Lui & Lei
LOUNGE BAR
di hairfire
21.03.2022 |
646 |
2
"Ufficio, clienti, fatture e ricevute, il capo rompipalle, ecc..."
Il rientro dal corso di Roma, aveva aperto nuovi orizzonti nei pensieri di Barbara. Era come se avesse preso una nuova coscienza del suo essere donna. La consapevolezza del suo potere di femmina prima che di donna le faceva vedere il mondo in modo diverso, sul lavoro, nel tempo libero, nel suo rapporto con Roberto, che nel frattempo era sempre più profondo. Il sentimento era entrato a far parte della loro relazione.Aveva raccontato tutto dell’esperienza di Roma, degli occhi di tutti su di lei, gli sguardi vogliosi dei colleghi e della sorpresa dell’insegnante. Del suo rapporto orale con quel giovane uomo, del sapore del suo seme che l’aveva accompagnata fino all’arrivo in stazione dove aveva trovato il suo uomo ad aspettarla. Della dominante libertà che le dava l’essere nuda sotto i vestiti. Roberto dapprima si era arrabbiato, poi l’eccitazione aveva preso il comando.
La vita aveva ripreso la sua routine. Ufficio, clienti, fatture e ricevute, il capo rompipalle, ecc. ecc. Ma qualcosa era cambiato. Al suo abbigliamento aveva aggiunto un ulteriore tocco di femminilità, se mai ce ne fosse bisogno, viste le curve che erano la caratteristica che gli uomini, diciamo, apprezzavano molto. Le gonne si erano accorciate e, quando era seduta, lasciava che salissero mettendo in evidenza le sue magnifiche gambe. Indossava maglie leggere e camicie abbottonate il giusto, mettendo in evidenza la sua stupenda quarta misura.
Aveva accettato la sfida di Roberto. Quando uscivano, era nuda sotto vestiti sottilissimi, a volte trasparenti che sembravano dipinti sulla sua pelle. L’avvicinarsi della stagione calda si era trasformato in un complice ideale. Il gioco e la provocazione erano sempre dietro l’angolo, quando meno Roberto se lo aspettasse.
Era un venerdì sera, primavera inoltrata. L’aria era fresca ma non troppo. Unico aspetto non previsto, un litigio feroce. Argomento? La convinzione da parte di Roberto che Barbara quella sera aveva troppa attenzione per il cellulare, disinteressandosi a lui. Da lì ne era nata una futile scenata e un altrettanto inutile momento di tensione fra di loro. Erano di rientro da una cena come succedeva tutti i venerdì. In macchina un silenzio carico di tensione. Ad un certo punto, Barbara vide un lounge bar sulla strada. Si girò verso Roberto e gli chiese: “Hai voglia di bere qualcosa prima di rientrare a casa?”. Roberto la guardò e, senza rispondere, entrò nel parcheggio.
Entrarono. Il locale era ricavato in un vecchio fienile. All’entrata, il bancone cui erano appoggiati uomini che bevevano e parlavano rumorosamente. Al piano di sopra la zona un po’ più tranquilla dove salottini circondati da tende che davano un tocco di privacy alle persone che dialogavano serenamente fra loro in allegria. Per accedervi, una scala con lucidissimi e trasparentissimi gradini di vetro.
Quella sera Barbara aveva indossato, sotto un leggero soprabito aperto, un vestito a camicie con disegni animaliè, cintura alta in vita. Tacco alto. Apparentemente castigato, quello che lo rendeva un ottimo strumento di gioco, era la totale assenza di intimo. Senza che il suo uomo se ne accorgesse, aprì un bottone sopra, allargando la scollatura e due bottoni sotto offendo la vista della sua intimità alla vista di chi voleva. Infatti, cominciando a salire lentamente i gradini di vetro, due uomini che erano nella parte inferiore della scala ebbero gioco facile nel vedere il sesso completamente depilato sotto il vestito. Roberto si era accorto che c’era qualcosa di strano ma non aveva capito cosa.
Un giovane cameriere li accompagnò in un salottino stile arabo un po’ appartato. Gli occhi del ragazzo non si staccavano dalla scollatura della donna che, ovviamente, ci giocava. Roberto aveva capito il gioco della sua donna: la provocazione. Si sedettero, il camicione si era aperto e si poté apprezzare la meraviglia depilata. Barbara si coprì lentamente, ordinarono da bere. Furono serviti nel giro di pochi minuti. Il cameriere era troppo preso da quella visione. Bevvero pochi sorsi del cocktail ordinato.
