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Domani mi sposo


di cris35
22.08.2020    |    23.289    |    2 9.3
"Il vestito è pronto, le ultime modifiche apportate lo rendono perfetto, è dentro la sua custodia, appeso, fresco dell’ultima stiratura, sono seduto sul..."
Il vestito è pronto, le ultime modifiche apportate lo rendono perfetto, è dentro la sua custodia, appeso, fresco dell’ultima stiratura, sono seduto sul letto e lo guardo, penso che da domani la mia vita cambierà, non sarò più il cocco di mamma, non sarò più il piccolo di casa, sarò l’uomo di una nuova casa, futuro padre, marito premuroso e felice di avere al mio fianco una donna meravigliosa…
I pensieri girano vorticosamente nella mente, ripercorro quella che è stata la mia vita fino ad oggi, le scorribande con gli amici, le fidanzatine di gioventù, l’infanzia, mi distendo supino, l’ultima notte sul mio letto singolo, nella mia cameretta…
Sono stanco, i preparativi per il matrimonio sono stati impegnativi, abbiamo girato in lungo e in largo per far si che tutto fosse perfetto, perché così vogliamo.
Le palpebre calano, il sonno inizia a prendermi… crollo…
Una mano mi desta
“Svegliati, Francesco? Sveglia…”
Sento questa voce lontana, sento una mano che mi scrolla la spalla
“Francesco, sveglia…”
Apro gli occhi, a fatica, è buio pesto in camera, sento solo la voce che dice di alzarmi, guardo l’ora, è l’una, faccio fatica a connettere il cervello, la voce mi è famigliare, è quella di Lucia, mia amica d’infanzia, colei che sarà la mia testimone di nozze, abbiamo passato tutti gli anni delle scuole assieme, elementari, medie e superiori, l’università invece ci ha visto separati, io ho scelto una tranquilla Scienze Politiche, lei invece Lettere, dove ha conosciuto la sua attuale “moglie”, si, Lucia è sposata con una donna, è sempre stata attratta fin da piccola dalle ragazze, confesso che ci ho provato in tutti i modi, ma lei ha sempre declinato le mie avances, fino a che non mi ha confessato i suoi gusti, da li l’ho vista in maniera diversa, da ragazzina della quale avevo una cotta infantile, a ragazza e amica, unica nel suo modo di essere femminile e maschile allo stesso tempo, l’amico che tutti vorrebbero, che con te fa le puttanate più indicibili ma che ti sa sostenere nei momenti di difficoltà, l’unica che ti fa ragionare con la testa e non con il pene, l’unica a cui io voglia bene più che a me stesso…
Dopo la laurea si è trasferita in un’altra città, dove si è trasferita con Francesca, ma siamo comunque rimasti ottimi amici, tanto che, appunto, solo lei sarebbe potuta essere la mia testimone, e ovviamente conosce quella che sarà la mia futura sposa…
Vivendo fuori città, l’abbiamo ospitata noi, i miei genitori le vogliono bene come fosse una figlia, la conoscono da una vita e sono amici dei i suoi genitori, genitori che hanno fatto una scelta curiosa, una volta che la figlia è uscita di casa, hanno venduto la casa in cui abitavano e hanno comprato un miniappartamento, per loro, e un camper, per poter girare liberamente l’Europa in lungo in largo, sogno di una vita, per questo Lucia dorme a casa nostra…
“Francesco, parliamo un po’?”
“Dimmi Lucia, cosa c’è?”
“Non riesco a dormire”
“Vedo…”
“Dai, fammi spazio!”
