orge
Cugini 2 (bisex)
di pato3
20.12.2013 |
19.092 |
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"I due amici francesi distesi sul prato non persero l'occasione di mostrare meglio le loro figure, non erano neanche gli unici, anzi, era normale vedere..."
Giovanna, mia cugina, mi promise che il primo nero l'avremmo condiviso, forse a lei era passato di mente quel patto ma io ci pensavo sempre. Sebbene l'esperienza con suo fratello mi avesse un po' spento gli entusiasmi, sapevo che era solo questione di trovare l'uccello giusto. Iniziai a guardarmi intorno, ma a scuola non c'era niente di appetibile. C'erano invece molte belle ragazze, di tanto in tanto uscivo con alcune, ed ebbi qualche piccola storia, anche Giovanna la dava in giro e noi come sempre condividevamo le nostre esperienze. Naturalmente le ricordavo che se se lo trovava nero doveva chiamarmi, in onore della vecchia promessa. Due anni dopo, avevo da poco festeggiato i 17 anni, era estate, io e Giovanna partimmo per una vacanza-studio di tre settimane a New York. C'era gente da ogni parte del mondo, a lezione capitammo vicini a due ragazzi francesi, entrambi color cioccolato fondente. Leo e Fabien avevano 18 anni ed erano praticamente perfetti: simpatici, belli, muscolosi, giocavano a rugby ed erano bravi in inglese. Leo portava i capelli lunghi, con le treccine, Fabien invece li portava molto corti. Un pomeriggio, non avevamo nessuna lezione né visite guidate, andammo a fare un giro a Central Park. Faceva molto caldo e ci fermammo all'ombra di un albero. I due amici francesi distesi sul prato non persero l'occasione di mostrare meglio le loro figure, non erano neanche gli unici, anzi, era normale vedere ragazzi a torso nudo attorno a noi. Ma questi due erano vicini e attizzati. Io mi sentivo quasi un peso, perché eravamo sì tra amici, ma quelli puntavano a mia cugina in modo piuttosto evidente. La sera stessa dopo cena andammo tutti e quattro al loro alloggio, visto che loro due erano soli, mentre noi lo condividevamo con una ragazza. Leo e Fabien non sospettavano delle mie preferenze, infatti qualche giorno prima ad una festa mi ero fatto una ragazza spagnola. Non era degna di nota, eravamo entrambi ubriachi.
A casa loro cominciarono a fare stupide gare per conquistare mia cugina, inutili prove di forza, perché tanto avrebbero vinto entrambi, ma piacevoli perché scaldavano decisamente l' atmosfera. Iniziarono con una serie di sfide a braccio di ferro, ancora una volta a petto nudo, io partecipai giusto per, erano troppo forti. Poi mia cugina arrapata cominciò a fare richieste esplicite. Voleva giocare al gioco della bottiglia, i due subito accettarono, lei però pose una condizione: tutti baciano tutti, nessuna distinzione di sesso. I due inizialmente erano titubanti, poi mia cugina promise che ogni volta che due maschi si fossero baciati lei si sarebbe tolta un indumento. Era tutto pronto, mancava la bottiglia, ci scolammo in quattro una bottiglia di vodka alla fragola, in modo da essere più spigliati.
Adesso si poteva partire, tocca a Giovanna: Bacio sulle labbra...ruota...Leo. Si baciarono molto teneramente, Fabien li interrompe, adesso tocca a Leo: bacio sulle labbra, ruota, me. Dopo le prime resistenze, peraltro solo simulate da parte mia, mi baciò. Molto rapidamente, gli altri due insistettero per vedere un bacio più appassionato, ricordai a Giovanna che lei doveva togliersi la maglietta e lo baciai più appassionatamente. Giovanna si tolse la maglietta. Adesso toccava a me, il primo giro lo facevamo con il bacio e quindi continuai, girai la bottiglia e toccò nuovamente a Leo, ci baciammo come prima, e Giovanna si tolse i pantaloni. Ora toccava a Fabien, finora inattivo. Eravamo tutti eccitati per quella meraviglia di mia cugina ormai quasi nuda, il seno era ancora cresciuto, lei era rimasta magra, non si era allungata molto in altezza, i capelli biondi e lunghi continuavano a scorrere sul suo petto e sulla schiena. Prima che Fabien girasse la bottiglia Giovanna precisò che l'intimo lo toglieva solo se anche i maschi iniziavano a spogliarsi. Fabien fu fortunato, e mia cugina pure, infatti la bottiglia scelse lei, i due si baciarono con la lingua, a quel punto Leo protestò scherzosamente perché con lui non aveva messo la lingua.
