Prime Esperienze

Gli slip


di Passioneterna
15.08.2024    |    526    |    1 7.0
"Mi alzai con le ginocchia piegate, la strinsi forte alla base e mi feci largo dentro di lei..."
Mi tolse gli slip ed eccolo li, finalmente. Stava allungando la sua mano, ma io ero già inginocchiato tra le sue gambe e con la mia lingua impertinente le faci perdere ogni lucidità. Mi stava urlando qualcosa ma non ero sicuro di cosa, cosa mi stava dicendo? Quando sentii ad alta voce "Scopami, mettimelo dentro, prendimi". Ma io no, continuai ad insistere a giocare col suo sesso tra le mie labbra, tra i miei denti, sotto la mia lingua. Lingua che giocava, che batteva, che girava, che avvolgeva, che penetrava. La faci incazzare per questa attesa, mi prese per i capelli. "Forse non hai capito cosa voglio e che lo voglio ora". Provò ad allontanare la mia testa dal suo ventre, ma le mie mani strapparono via le sue mentre la mia tortura proseguiva, allora ci riprovò. Mi tolsi di nuovo le sue mani di dosso, poi mi staccò giusto il tempo per dargli uno schiaffo in faccia. Forte, deciso, ma non violento. Le tolsi il fiato. Le fermai il cuore." Mi hai colpito, mi hai schiaffeggiata.
"Cazzo, comandi tu"? sono tua esclamò!. Allora si, facciamo come vuoi tu, sei tu il padrone.
Mi alzai con le ginocchia piegate, la strinsi forte alla base e mi feci largo dentro di lei. Probabilmente stova dicendo qualche oscenità che non riuscivo a capire, le tappai la bocca e comincia la mia danza.
Ogni movimento mi sembrava lunghissimo, come se entrassi ed uscissi un metro di carne, mi sentivo il sangue che accompagna quel movimento, mi saliva alla testa, per poi riscendere sui fianchi e via di nuovo così. Non so per quanto andò avanti, il tempo scorreva con metri che nuove, oscure. La girai di schiena, la sollevai dai fianchi tanto che i suoi piedi si staccarono da terra così mentre continuava il mio dondolare avanti e indietro. Rallentai, poi accelerai, poi mi fermai, poi di nuovo ripartii. Infine la rigirai di nuovo col la sua schiena sul divano, con le gambe schiacciate tra il suo busto ed il mio, prigioniere tra le mie braccia. Le mie mani non trovarono pace, la frugai in bocca, per poi andare piu giù, le strinsi i seni e poi di nuovo il pollice fino in gola.
Il ritmo aumentava, lei ormai aveva smesso di contare i suoi orgasmi, aspettava solo il mio. Non tardò ad Arrivare, saltai in piedi, poi mi piegai sul suo seno e lo imbianca mentre il mio corpo venne attraversato da brividi violenti.
Poi fu silenzio. Restai immobile e lei con me. Avvicinai la mia bocca alla sua, la baciai per quanto la ancora la desideravo.
“Sei meravigliosa mà”
“no, tu sei meraviglioso figlio mio”
Mi spiace se avvolte ti ho dato adito di essere troppo oppressivo . …” Lei mi interruppe con altro bacio.
Non importa. Adesso sono qui è questo che conta. Sono felice.”
Sorrisi. Si rialzò e se ne andò e mi lasciò nella mia prigione, al freddo, ad aspettare, un suo prossimo incontro.
Fuori, un gabbiano sfidava il vento e la sirena di un mercantile lontano avvisava del suo arrivo imminente in porto.
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