Detto questo, mi sposta e si distende al mio fianco, il letto singolo non aiuta a star comodi, ma lei se ne frega, non è la prima volta che dorme da me, con me, abbracciata a me, la sua testa si appoggia sulla mia spalla, il suo braccio mi cinge, è distesa sul fianco, mi guarda, ha gli occhi lucidi, mi confessa che è elettrizzata, felice per me, che ho scelto una ragazza meravigliosa e che non vede l’ora di diventare zia, inizia a parlare come una macchinetta, io la ascolto, come spesso accade, ha bisogno di parlare, probabilmente le cose non le vanno troppo bene, quando fa così, devo aspettare che arrivi al punto senza interromperla, e mentre penso questo arriva al punto, ha il sospetto che la moglie la tradisca, con un uomo, sento le lacrime scendere sulle sue guance, la abbraccio, la stringo forte come piace a lei, e nel pianto dirotto mi confessa che ultimamente hanno avuto dei problemi, che nella loro vita sono entrate delle persone che le hanno fatte vacillare, soprattutto Francesca, la sento disperata, cerco di consolarla, non so con che parole sinceramente, poi lei mi chiede:
“Com’è fare l’amore con un uomo?”
“Non lo so, io so come si fa con una donna”
“Ho paura Fra, ho paura di perderla”
“Lucia, sarà un momento passeggero, magari ti sbagli, guarda anche noi, siamo qui abbracciati, di notte, su un letto singolo, io mi sposo domani e tu lo sei ormai da un po’, cosa dovrebbe pensare la gente?”
“Ma che vuol dire? Io e te siamo amici!”
“Ecco, dovresti fidarti di Francesca, è una donna meravigliosa, ti ama alla follia, e lo sai, e dubito fortemente ti possa tradire, credimi!”
A queste parole la sento rilassarsi
“Posso dormire con te?”
“Certo”
“Mi sei mancato Fra”
“Anche tu Lucia”
E le do un bacio su quella che pensavo fosse la fronte, invece era la sua bocca, le sue labbra calde mi hanno trasmesso una scossa lungo la schiena, non l’avevo mai baciata, sulle labbra, è stata la prima volta, cerco di staccarmi, piano, solo che la sua testa segue la mia, come fosse calamitata
“Non mi lasciare, non adesso”
Mi stringe forte, il nostro casto bacio sulle labbra continua, rimaniamo così qualche istante, mi stringe forte, sento il suo seno premere contro il mio fianco, la sua gamba sinistra sale sopra di me, preme contro di me, il ginocchio si appoggia li, sopra gli slip
“Non mi lasciare” ripete lei
La sua mano mi accarezza la testa, le sue labbra si schiudono, la lingua fa capolino sulle mie, chiede il permesso di entrare, la bacio con trasporto, la stringo, rivolto verso di lei, inizio con la mano ad accarezzarle la schiena, con il medio percorro la linea della sua spina dorsale, inarca la schiena e preme il bacino contro il mio, il dolce bacio si trasforma in desiderio di lei, la distendo sul letto, mi appoggio sopra di lei, ha le gambe divaricate, io le faccio sentire il mio desiderio, siamo ancora vestiti, anche se con pochi indumenti, ma lo siamo, il mio pene eretto si strofina sul suo monte di Venere, la bacio con trasporto, con vigore, lei mi prende per i glutei e mi spinge a se, mi vuole sentire, e io voglio lei, la voglio adesso…
Mi stacco e scendo, con dolcezza la spoglio, le tolgo la canotta, ammiro con la poca luce che abbiamo il suo seno perfetto, lo prendo tra le mani, mi chino a baciarle i capezzoli, prima il destro, poi il sinistro, poi scendo, mi soffermo sull’ombelico, scendo ancora, con le mani le sfilo il perizoma, sempre con dei baci la sfioro fino a che non arrivo li, dove il profumo di donna mi inebria, il suo è buonissimo, ci giro attorno, inizio a leccarla sull’inguine, scendo giù per le cosce, le caviglie, le lecco le dita del piede, ritorno su, passo all’altra gamba, giù di nuovo, la sento ansimare, vedo la sua mano che si appoggia li, inizia a toccarsi, con un dito si penetra, arrivo io, con la lingua le lecco la mano, il dito che entra ed esce, lei si allarga le labbra e mi da campo libero, non mi faccio pregare, mi aiuto con un dito, mentre la penetro scendo con la lingua, lei ha alzato le gambe intanto, per offrirmi il suo sedere, ho un dito nella sua vagina e la lingua che le lecca il buchetto, il respiro suo affannoso mi incita, la penetro dietro con un altro dito, l’ho presa completamente, davanti e dietro, le lecco il clitoride mentre la penetro, si irrigidisce, prende un cuscino e lo morde, per soffocare un urlo di piacere, mi fermo, fino a che non si rilassa, mi stacco, risalgo, la guardo negli occhi, sembra felice, mi guarda, mi sorride
