tradimenti
L'ESTATE STA FINENDO PARTE EPILOGO 1
di hairfire
02.10.2024 |
70 |
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"Il panorama degli abiti era infinito..."
La notte passò in modo diverso per Arianna ed il suo uomo. Lui la passò praticamente insonne, visti i pensieri contrastanti: da un lato il moto di gelosia che era nato dal fatto che la sua donna lo aveva escluso dalla sua serata. Dall'altro l'aveva spinta lui a non mettere intimo, anche se era vero che era da maggio che la donna non metteva né reggiseno, né tantomeno il perizoma, anche al lavoro. Era sempre totalmente in libertà e la cosa lo eccitava e, soprattutto, eccitava lei, sempre pronta alla provocazione. Gli abiti estivi della sua compagna erano di vari tipi: potevano essere lunghi e magari un po' trasparenti, oppure corti, anche molto, sempre leggerissimi e tremendamente sexy, che diventavano cortissimi quando era seduta, tanto che ad un occhio attento, si poteva notare il suo paradiso depilato. La sua quarta di seno era sempre in movimento. La immaginava nei corridoi dell'ufficio camminare speditamente incurante dei movimenti che provocava il suo incedere. I colleghi erano rapiti da tanta sensualità.L'uomo si vestì nel bel mezzo della notte e prese la moto, vagando per le campagne della sua città senza meta. Le prime luci dell'alba lo videro in una località balneare a vedere il sole salire nel cielo preparando una nuova splendida giornata di fine estate.
Arianna invece crollò letteralmente in un sonno profondissimo. Le emozioni provate la sera precedente erano state intense e, soprattutto, fantastiche. L'aver gustato il frutto proibito del tradimento sottoforma del cazzo di Umberto l'aveva fatta sentire una regina per una sera, padrona della situazione. Unico neo, l'aver escluso il suo uomo. Se non lo avesse fatto non sarebbe stato, forse, vero tradimento. La regola del loro gioco era, appunto, giocare insieme, il rendere partecipe l'altro delle situazioni. Ma quel momento lo aveva voluto solo per lei.
Si svegliò, sola nel letto. Sapeva che lui, sensibile com'era, stava soffrendo per quello che aveva combinato. Non lo trovò nemmeno in casa. Un po' di rimorso stava affiorando.
Andò in bagno e si mise sotto la doccia; nell'accarezzarsi la pelle, la sua mente andò alla sera precedente. Al ballare sotto lo sguardo di tutti, alle carezze furtive di Umberto, alle sue mani che sfioravano, per la verità neanche in modo tanto discreto, il suo cazzo durissimo sotto i pantaloni, al momento in cui si aprì la camicetta con la scusa di rifarne il nodo, al momento dell'entrata dentro di lei di quell'obelisco di carne. La mano bagnata dallo scrosciare dell'acqua, andava lì.
Si risvegliò da quel momento, sentendo la porta di casa chiudersi. Il suo compagno, la persona che, in fondo amava più di ogni altra cosa, era tornato.
Uscì dalla doccia, si asciugò velocemente e, indossondo un kimono di raso a fantasie orientali, uscì velocemente dal bagno. Gli buttò le braccia al collo, lo baciò con estrema passione. La sua lingua cercava quella del suo uomo, che rispondeva un po' fredda. Gli occhi si incrociarono: quelli di Arianna supplicavano il perdono, gli altri erano lucidi. La amava troppo, la abbracciò accarezzando quel corpo magnifico, nudo sotto la seta dell'indumento. D'altronde lui l'aveva spinta a tanto, lui non poteva soddisfarla come un tempo. Di questo era tremendamente consapevole.
Non scambiarono una parola. L'uomo si vestì per andare al lavoro e uscì. La donna si sedette sul letto, immersa nei suoi pensieri. Le sensazioni per la serata passata erano ancora vivissime in lei. Amava il suo compagno, ma con Umberto aveva conosciuto ambiti del sesso proibito. Averlo fatto nuda sotto i lampioni, con il rischio di dare spettacolo, con quel ben di dio dentro di lei, le aveva fatto vivere emozioni fortissime.
Aprì l'armadio per i rito della vestizione mattutina. Il panorama degli abiti era infinito. Gonne, pantaloni, vestiti, camicioni tanto amati dal suo lui. E in quel momento agì d'istinto: ne tirò fuori uno di colore marrone con fantasie animalier, molto castigato, ma duttile nelle sue mani. Si liberò della vestaglia, prese quell'indumento all'apparenza senza significato e lo indossò, come abitudine da qualche mese, completamente nuda sotto. Lo abbottonò, ma neanche troppo, si mise una cintura attorno alla vita, ne fece salire i lembi bassi, scoprendo le gambe. Gli spacchi laterali, se voluto, avrebbero potuto aprirsi e scoprire ancora di più il fianco e tradire l'assenza del perizoma. Un trucco leggero e la preparazione finì. Nel tragitto verso l'ufficio cominciarono i pensieri della sera successiva. Avrebbe rivisto Umberto. Si eccitò. Una sensazione che l'avrebbe accompagnata tutta la giornata. I colleghi videro la luce giocosa nei suoi occhi e nel suo incedere fra gli uffici open space, con il seno libero di muoversi sotto la stoffa leggera del camicione.
A metà pomoriggio un messaggio del maestro nella chat del gruppo di ballo: la lezione era saltata. Rimase di sale. Stava già pregustando un eventuale dopo-lezione. Nemmeno il tempo di dispiacersi che arrivò un altro messaggio, questa volta in privato: “ci vediamo io e te?”. Era quello che sperava. Rispose subito di sì. Il programma era semplice: ristorante fuori città e poi...
Uscì prima dall'ufficio, andò a casa. Doccia, depilazione ancora più accurata e vestizione. Stavolta cambiò camicione. Sempre largo ma corto con le maniche argentate, cintura ai fianchi. Pochi bottoni allacciati. Quindi scollatura vertiginosa sopra e gambe scoperte sotto. Ma la chicca fu la conferma, nella verifica finale allo specchio, della provocante trasparenza della stoffa. Tutto sarebbe stato ben visibile con una luce giusta. Si sentiva eccitata ed eccitante in quella provocazione. Mandò un messaggio al suo compagno avvertendolo che sarebbe uscita per cena. Suonò il campanello. Arianna sentì un coplo al cuore per l'emozione. Non lo fece salire; lo raggiunse lei in strada.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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