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La zia si trasferisce da noi


di pato3
21.04.2016    |    98.401    |    9 9.6
"Io vedevo che il mio preservativo entrava e usciva dalla figa portando con sé del liquido bianco, ma era esterno! non era mio..."
Questa storia ha inizio quando mia zia Mimma venne a trasferirsi a casa dei miei. Successe poco dopo la morte del marito, era sola e il suo unico figlio era sposato e viveva lontano. Zia Mimma è la sorella di mia madre. Ho sempre avuto un bel legame con lei, come una seconda madre. Ma la differenza con mia madre era che la zia io l'avevo sempre trovata attraente. Sapevo che quelli che facevo erano pensieri sbagliati. Ma lei era sexy e quei pensieri venivano spontanei.

Avevo quasi 18 anni quando la zia venne a vivere da noi. Non avevo ancora scoperto il sesso e camera mia era un tempio dedicato alle divinità del porno. Ovviamente tutto era ben nascosto all'interno di cassetti, zaini e in cartelle nascoste nel pc. Con l'arrivo di mia zia però, la mia privacy ne uscì distrutta. Infatti l'avevano piazzata nel letto in camera mia. Era un letto a castello, io stavo sopra e mio fratello sotto. Poi mio fratello, che era di cinque anni più grande di me, si era trasferito e così quel letto rimase libero. Fino, appunto, all'arrivo di mia zia.

Devo essere sincero, a parte la perdita della privacy, avevo colto sin da subito i primi due evidenti vantaggi di questa convivenza: il primo era che potevo spiarla quando era in bagno; il secondo era che condividendo la stanza, prima o poi l'avrei potuta vedere in vesti un po' più sexy. E proprio la prima sera mi accorsi di quanto avevo ragione. Quando fu ora di andare a dormire, aspettai fuori dalla stanza che mia zia si cambiasse. Quando entrai aveva un pigiama giallo chiaro, abbastanza vecchio e consumato. Niente di sexy, penserete. E invece è dove non ti aspetti che c'è il sexy. Infatti, con il corpo di mia zia a dare forma a quel pigiama, senza il reggiseno di sotto, quel giallo chiaro acquistava un perché: i capezzoli molto scuri si intravedevano e soprattutto si potevano ammirare le forme.

Mia zia, allora, aveva 41-42 anni. Ha sempre avuto un bel fisico, per quel che potevo vedere il culo era contenuto (a differenza di quello della sorella), il seno era grosso, forse una quarta e la pancia era piatta. Ma il pezzo forte non era il fisico. Il suo viso era, ed è, meraviglioso. Capelli castani, folti e lunghi corrono lungo un viso fino e con i lineamenti delicati. Il taglio degli occhi è quasi a mandorla ed il colore è nocciola chiaro. Il naso è molto sottile e fa una leggera curva all'insù sulla punta. Il classico nasino alla francese. E le labbra: due pezzi di carne, rossi, da mordere. E poi le fossette! La adoravo.

Insomma, quella sera, vedendo come stava comoda in pigiama, ebbi qualche difficoltà ad addormentarmi senza fare un buco nel materasso. Ma mi trattenni. Il giorno dopo io mi svegliai presto, per andare a scuola e scendendo dal letto di sopra son sicuro che mia zia abbia visto l'alzabandiera. Si sarebbe abituata presto. I giorni e le notti passavano e io avevo perso la libertà di farmi una sacrosanta sega. Così, una sera pensai che aspettando un po' avrei potuto farlo. Avevo i miei fazzoletti sul letto e ogni tanto guardavo giù per vedere se dormiva. Quando ritenni che fosse l'ora giusta per partire detti un'ultima occhiata per vedere se per caso intravedevo qualcosa di interessante, ma era coperta. Comunque iniziai a masturbarmi. E così feci periodicamente.

