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Ciack si gira! (Il film hard-core) - Quinta parte


di Honeymark
25.08.2018    |    5.684    |    3 9.6
"Sfodera tutta la fantasia che ti ritrovi..."
(Consiglio di leggere la puntata precedene)

10. LA SETTIMANA BIANCA.

La prima della settimana bianca fu la signora Jennifer Kurdess, che si presentò a casa mia verso le undici di quella stessa sera, dopo aver fatto rintanare quasi tutta la servitù. Si comportava come se fosse a casa sua, d’altronde era difficile darle torto.
- Non mi sarei aspettato che mi volessi così presto – le dissi, fingendomi particolarmente lusingato della sua presenza.
- Senti – rispose salendo al piano superiore lasciando lungo la strada i suoi vestiti. – Non mi interessano i preliminari. Voglio che mi monti con la massima applicazione. Sfodera tutta la fantasia che ti ritrovi. Ti dico solo che se vuoi avere Isabel come prima attrice comprimaria devi farmi venire almeno un paio di volte.
Non mi sentivo particolarmente a mio agio, non avevo mai fatto il gigolò. E non avrei mai voluto farlo. Tuttavia non trovai di meglio da fare che assecondarla e senza dire nulla la seguii nella mia stanza. Lei si sdraiò sul letto e si godette il mio spogliarello che durò dai tre ai cinque secondi al massimo. Fortunatamente il mio pene si era elevato in quegli attimi e la vidi osservarmi con una certa avidità. Mi si indurò di più.
Mi piegai su di lei e la baciai. Lei, senza attendere un minuto, me lo prese con una mano. Allora mi misi sopra di lei. Lei si schiuse ed io cercai con il pene la strada del suo sesso. Jennifer seppe guidarmelo bene e le scivolai dentro come un coltello caldo nel burro. Era eccitata da morire. Il pene arrivò a fine corsa restando fuori qualche centimetro, d’altronde sapevo di averlo più grosso e lungo della media.
- Sbattimi. – mi ordinò infilandomi la lingua nell’orecchio.
Era evidente che traeva piacere ricevendo colpi del glande sull’utero, a fine cporsa della vagina, sicché iniziai a sbatterla nel vero senso della parola. Dopo i primi colpi iniziò a gemere, ripetendo ancora… ancora… Ero sulla buona strada.
Ogni volta il suo corpo aveva un fremito e la cosa mi spingeva ad aumentare la forza. Non ci vollero più di cinque minuti prima che venisse una prima volta e, data la situazione, ero certo per una volta che non si fosse trattato di un finto orgasmo.
A questo punto mi misi in ginocchio, le presi le gambe e me le appoggiai sopra le spalle. Le afferrai le caviglie e le stesi le gambe in alto, sbattendola così, violentemente, per qualche minuto. Il mio pene svolgeva il proprio lavoro e lei aveva perso la volontà di dirigere il gioco. Aveva capito che le cose andavano bene da sole. Sempre restando in ginocchio, la ruotai sulla mia destra; le allungai la gamba sinistra tra le mie ginocchia; presi l’altra e la tenni raccolta al suo ventre. In quel modo stavo seduto sulla sua coscia sinistra, tenendo tra le mie il culo e la sua coscia destra. La sbattei anche in quella posizione, notando il fatto che quando la penetravo sollevava un po’ il bacino per godersi meglio della mia penetrazione. Sbattevo e risbattevo.
Allora le allungai anche la gamba destra facendola ruotare del tutto pancia sotto per prenderla da dietro. Dapprima la presi così, semplicemente stando sdraiato sopra di lei, prememdole le natiche ogni volta che la sbattevo. Poi balzai fuori.
- Su, forza. – Ordinai. – A quattro zampe.
Obbedì come un cagnolino e come un cagnolino la presi. Ormai non si dominava e godeva senza pudore. Teneva le cosce leggermente divaricate per restare all’altezza giusta, ma la cosa era comunque faticosa, quindi presi due cuscini e li infilai sotto di lei. La feci appoggiare, le feci chiudere le cosce e presi a montarla così appoggiandomi su di lei. Sentii che stava per avere un altro orgasmo, quindi decisi di concludere. Le presi i polsi e glieli portai dietro la schiena come se glieli tenessi legati. Con l’altra mano le presi i capelli della nuca ed iniziai a tirarli indietro la testa ogni volta che lo sbattevo sul fondo. Questo si dice dominare. Dopo quattro o cinque colpi iniziò a venire, ma io continuai finché non venni a mia volta, continuando a montarla così come se la stessi violentando. Alla fine mi placai e mi sdraiai di fianco, pancia in su. Il riposo del guerriero.
Lei si mosse solo dopo un quarto d’ora. Si portò a me, semiaddormentato, e iniziò a giocare con le labbra con il mio cazzo. In breve si era rimesso in posizione di lavoro e lei non perse l’occasione per portarsi sopra e sedervisi. Il fatto che fosse più lungo della sua vagina la faceva impazzire, almeno a vedere come mi saltava senza requie sulla pancia.
- Siediti così girandomi la schiena – le suggerii.
- Obbedì, se lo reinfilò girata, si sbatté sopra e dopo pochi minuti venne per la terza volta.
- Ora ti inculo – le dissi mentre si sfilava. – così mi tengo in allenamento.
- No… No… Basta così… – Rispose timidamente. L’avevo placata, o era timore reverenziale nei suoi confronti?
- E allora vattene.
Lei sorrise e accettò il suggerimento. Mi baciò il cazzo, esitando all’idea se farmi un pompino o no.
- Non stasera, – le sorrisi anch’io. – Ti verrò in bocca la prossima volta, OK?
Continuò a succhiarmelo finché poi decise di andarsene. Peccato, perché ancora un po’ e le avrei riempito la gola di me. Ma era meglio conservarsi. Mi aspettavano giornate di training particolarmente pieno.
Mi ripromisi che avrei avuto altri rapporti con lei. Con quel suo corpo nervoso e asciutto di donna di mezza età, unita quella sua capacità decisionale, mi sentivo particolarmente soddisfatto. Mentre per la donna il sesso è un diritto, per l’uomo è un dovere. L’avrei fatta venire ogni volta che me lo avesse chiesto. Così avrebbe potuto continuare ad amare suo marito. Pienamente soddisfatta.

