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Prime Esperienze

L'innocenza dei quattordici anni


di cris35
17.09.2020    |    56.400    |    13 9.7
"Ma questa è tutta un’altra storia! La mano di Claudia mi tira verso di lei, quindi mi ritrovo a pancia in su e lei di fianco a me, sul suo fianco che mi..."
Ricordo con piacere quel periodo, era l’estate finita la terza media, eravamo giovanissimi e spensierati, mille progetti per la testa, mille sogni, niente di certo, solo che a settembre sarebbe iniziata una nuova avventura, quella delle superiori…
Faceva caldo, soprattutto di giorno, quindi giravamo tranquillamente per casa in costume da bagno, già, perché ci trovavamo con le nostre famiglie nelle Marche, a casa dei nonni, che abitavano al tempo in un casolare appena su in collina, ma al tempo stesso vicino al mare, quindi, dicevamo, eravamo liberi di girare per casa e all’esterno in costume.
Un Rustico dell’ottocento, in pietra, era situato nel mezzo di un grande parco piantumato, alberi da frutto ovunque, vigneti, ulivi, ai nonni piaceva molto quel tipo di vita, aria buona, frutta e verdura coltivata in casa, viste le dimensioni generose dell’appezzamento di terra, immagino ci vivessero con i frutti del loro lavoro, le nostre madri sono cresciute li, poi una volta sposate, si sono trasferite al nord, con sommo dispiacere dei nonni, però l’estate, noi nipoti la passavamo li, da giugno a settembre.
Chi eravamo? Io e mia cugina Claudia, stessa età, molto affiatati, inutile dire che siamo cresciuti assieme, e poi li in zona tutta una serie di amici che vivevano li e che erano la nostra compagnia del mare…
La nostra fortuna è stata che i nonni erano comunque giovani all’epoca, e quindi non avevano problemi a scorrazzarci in giro tutto il giorno, l’unico paletto, ere che la domenica pomeriggio dopo pranzo si facesse un riposino, perché era l’unico giorno in cui il nonno poteva stare tranquillo.
Io e Claudia abbiamo sempre accettato di buon grado questa cosa, anche perché era l’unico momento in cui potevamo stare da soli io e lei, senza adulti e senza amici intorno, e così, ogni domenica, andavamo ai confini del terreno dei nonni, dove, dopo le vigne, c’era una laghetto, molto piccolo per carità, ma circondato da alberi e una rete che delimitava la proprietà, dall’altra parte c’era un parco a specchio, alberi, una vigna e poi un casolare, ma la distanza era talmente tanta che non si vedeva…
Un pomeriggio particolarmente afoso, io e Claudia abbiamo pensato di ripararci sotto un salice, all’ombra, abbiamo disteso gli asciugamani sulla riva del laghetto e, una volta distesi, ci siamo posizionati in modo da avere i piedi nell’acqua, giusto per rinfrescarci un po’…
Il caldo si faceva sentire, e non poco, tanto che la tentazione di togliermi il costume era forte, e con essa un certo formicolio si è fatto vivo in me, ricordo ancora che i boxer hanno iniziato a gonfiarsi, e vedere il profilo di Claudia non mi aiutava di certo, il suo ventre piatto, la pelle ormai olivastra dal sole preso fino a quel momento, il suo seno costretto da un costume a mio avviso piccolo per la sua taglia, gli slip che lasciavano immaginare tutto il ben di Dio che si poteva celare li sotto, per la prima volta mi sono sentito in difficoltà….
Lei sembrava sopita, gli occhi chiusi, le braccia distese lungo quel corpo meraviglioso, il respiro leggero, la pancia che si muoveva impercettibilmente, difficile resistere a quell’età, a pensarci adesso mi viene da sorridere…
Ricordo che mi sono girato di fianco, dandole le spalle, ho portato una mano sopra il costume, ho iniziato ad accarezzarmi, pensando a lei, che la mia mano fosse la sua, Dio che sensazione meravigliosa, Claudia, se ci penso mi eccita ancora oggi quella situazione vissuta…
Solo toccandomi da sopra il costume stavo per venire, ero quasi al limite, quando mia cugina mi chiede perché fossi girato, preoccupata che non gradissi la sua compagnia.
“Ma no Claudia, pensavo stessi dormendo, non volevo disturbarti…”
“Disturbarmi come scusa?”
Scusate ma mi vien da ridere al solo pensarci, ma sono diventato rosso, a quattrodici anni come si può spiegare ad una ragazzina cosa stavo facendo, pensando a chi, ero stato colto in flagrante, mi capitasse adesso….ma questa è tutta un’altra storia!
La mano di Claudia mi tira verso di lei, quindi mi ritrovo a pancia in su e lei di fianco a me, sul suo fianco che mi guarda, il suo petto appoggiato al mio braccio, il mio pene gonfio che sta per esplodere, il suo braccio mi cinge, la sua testa appoggiata alla mia spalla, una vampata di calore mi attraversa…
Claudia mi parlava con voce bassa, un po’ triste, di come probabilmente quella sarebbe stata la nostra ultima estate assieme, che aveva sentito le nostre madri parlare che dal successivo anno, visti gli impegni più gravosi delle superiori, ci avrebbero tenuto a casa con loro, e saremmo andati dai nonni solo ad agosto per una quindicina di giorni assieme alle nostre famiglie, mi diceva che tutto questo le sarebbe dispiaciuto, che non avere i nostri spazi le sarebbe mancato, che avere le nostre madri in mezzo ai piedi sarebbe stato pesante, che a differenza dei nonni, le nostre madri erano meno permissive…