“Non so come si fa con un uomo, non l’ho mai fatto…”
“Non ti preoccupare, io sono felice così”
Mento, vorrei prenderla seduta stante, vorrei tirare fuori il pene eretto che mi fa male costretto nello slip, vorrei penetrarla, distesa così com’è, sollevarle le gambe, appoggiarle alle mie spalle e affondare il colpo, farle sentire quanto la voglio, quanto l’ho sempre voluta in tutti questi anni, la vorrei consumare quella vagina, la vorrei poi prendere a pecorina, vorrei giocare col suo culetto stretto mentre la penetro, vorrei lubrificarla per poi possederla analmente, vorrei avere due cazzi per prenderla totalmente, vorrei farla mia, vorrei uscire dopo averla fatta godere ripetutamente e venire sulla sua schiena, vorrei annegarla del mio piacere, vorrei che mi prendesse il cazzo in bocca e sentirmi dire che mi ha sempre voluto, ma sono felice così, lei è la mia amica, la mia testimone, che è appagata dalle mie dita, dalla mia lingua, che è timorosa, che ha paura di non sapermi rendere il piacere, la abbraccio forte, e si sa, con la mente possiamo desiderare e pensare qualsiasi cosa, ma il corpo, e soprattutto il pene, vive di vita propria, e non ha nessuna intenzione di mettersi a riposo, è lì, rinchiuso in quel lembo di stoffa, eretto e pulsante, voglioso come mai fino ad oggi, che reclama la sua libertà e il suo momento di gloria…
“Non puoi rimanere in questo stato, aspetta che ti aiuto, anche se…”
Mi fa distendere, mi toglie gli slip e lui si erge maestoso, a reclamare il suo momento, la mano di Lucia, titubante, me lo stringe, e come affascinata da questo gioco nuovo, inizia a muoverla su e giù, è un po’ ruvida nel movimento, ma piano piano acquista delicatezza e ritmo, è una sensazione meravigliosa, non è la mia mano, non è la mano della mia ragazza, è una mano amica e unica, nel frattempo Lucia si distende al mio fianco, mi parla, mi confida le sensazioni che sta provando in questo momento, non le dispiace, le spiego che bisognerebbe lubrificarlo un po’, così scorre meglio
“E come lo lubrifico?” chiede lei
“Dovresti prenderlo in bocca, poi con la lingua lo lubrifichi e la saliva ti aiuta”
“Tu sei matto, io questo coso non lo prendo in bocca!”
“Io però non mi sono schifato a leccarti la figa prima però!”
“Che c’entra? A te la patata piace, a me il cazzo no!
“Potresti farmi il regalo di matrimonio visto che sei la mia testimone”
La sua mano si ferma di colpo, mi guarda negli occhi, il mio pene comunque saldo nella sua mano, poi un bacio, un altro, poi si china, e finalmente mi posso abbandonare al calore della sua bocca sulla mia cappella, la mano che inizia a muoversi nuovamente, la cappella ben salda in bocca, la lingua che ruota attorno…
“Però poi ci fermiamo qui, vero?”
“Si Lucia, ci fermiamo qui”
“Avvertimi quando stai per venire, per favore…”
La testa ricomincia a muoversi, su e giù, assieme alla mano, è un po’ impacciata, ma il piacere me lo regala più il fatto che sia lei a farmi questo pompino che il pompino stesso, non duro tanto, appena prima di godere, le tolgo la testa, con la mano mi fa eiaculare, sulla mia pancia…
La fermo perché sta continuando a masturbarmi, la tiro a me, mi guarda con gli occhioni da bambina per avere la conferma di essere stata brava, non le dico niente, la bacio e me la tengo stretta, la amo per quello che è, e il sonno fa capolino per entrambi, ci addormentiamo, con la mente sgombra, domani è un altro giorno, il giorno delle nozze…

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