incesto
Zia - Orgia col marito
di pato3
16.01.2015 |
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"Era la prima volta con mia zia, con una parente..."
L'infinita voglia di sesso e la perversione che l'accompagna, sono mie caratteristiche, o in qualche modo le ho ereditate? È di famiglia o è l'età? Queste domande mi hanno spesso dato il tormento. Ogni tanto ho anche pensato: "Se fossi donna, che troia che sarei". Beh, una risposta ce l'ho. Se fossi donna probabilmente sarei come mia zia. Ho scoperto che una come me in famiglia c'è, e chissà che anche mia mamma non sia come lei. Per il momento mi basta sapere che ci siamo io e mia zia nel club degli insaziabili pervertiti. Ora il bello è: come lo so?
Ho solo 18 anni, e il continuo pensiero del sesso farà anche parte dell'età. Ma si trattasse solo di pensare a un paio di tette, non mi sarei posto tutta una serie di domande esistenziali probabilmente. Il punto è che quando penso al sesso non mi basta pensare alle tette e i culi. Le orge, le umiliazioni sessuali, l'esibizionismo, il voyeurismo. Tutto questo mi sembrava ingiustificato fino a che non ho capito di non essere solo.
Quando hai 18 anni, tua zia dovrebbe essere una donna più o meno noiosa che, possibilmente, elargisce un po' di soldi di tanto in tanto. Non mia zia. E cosa ancora più strana non suo marito. Lo zio infatti ha un ruolo decisamente attivo in quanto vi racconterò.
Una bella mattina suonai alla loro porta. Avevo visto alcune macchine sconosciute, forse c'erano ospiti, ma avevo fatto tutta quella strada per salutare gli zii e chissà, magari incassare. Mi aprii un signore che indossava una di quelle orribili maschere da carnevale che coprono mezzo viso, blu con ricami bianchi. Non ero l'ingenua cappuccetto rosso, ed un uomo mascherato, mai visto, in casa di mia zia mi fece subito pensare male.
Quello, con spirito cameratesco subito mi diede la mano e si presentò, poi mi disse: "Anche giovani abbiamo! Ti passo una maschera?". Io annuii, ancora incredulo, ma ben consapevole di quello che poteva trattarsi. Speravo comunque di sbagliarmi, anche perché mi stava simpatico lo zio e mi dispiaceva saperlo cornuto.
Ma le mie preoccupazioni potevano svanire immediatamente, c'era anche lo zio. Anche lui mascherato, venne in salotto, dove intanto mi ero accomodato col gentile signore che mi aveva accolto ed un altro ragazzo che avrà avuto sui 25 anni. Grazie a Dio, con la maschera e girato dall'altra parte, zio non mi riconobbe, d'altronde non avrebbe mai potuto immaginare fossi lì.
"La troia è pronta!", venne a dire lo zio. Porca miseria che bella considerazione che hai di tua moglie, pensai io. Seguii gli altri due di là e nell'altra stanza trovai altri 6 ragazzi in attesa, e anche loro mascherati. Mio Dio. Allora troia è dire veramente poco.
Quando ci aprì la porta della stanza, la zia mi apparve riconoscibilissima dato che conoscevo il tatuaggio sulla caviglia. Indossava, facendo un'ottima figura grazie al suo fisico meraviglioso, un corpetto di pelle con i lacci stretti fino al punto dove le tette minacciavano di straripare. Ma ancora non erano uscite dagli argini. Sotto solo un perizoma nero, di pizzo. E tacchi in pelle, neri, vertiginosi. Il volto era coperto da una maschera di pelle che faceva molto catwoman. Quando potei avvicinarmi, vidi un sistema di corde che fino ad allora era stato sempre accuratamente nascosto immagino. Presto lo zio legò sua moglie per i polsi e la sollevò di qualche centimetro da terra. Cominciò a farla girare su se stessa e a sculacciarla. Tutti eravamo in camera, ci chiese di sederci sul letto, sottolineando la sacralità del letto coniugale, e provando eccitazione nel vederlo violato. Non tutti stavano sul letto, io riuscii a trovarvi un posticino, stando ben nascosto, preoccupato di essere scoperto presto o tardi. Gli altri stettero in piedi.
Quando la zia ebbe le natiche abbastanza rosse ebbe inizio una conversazione decisamente forte, considerando che ero il dolce nipotino. Credo che domande e risposte fossero preparate, credo fosse una recita che, tuttavia, messa in scena non poteva essere più vera, più crudele, più riuscita nel suo scopo: eccitare se stessi e gli altri.
"Cosa sei?"
"Una donna"
"Cosa sei?", ripeté la domanda lo zio dopo una sculacciata che aveva fatto ricominciare a girare la zia su se stessa.
