Racconti Erotici > orge > Io, Martina e gli amici delle terme
orge

Io, Martina e gli amici delle terme


di pato3
25.02.2014    |    47.468    |    1 8.7
"Andammo a posizionarci sulle panche dietro una fila di armadietti che ci separava dal signore sconosciuto..."
Amo la mia fidanzata da morire, per lei farei tutto e fino ad oggi è proprio quello che ho fatto. Siamo nati a dieci giorni di distanza, abbiamo frequentato le stesse scuole e a diciassette anni ci innamorammo (io in realtà un po' prima) e ci mettemmo assieme. Oggi abbiamo trentadue anni e io passo gran parte del mio tempo a cercare di darle piacere. Credo sia una mia forma mentis, il fatto di non considerarmi alla sua altezza, ecco perché ho sempre coltivato la fantasia prima, e l'abitudine poi, di integrare il nostro rapporto fisico con altri maschi che potessero soddisfare il suo fabbisogno di cazzi.

La prima volta che lei venne a contatto (solo visivo) con altri uomini fu a vent'anni. Eravamo in un centro termale in Germania, piscine, saune, idromassaggi, tutto rigorosamente senza costume. Il che non significa nudismo obbligatorio, in quanto in sauna e sui lettini si poteva tenere l'asciugamano e nessuno ti costringe di certo a buttarti in piscina (dove ovviamente non puoi portarti l asciugamano). Ricordo che prima di entrare avemmo un breve ripensamento, ci dicemmo che se non ci fossimo trovati a nostro agio saremmo immediatamente scappati. Entrammo in spogliatoio, ci cambiammo, eravamo soli, lei si barricò nel suo asciugamano e nell'accappatoio, io pure, lei disse che non si sarebbe spogliata, io però speravo lo facesse. Fuori dagli spogliatoi trovammo un bellissimo centro, ci guardammo bene intorno per capire l'ambiente. Le prime persone che incontrammo erano come noi attentamente coperte. Quando però di fronte si aprì la vastissima area, con le varie cabine sparse qua e là e l'infinità di lettini, ecco che molti asciugamani non svolgevano più un ruolo attivo. Martina era nervosa, sicuramente più di me, girammo per un bel po' a vuoto, andammo fuori nella piscina calda all'aperto, ma non volle spogliarsi, allora andammo a vedere di una cabina sauna, ma vide uscire un uomo vecchio e nudo e neanche lì volle, allora facemmo un altro giro. Non potevamo fare così, immagino fosse visibile il nostro (suo) imbarazzo, devo dire che non eravamo gli unici, c'era almeno un'altra giovane coppia che si stava comportando più o meno come noi. Forse l'inizio era per tutti necessariamente indeciso.

Finalmente entrammo in una cabina sauna, non ci spogliammo, all'interno di questa c'era una coppia coperta ed un uomo di mezza età scoperto. Lei non lo guardò ci sedemmo e restammo il tempo necessario, una finestra della cabina dava sulla piscina scoperta e su un altra sauna dalla quale uscivano persone nude e non. Iniziavamo ad abituarci alla nudità. Uscimmo e ci buttammo in piscina, fu straordinario, un'emozione forte vedere lei che finalmente si toglieva lentamente l'accappatoio e timida e coraggiosa si immerse in acqua, con alcuni passanti che buttavano un occhio discreto. Non c'era molta gente in quel momento, in piscina eravamo soli, e andammo via appena entrarono due ragazzi, di cui uno esageratamente grasso. La sauna successiva, sembrava vuota vista da fuori attraverso la porta oscurata, ma era quasi piena invece: appena aperta la porta mi trovai davanti una bellissima ragazza, che avrà avuto venticinque anni, totalmente scoperta, distesa sul suo asciugamano, con una striscia molto sottile di pelo nero. Il suo fidanzato era seduto a cazzo scoperto sulla panca sopra quella della sua ragazza. Sulla sinistra invece c'erano altre due coppie, una giovane e italiana, che uscì presto lamentandosi del caldo insopportabile, l'altra matura e tedesca immagino. C'era poi un singolo, ben scoperto e a suo agio con il proprio corpo. Martina che fino a quel momento si era mostrata molto timida decise di seguire e rispettare l'usanza di quella cabina e mi bisbigliò: "Qui dobbiamo spogliarci!", "Non c'è nessun obbligo" dissi io, "Sono tutti nudi". Va bene spogliamoci. Il ragazzo della gnocca guardò un po' furtivamente Martina. Che dire? Credo le piacesse, aveva il seno più grosso della sua fidanzata, bellissimi capelli mossi sulle spalle, che non andavano ad interferire sul seno. Molto magra e sportiva e bellissima in viso. Col seno sudato era ancora più sexy e aveva un effetto gonfio su quella bella terza.

