tradimenti
Il viaggio della mia fidanzata a Maiorca (con un altro)
di pato3
25.10.2018 |
31.992 |
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"A quel punto ha iniziato a leccarmi fino al buco del culo..."
Dire che io e la mia fidanzata abbiamo un rapporto strano è un eufemismo. La nostra relazione ha del patologico. Di ritorno dal viaggio in Thailandia, lei aveva ancora qualche giorno di ferie e soprattutto aveva ancora bisogno di un po' di relax. Così qualche giorno dopo, mi chiese: "Ti secca se vado a Maiorca per il weekend, con una mia amica?". "Un'amica?". "Sì". "No che non mi secca, vai, certo!"
Poco prima della partenza, le chiesi: "Sei sicura che non sia un amico? Non mi dà fastidio e lo sai. Anzi, se me lo dici mi fa piacere, se mi menti …". "Ok, è un ragazzo, ma è solo un amico. Un collega. Niente di più". "Ok, divertiti!", dissi io arrossendo di rabbia (quella rabbia da fidanzato eccitato), "però fammi sapere quante volte gliela dai!". "Che cretino”, rispose lei.
Quando tornò dalla vacanza andai a prenderla all'aeroporto, ma durante il viaggio di ritorno a casa non mi volle dire niente di particolare. Si era divertita ma non c'era stato niente. A casa continuai ad insistere, e lei seccata, mi disse: "Senti, domani ti racconto per filo e per segno quello che è successo. Ma ora dormi sereno! perché non è successo niente di quello che ti aspetti". Come mentiva male!
Il giorno dopo, trovai sul desktop un file word. Mi raccontava tutto quello che era successo:
“”Amore, sono successe così tante cose. Sai che ti amo e so che ti eccita, quindi te le scrivo qui, perché un po' mi imbarazza e perché voglio che quando ci rivediamo ti sia passata l'incazzatura.
La persona con cui sono andata in vacanza è un collega. Anzi, un ex collega. Si è licenziato poco tempo fa, ma abbiamo mantenuto i rapporti. Era uno dei pochi con cui avevo legato in azienda.
Aveva pianificato questo viaggio con la sua ragazza, ma poi si sono lasciati e così scherzando mi ha chiesto se volessi andare con lui. Io volevo andare a Maiorca e senza pensarci gli ho detto di sì. Ovviamente, avendo prenotato un weekend di coppia, la stanza era matrimoniale. Ma nessuno di noi due ha pensato che fosse il caso di cambiarla. Anche perché io e lui avevamo già fatto sesso. So che è una novità per te. Non ti avevo detto niente perché essendo stato un mio collega, avevo paura potessi ingelosirti troppo.
Ad ogni modo, siamo arrivati in albergo e io non avevo voglia di fare sesso. Solo di farmi una bella doccia rilassante. Così sono andata in bagno, mi sono spogliata e sono entrata sotto la doccia. Mi conosci però, non chiudo mai la porta del bagno a chiave perché ho paura di rimanere chiusa dentro. Così lui deve averlo interpretato come un segnale di via libera e poco dopo, mentre mi godevo l’acqua tiepida che scorreva lungo la schiena, ho visto la porta aprirsi. Lui è entrato ed era già completamente nudo. Io mi sono messa a ridere sorpresa.
Adesso immagino tu voglia sapere com'è lui fisicamente. Ti accontento. È alto, è carino, non bellissimo ma ha un fisico asciutto, con un accenno di pettorali e dei capelli neri magnifici. Il suo cazzo è buffo. Lungo, diciamo una ventina di centimetri ma buffo (quando è moscio; quando è duro non lo definirei proprio buffo). Ricorda una proboscide. È ricurvo verso le palle e ha tutta la pelle della cappella che va a raggrinzirsi verso la fine, ricordando appunto una proboscide.
Lui si è avvicinato verso la doccia facendo roteare il cazzo e mi ha chiesto: "Ti è mancato?". Io - scusa, me ne vergogno un po' - mi sono inginocchiata e con la voce stupida che faccio ai bambini o ai cani ho detto: "Ma di chi è questo bel cazzone? di chi è?". A quel punto ho aperto lo sportello della doccia e l'ho fatto entrare.
Lui mi ha subito abbracciato, in maniera fin troppo affettuosa per i miei gusti (sai che amo tenere le distanze da chi non è te) così, con un'abilità che avresti apprezzato, sono sgusciata giù, liberandomi dal suo abbraccio e gli ho preso il cazzo ancora moscio in bocca. Era veramente un bel cazzo. Soprattutto perché quando si ingrossava sotto le cure delle mie labbra e della mia lingua, si liberava delle grinze della pelle che copre la cappella e diventava come un enorme e duro bruco d’acciaio che si libera dal bozzolo.