"Una donna!"
" 'Io sono una troia', ripeti!"
"Io sono una donna!"
Arrivò un altra sculacciata e la zia si corresse.
"Io sono una troia"
"Tu sei una cosa"
"Io sono una cosa"
"Tu sei due tette e tre buchi!"
"Io sono tette e tre buchi!"
"A cosa serve la tua bocca?"
"A succhiare tutti i cazzi che mi capitano vicini!"
"Chi ti può scopare?"
"Chi voglio!"
"Risposta sbagliata!", sculacciata.
"Chi vuoi tu!"
"Chi sono io?"
"Il mio padrone!"
Tutti erano divertitissimi dalla scena, era un modo piacevole di rompere il ghiaccio, certo era un modo di umiliare (consensuale) che degradava mia zia e la poneva in inferiorità morale rispetto a quei pervertiti che presto l'avrebbero scopata. Aumentando in loro, se già ce ne fosse bisogno, l'atteggiamento irrispettoso nei confronti di una moglie che riceve nove uomini tutti insieme. Io intanto capivo da chi avevo preso e mi sentivo già di aver frantumato il tabù dell'incesto.
"Hai sete?"
"Sì"
"Cosa vuoi bere?"
"Acqua!"
"Non c'è! Abbiamo solo sborra!"
"Amo la sborra"
A quel punto mio zio le diede una scarica di sculacciate e la slegò. Pensavo si sarebbe iniziato a scopare. Invece la legò per i piedi e la alzò, sembrava molto pericoloso, ma allo stesso tempo sembravano sicuri di quello che facevano e anche il modo in cui lui l'aveva legata sembrava abbastanza studiato e collaudato. Chissà quante volte l'avevano fatto. Ancora eravamo divertiti come fossimo al circo, era bello iniziare così.
A testa in giù, le tette di mia zia non potevano rispettare a lungo i confini che quel corpetto le aveva cercato di imporre. Ma prima che sfuggissero completamente dal controllo del dozzinale, volgare e pur così eccitante corpetto, lo zio liberò le tette slacciandolo e buttandolo da una parte. Le tette libere e grosse arrivavano praticamente a ridosso del mento, e sebbene mia zia sia giovane (43 anni) e come detto ben curata fisicamente, simili tette non avevano potuto reggere indenni al tempo e alla gravità. Pertanto quelle tette che, piedi a terra, erano un po' cadenti ma comunque piacevoli, a testa in giù non solo arrivavano al collo, ma creavano una sorta di effetto gonfio e una forma perfettamente sferica che non poteva non eccitare ancor di più che guardava.
Finalmente fu aperta la danza, il primo fu chiamato a mettere in bocca a mia zia il cazzo. Fu invitato a farlo con una certa brutalità. E mia zia un po' a fatica riuscì a prendere il tempo coordinando respiro e succhio, sembrava quasi una gastroscopia. Quel modo di fare brusco produsse molta saliva, sembrava che quello avesse già sborrato ma così non era. Un altro fu chiamato a togliere le mutande, ovviamente legata per com'era mia zia, non c'era modo di rimuoverle se non strappandole. Era esattamente quello che doveva fare, e lo fece. Noi altri eravamo in sette, mani in mano, alcuni cazzi in mano. Dovevamo attendere quanto meno che venisse slegata e messa (a quel punto era davvero più un oggetto che mia zia) sul letto.
Quando finalmente mio zio capì che non aspettavamo altro. La rilasciò lentamente, i due che erano lì la presero, la liberarono e la adagiarono sul letto, dove quello che gliel'aveva messo in bocca ora si prendeva la fica. L'altro la bocca. Noi avevamo ancora i cazzi in mano, ma qualcuno già toccava le tette. Altri richiedevano gli altri buchi liberi.
Fu così che mio zio decretò aperta la caccia al buco. L'oggetto sessuale, mia zia, poteva ora essere presa, girata, toccata, penetrata, stimolata in qualsiasi modo e punto noi avessimo voluto. Come in un branco troppo numeroso che si rispetti, erano due i soggetti alfa, quelli che prendevano l'iniziativa e decidevano dove, come, cosa fare alla mia zietta. I nostri maschi alfa per fortuna non furono mai in disaccordo e l'utilizzazione della troia fu per tutti la più confortevole possibile.
