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Cancun, resort - giorno 3
di pato3
24.01.2016 |
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"Dovete andare in chiesa?", ci chiese Jürgen quando ci vide così vestiti..."
Dormimmo tutta la mattina. All'una di pomeriggio ci svegliammo e facemmo la doccia insieme, molto rapidamente perché avevamo fame. Così all'una e mezza eravamo giù per fare una colazione nutriente. Andammo completamente nudi. La sera prima avevamo perso ogni dignità. Ma eravamo felici. Fu divertente essere gli unici con i genitali al vento. Non entrammo nel ristorante per conservare quel poco di decoro che c'era rimasto (se c'era rimasto). Consumammo la nostra colazione in riva al mare. Ce la portò un simpatico cameriere di colore che indugiò parecchio per poter studiare bene la mia Laura. In spiaggia si stava divinamente. Una brezza leggera ci teneva freschi nonostante la temperatura elevata. Passammo due ore. Poi ci facemmo un bagno in quelle acque meravigliose e infine tornammo in camera per vestirci ed uscire dal resort. In acqua una coppia anziana si era avvicinata a noi, sperando di portare a casa qualche giochetto. Ma, con le performance del giorno prima ancora stampate in mente, preferimmo evitare di spingerci oltre una breve chiacchierata.
La città era bella, ma avevamo troppa nostalgia del nostro resort e alle sei tornammo alla base. C'era tantissima gente a quell'ora. Moltissimo volti erano nuovi. I lettini erano tutti occupati. Andammo in camera per metterci l'essenziale e Laura decise che non aveva nulla di appropriato. Allora scendemmo ancora nudi per andare a comprare i costumi nel negozio del resort.
Laura comprò un filo interdentale (davanti e dietro) bianco abbinato a un reggiseno a triangolo (molto, molto striminzito) sempre bianco. Io comprai uno slip blu quasi altrettanto striminzito che non lasciava nulla all'immaginazione.
Passammo un po' di tempo in piscina e non ci volle troppo tempo prima che un'altra coppia si avvicinasse a noi. Avevano una quarantina d'anni, ma erano molto giovanili ed atletici. Erano tedeschi. Ci dissero di averci notato la sera precedente ma di non essersi avvicinati perché c'era già troppa gente intorno a noi. Era la terza volta che venivano in quel resort e ci raccontarono che oltre agli eventi ufficiali proposti dal resort esistevano degli eventi paralleli e più spinti che la direzione permetteva informalmente, prestando delle aree periferiche.
Questo giustificava la relativamente scarsa presenza di gente della sera prima rispetto alla quantità di stanze occupate. Il ventaglio di possibilità per la sera era dunque più ampio. In particolare quel giorno potevamo scegliere tra l'ufficiale schiuma party (cosa che ci piaceva tantissimo) e altri due eventi nascosti. Quando ci disse di cosa si trattava restammo abbastanza di stucco, per non dire scandalizzati. Intanto per quella sera optavamo ancora per la scelta tradizionale: schiuma party, e il costume comprato da Laura cadeva quanto mai a pennello. Alla coppietta piaceva molto. Entrambi lasciavano cadere l'occhio volentieri. Anche loro due, come detto, erano belli. Biondi e statuari, lui usava il costume solo per immergersi in piscina, togliendoselo poi quando usciva. Aveva proprio una gran minchia: perfettamente rasata e circoncisa. Lei invece tenne sempre il perizoma ma toglieva e rimetteva frequentemente il reggiseno, così veniva osservata di più.
Per la sera decidemmo di accompagnarci a loro. Avevamo appuntamento da loro alle 22. Andammo con i nostri costumi e con una maglietta e addirittura una gonna per Laura.
"Dovete andare in chiesa?", ci chiese Jürgen quando ci vide così vestiti.
"Non volevamo sembrare troppo appariscenti", rispose Laura.
Lucia ancora non era pronta e chiamò Laura in camera per consigli tra donne. Così rimasi solo con lui. Mi disse di essere un nudista e uno scambista incallito. Io gli feci capire di essere quasi un neofita, ero stato in alcune terme d'oltralpe, quindi nudiste, ma di non aver mai provato niente di simile a quanto stavo provando a Cancun.
Intanto dalla stanza uscirono le due belle. La mia era rimasta com'era. La maglietta bianca era perfetta e presto sarebbe diventata trasparente, ancora una volta. Lucia indossava una camicetta scollata blu di lino, molto sottile, che dava sul trasparente già da asciutta. Senza reggiseno, la sua quarta esagerata era libera di ballonzolare. Aveva una minigonna vertiginosa che innocentemente alzò per farci vedere che aveva scelto di non portare le mutande.
Bevemmo qualche drink e chiacchierammo un po'. Jürgen si affacciò al balcone per vedere se c'era già movimento in pista, ma ancora niente. Allora ci propose un gioco per ammazzare il tempo. Da un mazzo ognuno sceglieva una carta, chi pescava la più bassa poteva scegliere tra bere un bicchiere di rum o fare una penitenza decisa dagli altri tre. I primi giri andarono a rum. Destino volle che su cinque giri, quattro volte toccò a Lucia. Poi la fortuna iniziò a girare. Ma quando toccò di nuovo a Lucia la carta più bassa, la donna optò per la penitenza. Allora noi tre ci mettemmo d'accordo e la obbligammo a bussare alla porta accanto e mostrare le tette.
Accanto c'era una coppia di americani più o meno della stessa età dei tedeschi. Molto entusiasti si aggregarono al gioco. Si chiamavano Richard e Mary. Lui era l'uomo McDonald in persona, lei invece era una donna carina, mora di capelli e chiara di carnagione. Labbra carnose e poco seno, mi eccitava molto di più di tante altre siliconate che avevo visto.
Toccò proprio a lei la carta più bassa. Dato il vantaggio in termini alcolici poteva giocare l'opzione rum. Ma invece scelse la penitenza. Di idee spinte ce ne vennero parecchie, ma per iniziare, quella che ci sembrò più moderata fu di farle leccare l'ano del marito. Una scena raccapricciante se non fosse stato per il rum e per la bellezza del potere, della perversione di imporre a qualcuno qualsiasi cosa.
Quando toccò a me scelsi anche io il brivido della penitenza. Ero nelle mani di quei cinque pervertiti, Laura compresa. Decisero che dovevo calarmi le mutande, mettermi a novanta sul tavolo e farmi sculacciare per un minuto dai due uomini. Era il massimo della bisessualità che volevo permettermi. Accettai senza entusiasmo, ma mi piacque un casino.
Il tempo volava, la festa stava decollando ma eravamo troppo dentro il gioco e non volevamo interromperlo per andare ad annoiarci con un po' di schiuma. Così lo schiuma party andò a farsi benedire.
Toccò finalmente al tedesco. Ma stoicamente decise ancora di bere. L'americano pure giocò la carta rum per un paio di giri. Così toccò nuovamente a Mary. Stavolta bevette anche lei. Toccò un po' a tutti bere un paio di rum. A cedere di nuovo alla penitenza, finalmente, fu Laura, che ben lungi dal voler vomitare, preferì la punizione. Fu quanto mai severa e fu pensata da me. Doveva scendere alla festa senza mutande e farsi masturbare da un viscido uomo in sovrappeso che avevamo indiviudato a bordo piscina. Il fortunato non sapeva ancora di esserlo quando si vide arrivare questa ragazzina disponibile. Fece il suo lavoro e dopo un paio di minuti Laura lo salutò e tornò di corsa da noi che avevamo anche ripreso la scena con il telefonino.
Siccome la cosa rischiava di degenerare, si decise di confinare alla stanza le penitenze. Così Lucia andò a prendere in camera una borsetta di vibratori e lubrificanti. La cosa si faceva pericolosa.
Fu Richard a pescare la carta più bassa. Bevve ancora. Era senza limiti. Poi toccò a me e anche io presi la stessa scelta. Anche se ero quasi al limite dell'alcool che potevo sopportare, non volevo fare una nuova penitenza.
Lucia pescò un bel due di cuori: era lei a dover scegliere tra penitenza e bere. Ci guardò, indecisa, brilla. Optò per la penitenza. Il marito propose di farla stare per tre turni con uno di quei vibratori ben infilato nella fica. Accettammo. Lei, sotto la gonna, si infilò il vibratore acceso e iniziò ad arrossire. Mentre lei godeva, il gioco continuava.
Jürgen finalmente cedette; penitenza. Riflettemmo molto e poi andammo con la punizione. Lo facemmo sedere sul divano, gli legammo le mani dietro la schiena. Le innocenti Mary e Laura gli andarono vicino, si strusciarono su di lui, si tolsero tutti i vestiti. Coi seni gli sfioravano il viso e poi si tiravano indietro. Lo fecero eccitare. Gli tolsero le mutande. Prima una, poi l'altra portarono la figa vicina al cazzo, lo toccarono, lo prepararono ad entrare. E sul più bello, lo lasciarono a bocca asciutta! Tremendo!
Toccò, poi, all'energumeno la carta più bassa. Un altro giro di rum avrebbe steso chiunque, forse non lui, ma decise comunque di non rischiare. Si affidò alla nostra penitenza. Ben più severa. Anche lui fu legato sul divano, sperava di ricevere lo stesso trattamento di Jürgen. Laura e Lucia gli andarono vicino e gli bendarono gli occhi. Allora io e il tedesco le sostituimmo. La moglie, Mary, venne a leccargli le palle. Il suo cazzo si fece di marmo, ma poi la bellissima Mary fu tutta per noi due europei, davanti all'americano.
