tradimenti
Dedicato a Cecilia e Luca
di Honeymark
21.10.2019 |
24.743 |
6
"Era fradicia e con le sue piccole contorsioni sembrava che volesse masturbarsi nella mia mano..."
- Pronto? – Dissi dopo aver guardato chi fosse. Ma era un numero sconosciuto.- Buongiorno, – rispose la voce suadente di una signora. – È solo? Posso parlarle?
- Certo signora, prego.
- Sono la moglie del signor Luca... – Disse, senza fare il cognome. – ...Quello che è in relazione internet con lei.
- E lei che ne sa?
- Ho letto per caso alcuni messaggi intercorsi tra lei e mio marito e...
- Era stata autorizzata da lui? – La interruppi.
- No, ma...
- Si vergogni! – Protestai.
- Ha ragione – rispose, – ma quando avrà sentito il motivo della telefonata, vedrà che approverà il mio comportamento.
- Dubito, – dissi seccato. – Comunque parli pure che l’ascolto.
- Mio marito... ehm... le ha scritto per chiederle aiuto. Vorrebbe fare con me delle cose che lui chiama... invereconde.
- Dannazione! – Gridai. – Ha violato la sua privacy più remota!
- Ascolti, sono qua per aiutare mio marito.
- Ah sì, e come?
- Sono disponibile a fare tutto quello che mio marito vuole.
- E perché non lo ha detto a lui allora?
- Perché lui non mi ha mai chiesto di fare... niente di… inverecondo. Anzi, non scopa da sei mesi e ho paura che...
- Ossingore, – commentai. – Vada avanti.
- Io voglio assecondarlo. – Affermò. – Siamo sposati da 20 anni e forse sarebbe il caso di imprimere un nuovo corso tra me e mio marito. Un salto di qualità.
- Da come parla sembrerebbe una professoressa. – Dissi.
- Beh, è vero. – Ammise. – Insegno alle medie.
- Come vorrebbe che la aiutassi.
- Mi dica cosa vorrebbe fare mio marito e io vedo di accontentarlo.
- Davvero non se la sente di chiederglielo?
- No.
- E lui non le ha mai detto nulla.
- No.
- Allora penso che potrebbe scioccarla quello che sto per dirle.
- Non mi tenga in ansia.
- Io non sono né un medico né uno psicoanalista. – Precisai. – Sono uno scrittore i cui racconti hanno stimolato suo marito a chiedermi aiuto.
- Beh, lei lo ha fatto parlare. Mi dica cosa devo fare.
Feci una lunga pausa.
- D’accordo, – dissi alla fine. – Però guai a lei se dice a suo marito che ha parlato con me.
- Giuro che mi rimetto solo alle sue disposizioni. Ho visto che lui crede fermamente in lei e...
- Signora, – tagliai corto. – Suo marito vorrebbe guardarmi mentre gli inculo la moglie, magari leccandomi le palle mentre lo faccio. Contenta?
- O mio dio...
Silenzio per un bel po’. Poi parlò.
- Davvero non vorrebbe essere lui a... a sodomizzarmi? Non me lo ha mai chiesto e…
- No. Vorrebbe proprio che lo facessi io davanti a lui.
- Ma... ma è inverecondo!
- Esatto, – conclusi. – Glielo avevo detto. Cordiali saluti.
Chiusi la telefonata.
Dopo un po’ presi nuovamente il cellulare.
- Ha beccato! – Dissi a suo marito. – Mi ha appena telefonato tua moglie.
- Non tenermi sulle spine. – Rispose. – Cosa vi siete detti?
- Le ho detto che tu vorresti guardarmi mentre la inculo. Pari pari. E che magari ti piacerebbe leccarmi le palle mentre lo faccio.
- E lei cosa ha risposto???
- Ha chiuso il telefono.
In realtà l’avevo chiuso io.
- Oh mio dio... Adesso cosa succederà?
- Non fare assolutamente niente. – Lo tranquillizzai. – Non farà nulla neanche lei.
- Come procediamo?
- Mi preparo altri messaggini da inviarti in modo che poi lei li legga.
- Beh, avrà mangiato la foglia...
- So come fare. Tranquillo.
Si trattava di Luca, un lettore che, appassionato dalle mie storie cuck, mi aveva scritto per chiedermi di inculargli la moglie al suo cospetto. Unico neo, lei non sapeva un cazzo delle sue manie e anzi era bacchettona.
