perché il treno partiva verso mezzogiorno. Andai a fare colazione e, visto che avrei viaggiato, ordinai all’americana. Ma poco dopo vidi arrivare Luca e Cecilia, raggianti come il sole. Mi alzai, baciai la mano a Cecilia, diedi la mano a Luca e li feci accomodare al mio tavolo. Poi chiamai il cameriere.
Ordinarono un caffè e un cappuccino.
- Ragazzi, come è andata l’esperienza? – Domandai, anch’io con il sorriso.
- Una meraviglia, – disse lui.
Mi girai verso di lei.
- Uno spettacolo! – Confermò lei. Poi abbassò la voce. – Quando è tornato a casa, Luca mi ha baciata e montata tutta la notte...!
Luca mi guardava fiero per aver ubbidito.
- Sono felice per voi. – Dissi. – Ogni tanto le cose funzionano.
- Beh, ti ringraziamo. – Aggiunse Luca, prendendo la mano di Cecilia.
- Via ragazzi, – risposi. – È stato molto piacevole anche per me. Fantastico! Anzi, mi dispiace andar via... Siete una bella coppia.
- Ecco, di questo volevamo parlarti. – Disse piano Cecilia.
- Vorremmo vederti ancora. – Continuò Luca.
Li guardai e studiai la situazione.
- Ragazzi, – dissi poi. – Siamo molto distanti. Io abito in Veneto, voi in Toscana...
- Se noi venissimo da te, diciamo due volte all’anno, tu verresti a noi altre due volte?
- Non è così semplice, – commentai. – Però una volta tanto penso proprio che potremmo farlo.
- Sarebbe magnifico, – approvò la moglie. – Nel frattempo tu e Luca restare in contatto email, così lo mantieni in forma.
- Dammi anche il tuo indirizzo, – aggiunsi. – Devo sentire anche da te come stanno le cose.
- Eccolo, – ripose, passandomi un biglietto. E mi strizzò l’occhiolino.
- Cosa ti è piaciuto di più? – Domandò Luca.
- Il culo di tua moglie. – Risposi senza dubbi. – E a te?
- Vederti sodomizzarla col cazzo mi ha fatto girare la testa...
- E a te? – Domandai a Cecilia.
- Tutto. – Rispose.
- D’accordo, ma in particolare?
- Mi ha sconvolto... – abbassò la voce – il porgerti il culo. Il fatto che tu potessi fare quello che volevi. Hai sconvolto totalmente il mio pudore.
- A proposito – si intromise Luca. – Possiamo fare qualcosa per te?
- Sì, – risposi sornione. – Posso accarezzare Cecilia sotto le gonne?
- Sono pronta. – Disse lei. E si alzò.
Venne da me fingendo di indicarmi qualcosa sul menù, a portata di mano senza che potessero vederci.
- Ma voglio farlo senza mutandine, – protestai, guardandola.
- Non le porto! – Rispose raggiante. – Mi aspettavo un addio così.

Fine
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