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Lei che bacia lui che bacia me


di Membro VIP di Annunci69.it Fantasieinracconti
23.06.2024    |    8.432    |    18 9.3
"Ad un certo punto sentii che allargava le dita per divaricarlo sempre più..."
Sto aspettando il suo ritorno.
Sono invasa da mille emozioni diverse, ma la gelosia che provo in questo momento prevale su tutte le altre.
Purtroppo è giunta l’ora di pagare la promessa che feci in cambio di veder soddisfatto il mio desiderio sessuale più grande.
Per capire bisogna però fare un passo indietro da dove tutto era cominciato:

Ormai erano anni che io la menavo con la voglia della doppia penetrazione.
Se all’inizio un po’ ci stava e Sergio si eccitava al sol pensiero, dopo un po’ sentirla tutte le volte che facevamo sesso notavo che la cosa lo infastidiva.
Nella mia testa pensavo che fosse un desiderio comune ed invece no.

Un giorno mentre stavamo facendo sesso me ne uscii con la solita richiesta di farlo in tre con un altro uomo.
Fui un attimo spiazzata quando lui mi disse: “Se vuoi davvero farlo con due io voglio avere un rapporto con un’altra”
Non capivo e chiesi delucidazioni:
“Cioè, fammi capire. Tu vuoi scoparti un’altra o cosa?”
“No, no. Io voglio proprio avere un’altra relazione che viaggi in parallelo alla nostra relazione. Io voglio un’altra donna.”
Mi arrabbiai e lo spinsi lontano con i piedi
“Ma sei un bastardo!” Urlai
“Fammi capire. Sono anni che tutte le volte che facciamo sesso pensi ad un altro ed ora che anch’io ti espongo in mio desiderio ti incazzi! Interessante egoismo il tuo”
Si riavvicinò a me di nuovo ed io lo tirai per farmi penetrare.
Lo avvinghiai con le gambe e iniziai a muovermi avanti ed indietro.
Ero arrabbiata ed eccitata, volevo essere scopata forte.
Volevo godere,volevo venire, ma soprattutto volevo squirtare.
Lo invocai:”sbattimi bastardo! Fammi squirtare!”
Non ci volle molto.
Sentii arrivare il fluido e non appena il cazzo di Sergio uscì dalla mia figa un getto incredibile lo investì.
“Va bene!” Dissi in un impeto di eccitazione ”A me la doppia penetrazione e a te la tua relazione extraconiugale. Dai! Sbattimi, sbattimi forte, fammi veniiiiireeeee!! Siiiiiii! Siiiiii! Siiiii! Vengo! Vengo! Veeeeengooooo!!!”
Ero scoppiata in un orgasmo incredibile come non mi capitava da un po’.
Sergio allora mi girò con forza e non appena fu in posizione mi puntò il cazzo nel culo e me lo sfondò con decisi colpi di reni.
Quando fu sul punto di venire estrasse il suo cazzo e me lo mise in bocca tirandomi con forza i capelli affinché non mi staccassi fino a quando l’ultima goccia del suo sperma non fosse stata ingoiata.
Eravamo stati travolti da emozioni contrastanti che ci avevano pervaso il corpo e la mente portandoci ad una eccitazione incredibile.

Pensavo che fosse finita lì come le altre volte, ma Sergio aveva preso sul serio la mia promessa.
Fu dopo alcune settimane che mi resi conto di quanto seria fosse diventata questa cosa:
Una sera di fine estate avevano raggiunto la casa di campagna per passare lì il weekend come facevamo spesso.
Verso sera sentii il rumore di un’auto che raggiunse la nostra abitazione.
Siccome la strada era senza uscita pensai alla solita auto che aveva sbagliato strada.
Capitava spesso infatti che auto dirette ad una meta turistica limitrofa sbagliassero incrocio e si presentassero nel nostro cortile.
Quella volta non era così.
Era Marco, un parente alla lontana di mio marito che ci aveva raggiunto per salutarci, o almeno era quello che pensavo io.
Mio marito scherzosamente lo chiamava il nano a tre gambe.
Era un personaggio simpatico e molto intelligente.
Era un viticoltore della zona proprietario di una cantina tra le più famose dell’Emilia.
Era alto poco meno di un metro e cinquanta, ma la sua simpatia è la sua intelligenza sopperivano notevolmente alla sua bassa statura.
Dopo essersi separato alcuni anni ha avuto un paio di storie con alcune donne della zona ed ora ha una bellissima e simpatica compagna cubana che vive a pochi km da casa nostra.
Avrete capito che la terza gamba era la dote nascosta di Marco.
Mio marito diceva che il suo in confronto con quello di Marco era un mignon.