Non c'è nulla di sessuale in questi centri, nulla di molesto, niente. Nessuno ti guarda in modo disgustoso o spiacevole, è chiaro che quando entri o esci da una cabina o da una vasca vieni guardato. Ma come succederebbe d'altronde se si fosse vestito. Non c'è nulla di morboso. Ecco perché fu una giornata bellissima. Gradualmente ci trovammo sempre più a nostro agio, nudi e belli a goderci il sole, la whirlpool, le idromassaggio all'aperto, le cabine. 

Da quel giorno capii che amavo non solo starmene nudo, ma anche vedere la mia lei nuda in pubblico, cominciò a svilupparsi il cuckold che è in me. Infatti godevo e spingevo per sentire i suoi commenti sui cazzi che ci passavano davanti, naturalmente con discrezione, quando eravamo soli. "Cavolo hai visto quello?", oppure "Peccato che aveva l'asciugamano davanti". Anche io mi permettevo commenti su ragazzi e ragazze, perché le sbirciatine nascoste sono normali per tutti.

Iniziai a cercare centri simili dalle nostre parti, trovammo qualcosa di veramente bello, nel rispetto delle regole del buonsenso e con la vera acqua termale italiana doc; ma ci è capitato anche qualche posto veramente sporco in tutti i sensi, da dove ci trovavamo a disagio scappavamo senza pensarci troppo.

La svolta arrivò in un bellissimo centro termale altoatesino, per la prima volta socializzammo con delle persone. Incontrati nella cabina a bassa temperatura (50-60 gradi), li rincontrammo nel bagno turco, dove l'umidità è del 100% e si fa fatica a vedersi per via del vapore. Tornati ai lettini, dopo qualche minuto li ritrovammo accanto a noi. Ci guardarono con un sorriso amichevole e contraccambiammo. Non ci seguivano, semplicemente anche loro avevano le loro cose lì. 

Siccome sentirono parlare italiano, i nostri vicini ci chiesero banalmente: "Italiani?". Erano due ragazzi, più o meno della nostra età, erano venuti con le fidanzate, ma queste appena avevano letto il divieto di costume si erano rifiutate. Così decisero di passare la giornata sugli scii mentre i ragazzi si godevano un po' di nudo relax. Sui lettini noi avevamo l'abitudine di stare pudicamente coperti dall'accappatoio o dall'asciugamano, i due invece giustamente se ne stavano tutti nudi. Parlammo un po' di vacanze, di università e di altro. Poi ci chiesero se avevamo provato la whirlpool al secondo piano. Ci mancava, era proprio la prossima tappa in programma, così ci andammo insieme. Non era enorme, era di sei posti o forse otto. C'era solo una signora sulla cinquantina, entrarono i due e la signora apprezzò la bella vista delle due minchie giovani, una delle due era proprio grossa, non lunghissima ma bella larga, pesante. Appesi i nostri accappatoi, feci andare avanti Martina, che lasciava uno spazio tra lei e i ragazzi, ma non mi misi io, volevo che lei stesse vicina a loro. Così andai alla sinistra di lei e tra lei e i due c'era uno spazio, che fu colmato quando arrivò un'altra vecchia signora, dai due che scalarono per farle posto. Speravo tanto che quando l'acqua era mossa dal getto d'acqua lei avesse preso in mano il pene del suo vicino, e che lui le mettesse una mano tra le gambe. Non so se successe, non credo. 

I due ragazzi avevano un modo di fare molto interessante: non schivavano gli sguardi, anzi li cercavano ed erano sorridenti, me ne accorsi in quella specie di flirt gentile che ebbero con la signora sui cinquanta davanti a noi. Se il mio atteggiamento era di non guardare per non "disturbare" loro invece guardavano negli occhi e sorridevano decisi e piacevoli, non senza un velo di malizia, che però era tale da non infastidire nessuno. Anche Martina si era accorta del loro simpatico modo di fare, dopo la whirlpool potemmo stare un po' soli in una cabina a 90-100 gradi e parlando dei due amici convenimmo che uno aveva un bel culo, l'altro un gran cazzo. E che a entrambi piaceva il loro modo di fare.