Barbara si appoggiò allo schienale del divano senza la preoccupazione di coprirsi. Accarezzava la testa di Roberto con estrema dolcezza. Si guardarono negli occhi. Le loro lingue cominciarono a cercarsi con passione. Le mani di Roberto iniziarono ad accarezzare il corpo della sua donna da sopra il vestito. Le mani di Barbara si dedicarono alla cerniera dei pantaloni. L’erezione era di marmo.
Con un movimento velocissimo, lei fu seduta sulle gambe del suo uomo. Continuavano a baciarsi senza curarsi delle persone attorno a loro. Le mani di Roberto non si staccavano dall’esplorazione del corpo di Barbara. Il tessuto si muoveva sotto le sue mani, alzandosi e scoprendo il corpo della bellissima donna, che protestava debolmente per lo spettacolo che il suo uomo rischiava di dare nella penombra della sala. La cosa, però, non era passata inosservata. Alcuni giovani si erano accorti della cosa ed erano rimasti colpiti sia dalla nudità sotto il vestito che della bellezza del culo di Barbara.
I due amanti si staccarono per riprendere fiato. Le mani di Roberto non riuscivano a separarsi da quel corpo. Quelle di Barbara cercavano la cintura dei pantaloni. Gli occhi erano incollati gli uni in quelli dell’altra.
Finalmente lei riuscì a fare uscire il membro di lui. Lo accarezzava coprendolo con il vestito. Lui giocò con i bottoni ancora allacciati, per la verità pochi. Un cenno di debole protesta, poi, rendendosi conto che dietro il divano c’era il muro, lasciò il vestito completamente aperto. Le mani di Roberto si impadronirono dei seni grandi della sua donna, accarezzandoli dolcemente. Poi scese sui fianchi, sulla schiena, sulle natiche. La pelle morbida della sua donna lo mandava in paradiso. Rialzò il vestito quasi a metà schiena, ma solo per un attimo. Barbara era concentrata sul membro. Poi successe quello che forse sarebbe stato troppo rischioso. L’adrenalina era al massimo.
Barbara si fece scivolare lungo le cosce di Roberto sempre tenendo in mano il suo membro. Continuava a giocarci e a mantenerlo marmoreo. Poi si alzò velocemente sulle ginocchia e lo fece entrare dentro di lei con molta facilità, data l’eccitazione che si era impadronita del lei. Il membro di Roberto fu accolto totalmente nel nido che tanto amava. L’uomo rimase fermo lasciando l’iniziativa a lei. Barbara inizio un lento movimento, lasciata libera com’era di gestire quel momento di amore anche se un po’ proibito. I suoi movimenti erano lenti, gustati senza perdere un attimo delle meravigliose sensazioni che le venivano trasmesse. Rimasero l’uno dentro l’altra per parecchi minuti. Il cameriere aveva trovato una posizione da cui poteva ammirare la donna e le sue forme libere dal vestito. Barbara se ne accorse, non fece nulla per coprirsi. Anzi, giocava con lo sguardo verso il giovane. L’orgasmo che travolse contemporaneamente Barbara e Roberto fu meravigliosamente intenso. L’uomo innondò la fica della compagna con tutto il suo seme. Barbara si incollò alla bocca del suo uomo per non urlare tutto il suo piacere. Fu magnifico e, soprattutto, tremendamente eccitante. Si rilassò abbandonandosi sul corpo del suo uomo, godendosi il suo membro dentro di lei.
Il passo successivo fu pulirsi cercando, senza molto successo di non farsi notare. Barbara si sfilò da Roberto senza preoccuparsi di abbottonare il vestito, si dissetò con il suo cocktail, abbandonandosi sul divano. Si rimisero in ordine prima di scendere e pagare. Lei si alzò dando le spalle alla sala visto che il vestito era ancora completamente aperto. Si mise il suo trench, chiudendolo usando solo la cintura. Prese la borsa e scese le scale, non senza aver lanciato uno sguardo al giovane cameriere.
Barbara attraversò la sala inferiore con calma studiata. L’abito completamente aperto era intuibile sotto il soprabito. Entrarono in macchina. Roberto mise in moto e partirono. Una volta sotto casa di Barbara, spense il motore, guardò con dolcezza la sua donna, la baciò e, con infinita dolcezza pronunciò le fatidiche parole “scusa, sono uno stronzo”.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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