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Un guardone in famiglia 2


di pato3
03.01.2014    |    35.143    |    0 9.2
"Mi spiazzò, risposi : "Sì, sì parlo" "Non sembra, tesoro sei agitato?" "No, solo che non so è una situazione strana..."
Il pomeriggio a casa non potevo smettere di pensare a quello che era successo con mia zia. Non sapevo come mi sarei dovuto comportare da quel momento in avanti. Cosa avrei dovuto fare l'indomani? Andare da lei o no? Non ero obbligato, ormai non andavo più quotidianamente, se fossi andato lei avrebbe pensato che magari volevo rifarlo, ma se non fossi andato allora significava che ero pentito? E poi come si sentiva lei? Aveva i miei stessi pensieri? Per scoprirlo sarei dovuto andare. 

L'indomani mi svegliai alle dieci con una bellissima erezione e con un forte desiderio di sapere. Così mi lavai e mi vestii in pochissimo tempo e alle dieci e venti ero in bici per andare da zia. Suono. Risponde mia cugina Sonia, dovevo entrare ormai. Ci salutiamo: "Ciao come va?", solite cose e intanto arriva zia Giulia. E adesso come si sarebbe comportata? Con grande tranquillità venne e mi stampò il solito bacione sulla guancia. Poi mentre Sonia era girata mi palpò il pacco. In pochi secondi ogni mio dubbio era sciolto. E il mio pene si era piazzato sull'attenti. 
Intanto dall'altra stanza Maria gridava: "Sonia, sei pronta?". Le due sorelle stavano per uscire e mia zia continuava a lanciarmi occhiate come per dire "adesso si scopa".
Finalmente uscirono.

Io non aprivo bocca, mia zia preparava il caffè. Aveva una veste di seta bianca, con le spalline sottili e le spalle scoperte, si vedeva il reggiseno da dietro, non scollata e neanche troppo corta. Riusciva comunque ad eccitarmi, era abbastanza stretta e si vedeva che non indossava le mutande. Poi d'improvviso: "Allora guardone? Non parli stamattina?".
Mi spiazzò, risposi : "Sì, sì parlo"
"Non sembra, tesoro sei agitato?"
"No, solo che non so è una situazione strana no?"
"Fosse la prima volta che tradisco mio marito..."
"Non è un tradimento normale visto che sono tuo nipote!"
"Con i giovani è ancora più bello!".

Mia zia sembrava voler evitare il punto che a me più preoccupava: la parentela. Il caffè era pronto, si sedette al tavolo di fronte a me che ero seduto sul divano. Si accorse che per un attimo sbirciai sotto il tavolo, così inscenò uno spettacolino alla Sharon Stone e poi mi chiese: "Ti piace Basic Instinct eh?". Risposi con un sorriso. 
Poi una domanda mi venne tanto spontanea quanto irriverente: "Zia, ma tu sei sempre stata così troia?". 
Divenne seria: "Ti devo ricordare che sono tua zia e che sono un'adulta?".
"Quindi?"
"Quindi non dovresti parlarmi così..." poi prese il cucchiaio e smise di essere seria "...comunque sì, sempre stata, ma eri troppo piccolo per saperlo...fino a ieri!" e se lo infilò tra le gambe. 
"Bé, fortunato lo zio allora"
"Non solo lo zio"
"Con quanti uomini l'hai tradito?"
"Sarebbe impossibile quantificarlo" e rise.
"E se lui ti tradisse?"
Non rispose alla mia domanda, ma continuò nel tentativo di sedurmi:
"Fa caldo vero?", si tolse la camicia da notte, rimanendo con addosso solo il reggiseno che con gran fatica copriva e sosteneva i grossi seni.
Poi aggiunse: "Ti ricorda qualcosa? Tornando al discorso di prima, ti sei dimenticato chi spiava sua zia? Guardone pervertito! Scopami quando siamo soli, e quando ci sono gli altri fai il bravo nipotino, non devi fare altro!".
Mi aveva convinto, d'altronde era quello che volevo sentire. D'improvviso le chiesi: "Lo vuoi nel culo o cambiamo?". 
"Oh finalmente! Ieri ti ho guidato io, fammi vedere cosa hai imparato, oggi sono la tua schiavetta! Cosa ti piace? Cosa posso fare per te?".
"Sono il tuo padrone?"
"Sì, tu sei lo zio e io la nipotina cattiva".
"Ok, allora prima di tutto stai zitta. Poi vatti a mettere qualcosa, che ti voglio spogliare io. E fai veloce!" assunsi subito un tono tra lo scherzoso e il violento, volevo stare al gioco, mi piaceva molto.