"Questi ti scoperebbero immediatamente se fossi sola!"
"Ma cosa dici? Sono così gentili ed educati"
"Appunto. Per questo non mi disturberebbe"
"Il caldo ti fa male! Cosa stai dicendo?"
"Dico che sono gentili, e che ti guardano continuamente le tette appena possono, anche mentre ti parlano, ma lo fanno con una tale gentilezza che non posso digli niente... E poi mi piace che ti guardino!"
"Ti piace?"
"Sì, guarda, mi è venuto duro"
"Eh, quando non ti viene duro a te?"
"Dai, adesso per favore quando andiamo nei lettini stiamo nudi, e tu ti metti vicino a loro"
Non rispose, ma è proprio quello che fece. È ora che introduca i loro nomi: culo bello si chiama Paolo, cazzo grosso è Mirko. Martina era accanto a Paolo, e alla destra di Paolo c'era Mirko. 

Conversando di saune in generale, e di esperienze personali decisi di raccontare un episodio particolare, volutamente piccante.
"Io non ero in sauna con lei, perché preferivo starmene sul lettino, dopo qualche minuto la raggiungo e vedo questo tipo seduto davanti a lei che si stava masturbando. E lei stava lì a guardare. Entro e lui smette. Lei fa finta di niente. Io faccio proprio finta di non conoscerla e vado a mettermi un gradino dietro di lei. Iniziai a toccarmi per vedere cosa faceva l'altro. Appena il tipo vede che ero dalla sua parte ricomincia a masturbarsi. A quel punto lei se ne va e me ne vado anche io".
Tutti risero, Martina ci tenne a riabilitare la sua immagine dicendo che non si era accorta di nulla. Io insistetti cercando man forte tra i ragazzi che non mi delusero. Mirko disse: "Secondo me ti piaceva!", Paolo invece: "Era grosso almeno?" ridendo. Io: "No, no... Era solo come il tuo". Mirko rise fragorosamente, ben oltre il tollerabile in un centro benessere. Abbassammo i toni e andammo nella piscina all'aperto. Io ormai ero arrapato, presi la mia ragazza e la abbracciai facendole sentire la presenza. I due ci stavano vicini, "Vi copriamo" disse scherzoso Mirko. A quel punto io gettai la bomba: "Poi ve la passo!". Non erano tipi da cadere in imbarazzi, l'unica imbarazzata forse era Martina, ma con lei avevo parlato chiaro, mi piaceva vederla al centro delle attenzioni maschili, e siccome mi aveva detto che le piacevano, per me quello era il momento ideale.

Dopo un brevissimo silenzio Mirko disse: "Non qui però, in un posto più appartato ci sto" col sorriso rassicurante di chi scherza ma fa sul serio. "Senti che tetta" dissi io, lei era lì in esposizione e lui la toccò contento. Martina non diceva niente, ma mi faceva una sega sott'acqua. "Andiamo negli spogliatoi" rilanciai io, "A quest'ora saranno vuoti". Andammo velocissimi negli spogliatoi, erano le 4 di pomeriggio. Non so perché nello spogliatoio l'atmosfera cambia, se vedere nude le persone tra piscine e saune sembra del tutto normale, in spogliatoio acquista maggior carica erotica. L'unica spiegazione che mi so dare è questa: essendo cresciuto in spogliatoi di ragazzi, nel momento in cui lo spogliatoio diventa misto mi eccito, inoltre nello spogliatoio ci sono delle cabine apposite per passare dall'accappatoio ai vestiti senza disturbare nessuna sensibilità. Ecco perché per me diventa più erotico.

C'era solo un signore molto in là con gli anni che cercava di cambiarsi con le palle libere. Ci vide entrare e giustamente la presenza di una signorina non lo perturbò, continuò a stare piegato a novanta lasciandoci ammirare le palle enormi. Andammo a posizionarci sulle panche dietro una fila di armadietti che ci separava dal signore sconosciuto. 