Meno di un anno dopo, le cose cambiarono. Era l'estate della mia maggiore età, mia zia aveva un pigiama estivo e quindi se possibile lasciava ancora meno spazio all'immaginazione: pantaloncini sotto e magliettina bianca sopra. Le mie notti erano ancora più calde. E in una di quelle notti, zia Mimma ebbe l'insana idea di farmi sapere che in tutto quel tempo si era accorta di quello che facevo:
"Oggi ci metti un po' di più eh?", mi chiese facendomi balzare il cuore in gola, dato che pensavo che dormisse e dato che mi aveva beccato. Mi bloccai e risposi.
"Di che stai parlando?"
"Dai pensavi che non me ne sarei accorta? Fai un po' di rumore. Ma tranquillo, è normale... ho solo notato che stasera ci stai mettendo più del solito"

Non risposi. Avevo il viso in ebollizione dalla vergogna. Allora lei mi tranquillizzò, si alzò dal letto silenziosamente e mi chiese:

"Sei presentabile?"
"Sì", avevo sì le mani sul cazzo ma sotto le coperte.
"Che succede? Non volevo metterti a disagio, stavo scherzando"
Io tacqui e lei continuò: "So bene che alla tua età... poi io sono piombata qui in camera tua, se tu hai bisogno dei tuoi spazi basta che lo dici e me ne sto un po' di più alzata a guardare la tv. Non sono tua madre o tuo padre, a me puoi dirle ste cose. Mi dici 'zia devo fare quella cosa' e io ti lascio il campo libero".

Cosa dovevo risponderle? non sapevo cosa rispondere. Stetti zitto, sorrisi. Non sapevo cosa dire.

"Era un po' che ti volevo dire questa cosa, ma mi sa che ho sbagliato momento... se vuoi continuare fai pure che tanto penso di non essermene persa una in questi mesi", disse ridendo, cercando di mettermi a mio agio. Tornò a letto. Mi sporsi per guardarla.

"Come stai?", mi chiese.
"Bene, zia"
"Ti chiedo scusa se ti ho fatto...perdere l'attimo", e rideva ancora.

Ritornai a coprirmi. Subito mi chiamò, mi riaffacciai.

"Guarda qui e finisci quello che avevi iniziato!", si era alzata la maglietta! Per la seconda volta quella sera il cuore si era fermato e poi aveva iniziato a pompare a pieno regime. Tutto il sangue verso il cazzo. La maglietta restava alzata, io ancora non facevo niente ma sentivo una spinta impressionante. Avrei davvero sfondato il materasso!

"Facciamo così, ho caldo, dormo senza maglietta...quando ti sembra il momento giusto fai quello che devi... Buona notte"

Si mise a dormire davvero senza maglietta. Non so se si era addormentata o faceva finta. Fatto sta che silenziosamente scesi dal letto e mi misi a farmi quella sega, la più bella della mia vita, a mezzo metro dal suo seno. Ero indeciso se toccarlo o no. Speravo smettesse di fare finta di dormire e mi invitasse a farlo, ma niente. Era così grosso ed il contrasto tra il colore scuro dei capezzoli e quello chiaro della sua pelle mi faceva impazzire. Poche volte, tutt'oggi, ho visto un seno più bello. Sdraiata così, il seno ricadeva di lato da entrambe le parti, eppure trovava un qualche modo di non perdere la sua compattezza, restava sodo e avrei tanto voluto sentire con le mani com'era.

Il giorno dopo mi svegliai prima di lei, anche se era estate. La guardai, aveva la maglietta e dormiva. Aspettai un'oretta prima che si svegliasse.

"Buongiorno, zia"
"Buongiorno, nipotino. Hai fatto ieri sera?"
"Sì, ho fatto come hai detto"
"Non pensare che dormirò tutte le sere nuda eh, verso le cinque ho dovuto rimettere la maglietta perché sentivo fresco"
"La prossima volta fai tu direttamente, zia", dissi scherzando. Dopo la sera prima tutto l'imbarazzo del mondo poteva andare a quel paese.
"Addirittura! Però, come sei porcellino"

Quel pomeriggio decidemmo di andare al mare io e lei. Non c'era niente di strano. Con la scusa che io avevo il foglio rosa andammo un po' più lontani da casa. In una spiaggia dove non ci consoceva nessuno. Lei si mise in topless appena arrivammo. Io avevo il cazzo duro in maniera continua e non potevo praticamente mai alzarmi. Poi mi trascinò in acqua e facemmo il bagno insieme. Lei col seno di fuori e io col cazzo che voleva slacciare il costume e riempire di sborra mia zia. C'era troppa gente sennò mi sarei fatto una sega lì sott'acqua. Era bello da morire, sotto la luce del sole, per la prima volta lo vedevo chiaramente. In piedi sembrava ancora più sodo che da sdraiata. Era tondo, ma non come quelli rifatti, un tondo naturale, imperfetto e proprio per questo da togliere il fiato.