Il mattino dopo Mary venne da me per dirmi che avevano fatto una riunione tra loro per pianificare la settimana nella quale dovevo avere solo rapporti come prescritto dalla dottoressa Pranthill.
- La nostra idea – cominciò Mary – è di adoperarci a rotazione, se a te sta bene.
- Spiegati meglio.
- Stamattina ti faccio un pompino io, questo pomeriggio te lo fa Isabel, questa sera inculi Candice. Domattina il pompino te lo fa Candice…
- E Terry? – chiesi.
- Terry?
- Sì, non vorrai lasciarlo fuori, spero.
- Vuoi… Che Terry ti faccia un pompino???
Ci pensai un attimo.
Perché no?… – Dissi alla fine con un senso malvagio di potere.
- Oh, siamo contenti che tu lo voglia!
- Occazzo, e perché?
- Perché lui ci teneva tanto.
- Ma non intendo incularlo!
- Oh no, certo! – Si affrettò a confermare.
- Allora è deciso. Scegliete voi chi, come e quando, così io mi dedico solo a studiare alcuni particolari sulla sceneggiatura.
- Infatti, volevo parlarti anche di questo.
- Hai già buttato giù qualcosa?
- Sì, e anche Isabel mi ha aiutato.
- Belle?
- Ha le idee precise sul sadomaso.
- Lei pratica il sadomaso?
- Mai fatto prima d’ora. Ma la situazione e l’idea di poter fare quello che vuole, le ha dato alla testa… he he.
- Mi piace sempre di più quella ragazza. – dissi sfilandomi l’accappatoio. – E cos’ha per la testa?
- Di usare il sadomaso per fartelo rizzare man mano che si va avanti. Cinquanta donne sono tante, non credi?
- Non lo so… – Dissi serio. – Chissà…
Mary mi fece un pompino con una tenerezza e una determinazione che non dimenticherò tanto facilmente. Quando le venni in gola fu di una dolcezza tale che mi fece pensare di essere stato nel velluto. Prima di andarsene mi baciò l’inguine sia a destra che a sinistra. Poi portò una guancia a contatto della mia per darmi un bacetto di riconoscenza.
- Grazie – disse, e se ne andò.