"Toglitelo dai!" mi riferivo all'accappatoio di Martina. 
"Passa davanti al vecchio ti prego, se lo fai sei una grande!" disse Mirko
"Una grande puttana" disse lei. 
"E va bene dai, ha avuto una bella idea, e poi siamo in uno spogliatoio". Martina si spogliò, andò davanti al signore che la guardò e le disse: "Signorina, salve!"
"Salve!"
"Mica sono abituato a vedere ragazze così giovani, sa?"
Il vecchio era visibilmente contento. Lei gli sorrise, tutta nuda, faceva finta di cercare il phon.
"C'è un phon qui?"
"Eccolo" il vecchio volle essere sicuro che lo vedesse, così si alzò, ancora senza mutande per portarcela. Le mise una mano sulla schiena e con l'altra le indicò l'asciugacapelli. Lei lo ringraziò e venne verso di noi, che eravamo ben nascosti. Allora l'anziano le chiese se non se li asciugava, lei rispose di sì, ma dopo. 

"Contenti?" ci disse sotto voce, "Mi ha pure toccata?"
"Potevi toccargli il cazzo" dissi io che incominciavo a darmi da fare da solo, "Sii educata, inizia da loro" dissi eccitatissimo. 
"No dai non possiamo così" mi disse anche un po' seccata. Mirko ci chiese "Vi lasciamo soli?" poi al suo amico "Dai andiamo a vedere che non arrivi nessuno". 

"Cos'hai?"
"Cazzo mi hai preso per una puttana?"
"Ma amore! Ne avevamo parlato! Non ti piacciono?"
"Sì, ma se arriva qualcuno, se quello viene di qua?"
"Cerchiamo un altro posto?"
"Sì, e comunque non voglio tutti insieme!"
"Beh io devo esserci sicuro... Ne abbiamo parlato, voglio vedere mentre ti scopano"
Silenzio, poi "Ok, uno alla volta però".

Andai dagli altri, "Vuole solo uno alla volta, era tutto qui il problema".
"Allora dai vai tu, io sto qui così se arriva qualcuno vengo a dirvelo" disse Mirko a Paolo. 
Intanto il vecchio restava lì, forse aveva fiutato qualcosa. 
Tornai da Martina:
"Amore, qui è perfetto, vengono uno alla volta, l'altro controlla che non ci sia nessuno"
"Ok"
"Siamo sicuri qua... Solo che il vecchio non se ne va, ha ancora le palle per aria. Mi sa che ti sta aspettando"
"E mi dispiace per lui"
"Vai ad asciugarti i capelli, così è contento e se ne va forse"
"No, digli a uno dei due di venire a scoparmi, se vuoi, sennò me li scopo per i cazzi miei che mi hai rotto le palle!"

Arrivò Paolo, quello col bel culo, e non solo, aveva un bel fisico sportivo, non era molto alto ma aveva dei bellissimi addominali e pettorali, decisamente un bel tipo, si vedeva che non essendo particolarmente dotato si era dovuto dedicare molto alla palestra, a differenza dell'amico che si limitava a ringraziare madre natura.

Martina mi aveva rimproverato per bene, non mi sentii più di dirle cosa fare, volevo solo vederla e farmi una sega. Si inginocchiò per succhiarlo, io per un attimo mi sentii mancare, ma sedendomi mi ripresi, entrambi se ne accorsero, Paolo stava quasi per chiedermi se ero convinto di andare avanti in quella cosa ma Martina gli prese il cazzo in bocca e allora nessuno parlò. Ormai era fatta, man mano che mi riprendevo anche il mio cazzo si animava, presto lo ebbi duro. Martina però non è una grande amante dei preliminari, così andò verso una panca, portando il suo partner, si distese a gambe larghe e invitò Paolo ad entrare. Lui però si dedicò ad un gioco di lingua non particolarmente amato da lei, Martina aveva una certa fretta, non voleva essere interrotta sul più bello da probabili e spiacevoli arrivi. Andai a sedermi accanto alla testa della mia ragazza che presto ne approfittò per usarmi da poggiatesta e stare più comoda. Finalmente veniva penetrata, il pene modesto entrò senza colpo ferire. Io mi masturbavo, ma avrei gradito un aiuto della mia ragazza che non arrivava spontaneo. Allora lo chiesi esplicitamente, mi degnò della sua mano. Lui la scopava con un certo imbarazzo, forse a causa mia. Non la toccava. Aveva delle tette fantastiche ancora umide e ballonzolanti lì tutte per lui. Ne strinsi una e gliela offri "Cazzo, non ti piacciono?". Era concentrato, guardava verso la fica o la pancia. "Stringile, le piace!". Forse ero invadente ma Cristo non si può guidare una Ferrari senza tirarla.