Tornò con addosso un perizoma pressoché invisibile, oltre al reggiseno che non aveva tolto.
"Ho messo qualcosa, come mi hai detto!"
"Non era quello che intendevo, ma va bene! Vieni qua, dallo zio!" risi nell'interpretare il ruolo dello zio di mia zia. 
Continuai: "Adesso vai a prendere qualche cetriolo, devo insegnarti una cosa". Zia obbedii, tornò con quattro cetrioli belli grossi. 
"Siedi qui accanto a me". Si sedette e allargò bene le gambe accavallando la destra sulla mia sinistra.
"Cosa facciamo con questi zio? L'insalata?"
"Adesso vedrai!" scostai il sottilissimo perizoma, "uno per ogni buco vedi, così".
"Non entra, come facciamo?"
"Adesso te la lecco e poi entrerà"
Fece una voce sorprendentemente infantile nel dire: "Io da lì faccio la pipì!" 
"Adesso ti insegno un'altra cosa da fare!" non potevo più trattenermi, mi spogliai subito e la penetrai nella vagina. Non avevo il preservativo, ma non potevo resistere. Lei tornò alla realtà e mi disse di uscire subito. Lo feci perché mi resi conto che sicuramente non avrei controllato l'istinto di sborrare dentro.

"Stai calmo, stai calmo!"
"Ma non ero io lo zio?"
"Se vuoi essere zio devo avere un minimo di responsabilità, e poi con le tette che ho non sai davvero cosa farci? Non volevi spogliarmi?"
Aveva ragione lei. Le sganciai il reggiseno, non senza un'iniziale difficoltà e di nuovo davanti a me quelle tette meravigliosamente grosse, mature e sode. Le palpeggiavo con gusto. A lei forse non piaceva così mi disse: "Non puoi proprio fare tu lo zio" dicendo così mi sbatté forte i seni in faccia, muovendoli con le mani a destra e sinistra. "Allora che mi faresti? Leccali!" e mentre li leccavo continuava a muoverli, facendomi passare da un capezzolo all'altro. "Adesso farò una cosa che di sicuro non ti hanno mai fatto". 
Si mise in ginocchio a terra, mi succhiò rapidamente il cazzo, e poi appoggiò le pesanti tette sulle mie gambe, prese il cazzo e se lo mise tra i due meloni. Prima lo strinse forte in mezzo, poi lo baciò sensualmente con la bocca aperta e con la lingua. Finalmente iniziò a muovere lentamente i seni su e giù strofinando il mio pene a quei due capolavori. Poi aumentò l'intensità ma non di colpo, piano piano, fino a raggiungere un certo ritmo che tenne con precisione. 
"Ti piace?" 
"Sì" risposi rosso in viso senza guardarla negli occhi. 
"Adesso voglio divertirmi anche io".

Tornò sul divano, mi mise le gambe addosso e mi disse: "A questo punto dovresti sapere cosa fare". Ed era così, le alzai le gambe, le preparai un po' il buco del culo con la mia saliva e la pentrai rapidamente. Lei prese un cetriolo e se lo mise nella fica, dicendomi: "Lui si sa controllare e non mi lascia piena". 
"Mettiti anche questo allora!"
Zia Giulia prima usò il secondo cetriolo per giocare col clitoride, intanto con l'altra mano inseriva un paio di dita in aggiunta al cetriolo poi disse: "Sputa che non è abbastanza bagnata!". Obbedii e poté infilarsi il secondo cetriolo nella fica. 
In quel momento immaginavo che non c'era oggetto in quella casa che non si fosse scopato mia zia!
Continuavo a penetrarla, e devo dire con mia grossa sorpresa ancora non ero venuto, spingevo con forza, lei godeva senza controllo certamente più per merito dei vegetali che per merito mio. 