Decisero che nel pomeriggio sarebbe toccato a Terry e la cosa mi mise in ansia. Era il secondo pompino della giornata e non so come sarebbe potuto andare con lui, salvo il fatto che la novità della trasgressione avrebbe potuto essere terribilmente eccitante.
Si presentò da me all’incirca alle tre.
- Tocca a te, Terry?
- Ehm… sì, capo.
- Spogliati.
Lo fece.
Era bello, atletico e ben curato. Poco pelo chiaro, solo su cosce avambraccia e petto e con quel piccolo pizzetto curato sopra al pene. Ma il mio pene non dava alcuna reazione. Insomma, io ero e sono etero. Ma si presentarono a sorpresa anche Mary e Kendy. Avevano addosso solo le giacche del frack come le cameriere del Carillon. Mi fecero sedere in poltrona, quindi si misero ai miei lati. Io portai spontaneamente le mani ai loro culi, iniziando a sentire un certo caldo torpore all’inguine. Posero le mani sulla mia testa, quindi invitarono Terry ad inginocchiarsi. Quando sentii il suo fiato sul glande, il mio pene si rizzò del tutto. Ora ero certamente pronto, ma non ero sicuro di venire.
Ma terry conosceva il fatto suo. Sapendo che cosa piace al maschio, iniziò a lavorarmelo con la lingua e col palato come se mi volesse masturbare. Cercò più volte di farlo passare oltre la gola, facendomi sentire che rischiava di soffocare per me. Le ragazze si muovevano per farmi godere con le loro intimità, e il quadrangolo dava i suoi magnifici effetti. L’affannoso respiro di terry, dovuto al fatto che respirava col naso, accompagnava il ritmo del suo lavorìo e la cosa iniziò a ingranare.
D’un tratto, come d’improvviso, ebbi le pulsazioni come se il glande volesse esplodermi. Iniziai a sobbalzare, gridando e gemendo come se non l’avvessi mai fatto prima. Sbottai in fiotti di sperma, che il giovane provvide ad ingoiare dando finalmente quel senso di risucchio che favorisce l’eiaculazione.
Terry allora appoggiò la guancia al mio uccello raggomitolato e gli diede un bacio affettuoso di riconoscenza.
- Grazie capo.
Quando mi videro abbandonato e spossato, mi lasciarono solo. Io mi trascinai a letto e riposai per un paio d’ore.
Mi svegliai alle cinque, pieno di idee per la sceneggiatura esecutiva. Chiamai i ragazzi ed iniziai a dettare. Ci fermammo per ora di cena, servita rigorosamente a casa, in sala da pranzo. Verso le 23 decisi di fare un idromassaggio. Terry mi aiutò e mi preparò per la monta della sera. Infatti a letto trovai Isabel, la quale cercò di non molestarmi e di assecondare al massimo i miei movimenti. La presi da dietro, scivolando come un coltello caldo nel burro. Quando arrivavo a fine corsa lei sollevava i piedi e soffocava dei gemiti, provocando la mia più viva soddisfazione. Quando la sodomizzai, venni presto, come mi era stato prescritto, quindi Terry decise di farmi un massaggio prima di dormire.

In quella settimana inculai tre volte Mary, tre volte Kendy, quattro volte Isabel. Alla fine volli che gli altri mi guardassero, tanto per abituarmi ad avere pubblico.

(Continua)
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