Allora studiai un modo per coinvolgerla e concordammo che gli avrei mandato dei messaggi civetta a un indirizzo email di cui lei probabilmente aveva la password. E, come abbiamo visto, ha abboccato.
Adesso dovevo pensare come andare avanti. Magari l’avevo scioccata, ma non si può fare una frittata senza rompere le uova.
E comunque, visto che per un paio di giorni non accadde nulla, telefonai a lui.
- Novità? – Gli chiesi.
- No, – rispose. – Salvo che riserva più attenzioni a me.
- Approfittane, no?
- No. Lo sai cosa voglio.
- Guarda che non è facile... Dovrebbe cambiare dal giorno alla notte.
Chiusi il telefono, ma poco dopo squillò di nuovo. Era lei.
- Buongiorno. – Mi disse. – È solo?
- Sì, signora. Può parlare liberamente.
- Posso parlarle come se lei fosse il mio consulente sessuale? Posso pagarla...
- Non voglio soldi.
- Ne riparleremo.
- Piuttosto cominci a parlarmi.
- Senta, – disse con un certo imbarazzo. – Ho provato a intortarmi mio marito, ma non è più interessato a niente.
- Lo so. Le ho detto cosa vorrebbe.
Non commentò. Dopo un po’ riprese a parlare.
- In questi giorni ho pensato che... Che se volevate realizzare quel suo desiderio... – Continuò. – Avrete anche pensato come procedere. Mi sbaglio?
- Se lei mi assicura che il tutto resta fra noi...
- Ci può contare.
- Sì, – dissi allora.
- Me lo può raccontare?
- Solo se promette di non dire di no a priori ma di valutare seriamente la cosa.
- Questo glielo posso promettere.
- Bene. Lei ha dolori di schiena, vero?
- Sì... Sa anche questo?
- L’idea era di essere invitato come fisioterapista.
- Sa fare i massaggi? – Mi interruppe.
- Sì, faccio un altro lavoro, ma il mio hobby è questo. E sono bravo anche a fare massaggi. Sia quelli fisioterapici che quelli... erotici. Sono un maestro.
- Vada avanti con quello che pensavate di fare.
- Lui mi invita a casa per fare un massaggio a lei. – Spiegai. – E lei accetterà. Starà nuda sul lettino. Io la massaggerò, suo marito starà a guardare.
- È sicuro che mio marito non sia geloso?
- Gliel’ho detto quello che vuole suo marito.
- Vada avanti.
- Alla fine del massaggio le accarezzerò le intimità. Il solco e il sesso.
- Con quale scusa?
- Suo marito mi chiederà alcune cose particolari concordate con me e, se lei mi autorizza, le metterò un dito nel culo per verificare la sua capacità a essere sodomizzata.
- Lei è pazzo.
- Vuol dire che non mi autorizzerà?
- Io sì, – rispose. – Ma mio marito andrà in bestia.
- Al contrario. Si ecciterà come una camera d’aria.
Rimase perplessa a pensare.
- È una follia.
- Ma è la verità.
- Comunque, se mio marito si opporrà, lei non lo farà, vero?
- Fuori dubbio.
Stava per accettare?
Pensò ancora un po’.
- Quando sarebbe disposto a venire?
- Il primo fine settimana libero, dal venerdì sera alla domenica mattina.
- Così tanto?
- Un massaggio il venerdì sera, due massaggi il sabato e, se serve, uno anche la domenica mattina.
- Massaggi… come li ha descritti lei?
- Esatto, con variante propedeutica.
- Mi volete vedere morta...
- Al contrario, – sorrisi. – Alla fine sarò morto io, non lei.
- Ci sta. – Dissi al a Luca telefono.
- Raccontami tutto! – Esclamò felicissimo.
- Suggeriscile di farsi massaggiare da uno esperto come me. – Esordii. – Lei ti dirà di sì.
- E poi?
Gli spiegai quello che avevo per la testa.
Concordammo che sarei andato a casa loro il prossimo venerdì sera. Un viaggio non da poco, ma sarebbe stato un weekend coi fiocchi.
Bussai alla loro porta verso le 21 di quel venerdì. Avevo preso una stanza nel migliore albergo della città e dopocena mi ero recato da loro.