"Mi metto a pecora che lo sento di più". Tolse un cetriolo e si mise a pecorina, la penetrai ancora. "Tirami i capelli, forte, fammi male". Li tirai come chiese, più la inculavo più tiravo forte e più gridava. Le tiravo anche qualche schiaffetto sulla guancia, e lei: "Di più!"; le sberle diventavano schiaffoni, in faccia e sul culo. Tiravo i capelli e ogni tanto la prendevo forte dalle tette. La buttai giù, non stava più a pecorina ma sdraiata con il viso sul bracciolo del divano, io sopra di lei, le feci girare la faccia verso di me per metterle la lingua in bocca. Intanto continuavo a penetrarla più forte. Presi uno dei cetrioli liberi e glielo misi in bocca mentre ancora le tiravo i capelli. Cercava di dire qualcosa ma non gliela lasciavo dire. Poi la lasciai un attimo per respirare e disse: "Non venirmi nel culo che sporchiamo tutto!". Così mi fermai perché ero pronto a venire, lei me lo prese tutto in bocca e ingoiò la mia sborra. 

"Cazzo sei troppo veloce però amore mio".
Non risposi. Ma non mi fece piacere, e comunque in pochi secondi potevo già essere pronto per continuare. Glielo dissi e lei mi mandò in camera sua a prendere un preservativo, finalmente si era decisa a darmi la fica. Corsi nudo per la casa, quando tornai mia zia aveva un cetriolo nel culo, di almeno venti centimetri tutto dentro, e nella fica la mano destra fino al polso. Sbalordito da quella scena mi precipitai nuovamente dentro la sua bocca, che non si era persa neanche una goccia di sperma. Il mio cazzo tornò bello grosso, e mia zia decisa a godere fino in fondo mi ordinò di scoparla ancora. Si mise di nuovo a pecorina, e mi diede il compito di penetrarla con tre mazze, la mia più i due cetrioli, uno in culo e uno nella fica insieme al mio pene. Mi veniva facile gestire quello nel culo, e anzi mi distraeva dall'attività del mio cazzo rendendomi più duraturo, mentre era più difficile giostrare quello della fica in quanto era sotto il mio cazzo, così decisi di scambiare le posizioni, spostai il cetriolo da sotto a sopra il mio cazzo, così con due mani gestivo i due cetrioli appaiati nei due scompartimenti, e sotto ma con difficoltà coordinavo i colpi del mio membro. 

Siccome cominciavano a colare liquidi pericolosi sul divano, mia zia ebbe un residuo di lucidità e ci trasferimmo in bagno, visto che in camera sua era ancora più pericoloso lasciare tracce. In bagno ricominciai di nuovo a penetrarla, non voleva più i cetrioli però. 
"Non li sento più quelli! Mettimi una mano in culo tesoro!"
Non ci credevo? Come potevo riuscire? Feci finta di niente e continuai a scoparla, sempre a pecorina. Ma lei insisteva, quasi gridando, che voleva la mano intera in culo. 
"Metti il Johnson e poi entra!".
Feci come mi aveva detto e penetrai con tre dita, con grande facilità, allora passai subito a quattro, faceva una bella resistenza e continuai così. Lei però si infastidì, quattro non le bastavano, allora mi fece vedere, senza interrompere la scopata, mi tolse la mano, e infilò la sua, cinque dita e piano piano dentro tutta la mano, anche nel culo era capace di tenerla tutta. In questo momento probabilmente perso il controllo di sé, io avevo appena sborrato e decisi di uscire dalla fica. Lei si mise con la schiena sul pavimento con ancora la mano in culo e mi chiese di mettere la mia nella fica come aveva fatto lei prima. Lo feci seguendo le sue indicazioni e anche io ero dentro fino al polso. La sensazione di provocarle forte piacere ad ogni minimo movimento era impagabile. Lei non riusciva a far altro che gridare, così dovette presto liberare il suo culo, per tenersi al bidè, con le lacrime agli occhi sembrava ululare. Senza usare parole comprensibili, ma con versi e gesti mi fece segnò di entrare anche in culo. Fatto.
Spingevo insieme e lei ogni tanto scalciava, vibrava come una foglia e gridava, gridava forte. Finché non venne, e me ne accorsi, la mia mano si inondò e lei smise di godere per un attimo, poi sembrava soffrire, così la lasciai. 
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