Finalmente le prese il seno che stavo stringendo, lo lasciai per lui, ma siccome non si curava dell'altro mi inginocchiai a fianco per poterlo leccare. Lei non riusciva a masturbarmi in quella posizione, ma potevo fare da solo. 

"Posso venire dentro?"
"Sì vai tranquillo, sennò ti facevamo mettere il preservativo...prende la pillola"
"Ok"
"Sempre se a Mirko va bene che vieni lì!".
Andai da Mirko, non perché mi interessasse sapere se gli andava bene, ma per vedere com'era la situazione, "Se sborra dentro ti fa schifo?" chiesi discretamente siccome il vecchio continuava a rovistare nel suo borsone, sempre nudo. "Cazzo sì, ha già fatto?"
"No non credo"
"Aspetta qua" disse e andò da Paolo. "Devi già venire?"
"Sì"
"No, spostati o vieni da un altra parte, che tocca a me"
"No"
"Sì, spostati cazzo"
"Dai esci" disse Martina che non voleva perdere l'occasione di farsi il cazzone. Paolo uscì, stava per venire: "Ti vengo in bocca!". Io volevo evitare ma non dissi niente, l'avrei baciata comunque. Rovinai però tutto mio malgrado perché entrarono tre signori. 
"Ragazzi, c'è gente". Si ricomposero, subito, si coprirono per non mostrare le erezioni, e lei rovistò indifferente nell'armadietto, come faceva il vecchio da molti minuti aspettando di rivedere la sua dea. I signori arrivarono e non notarono nulla di strano, se non che la ragazza era insolitamente bella (so che sono di parte, ma è obiettivamente vero). Quelli avevano proprio l'armadietto vicino a dove eravamo noi, e sembravano non essere troppo veloci, così proposi di spostarci momentaneamente nelle docce. Passammo davanti al nostro vecchietto. Sorrise a Martina e lei lo salutò. Le docce erano molto intime, erano separate dallo spogliatoio e tra l'altro erano divise per sesso, ma ce ne accorgemmo solo alla fine. Inoltre prima di accedere alla zona doccia si poteva vedere con largo anticipo chi arrivava. 

Nella zona nascosta si misero Mirko e Martina, io dissi a Paolo di stare attento e andai vicino a loro. Lei si piegò leggermente in avanti a gambe aperte e lui la penetrò con la sua grossissima minchia. Le mani lei le appoggiava al muro, ma quando arrivai io le offrii il mio appoggio e finalmente godetti di un bel pompino. Paolo protestava non poco, giustamente era pronto a venire e fu interrotto così. 
"Finché non viene non la finisce di rompere" disse il suo amico che spingeva già come un ossesso nella fica della mia ragazza. 
"Ti do il cambio" gli dissi, "Vieni qua e sborrale in bocca o dove cazzo vuoi!".
Ci scambiammo le docce. Non arrivava nessuno. Lui le mise il cazzo moscio in bocca che presto diventò duro. 
"Stringile quelle tette!" gli dissi alzando la voce.
Che bello vedere quella che presto sposerò mentre prendeva uno dietro e uno in bocca. Mirko era fantastico, sapeva cosa fare, la sculacciava, le infilava il dito nel culo, anche se lei non era proprio entusiasta, aveva il culo vergine e voleva conservarlo così. Ma con la bocca piena non poteva dirglielo. Iniziò a masturbare con vigore il cazzo di Paolo mentre lo teneva ancora in bocca. Godeva come un matto e finalmente venne, non solo in bocca ma anche un po' sulle guance e sul mento. Finalmente potevo tornare lì. Non le pulii la faccia, tornai dentro la sua bocca che aveva ingoiato tutto. Non mi disgustava molto lo sperma rimasto fuori. 

