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Metti una sera a cena.


di Honeymark
17.04.2019    |    21.319    |    5 9.5
"Dopo un bel po’ di minuti, io avevo smesso di pensare e Marco e Maria vennero da me..."
Metti una sera a cena.



Ero a cena a Vicenza da amici con i quali io e mia moglie eravamo stati in barca nella stagione calda, sia sulla nostra barca che sulla loro, sia sul Garda che al mare.
Ero da solo perché mia moglie all’ultimo momento aveva avuto un contrattempo e aveva voluto che io andassi a tutti i costi per non rovinare la serata anche a me.
La cena si era svolta in piacevole relax, sia parlando di mare che parlando di sesso. Mia moglie non è contraria all’argomento sesso tra amici, ma la sua assenza mi spinse a raccontare qualche aneddoto in più, divertente e intrigante, in certi momenti spinto.
Alla fine, quando fu il momento di andarmene, mentre stavo preparandomi per uscire, Maria mi chiese se avevo dimenticato qualcosa. Frase di routine e di cortesia, che però colsi al volo.
- Dipende da voi, – risposi girandomi verso gli amici lasciando la maniglia della porta. – Se vi spogliare, vi mordo il culo e vi bacio il sesso.
Restammo a guardarci per qualche secondo. Io cercavo di mostrare un viso affabile, pronto a trasformare la proposta in una delle mie battute libertine.
- A tutti due? – Domandò inaspettatamente Marco.
Sua moglie lo guardò con un sorriso malizioso. Vidi aprirsi una piccola breccia su uno scenario che ancora non conoscevo.
- Certo, – confermai, slacciandomi il cappotto come per dire che ero pronto a farlo.
- Guarda che hai detto «tutti due».
- So sempre quello che dico. – Risposi. E mi tolsi il cappotto.
Mai perdere l’attimo.
- Vieni, – disse lui, prendendo per mano la moglie che sembrava di una complicità perfetta.
Mi fecero strada in salotto.
- Siediti e aspetta.
Mi tolsi la giacca e mi sedetti nella poltroncina. Avevo intuito giusto. La mia presenza rappresentava qualcosa di più di un incontro tra amici. Entrambi sembravano interessati ad andare oltre. Più di una volta avevo captato dei segnali. Un tempo mi sfuggivano del tutto, ora qualcosa ci capisco. Ragionai velocemente sul cosa fare.
Dopo un bel po’ di minuti, io avevo smesso di pensare e Marco e Maria vennero da me. Indossavano solo una t-shirt estiva. Dalla vita in giù non avevano nulla. Nudi. Avevano impiegato del tempo per decidere come procedere. Lui aveva il cazzo in resta, lei una figa indicata da una righina di pelo. Restai seduto e feci segno loro di avvicinarsi, lei alla mia destra e lui alla mia sinistra.
Misi le mani ai loro culi e li avvicinai al mio viso. Lui mi appoggiò il cazzo alla guancia sinistra e lei il pube a quella destra. Provai un piacere difficile da descrivere. Inserii le dita nelle fessure dei due culi fino a raggiungere l’ano. I due mi facilitarono muovendosi opportunamente. In breve la situazione era cambiata completamente. Il nostro sesso, da dialettico, stava diventando reale.
Poi guardai il cazzo di Marco e lo baciai. Era bello e mi venne spontaneo farlo. Mi girai dall’altra e feci la stessa cosa, anche se la figa non era raggiungibile. Solo il pube.
- Se mi portate a letto – dissi allora, – mantengo del tutto la promessa.
Si girarono mostrandomi i due culi. Molto attraenti, mi fecero venire l’acquolina in bocca. Mi alzai e li seguii. Giunti in camera da letto, gli dissi di salirvi sopra e di porgermi il culo.