Toccava di nuovo a Giovanna, noi ragazzi eravamo tutti a petto nudo, la posta in palio adesso erano i pantaloni. Toccò a me toglierli per primo, poi io girai e toccò a Fabien. Io portavo dei boxer neri, si vedeva la mia erezione distintamente, Fabien aveva degli slip stretti e bianchi, non un'erezione ma una mazza barzotta pronta ad alzarsi all'occorrenza. Toccava ora ai due ragazzi girare, adesso le cose da togliere erano quasi finite, infatti sicuramente uno dei due avrebbe pescato qualcuno che già aveva solo l'intimo, eravamo tutti belli caldi e speranzosi di non essere noi, girò prima Fabien, che poteva beccare Leo, ancora con i pantaloni, ma lo mancò, e per la gioia di tutti andò a beccare Giovanna.
Giovanna che indossava una brasiliana bianca, quasi trasparente, ci deliziò con un lentissimo mini spogliarello, si alzò e si girò di spalle, si abbassò lentamente le mutande e si sedette sempre di spalle, e poi si girò. Prima stava seduta con le gambe incrociate, ma adesso per stare seduta composta e mantenere l'ultima briciola di decoro, si sedette sulle ginocchia, non si vedevano le labbra ma si vedeva chiaramente la striscia di pelo finissima, moicana che aveva lasciato, un taglio ben fatto, e da poco, eccitante e preciso.
Leo girò la bottiglia, di nuovo a me, dovevo togliere le mutande, erezione netta, durissima, fantastica. Tutti ridemmo, non per le dimensioni, mi difendo, pur non essendo ai livelli dei ragazzoni, ridevamo dall'eccitazione. Facevano battutine sul fatto che eravamo cugini, pensavano che non ci saremmo mai spinti oltre.
Il terzo giro era ormai a livello pesante: per chi non ha più le mutande c'è il sesso orale. Gira Giovanna, tocca a Leo, finalmente via i pantaloni. Sorpresa: non aveva le mutande, le aveva tolte in una rapida assenza per andare in bagno, la sorpresa fu grossa in tutti i sensi, anche lui ce l'aveva eretto, durissimo, lunghissimo, gli chiesi sfacciatamente quanto ce l'aveva lungo: 26cm. Mi congratulai con fare serio, ma in modo ovviamente goffo, ancora risate, l'alcol ci stava dando una grossa mano. Tutti eravamo incuriositi ormai dall'ultimo mistero, ci avventammo allora su Fabien per togliergli le mutande, e poi su Giovanna mentre aveva ancora le mutande di Fanbien in mano, per toglierle il reggiseno. Lei accettò, si voltò e si fece sganciare il reggiseno da me. Voleva anche misurare l'erezione di Fabien, ma non ce l'aveva duro, Giovanna glielo segò fino all'erezione: 22cm. Come nulla fosse Giovanna ci riportò a giocare, ora eravamo tutti nudi, e noi maschi di tanto in tanto ce lo sbattevamo per mantenerlo sveglio.