Mirko mi disse: "Se cambiamo posizione? La tieni per le braccia così la scopo davanti!". Così non potevo farmelo succhiare, ma poco importava. Ci posizionammo, grazie a Dio non pesava niente e io la tenevo da sotto le braccia e lui dalle gambe, aveva forte presa e poteva spingere, inoltre mostrava grande passione per quelle gran tette e per una mossa che "barca a motore" descrive perfettamente. Era molto più bello far scopare la mia donna da quel cazzo esperto e fantasioso. Purtroppo nuovamente fummo interrotti. Stavolta non c'erano asciugamani per coprirci le evidenti erezioni, allora Mirko si girò cazzo al muro e io feci come lui. Era un uomo sui quaranta, cazzo piccolo, fisico curato. Vide la ragazza e le disse qualcosa in tedesco. Lei non capì e gli chiese di ripetere in inglese. Le stava dicendo che la doccia era per uomini. 

"Oh mi scusi, non mi ero accorta, pensavo fosse mista, come gli spogliatoi" disse lei in inglese. 
"Oh non è un problema per me! Resti pure, era solo per avvertirla".
"Ok, beh ormai sono qui" e rise. 

Finita la doccia andammo di nuovo in spogliatoio, lì trovammo solo una signora adesso, era con l'uomo della doccia. Andammo nell'angolo più lontano. 
"Andiamo nei camerini!" disse Mirko che non ce la faceva più.
Entrarono insieme controllando di non essere visti. Non potevo stare fuori, li seguii. Dentro era molto stretto ma dovevo esserci.
"Non possiamo fare rumore!" disse Martina un po' preoccupata. 
"Dove cazzo possiamo andare altrimenti?" disse Mirko.
Mentre riflettevamo la porca eccitatissima ci masturbava entrambi. 
"Intanto scopate" dissi io, "Se fate troppo rumore torneremo in doccia sperando sia vuota"
"In bagno" ebbe l'idea Martina. 
"Proviamo".

Uscimmo dal camerino, ci vide in pieno il signore della doccia, credo che gli caddero le palle nel vedere quella zoccola uscire dal camerino con noi due visibilmente eccitati. Andammo in bagno, anche Paolo ci seguì. In bagno c'era una gran pace. Era fatto in modo da essere indisturbati e si poteva anche godere in santa pace, senza problemi acustici. Entrammo tutti e quattro.

"Io rientro in gioco ragazzi, ce l'ho ancora duro" comunicò Paolo. Non credo che a Martina gliene fregasse qualcosa. Si sedette sul cesso, gambe spalancate, io da un lato, Paolo dall'altro e Mirko il grande centravanti in mezzo, punta di peso. Riprese a scoparla deciso. Appoggiò la testa sulla spalla di lei mentre la teneva dalle gambe e spingeva come un toro. La testa di Martina era piegata verso di me, ci guardavamo felici e mi succhiava il cazzo tenendolo saldamente in mano. All'altro concedeva generosamente una sega.

"Vienimi in bocca amore!" mi disse. 
"Succhia, succhia amore!" risposi. 
"Posso dirle che è troia?" mi chiese Mirko ridendo.
"Ehi" intervenne lei ridendo.
"Scusa" altrettanto sorridente Mirko.
"Dimmelo, pisellone!"
"Troia"
"Puttana" disse Paolo.
Martina si voltò verso Paolo e glielo prese in bocca. Gli disse "Tu non puoi dirlo" scherzava. 
"Perché?"
"Perché non sei pisellone!"
Ridemmo tutti. 
"Torna qua" dissi io. Le venni in bocca. Finalmente. 
"Io tra poco ti vengo dentro" disse Mirko. 
"Vorrei rientrare anche io" gli ricordò Paolo.
"No ragazzi non ce la faccio più, vi prego"
Mirko venne dentro, quando uscì dalla tana molto sperma colava, l'aveva davvero riempita.
Esausta non si oppose all'intervento a cazzo teso di Paolo, e nemmeno io lo feci, anzi ero contento, 

Durò poco, non degno di nota. Venne dentro aggiungendo e mischiando lo sperma. Indossammo tutti i nostri accappatoi, tornammo allo spogliatoio, stavolta era abbastanza pieno. Chi ci guardò bene poté scoprire quanto successo, anche perché Martina aveva un po' di bianco ai margini della bocca. E perdeva liquidi tra le gambe. Stavolta la doccia la facemmo sul serio. Rispettando le regole. Poi ci salutammo e ce ne andammo. Mai più visti, ma ancora nei nostri cuori. 
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Io, Martina e gli amici delle terme:

Altri Racconti Erotici in orge:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni