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L'ESTATE STA FINENDO PARTE SECONDA


di Membro VIP di Annunci69.it hairfire
25.09.2024    |    386    |    0 7.0
"Arianna si stava lasciando andare..."
Rimasero in attesa che la serata cominciasse. Arianna e Umberto, fra una carezza e l'altra, si scambiavano sguardi di intesa, quasi a volersi confermare che la serata avrebbe avuto un seguito.
Fra una portata e l'altra, il dj suonava musica 70-80-90, riempiendo il centro della sala del ristorante soprattutto delle donne partecipanti.
Arianna non fu da meno. Ma, consapevole della pericolosità dovuta a movimenti troppo ampi, si limitava a passi poco pronunciati. Non poteva però evitare che il suo magnifico seno si muovesse libero ed eccitante sotto al camicetta. Umberto le era sempre vicino, accarezzandola con molta discrezione. Le mani si cercavano, si sfioravano. Lui le girava intorno sfiorandole il culo libero dall'intimo. Lei rispondeva con passaggi fugaci sul pacco di lui già pronto. Aveva il cazzo di marmo mentre la donna era eccitata e sentiva la sua fica bagnata dagli umori abbondanti.
Smisero di ballare per tornare al tavolo dove, nel frattempo, era arrivata una nuova portata. Arrivarono, strano a dirsi, mano nella mano. Arianna si stava lasciando andare. Non le importava dei commenti delle altre. Il maestro ora era suo.
Il suo uomo continuava a mandare messaggi che venivano letti ma che non avevano risposta. Aveva capito che quella sera sarebbe stato cornuto e, forse, poteva immaginare con chi.
Quando arrivarono al tavolo, Arianna e Umberto erano soli. Si sedettero. Arianna aveva il nodo della camicetta molto largo. Si girò verso Umberto cercando protezione dalla vista di tutti. Liberò il nodo che teneva chiusa la camicetta. Per un attimo la sua quarta fu ben visibile agli occhi del maestro che non resistette dal toccarlo. La donna fece un nuovo nodo e si rimise composta, appena in tempo perchè i vicini di posto si riaccomodarono ai loro posti.
La festa finì. Arianna si avvicinò alla sua amica per prendere la strada dell'uscita. Proprio in quel momento arrivò un messaggio di Umberto le che chiedeva un passaggio, dato che la persona con cui era venuto lo aveva lasciato a piedi. Era l'occasione che la donna aspettava da tutta la sera, pur sapendo che poteva essere, anzi era sicura che fosse una scusa per andare in macchina con lei. Chiese all'amica se le dispiaceva se Umberto si univa a loro. Erano tutti e due di strada: prima l'amica poi Umberto. All'arrivo davanti a casa, l'amica salutò e scese velocemente, forse un po' imbarazzata dalla situazione.
Umberto si accomodò davanti, sul sedile del passeggero. La macchina partì. Le mani cominciarono a cercarsi nuovamente, sempre più affamate della pelle dell'altro. L'uomo indicò un parcheggio di un supermercato, a quell'ora vuoto, ma poco importava. Arianna spense il motore.
Quasi contemporaneamente le bocche si incollarono, le lingue giocavano, cercandosi sempre più profondamente. Lei cercò la cintura dei pantaloni, lui il nodo della camicetta; lei aprì la cerniera, lui le tolse il microindumento liberando quei seni meravigliosi, subito preda delle sue mani. Lei tirò fuori un cazzo di tutto rispetto e cominciò un pompino, vogliosa di dare piacere. Lui cercava di fare entrare le mani nei pantaloni, accarezzando le natiche prima, la fica bagnatissima poi. Lei non ce la fece più: si tolse i pantaloni, mettendo in mostra la sua meraviglia depilata con cura. Uscì dall'auto così com'era, splendidamente nuda; lui si tolse la camicia per non essere da meno e la raggiunse. Tutti e due nudi sotto la luce dei lampioni, ma a nessuno dei due importava di eventuali...interruzioni. Arianna riprese a mangiare quel fantastico cazzo, portandolo all'estremo: era di marmo e lo voleva per se. Lo leccava e lo succhiava avidamente. Lui cercava di non venire, ma quel momento era meravigliosamente fantastico, con quella bocca che giocava con il suo amichetto che gradiva non poco.
In tutto questo, Arianna aveva rimosso completamente il pensiero del suo uomo, che, nel frattempo, continuava a mandare messaggi che non avevano risposta. Vista l'ora, era la conferma che la sua compagna stava scopando con il maestro che, a detta di tutte, aveva un cazzo di tutti rispetto, molto meglio del suo. Tutto questo da un lato lo faceva star male, dall'altro lo eccitava moltissimo. Sapere la sua donna posseduta da un altro gli dava delle sensazioni quasi dolorose.
Umberto fece rialzare Arianna, le fece distendere sul cofano, le allargò le gambe e cominciò a leccargliela, ad assaggiare gli umori che uscivano abbondantissimi dal quel paradiso chiamato fica. La donna stava impazzendo. Lo fermò e volle che la penetrasse. Anche lui non vedeva l'ora. Senza la minima resistenza, entrò dentro di lei e cominciò una danza prima lenta poi sempre più veloce, poi lenta, poi sempre più veloce, in un ballo sensuale che lo portò a scaricare la sua sborra dentro di lei. La donna gli prese le natiche attirandole verso di lei, facendo entrare completamente il cazzo dell'uomo. Voleva sentire tutto il seme dentro la sua tana. Vennero contemporaneamente. Il momento fu paradisiaco. Arianna urlò tutto il suo piacere senza ritegno.
Rimasero l'uno dentro l'altra per qualche minuto, godendosi quel momento voluto intensamente da entrambi. Si baciarono nuovamente. Così, nudi com'erano, rientrarono in macchina. Arianna riaccese l'auto e partì verso la casa di Umberto. Arrivati, l'uomo uscì senza minimanete preoccuparsi della sua nudità. Salutò la donna dandole apuntamento alla lezione del giorno successivo.
Rimanendo nuda, Arianna si avviò verso casa. Al suo arrivo, si rimise i pantaloni che si macchiarono della sborra di Umberto e si rimise la giacca senza la camicetta, con il seno in bella vista.
Entrò in casa. Il suo uomo era lì ad aspettarla ed ebbe la conferma che aspettava. Arianna lo guardò, con un sorriso malizioso. Gli si avvicinò e lo baciò, facendogli sentire il sapore del cazzo del suo amante. Lo guardò e vide i suoi occhi lucidi. Senza dire nulla, andò a spogliarsi e, nuda com'era, andò a letto senza preoccuparsi di lavare via l'odore della pelle ed il seme di Umberto che continuava a scendere lungo le cosce. Si addormentò, pensando alla magnifica serata, alla scopata con Umberto e alla lezione di ballo della sera successiva. Aveva ancora voglia di lui. Ma questa è un'altra storia.
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