Restava il fatto che non ero in vena di scopare, così ho pensato: "Adesso gli faccio uno di quei pompini magistrali, così lo faccio venire e la chiudiamo qui!". Mi sono impegnata e ho messo sul campo tutto il mio repertorio. Ho iniziato a limonare con la cappella, passando la lingua attorno a 360 gradi. Poi un bel risucchio e ancora i 360 gradi. Allora piano piano ho preso tutto quello che era possibile prendere in bocca. E di nuovo la limonata con la cappella.
Poi l'ho preso con la mano, l'ho alzato e sono andato a lavoragli le palle con la lingua, come se dovessi fargli il solletico. Le ho leccate ben bene ed infine le ho prese in bocca facendo i miei classici gargarismi. Contemporaneamente lo segavo.
L'avevo stimolato a tal punto che quando ripresi il cazzo in bocca iniziò a tenermi la testa e a spingere, mentre io cercavo di fare il mio lavoro. Era fatta, probabilmente era pronto a venire. Così l'ho lasciato fare, sperando non mi soffocasse. Mi ha scopato la gola ben bene. Stringendomi e spingendo dentro di me finché non è venuto.
"Adesso è meglio se ti lascio fare la doccia, altrimenti non usciamo più di qui!"
Così l'ho lasciato in bagno, sono tornata in camera e ti ho scritto. Alla fine, mi sono fatta la doccia anche io e siamo usciti. Abbiamo bevuto solo un paio di birre, eravamo entrambi stanchi e così siamo tornati a letto.
Ti sarai accorto che ho dimenticato i miei pantaloncini e le mie magliettine per dormire. Beh, ho dovuto dormire nuda. Ma non è stato un gran problema, vista la mia confidenza col mio corpo.
NON ABBIAMO FATTO SESSO! Hai visto che brava ragazza che hai? Abbiamo solo dormito. Eravamo molto stanchi.
- Venerdì
L'indomani mattina ci siamo svegliati ad un orario decente e siamo andati alla Playa del trenc, a un'oretta di macchina dal centro di Palma. Sai bene qual è la mia visione del mare. In un modo in provincia, in un altro modo fuori provincia. E sull'isola di Maiorca mi sentivo decisamente fuori provincia.
Avevo con me tre costumi a perizoma e zero reggiseni (non si sa mai che poi mi venga l'idea di usarli). Ne ho scelto uno per la spiaggia, ma una volta arrivata lì, mi sono resa conto che era fin troppo succinto e così, per miracolo, abbiamo trovato un negozietto di costumi nel paesino e ho comprato uno di quei perizomi sparti-labbra davanti e a y di dietro.
Arrivati finalmente in spiaggia ho voluto mettere su uno spettacolino. Mi sono tolta gli shorts e ops, niente mutande. Ho messo il nuovo perizoma, ho fatto una giravolta per mostrarlo al mio collega, dopodiché l'ho tolto, ho messo il perizoma portato da casa, ho fatto la giravolta per mostrarlo. L'ho tolto di nuovo ed infine ho optato per il perizoma appena comprato.
Comunque, per quella mattinata a parte il mio spettacolino e qualche ragazzo che ha cercato di strapparmi un appuntamento nei momenti in cui ero sola, non c'è stato sesso. In serata siamo tornati a Palma, abbiamo mangiato tardi e poi siamo andati a Magaluf.
Ora, su questa parte della vacanza forse è meglio se ne parliamo a quattr'occhi. Diciamo che l'ho fatta decisamente grossa. Forse tutto quel giocare senza fare sesso, aveva risvegliato forze molto oscure, diciamo così. Ma ripeto è meglio che ne parliamo, perché non voglio lasciare niente di scritto. Non voglio lasciare tracce, diciamo così.
- Sabato
Sabato mattina (si fa per dire) ci siamo svegliati stravolti. Erano circa le 2 di pomeriggio. La prima cosa che ho notato è stata la straordinaria quantità di sperma sul mio vestito. Mi sono immediatamente ricordata che non era opera (o non solo opera) del mio collega.
Dopo un pranzo leggero siamo andati a pranzo e poi in spiaggia, vicino al centro città. In spiaggia ho continuato a riposare, con un perizoma normale e le tette al vento. Il mio collega, talmente stronzo e forse ispirato dalle mie gesta della sera prima, aveva permesso a due ragazzi di farsi una foto con me mentre dormivo con le tette al vento. Mi sono svegliata proprio in quel momento. Ho sorriso ai ragazzi, ho chiesto di vedere la foto. Avevo occhiali, panama ed ero venuta particolarmente bene, quindi potevano tenere la foto, ma poi li ho mandati via.