Toccava a me, adesso lo step era il sesso orale, Giovanna mise in chiaro che siccome era l'unica donna dovevamo accettare il rischio di finire con un ragazzo, a meno che tutti non fossimo riusciti a puntare la bottiglia contro Giovanna, cosa statisticamente improbabile. Finalmente. Qualsiasi cosa mi fosse capitata sarebbe stata fantastica. Preferivo Leo, soprannominato da quel giorno "l'enorme", invece mi capitò il meno enorme, Fabien. Leo se la rideva da morire, in realtà a lui sarebbe andata peggio, ma ancora non lo sapeva. Sempre quel simpaticone di Leo mi disse che prima di iniziare dovevo mettere il reggiseno di mia cugina, anche lei iniziò a ridere, io accettai, volevo giocare, volevo essere la loro donna.
Indossato il reggiseno, credo anche che Leo abbia scattato qualche foto, o girato un video, mi inginocchiai verso Fabien, che si era alzato in piedi, e aveva le mani nei capelli, voleva tirarsi indietro, ma il gioco era quasi sacro, c'era una specie di parola d'onore da rispettare, quindi si fece coraggio, dopo svariati minuti e diversi bicchieri. Il cazzo gli si era ammosciato, ma lui era pronto psicologicamente a quello che stava per succedere. Iniziarono a comprendere (sempre nei limiti dell'ubriachezza) che a me non dispiaceva, visto che a differenza di Fabien la mia erezione non si era placata. Fabien si appoggiò con il sedere e le mani sul tavolo, offrendomi il suo pene, io mi avvicinai, senza mani, baciai solamente il pene, aspettandomi naturalmente che gli altri chiedessero di più. Per Fabien poteva bastare ma alla fine ci accordammo che bastava prenderlo in bocca, almeno tutta la cappella, e tenerlo 5 secondi. Giuro che Leo e Giovanna contarono i secondi. Io non avevo preso solo la cappella, e non l'avevo fatto con disgusto. Anzi, avevo spalancato la bocca e preso il cazzo fin dove potevo, poi chiuse le labbra avevo leggermente fatto su e giù per il tempo necessario.
Tornammo seduti, rispettosi di quello che la sorte aveva in serbo per noi, decisi ad accettare, perché ormai eravamo in gioco, eravamo ad un oceano di distanza da casa. Ci stava tutto, anche per loro. Toccava a Leo girare, la bottiglia lo portò su di me, prese la mia cappella grossa e dura per 5 secondi.
Giovanna interrompe il gioco: "Beh è chiaro che volete restare soli tra uomini, io vado!". I due ragazzi quasi divennero violenti, anzi lo erano diventati e Giovanna fece subito capire che stava scherzando, ma disse anche: "Potete farmi quello che volete, ma dovete farlo pure a mio cugino". Io in realtà non ero disponibile come lo poteva essere lei. Ma quei due ormai avevano completamente perso la testa, e anche io sinceramente ero diventato più aperto del solito.
Io avevo ancora il suo reggiseno, Giovanna mi venne vicino e mi baciò, capì che avevo bisogno di essere rassicurato e guidato in questa cosa. Mi succhiò il cazzo, in quel momento era l'unica cosa che le venne in mente per mettermi più a mio agio, mentre lei succhiava il mio pene anche gli altri due mi affiancarono e ora lei era impegnata con tre cazzi.
"Fuck us" ripeteva queste parole, scopateci, io avevo gran voglia di succhiare quei cazzi, e di scopare mia cugina, non proprio però di essere scopato. Mentre ero vicino a lei e quei due erano andati a prendere i preservativi, io presi mia cugina da dietro e la penetrai, era per me in quel momento l'unico rifugio possibile, lei era capace (e penso lo sia tutt'ora) della pecorina più sensuale che si possa immaginare, la schiena bianca ha una pelle perfetta, delicata, senza un neo. Il culo si apriva bellissimo sotto i colpi che infliggevo alla vagina, le mettevo anche un dito nell'ano: era troppo invitante per non farlo.