Intanto che mi parlava, la sua mano mi accarezzava il braccio, su e giù, e mentre andava giù, il suo avambraccio che era appoggiato sulla mia pancia, arrivava a sfiorare il pube, e ad ogni discesa, percepivo sempre più un avvicinamento, forse anche perché io stesso muovevo il bacino quel poco verso l’alto…
Oltre a tutto il discorso sui nostri genitori, Claudia ha iniziato tutto un discorso su eventuali fidanzati e fidanzate che avremmo potuto trovare un domani alle superiori, mi ha raccontato di come alcune sue compagne di classe avessero già avuto delle piccole esperienze con i ragazzi e che lei non avesse ancora nemmeno mai baciato nessuno.
Io pure ero vergine, in tutti i sensi, all’epoca, e Claudia mi raccontava di come questa sua compagna di classe avesse una volta fatto una sega ad un loro amico comune, nei bagni delle medie, col rischio di essere scoperti, mi diceva di come fosse curiosa di sapere cosa si prova a fare certe cose, che non ci aveva mai pensato, anzi, che solo a sentir parlare di sesso le veniva la nausea, ma questa sua amica è stata così convincente, che è riuscita ad instillarle una piccola curiosità.
Io non ce la facevo più, ero sul punto di esplodere, tra lei appoggiata a me, dove sentivo chiaramente le sue tette premere contro il mio braccio, la sua mano che mi accarezzava, i discorsi che mi stava facendo…
“Claudia, non ce la faccio più, se continui così muoio, cambiamo discorso per favore?”
“Muori in che senso?” mi chiede lei
E alzando un po’ la testa, si è accorta del mio stato di eccitazione, io mi sono vergognato, volevo sprofondare, lei è diventata tutta rossa e si è portata una mano agli occhi per coprirsi e non guardare, nel farlo però ha alzato la gamba dandomi una ginocchiata sui testicoli, un male…
Sono seguiti attimi un po’ strani, io che imprecavo dal dolore, lei che continuava a chiedermi scusa, io che le dicevo di non preoccuparsi e lei che voleva capire come potesse rimediare…
“Fai come la tua amica…” mi è uscito tra una bestemmia e l’altra
Il gelo da parte sua a questa mia frase.
Poi, lo sguardo basso, pieno di dolce timidezza, la sua mano che si appoggia sul mio addome, che lentamente scende, sale titubante sopra il mio costume, le dita che disegnano la sagoma del mio pene completamente eretto, duro e sull’orlo dell’esplosione, le sue dita che girano attorno, il palmo che mi sfiora, la mano che fa presa, sento stringere, lei sempre più rossa in viso, io sempre più in difficoltà…
La mano che si stacca dalla presa, risale quel tanto che basta per arrivare all’elastico del costume, si infila sotto, va alla ricerca del mio membro, lo trova, lo prende, con poca gentilezza me lo tira fuori, impacciata dalla sua prima volta sento che si muove, è stato un attimo, pochi colpi, tanto sperma…
E’ stata la mia e la sua prima sega, la mia ricevuta e la sua fatta, ricordo che non avevamo il coraggio di guardarci, lei sempre con la testa china, rossa in viso, che non staccava la mano da lì, io che non sapevo che dire, ero pieno di sentimenti contrastanti, felicissimo per quello che era successo, in buca perché ero venuto subito, poi il fatto che fosse mia cugina, mi sono sempre immaginato che la mia prima volta sarebbe stata con qualche compagna di classe, mai avrei detto con Claudia…
L’erezione non è scesa, eravamo sempre distesi, io ricoperto di sperma, Claudia col mio pene in mano, stupita del fatto che fossi ancora eccitato, e con la curiosità di una quattordicenne, ha ricominciato a masturbarmi, voleva capire come funzionava la cosa, inutile dire che non mi sono tirato indietro…
Ad ogni movimento della mano, Claudia acquistava sempre più dimestichezza, se all’inizio era esclusivamente la situazione che mi aveva eccitato, in quel momento era il fatto che lei mi stava procurando un intenso piacere…
Lo ricordo con gioia, anzi, mi eccita ancora adesso il pensiero…
“Claudia…”
“Dimmi…”
“Mi fai impazzire, ti prego non fermarti mai, vorrei che durasse per sempre…”
L’ingenuità che avevamo, la tenerezza, il solo avere una sua mano che mi avvolgeva il pene, mi sembrava il Paradiso, senza poter minimamente pensare cosa mi avrebbe riservato la vita negli anni a seguire.
Stavo per venire nuovamente, quando Claudia si ferma, si stacca da me, si alza, si spoglia, prima il reggiseno del costume, che scopre due capolavori, piccoli, tondi e sodi, poi con malcelato imbarazzo, fa scivolare la mutandina, scoprendo un ciuffetto di peli, chiari come i capelli, in una posa che di sensuale non aveva niente, ma che in quel momento mi faceva sembrare mia cugina la ragazza più bella del mondo…
Si è distesa su di me, ci siamo baciati, con passione, per un tempo interminabile, lei si è strusciata sul mio pene, fino a consumarlo, e no, non abbiamo fatto l’amore, ci siamo fermati li, alla sega, al bacio e al fatto che sono venuto la seconda volta solo al contatto del suo corpo con il mio…
Bellissima estate quella, vorrei tanto tornare indietro col tempo, con la testa e l’esperienza di oggi forse farei molte più cose, ma alla fine è giusto così, erano altri anni, mi sembrava fosse già tantissimo quello che avevamo fatto!!!

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