La dormita in spiaggia mi aveva finalmente riportata alla vita, così sono andata a farmi un bagno e di ritorno verso il bagnasciuga sono stata fermata da due ragazzi siciliani che avevano lasciato il gruppo per venire a parlarmi. Prima i soliti convenevoli. Come stai, di dove sei e così via. Poi mi hanno chiesto se quello con me era il mio fidanzato. Io - che non ti posso mai sostituire - ho detto loro che ero fidanzato ma il mio ragazzo era a casa. Quello era solo un amico. A quel punto, si sono presi un po' più di confidenza e mi hanno chiesto come mai stessi in topless davanti a un amico, essendo per di più fidanzata.
"Ragazzi, ma sono in topless anche mentre parlo con voi!"
Non so perché questa risposta li abbia eccitati ancora di più. Mi hanno chiesto con chi dei due sarei uscita. Ho risposto, con franchezza e sincerità, che sarei uscita con entrambi. Quando hanno capito che intendevo entrambi allo stesso tempo si sono esaltati ancora di più. Dopo un po’ però li ho dovuti lasciare, non potevo uscire con loro e lasciare da solo il mio collega. Così, ho preso i loro numeri, perché non si sa mai e ci siamo separati. Loro tutti contenti sono tornati al loro gruppo ed ho sentito chiaramente una frase di apprezzamento nei miei confronti, del tipo "quella è una mignotta di prima categoria".
L'accoglienza del mio collega è stata simile, ma senza entusiasmo. Anzi, con un tono di biasimo mi ha detto: "Che troia che sei!"
Non ti nego che mi sono offesa e ho smesso di parlargli per tutto il pomeriggio.
Quando siamo tornati a casa sono andata a farmi la doccia e lui non ha osato entrare in bagno. Sono uscita dal bagno con l'asciugamano bello fitto a coprirmi tutta. Lui a quel punto, per farsi perdonare la scortesia e la maleducazione mi ha abbracciato da dietro e mi ha portato affettuosamente verso la finestra. Non ha chiesto scusa ma era sottointeso quando ha iniziato a baciarmi il collo. Io non cedevo, restavo rigida e tenevo saldo l'asciugamano mentre lui cercava di farlo cadere.
A quel punto, gentilmente, mi ha portato verso il letto e vedendo che opponevo una resistenza minima, mi ha spinto sul letto in modo da farmi ricadere supina. Ha cercato di levarmi l'asciugamano ma rimaneva saldo.
"Fai l'offesa anche?"
Non ho risposto.
"Vabbè, io ti scopo lo stesso"
Non ho risposto.
Ha cercato di togliermi ancora l'asciugano ma è riuscito soltanto a scoprirmi le natiche. A quel punto ha iniziato a leccarmi fino al buco del culo. Al suo tentativo di aprirmi le gambe ho opposto una finta resistenza. Le ho aperte solo in parte, non tanto da farmi scopare, non troppo poco da impedirgli di infilare la lingua. E così ha fatto, a fatica la sua lingua ha raggiunto le labbra più belle che ho.
Ho iniziato quasi subito a infradiciarmi, anche se preferisco la leccata d'avanti. "Allora ti va?", mi ha chiesto. Non ho risposto. Ha provato ad alzare ulteriormente l'asciugano e ad allargare ancora di più le gambe. Ma senza successo. Volevo giocare a fare la verginella.
Ah, quello è stato il momento in cui ti ho mandato quel selfie con le spalle scoperte e il seno coperto dall'asciugano. Ti avevo detto che mi stavo riposando dopo la spiaggia. Era vero. Ma avevo omesso che il mio collega mi stava leccando culo e figa.
"Sto per sbattertelo dentro"
A quel punto si è levato le mutande e si è messo il preservativo, senza neanche che lo degnassi di uno sguardo. Anzi, noncurante, mi ero ricoperta il sedere con l’asciugamano. Due secondi dopo mi ha scoperto di nuovo in maniera brusca questa volta e ha sbattuto (è la parola più corretta) il suo cazzo dentro di me. Sai perfettamente che dal momento in cui entro in contatto con un cazzo, non capisco più niente. Ho demolito ogni forma di resistenza e ho spalancato le gambe. Poco dopo mi sono girata per godermi il suo grosso uccello e farmi scopare per bene. Ho aperto completamente l'asciugamano.
Si è sdraiato su di me e ha iniziato a leccarmi le tette. Le stesse tette che il giorno prima erano ricoperte di sborra. Ma adesso non gli importava più. Le tette bagnate e palpate erano due belle sfere perfette. Ne stringeva e leccava una, gonfia come un palloncino, poi l'altra. In quel momento mi sono arrivati i tuoi messaggi di risposta. Il telefono si è illuminato accanto alla mia testa e lui li ha letti per me.
"Amore sei bellissima, mi manchi! Ti amo. Vorrei vedere di più".