- In ginocchio, testa in giù, gambe larghe,
Obbedirono e si sfilarono anche le magliette. Mi spogliai anch’io e mi avvicinai ai loro culi. Cominciai da lui, accarezzandogli l’esterno delle natiche, poi l’interno, gli inguini. Poi gli presi in mano i coglioni (l’uccello era in erezione) e avvicinai la bocca alla base del culo. Gli leccai le piegoline e poi diedi dei morsi che gli fecero accapponare la pelle. Passai il dito nella fessura del culo e feci pressione sull’ano, più per palesare la mia presenza che per verificare la sua ricettibilità.
Dopo un po’ mi staccai e passai a lei. Le accarezzai l’esterno delle natiche guardando con avidità la sua figa e il suo buco del culo. Lei sentiva il mio sguardo eccitata e la figa tendeva a modificare la propria estensione. Mi avvicinai e leccai anche la base del suo culo per bagnarlo, ottenendo dei brividi invitanti. Poi le presi la figa in mano e le diedi dei morsi al culo. Se la stava godendo alla grande, senza imbarazzi di sorta. Volevano andare avanti.
- Se vi girate e sdraiate pancia in su – dissi allora, – passo alla seconda parte della promessa.
Si girarono e si presero per la mano in attesa delle mie prossime mosse.
Salii sul letto e prima baciai la figa di lei per un attimo.
- Poi torno da te. – Le dissi, staccandomi e portandomi a lui.
Mi avvicinai al suo cazzo, che era in perfetta erezione. Dunque la situazione lo stava eccitando da morire. Proprio gli piaceva la mia presenza nel letto con sua moglie. Un cuck. Come sempre ogni coppia fa testo a sé e anche loro non erano da meno. Da quello che avevo capito, si erano rovesciate le parti, ma lo avrei verificato presto.
Gli scoprii il glande tirando in basso il prepuzio. Lui allargò di più le gambe per mettersi comodo e invitarmi ad andare avanti. Sua moglie si mise di fianco, appoggiata sul gomito destro. Voleva guardarci.
Prima gli baciai il glande, facendogli sentire l’alito che lo accarezzava. Con calma studiata, mi infilai in bocca la punta del cazzo per poi scendere con le fauci fino a farmelo entrare del tutto. Lui ebbe una reazione incontrollata e attese che andassi avanti. Allora proseguii infilandomelo e sfilandomelo dalla bocca, facendolo scivolare tra lingua e palato. Riuscivo a farmelo entrare fino in fondo. Allora cominciai a coordinare le mani, prima accarezzandogli gli inguini e poi le palle. Lui si agitava come la rana di Pascal.
La moglie ci stava guardando con avida attenzione, forse masturbandosi.
Proseguii tirando la pelle sempre più in basso, ingoiandolo sempre di più. Era mio. Potevo fare di lui quello che volevo. La soddisfazione era grande e decisi di fare l’affondo. Gli poggiai il dito al buco del culo e cominciai a sentire le pulsioni. Stava per venire iniziava già a muggire.
Dopo un po’ una pulsazone precedette di poco il primo getto, ma poi tutto si svolse con frenesia incontrollata. In pochi secondi venne a fiotti nella mia bocca e io lo accolsi con la soddisfazione che ti dà il potere del sesso.
Sarà venuto in un minuto al massimo.
Ingoiai lo sperma, gli diedi un’ultima carezza e lo lasciai rilassare col fiatone. Quando sentii di avere la bocca libera, mi rivolsi a sua moglie. La quale si mise subito a gambe larghe per ricevere le mie labbra. Le allargai le cosce di più e leccai anche a lei prima gli inguini e poi iniziai a lavorarle la figa. Un sapore completamente diverso da quello di suo marito. Stupendo comunque. Con la lingua le passavo sotto il clitoride entrando in vagina, mentre con le labbra la succhiavo. In breve iniziò anche lei ad avere pulsioni. Accelerai i tempi e venne ululando. Avevo fatto un capolavoro.