Mi venne ad aprire lei.
- La signora Cecilia? – Domandai.
- Sì. Lei è il dottor Matteo?
- Dottore in legge, – precisai.
Le baciai la mano con galanteria.
Rimase sorpresa del baciamano.
- Non solo in legge, direi...
Ci raggiunse Luca.
- Matteo! – Esclamò, anche se non ci eravamo mai incontrati. – Ti stavamo aspettando con ansia.
Luca chiuse la porta mentre Cecilia mi faceva strada in salotto. Le guardai il culo. Niente male, affatto. Avrebbe potuto essere un weekend formidabile.
- Luca mi ha detto che lei è insuperabile nel fare i massaggi. – Disse ad alta voce perché il marito la sentisse.
- Non mi piace lodarmi, ma le mie pazienti dicono così.
- Ha solo pazienti femmine?
- Soprattutto femmine, perché lo faccio solo se mi piace.
- La sua specialità?
- Io so lavorare bene sulle intimità femminili. – Risposi, cercando di verificare se tra loro c’era stato un accordo.
- Infatti, Luca me lo ha detto. – Disse, tradendo un certo nervosismo.
- Ovviamente lo faccio solo se sono autorizzato, – precisai per avere il benestare.
- Mi imbarazza un po’ dirlo – rispose, – Ma Luca vorrebbe che io... Vorrebbe che lei...
- Sì, sì. luca mi ha accennato. – Intervenni per aiutarla. – Non si vergogni per quello che stiamo per dire e per fare, perché sono cose naturali. E con me non c’è mai nulla di imbarazzante.
Non disse niente.
- Luca dice che lei dovrebbe essere, diciamo, abilitata alla sodomia.
Lo dissi con assoluta serietà e senza malizia, proprio per metterla a suo agio.
- È vero, – ammise arrossendo. – Lei pensa davvero di farmi superare l’impasse?
- Penso proprio di sì, – risposi affabile. – E senza nulla pretendere. Lo faccio perché mi piace.
- Preferirei pagarla...
Entrò il marito.
- Ho preparato il lettino per i massaggi. – Disse. – Vogliamo andare di là?
Lo seguimmo. Vicino al lettino c’era una poltroncina, probabilmente messa lì per lui che voleva guardarci. Ma andai a sedermi.
- Signora, – dissi a Cecilia. – Le chiedo una cosa preliminare.
- Dica.
- Le chiedo di mettersi in mutandine e reggiseno e di camminare davanti a me, in avanti e indietro. Voglio vedere qual è il suo problema di deambulazione.
Lei andò in bagno e poi uscì in mutandine e reggiseno. Cercava di coprirsi con le mani, ma si portò davanti a me. Sapeva cosa doveva fare perché era già stata da un ortopedico.
La guardai, era una bomba. Poi si girò, il culo era da urlo.
Fece dei passi in avanti, poi si girò e tornò verso di me. Era di un eroismo naturale e camminava come una diva.
- Non è messa male, – commentai professionalmente. – Non vedo grossi problemi. Vedrà che la sistemiamo in fretta.
- Cosa devo fare? – Domandò coprendosi il seno.
- Vada in bagno e si tolga tutto, poi torni qui e si metta sul lettino.
Appena entrata in bagno, il marito corse da me.
- Come la trovi? – Domandò ansioso.
- Inculabile, – risposi. – Inculabilissima.
Arrossì dall’eccitazione e poco dopo uscì sua moglie dal bagno con attorno un asciugamano.
- Luca, aiutala a salire sul lettino.
Lui la aiutò e, non appena fu sdraiata pancia sotto, le sfilò l’asciugamani che la copriva e mi guardò in faccia rosso dalla gioia. Era nuda e lui ne andava fiero. Lei teneva le chiappe strette, ma a breve le avrebbe rilasciate anche lei come tutti.
Presi dalla sacca che mi ero portato appresso l’occorrente e mi avvicinai a lei. Sfilai la bottiglietta di olio e poggiai la scatola con le salviette di carta sul mobile più vicino.
- Luca – dissi, – potresti mettere su della musica a basso volume? La aiuterebbe a rilassarsi.
Luca obbedì, ma lei aveva già rilassato le chiappe e le si potevano vedere il solco, il buco del culo e la figa. Luca era di un’eccitazione fantastica.