"Venite ovunque, e se vi fa schifo lo sperma non dovevate scegliere una orgia", disse mio zio. Io l'orgia non l'avevo scelta realmente, e lo sperma mi fa abbastanza schifo se è di altri. Ma ero in ballo e dovevo ballare. Per fortuna quei due fecero il più. Quando il ragazzo che per primo era entrato nella figa ebbe finito, il primo maschio alfa, impegnato nella bocca, passò alla figa, e prese in braccio mia zia per permettere all'altro alfa di sdraiarsi e andare sotto, aveva il cazzo duro da tutto il tempo, penso avesse preso il viagra. In due la penetrarono in culo e figa. Mia zia urlava e per tapparle la bocca lo zio ci invitò più volte, anche me - io però avevo evitato sempre lo sguardo diretto - a metterle i cazzi in bocca. Più di due era impossibile, ma due stavano comodi nella bocca di mia zia. Io per evitare di essere ancora sollecitato, e attirare così l'attenzione, mi misi in fila e stetti pochi minuti nella bocca, a contatto con un altro cazzo abbastanza piccolo. Per fortuna mia zia non guardò mai in faccia i possessori dei bastoni che succhiava, e io mi sentii meno colpevole.
I due alfa si presero una pausa, molto breve veramente. In quel frangente altri due penetrarono figa e culo, stavolta la zia era girata al contrario. Dava le tette a chi stava sotto, e poteva tranquillamente succhiare ancora i due cazzi di turno, in modo più attivo stavolta. Quando uno dei due alfa si stancò di stare mani in mano, andò accanto ai due spompinati e aggiunse un terzo cazzo alla collezione orale della zia. Che adesso succhiava a turno, a ritmo: un, due e tre, un, due e tre.
Non passò molto e mio zio, forse trasportato dal carisma dell'alfa, andò a rendere più spiacevole il pompino a mia zia, sempre nell'ottica del cornuto-padrone, tappandole il naso e costringendola a prendere più carne possibile in bocca, in apnea. Devo dire che se c'è un lavoro che mia zia avrebbe potuto fare era proprio la mignotta. Aveva una capacità di prendere cazzi e farli sparire in bocca che neanche i migliori illusionisti.
La sborra cominciava a fluire: sul seno, sulla schiena, sul culo soprattutto. Ciclicamente mio zio le chiedeva: "Cosa sei?", e lei sinceramente felice di rispondere diceva: "Sono una troia!", lo diceva con gusto, con fierezza, e la sua voce era obbligata a seguire il ritmo dei colpi mai gentili che riceveva in culo e figa. Per cui ogni tanto le vocali di "Sono una troia" venivano urlate o smorzate a seconda dei movimenti dei cazzi dentro di sé.
Il secondo maschio alfa ritornò in campo quando ci fu un attimo di calma, dopo che i due che la stavano scopando erano venuti. La volle ancora a pancia in sù, voleva stare sopra di lei, ovviamente offrì a qualcuno l'ano, ma tutti lo lasciammo fare. Se la scopò un po' da solo, o quasi. La bocca era sempre impegnata. La scopò per bene, dopo aver lavorato con grinta la figa, entrò nel culo, sempre dalla stessa posizione, tenendola un po' rialzata per le gambe. Le stringeva fortissimo le tette. Zio ogni tanto interveniva per stringerle anche lui, eccitstissimo da quanto vedeva. Prima di venire il maschio alfa sfilò violentemente il preservativo, e si fece una sega abbastanza lunga. Spruzzò sulla pancia della zia, ma lo spruzzo arrivò addirittura al seno e una goccia al mento.
A questo punto mio zio si calò i pantaloni e cominciò a masturbarsi. Avrei preferito di gran lunga non vedere. Una scena così triste ai miei occhi, eppure lui ci provava gusto.
Decisi che toccava a me quando finalmente mia zia si girò di nuovo a pancia in giù, a quello sotto di lei la fica, e chi stava sopra, da dietro le sfondava l'ano. Così non avendo contatto visivo mi sentivo al sicuro. Non so dire quanto ci misi a venire, credo molto poco purtroppo. Ma avevo goduto come mai prima, e forse mai dopo. Era la prima volta con mia zia, con una parente. Era la prima volta nell'ano. Venni sul culo, la sborra colò fino ad inondare tutto intorno l'ano, ero il più giovane e probabilmente il più pieno di sborra. Mi allontanai, vidi che qualcuno continuava a scoparla. Lo zio adesso con una mano si masturbava, con l'altra entrava dove già i cazzi lavoravano, aumentando il piacere/dolore di zia. Mi dileguai piano piano e scappai. Non so cosa successe dopo, né per quanto andarono avanti, onestamente quanto avevo visto mi era bastato a capire che mia zia era una persona senza limiti. E fossi stato donna avrei voluto essere lei.
Io poi dalla mattina successiva mi feci prendere dai rimorsi, dai dubbi. Mi disturbava, anzi peggio, mi angosciava il pensiero continuo che parlarne con mia zia poteva essere l'unica cosa giusta da fare, per uscire da quell'ansia che mi aveva preso. Ma questa forse è un'altra storia...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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