I due ragazzi eccitati dalla scena si avvicinarono con i preservativi, io l'avevo penetrata senza, e per evitare guai presto dovetti cedere il turno a Leo "l'enorme", ora Giovanna gridava, non credo che abbia mai avuto neanche in seguito un cazzo così grosso. Mentre godeva e aveva la testa tra le mani con la faccia appoggiata a terra, e quindi non aveva la possibilità di ricevere un altro cazzo, di tanto in tanto ricordava a Fabien che doveva scoparmi, Fabien dapprima si masturbò piazzandosi con la faccia sotto le tette di quella pecorina di mia cugina, poi mi fece cenno, senza troppo entusiasmo di sedermi sul suo cazzo, io non potevo assolutamente mettermelo dentro da solo, quindi preferii fargli un altro pompino, stavolta ce l'aveva duro, e credo anche che gli piacesse farselo succhiare da me. Comunque chiese anche a mia cugina di succhiarglielo. Mia cugina cambiò quindi posizione con Leo, ora Leo era sotto e mia cugina sopra, lo prendeva nella figa e succhiava Fabien, io ero seduto accanto a lei, gli leccavo le palle e lo prendevo in bocca quando Giovanna me lo passava. Fabien prendeva la testa di tutti e due e ce la spingeva contro il suo cazzo, ormai gli piaceva anche la mia presenza.
"Adesso fai come me" mi disse Giovanna, mi fece mettere a pecorina, dopo essersi liberata della presa di Leo, e mi penetrava con due dita, poi invitò i due a prendere la vaselina che sempre previdenti i ragazzi avevano portato con sé a New York. Si fece aprire il culo, era Fabien che la sfondava, io la guardavo terrorizzato, lei mi diceva che era bellissimo e intanto urlava, Leo spalmava e penetrava con le dita, poi non furono più le dita, ricordo solo che mi sentii attraversato per tutto il corpo come da una forte scossa elettrica. Anzi qualcosa di più intenso, Giovanna mi disse che Leo non mise che una minima parte del suo cazzo nel mio culo, forse poco più che la cappella, ma mi faceva impazzire, era fantastico, rapidissimo nell'entrare e uscire, un martello pneumatico, una trivella. Posso dire tranquillamente che non solo mi fece godere ma mi dette anche una lezione di sesso, che mi servì per il mio ruolo attivo. Io ero senza forze, Leo invece era diventato un missile incontenibile, accettai di buon grado di finire in panchina anche perché così Giovanna poteva avere la sua doppia penetrazione.
Mi distesi su un letto e guardavo a malapena quella cosa meravigliosa che mia cugina stava vivendo nel letto a fianco, sotto c'era Leo che si occupava della fica, e sopra a chiudere il sandwich quell'altro le sfondava il culo. Sudati, con i muscoli tirati, quei due instancabili la facevano godere, lei chiamava il mio nome, allora mia avvicinai: "Baciami, dammelo anche tu!" la baciai sulle labbra, era affetto, amore non lo so, era mia cugina le volevo e le voglio più bene di ogni altra persona. Glielo misi in bocca, lei piangeva di gioia, mi diceva che mi amava, che ero fantastico, era l'alcol ma era anche una forma d'affetto tutta nostra. Me lo succhiava ed era già duro, le sborrai in bocca, e quelli ancora continuavano, la baciai ancora, le toccavo le tette, insieme agli altri due, gliele leccavo, anche se c'era ogni liquido su quei seni, sudore, vaselina, sborra, saliva. Continuava a menarmelo nonostante fosse moscio, aveva bisogno di me. Fabien lasciò il suo culo, era venuto, lei voleva la sborra in bocca quindi chiese a Leo di non venire nel preservativo. Leo dopo qualche minuto la avvertì e tolse il preservativo per metterglielo in bocca e venirle dentro.
Restammo a dormire lì. Il giorno dopo evitammo di parlare con Fabien e Leo, e restammo a casa a scopare tutta la sera. Il giorno seguente era ora di partire. Non salutammo i due, c'era imbarazzo e nient'altro. Entrambi siamo ancora grati a quei due uomini maestosi.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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