Presi l’olio da massaggio e lo versai sulle gambe, poi iniziai a massaggiarla. Pian piano anche lei si rilassava alla grande. Risalii le cosce e arrivai al culo, dove versai più olio, per poi «impastare» le natiche con le mani. Lei gradiva il massaggio e io gradivo il suo culo. Era solido, ben fatto, elastico e tondeggiante come piace a me.
Poi passai alla schiena, soffermandomi di più alla parte del coccige per rispondere alle sue necessità. Era lì che aveva male e la strofinai con i tagli delle mani per scaldarla.
Infine poi venne il momento che attendavamo tutti tre.
- Luca, per favore – gli dissi, – le allarghi un po’ le gambe, così la visito dentro?
Luca non attendeva altro. Si portò a lei, le prese le caviglie e le allargò le gambe. Ora le si vedevano bene il buco del culo e la figa.
Poggiai il medio al buco del culo e lei non ebbe reazioni. Feci scorrere l’olio nel solco del culo e, quando arrivò al dito, cominciai a infilarglielo dentro per lubrificare l’ano. Lei, dapprincipio aveva provato a stringere le chiappe, ma poi si lasciò andare. Gradiva la mia delicatezza e la mia esperienza. Luca sbavava. Poi spinsi dentro del tutto il medio e ascoltai le reazioni. L’ano tendeva a strozzare il dito, ma poi la presa si allentava. Una normale reazione delle prime volte.
- La presa anale è forte, – dissi a Cecilia. – Ma vedrà che tra un minuto lo sfintere si sarà rilassato del tutto.
Lei, a sentire il mio dito dentro, tendeva ad allargare di più le gambe. Ma lui la teneva ferma. Presi una salvietta e le asciugai la figa. Lei lo gradì.
Poi sfilai il dito e pulii anche questo dall’olio.
- Ora le metterò un plug anale, – dissi alla signora. – Serve per abituarla a ricevere qualcosa di grosso nel retto.
Non disse niente. Semmai sarebbe stato suo marito a fermarmi.
Andai al mio borsone ed estrassi un plug anale di medie dimensioni. Lo mostrai a Luca, che sembrava come ipnotizzato.
- Andrà tutto bene, – la tranquillizzai. – Se si rilassa proverà un piacere a lei sconosciuto, che alla fine gradirà particolarmente.
Le presi le caviglie al posto di Luca e le scrollai le gambe in modo che le natiche guizzassero. Poi dissi a Luca di riprenderla per le caviglie e allargarla bene. Non serviva, ma a lui piaceva. Quindi mi portai al buco del culo. Poggiai il cuneo all’ano, spinsi piano e poi, quando l’ano fu aperto bene, lo premetti dentro con determinazione.
Se c’è una cosa che gratifica il mio operato, è vedere il buco del culo che si allarga per far posto a quello che vi faccio scivolare dentro.
Lei prima strinse le natiche e poi le allargò il più possibile. Spinsi finché fuori non rimase che il solo anello finale, grosso 3 centimetri e lungo 5. Sistemai i dettagli e la guardai. La visione era bellissima.
- Stringile pure le gambe adesso, – dissi a Luca. – Anzi, accavalla le caviglie.
Obbedì allupato e io ripresi a massaggiare la paziente come prima ma con il plug nel culo. In quella maniera le muovevo il plug, dilatando l’ano delicatamente.
Non dimenticai che aveva bisogno del massaggio fisioterapico e insistei sul fondo schiena che le faceva male, però passai anche al culo perché mi piaceva.
- Il massaggio è finito, – dissi ad un certo punto. – Posso continuare nella performance anale per favorirle la ricezione anale?
- Sì, certo! – Esclamò il marito.
- Grazie Luca, – risposi. – Ma mi serve avere l’autorizzazione da tua moglie.
Lei attese un po’ a rispondere, anche perché era mezza intontita dal massaggio e dalla presenza del plug nel retto.
- Se mio marito ha detto sì – disse poi sottovoce, – proceda pure.
Con calma le presi le braccia e gliele portai dietro la schiena, le legai i polsi con un cordino di cuoio che a sua volta fissai all’anello che fuorusciva dal culo. Nessuno dei due sapeva cosa stavo per fare e attendevano gli eventi.