- Adesso ti chiavo. – Le dissi, quando sembrava soddisfatta.
Mi portai sopra, lei me lo prese in mano e mi aiutò a infilarglielo. Avendolo lungo e grosso, prima lo feci delicatamente ma poi mi lasciai andare e la chiavai alla grande. Quando mi sembrò giunto il momento, decisi di venire anch’io. Così, semplicemente, nella posizione di base.
E venni anch’io a fiotti, ma con getti ben superiori a quelli del marito.
Sopito, mi gettai di fianco a pancia in su tra i due a riprendere fiato.

- Venite qui, – dissi dopo qualche minuto. – Amatemi.
Si portarono a me e si misero a contatto, uno per parte.
- Beh, – dissi. – Come vi è sembrato?
Silenzio per qualche minuto.
- Non sapevo che ti piacessero gli uomini, – disse Marco con un filo di voce.
- Non mi piacciono gli uomini, – risposi. – Mi piacciono le coppie.
- Come? – Domandò, appoggiandosi al gomito. – Cosa vuoi dire?
- A me piacciono le donne, – confermai. – Ma se trovo la coppia consenziente, godo molto di più.
- Per questo mi hai fatto il… pompino?
- Sì, – risposi. – Quando sono con una coppia non distinguo i sessi.
- Fantastico… – Sussurrò lei, parlando per la prima volta dopo il sesso. – Cosa ti ha fatto pensare che noi potessimo starci?
- Poco o niente. – Dissi. – Mi sembrava di essere in sintonia e ci ho provato…
- Noi siamo fatti a modo nostro. – Cominciò Maria.
- Sì, – continuò Marco. – Io amo mia moglie, ma a me piacciono sia le donne che gli uomini…
- Quando me ne ha parlato la prima volta – continuò Maria, – ci sono rimasta male. Ma poi l’idea di vedere mio marito scopare con me e un altro uomo… Mi ha intrigato sempre di più. Sono una pervertita?
- Non lo avete mai fatto prima a tre? – Chiesi.
- No, – disse il marito. – E pensavamo che sarebbe rimasto tutto nei nostri sogni ludici.
- A volte gli metto un giocattolo nel culo, – continuò la moglie, sorniona, come se parlasse allo psicoanalista. – Così gradisce di più i pompini.
- Poi, con quella tua battuta mentre stavi per uscire di casa… – aggiunse Marco, – abbiamo colto l’attimo.
- Ci ho provato. – Ripetei. – Ed è andata bene.
In realtà, avevo intuito qualcosa, ma ero pronto a girare la proposta con una battuta.
- Tua moglie lo sa? – Intervenne Maria.
- Sa che mi piacciono le coppie – risposi – e sa che piaccio a più di una coppia.
- Quindi glielo dirai?
- Assolutamente no. Lei lo ritiene un vizietto innocuo, ma non credo che sappia molto.
- Perché, hai altre coppie?
- Sì. – Risposi, tirandomi a sedere. – La mia prima coppia ce l’ho ancora, da quasi vent’anni. Lei era una ex morosa. I due sono masochisti e io li sevizio esattamente come mi chiedono di farlo. Poi ho una coppia a Verona, dove per cominciare infilo una candela nel culo a entrambi, che si possono togliere solo quando me ne vado… E ho una coppia «normale» a Trento. Mi avevano chiesto di fotografarli mentre scopavano, ma era un trucco per portarmi a letto.
- Li inculi tutti due? – Mi chiese Marco.
- No, solo lei, mentre il marito sta seduto con un finto cazzo nel culo e le mani legate dietro la schiena, come se fosse obbligato a guardarci. In realtà è lui che vuole così… Fantastico!
- Ti piace metterlo nel culo? – Era stata la moglie a parlare. Curiosità femminile.
- Voi due vi inculerò di sicuro. – Risposi.
- Anche me? – Domandò lui per sicurezza.
- Anche adesso se vuoi.