Ci sedemmo nel gazebo del giardino e ed iniziammo una bella chiacchierata che si dilungò fino a sera con prosecco e patatine come companatico.
Ormai si erano fatte le 20 ed il sole complici le colline che lo coprivano ci aveva lasciato da un po’.
Sergio in men che non si dica ci spadellò davanti una deliziosa pasta con pomodorini peperone piccante ed olive.
La terza di prosecco se ne era andata ed io ero ormai senza controllo.

La conversazione si portò su argomenti ben più piccanti.
Sergio iniziò a far allusioni sul sesso a tre e Marco non si tirò certo indietro.
“Ma si. Cosa volete che sia. Si vive una volta sola. Bisogna approfittarne!” Disse lui
Io, che pensavo di rimanere sullo scherzo, dissi a Marco:”certo che la tua compagna deve essere proprio soddisfatta con quel che si dice di te. Ma non sarà tutto vero,giusto?”
Mentre Marco non disse niente Sergio invece alzò la posta in gioco.
“Certo che è tutto vero. Ti piacerebbe approfittarne anche te, vero?Dai Marco, tira fuori quel coso che vediamo se ha coraggio!”
Non feci in tempo a dire niente che Marco estrasse dai pantaloni un vero mostro.
Rimasi a bocca aperta da quanto era enorme.
Sergio allora disse: “cosa dici Elisa, vale la pena di approfittarne?”
Mentre lo diceva mi prese la mano e la avvicinò al membro di Marco per invitarmi a toccarlo.
“D’altra parte Elisa non è quello che hai sempre desiderato?”
Ne io ne Marco riuscivamo a dire una parola.
La mia mano stava compiendo i primi movimenti e il cazzo di Marco si stava gonfiando ancora.
Sergio estrasse il suo cazzo già rigido e me lo avvicinò.
Allungai l’altra mano ed iniziai a masturbare anche lui.
“È brava la nostra Elisa.” Disse Sergio mentre mi portava il membro vicino al viso.
Spalancai la bocca ed iniziai a succhiarlo, ma Marco fece altrettanto e così lasciai il membro di Sergio per dedicarmi anche al membro di Marco.
Spalancai il più possibile la bocca e a fatica riuscii a farne entrare una parte.
La cappella di Marco era enorme.
La differenza tra la cappella e la sua asta sarà stata almeno di due centimetri. Proprio come quella di un fungo.
Cercai di portare quanta più saliva per lubrificarlo e a grande fatica riuscii a far entrare il glande nella mia bocca.
Non c’era più spazio nemmeno per uno spillo ed i miei denti erano quasi sprofondati nella carne.
Marco allora con le mani mi prese la testa e spinse il suo cazzo più in profondità nella mia gola.
Ero praticamente bloccata con il cazzo che non usciva più.
Sergio allora si mise alle mie spalle ed iniziò a spogliarmi.
Non capivo più niente, ma mi piaceva un sacco quello che stavo facendo.
Sentii i miei jeans scivolare fino a terra e le mutandine seguire lo stesso destino.
Marco si sedette sul tavolo ed io con la bocca ancora incastrata lo seguii.
La posizione fu a vantaggio di Sergio che aveva il campo libero per scegliere il buco da riempire.
Le abili mani di Marco invece si fecero strada sotto la mia maglietta e raggiunsero i mie seni iniziando un sensuale massaggio. I miei capezzoli si inturgidirono ed io iniziai a gemere e quando sentii il cazzo di Sergio farsi largo nella mia figa fui travolta da un piacere indescrivibile.
Iniziai a muovere la bocca sull’asta di Marco e lui stava iniziando a godere.
Sergio mi prese i fianchi ed iniziò a tirarmi a sé con colpi decisi e quando arrivava a fine corsa mi tirava con forza e si arrestava un attimo per farmi sentire il suo cazzo in profondità.
Accelerò poi i colpi ed io iniziai veramente a godere e mugolando esplosi in un orgasmo intenso.
Nell’apice riuscii ad estrarre il cazzo di Marco dalla bocca e subito lo riinfilai.
Avevo capito la tecnica e con un gran dolore alla mascella ora riuscivo a farlo entrare ed uscire grazie anche alla lubrificazione salivare che abbondava ora nella mia bocca.
Sergio a questo punto si staccò e buttò a terra un telo mare.
Andò poi a prendere la crema anale ed iniziò a lubrificare il buco mentre io non mi staccavo dalla nerchia di Marco.
Si coricò poi sul telo e mi invitò a cavalcarlo.