- Aiutami, – dissi a Luca. – Allarghiamole le gambe e facciamola sedere a cavalcioni del lettino da massaggi.
Lui corse a darmi una mano. Tenendola ognuno per una gamba e per un braccio la facemmo sollevare e sedersi sul lettino, una gamba per parte. Lei era in ansia, in quanto seduta sul plug che fuorusciva dal culo, al quale avevo legato i polsi. Non era pericoloso, ma certamente la infastidiva e le generava ansia.
- Guarda che bella che è così. – Dissi a Luca. – Sei fortunato a essere suo marito.
E in effetti, vederla seduta con le gambe aperte sul lettino e le mani legate al culo, era una scultura erotica. Le tette si stagliavano nella sua quarta misura. La figa era del tutto esposta. Gliela presi in mano e lei ebbe un sobbalzo che si ripercosse sul plug anale. Poi misi le mani al culo per sistemarla meglio e infine una palpatina orientativa alle tette.
- Ora starà un poco seduta sul plug che le ho messo nel culo, – spiegai. – Poi le metterò delle mollette da bucato sui capezzoli e sulle grandi labbra.
Mi guardò interrogativa. Presi dalla borsa le mollette e con la massima attenzione misi le strinsi ai capezzoli e alla figa.
- Ahia... – Protestò. – Queste mi fanno male.
- Lo so. – Dissi. – Ma è sopportabile. In questa maniera si contorce, facendo ripercuotere la reazione dolcemente al plug nell’ano. Così lo abitua, lo allarga.
- Ma è impazzito? – Disse allora. – Luca, digli di smettere.
- No. – Fece lui. – Quanto è che deve restare così?
- Una decina di minuti, – risposi.
- Allora vieni di là che ti offro un whisky.
- Ehi! No! Non lasciatemi così...!
La lasciammo contorcersi da sola mentre noi andammo a gustarci un bicchierino.
Dieci minuti dopo tornammo e lei si lamentava come una squaw indiana e si contorceva come un serpente davanti a una mangusta. Portai Luca a guardarla da dietro. Aveva le mani legate al culo e si muoveva in maniera decisamente erotica. Sembrava che lo facesse per farci eccitare.
Mi portai davanti e le presi la figa con la mano. Era fradicia e con le sue piccole contorsioni sembrava che volesse masturbarsi nella mia mano.
Purtroppo dopo un po’ dovetti sfilare la mano. La asciugai con una salvietta e allora asciugai anche la sua figa.
- Ora la liberiamo. – Dissi al marito.
Tolsi le mollette e le slegai i polsi. La piegai in avanti e le riportai le gambe sul lettino. Si stava placando.
- Ancora due cose, – le dissi.
Poggiai il taglio delle mani sulla zona lombare e la strofinai a lungo, fino a sentirle scottare.
- Questo massaggio lombare la rimetterà in piedi. – Precisai.
Poi mi portai al culo, dove ancora sporgeva il cuneo. Le palpai le natiche e, d’un tratto, le diedi una decina di sculacciate sonore come so darle io. Non se le aspettava e rimase sorpresa piacevolmente. Allora gliene diedi un’altra decina a raffica.
- Per oggi ho finito, – dissi.
Misi una salvietta alla figa e con delicatezza le sfilai il plug dal buco del culo.
Presi l’asciugamano e la coprii.
- Si rilassi un po’, prima di scendere. – Le dissi.
- Sei qui in macchina? – Mi domandò Luca.
- No, in taxi. Me ne chiami uno?
- Ti accompagno io.
Salutai Cecilia accarezzandole affettuosamente il culo di sotto l’asciugamano.
Poco dopo io e Luca eravamo in auto diretti al mio hotel.
- È stata un’esperienza fantastica! – Sbottò. – Non avrei mai pensato di arrivare a vedere nulla del genere. Finora erano solo pensieri che passavano per la mia testa... E domani cosa farai?
- Lo vedrai domani... – Sorrisi misterioso.
- Mi fido in pieno, – disse.
- Adesso torni a casa e la chiavi? – Domandai.
- Non ne ho idea. – Rispose. – Probabilmente mi faccio una sega.
- Fai male... – Obiettai. – È il momento giusto per...
- C’è qualcosa che posso fare per te adesso? – Mi interruppe.
- Sì, – risposi. – Sali in camera mia e fammi un pompino.
(Continua)
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