"Ti piacciono?", mi chiese mostrandole fiera nonostante la folla. C'è da dire che dalle nostre parti il topless non è uno scandalo.
"Sono le più belle della spiaggia, della famiglia e di tutte quelle che posso immaginare"
"Quando andiamo in macchina me le tocchi allora"

Ora, non so se mia zia fosse da considerare malata o cosa. So solo che probabilmente aveva bisogno di sentirsi donna, di sentirsi desiderata, voluta. Di sentirsi sporca. Forse per questo faceva quello che faceva. Insomma, con uno che si masturbava sul letto sopra il suo ed era suo nipote andava sul sicuro. Io poi apprezzavo. Probabilmente ha trovato in me quello che cercava in quel momento. Non lo so, ma io quel periodo me lo godetti al massimo.

Prima di andare in macchina, dopo un pomeriggio passato con le tette all'aria, zia Mimma si mise il reggiseno del costume e andò a farsi un ultimo bagno. Mi disse: "Sennò poi tua mamma pensa che ho fatto il bagno in topless!". Poi andammo in macchina. Si tolse il reggiseno, restò ancora nuda tra la spiaggia e la strada, si mise la maglietta larga che permettava qualsiasi tipo di palpeggiamento e poi, non contenta, si tolse anche le mutande, fu molto rapida ma un paio di passanti la videro prima che si mettesse le mutandine asciutte ed i pantaloncini. Era la prima volta che le vedevo la fica. Era come la sognavo io, col pelo castano folto e curato! Quella donna era stata mandata da Dio per farmi impazzire!

In macchina come promesso mi fece toccare le tette, entrambe, a piene mani. Ovviamente il mio cazzo era duro. Successe l'inaspettato. Sbottonò il costume, lo prese in mano per un pò e poi disse: "Resisti fino a stasera che ti faccio divertire". Non sapevo che i miei erano fuori a cena. Lei lo sapeva... aveva una bella sorpresa per me.

Arrivati a casa i miei erano già andati via.

"Riesci a resistere sotto la doccia con me senza venire?"
"Dipende"
"Da cosa?"
"Da cosa mi fai"
"Niente di male, voglio solo fare la doccia con te"

Accettai, ovviamente. Non sapevo quante volte ancora sarebbe successo, così lasciai il mio nuovo videofonino (sì stiamo parlando di qualche anno fa) a riprendere la scena di nascosto. Sotto la doccia si strusciava, mi insaponava, poi si insaponava. Si piegava e sfiorava con il sedere il mio cazzo sempre duro, sempre d'intralcio. Il culo non era quello di una vent'enne, n'è quello di una top model. Ma era bello pieno e non cadeva. Tanto mi bastava per farmi impazzire. Era la mia milf preferita! Poi si piegò davanti a me, prima mi sfiorò lì col seno, poi con la faccia. Mentre si insaponava i polpacci sentivo che stavo per venire da solo. Ma poi resistetti. Non potei resistere però quando rialzandosi mi risfiorò col seno e stavolta mi spinse contro il muro. Sempre col seno premuto sul cazzo che pulsava. Le venni sulle tette!

"Menomale che siamo sotto la doccia", disse. Si strofinò un po' la sborra, poi si sciacquò e si insaponò di nuovo le tette. Io ce l'avevo già di nuovo duro quando ci sciacquammo definitivamente ed uscimmo dalla doccia.

Dopo la doccia era il momento della nostra cenetta intima. Mia zia aveva addosso soltanto il grembiule da cucina di mia madre. Da dietro vedevo quindi solo il filo legato dietro la schiena. Io ero già pronto a venire con quella visuale. Quando si girava verso di me era un po' più pudica, se la figa era coperta però le tette erano belle che uscivano una da una parte e l'altra dall'altra parte del grembiule.

Devo essere sincero, quella sera davvero pensai che mia zia potesse essere del tutto impazzito. Potevo comprendere le mosse erotiche e tutto quanto aveva fatto. Ma quello che fece dopo mi fece seriamente preoccupare. Dopo, ovviamente mi preoccupai dopo, non mentre ero lì con lei.