Gli levammo la benda mentre, a dieci centimetri dai suoi occhi, Mary teneva due cazzi in bocca. "Fantastico!", esclamò lui. Le carte non servivano più. Stendemmo Mary sulle gambe del marito e la scopammo a turno, dopo aver messo i preservativi. Si avvicinarono anche le ragazze. Mentre Jürgen scopava Mary adagiata sulle gambe del marito, lei me lo succhiava e intanto Laura mi baciava selvaggiamente mentre la spogliavo. Lucia provava a succhiare il cazzo dell'americano legato, ma le riusciva difficile così si levò il vibratore dalla figa, si mise in piedi sul divano sopra Richard e se la fece leccare avidamente. Poi Jürgen mi cedette il turno e toccò a me scopare Mary. Il tedesco prese la mia ragazza e la fece sedere a terra in modo da avere la sua bocca e quella di Mary vicino, così poteva inzuppare il biscotto in due tazze.
Finalmente provammo un po' di compassione per Richard e decidemmo che doveva scopare anche lui. Io e Jürgen ci sedemmo accanto a lui e tutti e tre avevamo una donna da scopare. Io ero cavalcato ancora da Mary, Jürgen da Laura e Richard da Lucia. Dopo qualche minuto iniziò la rotazione: Mary passava a Jürgen, Lucia a me e Laura a Richard. Finalmente avevo quelle tette teutoniche tutte per me. Mentre venivano scopate, Laura e Mary iniziarono a baciarsi con la lingua, con una foga che raramente avevo visto. Ma ciò che mi colpì fu che anche i due uomini iniziarono a farlo. Mary disse qualcosa al tedesco e poi a suo marito. Si alzò dal suo cazzo, lo stesso fece Laura e Richard si chinò per succhiare il cazzo di Jürgen. Non mi sconvolgeva più niente. Ma io non avrei preso parte a quel gioco. Lucia, vedendomi che mi concentravo sempre di più su di lei e sulle sue tette mi chiese: "Non ti piace quello che stanno facendo?". "Non tantissimo", risposi.
Laura e Mary erano in piedi ad osservare la scena, poi iniziarono a baciarsi e a toccarsi finché vidi chiaramente un dito di Mary entrare completamente nel culo di Laura. A quel punto le chiamai verso di me, dato che i due maschioni erano impegnati a darsi piacere l'un l'altro. Chiesi alle due belle di leccarmi le palle mentre ancora scopavo Lucia. Lo fece solo Mary. Laura, invece, venne a mettermi la figa in bocca. E mentre la leccavo io, la leccava anche Lucia. Le nostre lingue si incontrarono nell'umidità della figa di Laura provocandole un piacere enorme. Tanto che chiese di far cambio con la tedesca. La mia ragazza iniziò a cavalcarmi come una posseduta e mentre Mary ancora spingeva con la lingua sulle mie palle sentivo che sarei venuto presto.
Lucia andò ad immischiarsi tra suo marito e l'americano e chiese ad uno dei due di andare a scopare Laura. Si alzò l'americano. Lucia prese un vibratore e se lo mise nella figa, poi si mise a pecorina e lo prese in culo dal marito. L'americano intanto pensava di metterlo nel culo di Laura ma lei gli disse di entrare nella figa. Così, per la prima volta fu "double penetration", come amava ripetere Richard, nella figa.
Venimmo tutti e tre. Uscimmo dalla figa di Laura. Lei sfilò il mio preservativo e bevve la sborra dando l'esempio a Mary che fece lo stesso col preservativo del marito.
"Mary non ha goduto abbastanza!", ripeté ansimando un paio di volte Lucia. Voleva i nostri cazzi in bocca per rianimarli e donarli a Mary. La accontentammo. Li prese in bocca insieme. Poi uno a uno tra le tette e fummo subito duri. Prendemmo Mary e la buttammo sul letto nella stanza dei tedeschi. Laura venne con noi. Le due ragazze a sessantanove, Richard sotto a fare da materasso ad acqua e a sfondare il culo di Mary, io nella figa, mentre Lucia le stimolava il clitoride con mano e lingua.
Dopo un po' arrivò anche Jürgen che con l'aiuto dei vibratori aveva sfinito sua moglie. Mise il cazzo in bocca a Laura e le venne dentro. Laura, che amava la sborra mi chiese di non venire dentro Mary, ma di uscire e venirle in bocca. Così, quando fui pronto obbedii e dissetai la mia donna. Purtroppo però Mary ancora non era pronta, ma per lei c'era l'ausilio della tecnologia. Così con il vibratore nella figa e il cazzo in culo, l'americana ebbe il suo tempo per godere. Quando anche Richard fu ponto, sensibile alla sete di Laura le inondò il volto, non facendo nemmeno in tempo a riempirle la bocca. Allora Laura si leccò via dalla faccia quel che riuscì,il resto toccò leccarglielo via a Mary e Jürgen.
Alle tre eravamo nel nostro letto, io e il mio amore da soli. Non l'avevo mai amata tanto. Certe scene però mi avevano fatto riflettere e non presi sonno fino alle 6. Stavo pensando a quel ragazzone di colore con la ragazza rossa. Quello del giorno prima, che "era più interessato a me che a Laura".
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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