- Fallo, fallo! – Esclamò Maria entusiasta.
Era la prima volta che vedevo una moglie cuck, che si eccitava vedere il marito preso da un uomo.
Lui si mise in posizione.
- Prima ci accordiamo, – Dissi.
- Certo.
- Io sarò il dominante di coppia e voi farete tutto quello che vi dirò di fare.
- D’accordo, – risposero in coro.
- Non direte mai nulla a nessuno.
- È fuori discussione.
- Non farete nulla in presenza di mia moglie.
Annuirono.
- Mi leccherete sempre, prima di ogni performance. – Conclusi. – Dai piedi alle ascelle.
- Anche adesso se vuoi…
- È una buona idea – commentai sorridendo, – se volete che inculi Marco…
Si portarono a me e, come se lo avessero sempre fatto, iniziarono a leccarmi uno per parte. Si impegnarono con i piedi, si concentrarono agli inguini e poi arrivarono alle ascelle.
- Va bene così? – Chiese lei.
- Sì, – Le risposi. – Hai un lubrificante anale?
Se usava i dildo anali per il marito, probabilmente aveva qualcosa del genere.
- Ho dell’olio biologico. – Disse. – Può andar bene?
- Certo. Vuoi lubrificarlo?
Intanto il marito non perse tempo, Si mise un cuscino sotto la pancia, allargò le gambe e attese. Io attesi che sua moglie me lo facesse rizzare con la bocca, quindi mi portai a lui.
- Aiutami. – Dissi a Maria. – Guidami tu.
Lei me lo prese in mano, lo abbassò in avanti e - come faceva con i dildi – lo portò al buco del culo di Marco e mi aiutò a introdurre la cappella.
- Vai! – Disse poi dandomi un buffetto sul culo. – Inculalo!
Credo che anche questo facesse parte delle sceneggiate che costruivano a parole quando facevano il sesso a due fingendo di essere in tre.
Comunque sia, a quel punto lo spinsi dentro. E, da come vi scivolai, capii che era stato ben allenato dalla moglie. Cercando di dare il meglio di me, lo sbattevo dentro con veemenza e lo sfilavo con attenzione. E difatti ad ogni penetrata sobbalzava e gemeva come un gallo. Incularlo mi dava un certo senso del potere, come se trovando il lato debole della persona potessi insinuarmi dentro e fare di lei quello che volevo. Sensazione che si prova anche quando si infila un dildo nel culo.
L’idea poi di essere guardato da sua moglie mi aumentava quella parte di sesso malvagio che mi spingeva a incularlo di brutto.
Con la coda dell’occhio vidi che la moglie si masturbava. Proprio come un cuck… Ne aveva diritto, ma le diedi lo stesso un ordine preciso.
- Maria, leccami le palle mentre inculo tuo marito!
Lei scattò, come se l’avessi beccata in castagna e venne e leccarmi le palle in un modo molto particolare. Ma continuò a masturbarsi.

- Come proseguiamo il rapporto? – Domandai alla fine.
- Lasciaci un po’ di tempo per digerire il tutto, – disse lei, sempre più l’uomo di coppia. – E tu?
- A me è piaciuto. – Risposi. – Andrei avanti.
- Ti andrebbe prenderlo nel culo? – Mi domandò inaspettatamente Maria.
- Beh – sorrisi, – da lui mi sembra improbabile…
- Infatti, – confermò lei. – Ma io vorrei sodomizzarti con uno dei miei dildi prima che tu ci inculi.
Mi girai verso di lei. Sorrideva.
- Mi piacerebbe infilare qualcosa nel culo a tutti due e poi farmi montare…
- Fantastico…! – Commentai. – Perché non usi il cazzo artificiale per donne?
- È quello che ogni tanto faccio con lui…
-Superlativo! – Ripetei. – Ma con me non lo usi.
- Il dildo sì?
- Perché no…! He he.

Fine.
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