Le tue parole, lette da un altro uomo che mi stava scopando mi hanno eccitato ancora di più se possibile. Con la mano ha allontanato il cellulare e ha iniziato a scoparmi con furia. Eravamo due animali che si baciavano, si leccavano e si scopavano. Ero tutta bagnata, liquido vaginale e saliva. Pensavo a te e pensavo a lui, era come se fossi lì a guardarmi e questo mi faceva impazzire.
Mi ha sollevato le gambe e se l'è messe attorno al collo e ha cominciato a spingere come un toro. Iniziava a sudare e i suoi muscoli - asciutti - iniziavano a gonfiarsi un poco, provocandomi ulteriore piacere. Abbiamo continuato ad accoppiarci come animali per un poco. Poi mi ha messo a pecorina ed io ho preso il cellulare, per scriverti un messaggio, ma lui me l'ha impedito semplicemente con la forza del suo cazzo. Non riuscivo nemmeno a tenerlo in mano. Ho iniziato a godere e gridare di piacere e sono andato avanti così finché alla fine non si è sfilato dalla figa, si è tolto il preservativo e mi ha inondato la schiena.
Era già tardi a quel punto, siamo andati a mangiare e poi ho proposto: "Torniamo a Magaluf".
Magaluf però non è per deboli di cuore e di stomaco, come ti racconterò stasera. Avevo bevuto talmente tanto la sera prima che quella sera non riuscivo a toccare alcool. Così abbiamo ballato, ci siamo divertiti in maniera "sobria" e l'unico cazzo che mi è passato per le mani era quello di uno delle migliaia di inglesi che affollano l'isola.
Questo ha iniziato a ballare in maniera decisamente spinta, facendomi sentire il suo cazzo attraverso i jeans. Spingendo da dietro. Così mi sono girata, ho lasciato il mio collega alle spalle, anche lui pressava sul culo e sono entrata con le mani nei pantaloni dell'inglese. Ho iniziato a segarlo e con mia grande delusione è venuto quasi subito. Facendosi sfottere dai suoi amici e un poco anche da me.
Poco dopo siamo andati via. Abbiamo preso un taxi.
Non ero per niente soddisfatta per come era andata la serata. Tanto più che i discorsi da gentlemen tra il tassista e il mio collega avevano acceso in me tutto ciò che si poteva accendere. Infatti, il tassista raccontava che prende una certa somma da alcuni nightclub per soli maschietti, per prendere gruppi di ragazzi e portarli in questi posti. Come se non ci fosse una signora a bordo, raccontava anche quello che succedeva in questi club con tanto di tariffario.
A quel punto, visto che alla guida non avevamo l’autista personale della regina d’Inghilterra, mi sono chinata tra le gambe del mio collega e ho iniziato a succhiarglielo. Lui, ormai abituato alla mia apertura mentale mi ha chiesto in italiano se volevo fare un pompino anche al tassista. Questo, che capiva l'italiano, si è subito dichiarato "più che d'accordo", così, dopo aver guidato come un folle, si è fermato in una via deserta a pochi metri dall'albergo e appena fuori dal taxi mi sono inginocchiata tra i due per fare quel doppio pompino. (non ti preoccupare, al tassista l'ho succhiato col preservativo).
Ero così contenta di quei due cazzi che facevo i pompini con risucchio e schiocco. Ho cercato come sempre di portarli più in profondità possibile. Ad ognuno dei miei clienti spettava una tetta. Il tassista aveva la mano piuttosto pesante, ed a tratti mi stringeva la tetta troppo forte. Il mio collega invece mi conosce bene e sa come toccarmi. Ho lavorato molto bene perché entrambi sono venuti molto presto. Il tassista sul seno e il mio collega, molto elegantemente in pieno volto.
Al momento di pagare la corsa, naturalmente, il tassista si è rifiutato ed anzi mi ha offerto un fazzoletto per pulirmi. Fazzoletto che ho rifiutato. Volevo lasciare il segno a Maiorca e farmi una bella passeggiata (anche se erano solo duecento metri) con la sborra addosso. Così che tutti potessero vedere quanto cazzo sono troia.
Purtroppo, non c'era molta gente, ma quelli che c'erano hanno apprezzato, uno (avrà avuto sì e no 16 anni) si è avvicinato convinto fossi una pornostar e mi ha chiesto un selfie. Ovviamente mi sono rifiutata ma gli ho fatto mettere un dito nella figa e poi sono andata via.
Sono veramente soddisfatta di questa vacanza e spero che tu sia soddisfatto di me. Soprattutto perché ti devi ricordare che ti amo più di ogni altra cosa””
Nel prossimo racconto, se lo vorrete, vi dirò quello che quella gran troia ha combinato a Magaluf il venerdì sera.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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