Il caffè

Quel giorno pensavo, mentre gustavo il caffè amaro al mio solito tavolino del Bar del supermercato, che sarebbe stata l'ennesima copia di tutti gli altri. Minuti ad aspettare il turno del lavoro, mentre gli altri hanno mestieri che massimo alle sei del pomeriggio hanno già terminato. Ed io li con la solita vita, la solita voglia di provare quella scossa di adrenalina, quegli ormoni che girano che ti fanno venire male ai coglioni che ti fanno andare il sangue alla testa e pulsare le tempie. Mi perdo annoiato a seguire una manovra di una piccola utilitaria che gira in un posto auto poco lontano da me. La portiera si apre, un piede poi l'altro, due tacchi, l'orlo di un vestitino leggero in jersey di quelli che scivolano sulle curve, di quelli che accarezzano i seni fasciandoli,due braccia lunghe flessuose, qualcosa di rosso sulle unghie, capelli mossi biondi come raggi di sole, occhiali grandi a nascondere uno sguardo sicuramente intrigante. Sono ammaliato, la scossa è arrivata, quel giorno sarà diverso. Me lo auguro. Al volo lascio euro sul piattino, non me ne accorgo nemmeno di esserle già a pochi metri. Lei muove l'aria come quelle bandiere al molo al mare, fluide e abbandonate. Sento il suo profumo mentre estrae il carrello della spesa dalla sua postazione. È una Donna che non avevo mai visto e mai avrei immaginato di sentire tanta femminilità e sensualità tutto intorno. Sono eccitatissimo. Ho urgenza di sentirla di prenderla di conoscerla. Entra nel super, io la seguo a debita distanza. Un rapido gesto della testa fa incrociare i nostri sguardi. È più grande di me e questo mi eccita tremendamente di più. Il modo in cui sceglie la frutta, come si allunga, come si china come osserva e come si muove, sono fuori di me. Credo a quel punto che abbia intuito il mio interesse e credo che non faccia nulla per dispiacersene, anzi enfatizza ed accentua ogni cosa. Nella corsia dei biscotti e marmellate si protende verso un vasetto, in alto, troppo in alto... Capisco che non capiterà mai più un'occasione del genere e mi avvicino, Lei è di spalle. La sfioro, poggio i miei fianchi vicino ai suoi glutei tanto da farle sentire la mia patta che sta esplodendo, mi allungo, il mio viso nei suoi capelli, chiudo gli occhi... Vorrei non finisse mai. Lei in risposta inarca la schiena, poggiata al maniglione del carrello. Vogliamo entrambi bruciare. Gli attimi che seguono non li ricordo nemmeno. Realizzo dopo che me la trovo davanti, bellissima e sensualissima, che siamo nella toilette del negozio. Ci baciamo come non facevo da tempo, con una passione mai avuta, con una voracità carnale, perché Lei è questo. La vedo poggiarsi al muro, solleva una gamba, un piede sul lavandino, si alza il vestito, una mano è già dentro ai miei jeans, l'altra si tocca la fica sotto un piccolo slip di pizzo che sposta di lato all'inguine. I suoi occhi sono un fuoco, fissano i miei, è un diavolo affamato. Comincio a sostituirmi alle sue dita con le mie, è bagnatissima, non rinuncio ad inginocchiarmi e bere quel succo leggermente aspro. Le piccole labbra sono come petali di una rosa, è stretta ma si apre alla mia lingua, entro fino a farla gemere, la testa si reclina indietro, i suoi fianchi si muovono con un ritmo lento verso di me che ho già sciolto la cintura e liberato da ogni costrizione. Il mio cazzo è gonfio e sprofonda dentro quel bellissimo fiore aperto. È una potenza incredibile sentire l'energia di due corpi che si vogliono e bruciano insieme. Siamo carne, siamo un'unica cosa mentre scoppiamo insieme in un piacere mai sentito, in un orgasmo mai pensato. Rimaniamo così avvinghiati, contro il muro mentre sento ancora e già crescere la brama di averla. Lei sorride, mi bacia mentre sono ancora a bocca aperta nel sussurrare il mio nome, esce leggera, chiudendo la porta....