Preparò un piatto di spaghetti e una cotoletta. Prima di impanarla però, fece qualcosa di assolutamente folle. Prese la carne, specificando che quella era la sua, e me la avvolse attorno al cazzo. Mi fece una breve sega e poi impanò la cotoletta. Non ho controllato, ma spero che quella fosse veramente quella che poi mangiò lei. Gli spaghetti non subirono una sorte migliore, direttamente dal suo piatto, prima di mescolare il ragù usò il mio uccello come mestolo. Adesso il mio cazzo sapeva di ragù, e lei lo succhiò bene per farlo ritornare pulito, e il suo piatto di spaghetti era stato girato con il mio cazzo. "Stavolta la sborra nel ragù non la mettiamo, ma la prossima volta magari...". Segni chiari di follia? non lo so, sicuramente non me ne preoccupavo finché avevo il cazzo duro.

Quando arrivammo alla frutta, è superfluo dire che mangiò una banana, come nessun'altra banana era stata mai mangiata prima.

"Adesso tocca alla tua banana". La prese in bocca venti secondi dopo aver inghiottito l'ultimo pezzo di cibo e uno o due minuti dopo si ritrovò ad inghiottire sborra. Ero venuto ancora. Ma potevo venire altre cento volte con quella donna.

"Ora ci servirà un preservativo per fare quello che faremo", andò a frugare nella borsa e prese un profilattico. Se lo mise in bocca e me lo infilò!!! Tecniche da abile prostituta. E mia zia le sapeva fare (la cosa poi mi fece pensare che forse mia madre poteva aver imparato dalla stessa scuola!). Beato lo zio, fin quando era rimasto in vita!

"Stai attento, ti dico io come si fa", fu veramente un'azione teleguidata da mia zia. Prima mi cavalcò dandomi le spalle, da seduti. Mi prese una mano e se la strinse al seno, l'altra invece tra pelo e clitoride cercava di darle piacere, sempre guidata dalla sua. Dopo qualche minuto venni ancora. Mi sfilò il preservativo, succhiò il cazzo avidamente e mi mise un altro preservativo. Questa volta eravamo sdraiati. Lei sopra di me. Ancora a guidare la scopata.

"Quando stai per venire dimmelo". Prese ancora le mie mani e stavolta le portò tutte e due al seno. Intanto il ritmo con cui mi scopava aumentava, ma stavolta avevo la sensazione che sarei resistito abbastanza a lungo. E in effetti andò avanti qualche minuto fino ad avere un ritmo indemoniato, tanto che arrivai a pensare che potesse rompermi il cazzo con quei movimenti convulsi. Era quasi soddisfatta, ma prima voleva insegnarmi un'ultima cosa: la pecorina.

Si mise a pecora e da sotto le gambe spuntò la sua mano che prese il cazzo e lo infilò nella figa. "Ora sei tu che devi spingere, mi raccomando deciso e fino in fondo". Ancora ricordo perfettamente la gioia di farla godere. Era la prima volta che godeva forte. E io sentivo di star facendo qualcosa di buono con quelle poderose spinte nella figa da dietro. "Continua, continua!", mi incitava ad andare più forte mentre gemeva e urlava. Io vedevo che il mio preservativo entrava e usciva dalla figa portando con sé del liquido bianco, ma era esterno! non era mio. La stavo facendo godere. "Mettimi un dito nel culo!", mi disse poi inaspettatamente. Ma io quel culo lo stavo fissando da minuti! Mentre il cazzo entrava e usciva dalla figa e io tenevo le natiche belle larghe, stringendole tra le mani, guardavo quell'ano partecipare passivamente al godimento. E mi chiedevo chissà come sarebbe aprirlo. E finalmente avevo il permesso, seppure solo con un dito, di aprirlo. Non so cosa provò lei. Io provai il piacere della scoperta! Ne chiese un altro, per cui penso che le piacesse. Ed in effetti il ritmo urla-gemiti era aumentato. Con due dita nel culo e un cazzo a ritmo infernale nella figa l'avevo fatta godere. Io 18 anni lei 42, era una grandissima soddisfazione. Era una grandissima prima volta.

Quando finì di godere, mi fece uscire e mi sfilò il preservativo. Per terra era bagnato. Prese il cazzo in bocca e me lo succhio così bene che in qualche secondo le venni in bocca, ancora.

Fu una serata indimenticabile. La prima di molte altre.
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