In quel mentre mi passò per la mente il pensiero di mio marito che aveva sempre detto che nella figa voleva entrarci solo lui e che in caso il terzo si sarebbe accontentato di bocca e culo.
Un pensiero che io avvallavo, ma mai avrei pensato ad un attrezzo così grande che mi avrebbe penetrato.
Mi staccai dal cazzo di Marco e mi posi sopra la verga durissima di Sergio.
Sentivo l’abbondante crema che mi aveva spalmato Sergio scivolare giù.
Speravo che fosse sufficiente a far scivolare il pene di Marco nel mio buco del culo.
Iniziavo a stantuffare il mio uomo quando sentii le mani di Marco poggiarsi sui miei fianchi e sentii il cazzo di Marco che provava ad entrare.
Mi fermai con i goccioni di sudore che esprimevano il terrore che provavo.
Poggiai le labbra sulle labbra di Sergio ed iniziai a morderle nell’attesa.

Sergio era consapevole del dolore che avrei provato e lasciava che lo mordessi per provare in parte il mio dolore. Questo me lo disse la notte stessa alla fine dell’amplesso mentre si medicava il labbro devastato.

Marco si lubrificò abbondantemente il cazzo e lo puntò deciso verso il mio buco.
Sentii allargarsi il mio buco per un bel po, poi sentii che era arrivato al punto non più elastico e capii che da quel momento il mio sfintere si sarebbe lacerato.
Marco allora estrasse il cazzo e dopo aver spalmato abbondantemente la crema sulla mano infilò le dita.
Sentii le prime due e poi immaginai che le mise tutte perché sentivo allargarsi lo sfintere all’infinito.
Ad un certo punto sentii che allargava le dita per divaricarlo sempre più.
Tolse la mano e sentii di nuovo la punta della cappella entrare.
Il dolore era devastante.
Iniziai a mordere con forza il labbro di Sergio fino a quando non sentii il sapore del sangue in bocca.
Sentii lacerarsi lo sfintere fino a quando sentii oltrepassare la cappella e passare oltre.
Sapevo che farla uscire in quel momento sarebbe stato più doloroso che farla entrare.
Mi arretrai col culo affinché la verga entrasse più a fondo. Poi Marco iniziò a spingere a colpetti.
All’inizio si muoveva delicatamente poi iniziò a stantuffare più velocemente.
Lasciai riposare il labbro di Sergio ed iniziai a godere.
Il culo squartato avrebbe sicuramente avuto in seguito bisogno di cure, ma ora era tempo di godere.
Marco spingeva per alcuni centimetri e poi tornava indietro fino al limite della cappella.
Mugolavo di piacere ed iniziai a squirtare sul cazzo di Sergio.
Sentii allora la cappella di Sergio arrivare al limite e con un dolore enorme passare lo sfintere ed uscire come un tappo di bottiglia di Champagne rumore compreso.
Il cazzo di Marco rientrò subito e poi riuscì.
Iniziò così una sequenza di entrate ed uscite che all’inizio mi portarono quasi ad uno svenimento dal dolore, ma poi iniziai a godere muovendo io stessa il culo per incentivare questa cosa.
La differenza di spessore tra la cappella e l’asta stimolava ora il mi sfintere. Era bellissimo.
Iniziai ad urlare e a gemere invocandoli di spaccarmi il culo e la figa.
Arrivò un orgasmo con squirting che mi travolse.
Sentii nello stesso tempo i colpi dei miei partner aumentare e un fiume di sborra mi riempì entrambi i buchi.
Restai in quella posizione fino a quando i membri non si afflosciarono, ma avrei potuto restarci all’infinito tanto era bella questa sensazione.

Come vi dicevo all’inizio dopo aver goduto e rigoduto altre mille volte dei due miei stalloni, ora era il momento di pagare dazio.
Sergio si era presentato una sera con l’attuale moglie di Marco.
La ragazza cubana era davvero bellissima e col sorriso sul viso fu proprio lei a chiedermi se ero d’accordo sul fatto che si frequentassero.
Appurato che lei era a conoscenza di tutto fui costretta a dare il mio consenso.
Lei mi abbracciò e mi ringraziò ed ora sono qui che aspetto il ritorno di Marco per farmi raccontare tutto.
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