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I vizi delle zie


di Membro VIP di Annunci69.it Fantasieinracconti
25.08.2024    |    36.905    |    24 9.7
"Dopo quella volta io e zia Piera siamo diventati più complici, ma quell’estate non ci furono più episodi simili..."

Ero in procinto di partire per la val di Fassa dove possediamo una piccola casetta.
Io ero già in ferie, ma Elisa, la mia ragazza,avrebbe dovuto lavorare ancora una settimana prima di raggiungermi.
Nel frattempo mi sarei dedicato alle pulizie e a piccoli lavori di manutenzione ordinaria.

Dopo aver lasciato le rive del lago di Garda,il percorso inizia a salire ed è caratterizzato da scorci suggestivi che fanno del viaggio una delle sensazioni più belle della vacanza.

Arrivato a destinazione e parcheggiato l’auto, aprii la porta pensando di trovarmi di fronte a ragnatele in ogni dove ed invece la casa era pulita e profumata.
La casa oltre ad essere linda era piena di ogni ben di Dio.
Tutto questo lavoro era stato fatto da una persona che io adoro.

Zia Piera abitava di rimpetto a casa nostra, ma non sapevo che fosse informata del mio arrivo.
Peccato! Volevo farle una sorpresa.
Andai a fare la doccia e come sempre quando entro in quel bagno mi riaffiora quel ricordo dell’infanzia:

Zia Piera, che era più vecchia di me di otto anni, mi aveva visto nascere e crescere.
Probabilmente mi aveva cambiato i pannolini fin da subito e per me era naturale mostrarmi nudo nel fare il bagno.
Quell’estate però ero ormai cresciuto e non mi sembrava il caso di mostrarmi nudo davanti a lei.
Il bagno tuttavia era un porto di mare con gente che andava e veniva e quasi mai ci si chiudeva a chiave.

Mentre stavo facendo la doccia e mi trastullavo il mio coso che si era indurito sentii la porta aprirsi e vidi zia Piera entrare. Ero abbastanza eccitato e volevo mettermi in mostra, quindi non badai troppo a coprirmi.
Il vedo non vedo del vetro della doccia era una mezza copertura, ma zia Piera fu attratta dal mio membro.
Zia Piera era entrata per lavarsi i denti, ma poi rimase davanti allo specchio a fingere di farsi le ciglia per perdere tempo.
Sapeva che non sarei rimasto sotto la doccia in eterno e temporeggiava per vedermi uscire.
Ad un certo punto l’acqua si freddò ed io fui costretto ad uscire.
Cercai di coprirmi fino a raggiungere l’accappatoio che indossai.
Senza voltarsi a guardarmi, mentre fingeva di farsi le ciglia, mi disse: “Da quando siamo diventati così pudici? Non avrai mica paura che te lo mangi vero? Ti ho visto nudo fin da piccolo.”
Dopo quelle parole mi voltai verso di lei e lasciai che l’accappatoio si aprisse.
Senza voltarsi, ma guardandomi allo specchio disse:”Molto meglio, così!”
Poi si girò e mi guardò il cazzo che si stava indurendo.
“Mamma mia Sergi! Non sei più un bimbo. Ma hai già cominciato ad usarlo quel cosino qui?”
Ovviamente non sapevo cosa rispondere ed arrossendo dissi la prima cosa che mi venne in mente.
“Tutto nella norma P”
P era il soprannome che le davo perché lei non voleva essere chiamata zia.
“E bravo il mio bambino. E dimmi. Quando lo usi hai mai pensato a me?”
Zia p è sempre stata così, spontanea e senza freni.
Aveva ragione lei: era spesso nei miei pensieri quando mi segavo, d’altra parte era una figa stratosferica, ma non potevo certo dirglielo.
“Ma dai P! Cosa dici!?”
“Secondo me quando ti fai le seghe pensi spesso a me. Non è vero?” Insistette zia Piera.
“Dai! Ammettilo! Ammettilo! Ammettilo!”
“Qualche volta è capitato.” Fui costretto ad ammettere.
“Ma tu pensa! Il mio nipotino si fa le seghe pensando a me!”
Arrossii e non sapevo più cosa dire.
La zia non mollava l’osso ed iniziò a farmi domande assurde “Pensi a me nuda?”
Come potevo spiegarle che pensavo di scoparmela in ogni dove.
“Oppure il mio nipotino porcellino sogna qualcosa di più?”
Si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla bocca.
Da sempre lei mi baciava sulla bocca, ma quella volta era una chiara provocazione.
Si allontanò immediatamente, ma ormai aveva scatenato in me una tempesta di ormoni.
Il mio cazzo eretto era evidente e P se ne accorse.
Si allontanò sorridendo chiudendo la porta dietro se.
Nei giorni successivi non pensai ad altro che a P.
Mi segai più volte al giorno pensando a lei e tutte le volte che facevo la doccia mi dilungavo nella speranza che lei entrasse.
Un giorno eravamo andati in compagnia a fare una escursione e quando siamo rientrati eravamo da soli.
Io feci la doccia per primo e lei era in attesa che uscissi per entrare.
La vidi spogliarsi completamente dal box doccia e poi disse:”Visto che non ti muovi ad uscire entro con te”.
“Il sogno erotico più bello si stava davvero realizzando?” Pensai.
Non appena entrò nella doccia, il mio pene si irrigidì con un po’ di imbarazzo da parte mia.
“Ma guarda qui che bell’attrezzo che c’ha il mio nipotino!”
“Passami la spugna che ti faccio il bagnetto!” Disse P
Le passai la spugna quasi con naturalezza, come se fosse la cosa più normale del mondo che la zia lavi il nipotino di 16 anni.
Mi lavò per bene compreso il pene che rimase in tiro per tutto il tempo.
Volevo ricambiare, ma lei non volle e così il mio sogno erotico naufragò.
Dopo quella volta io e zia Piera siamo diventati più complici, ma quell’estate non ci furono più episodi simili.
Fu però l’estate dell’87 quella che ricorderò con piacere immenso
Eravamo tutti nella casa di montagna per festeggiare il mio 18mo compleanno.
I miei genitori zia P e l’altra sorella di mia mamma con il marito ed il figlioletto di 8 anni.
Alla festa erano presenti anche alcuni nostri amici e conoscenti.
Quando gli altri adulti se ne andarono i miei genitori andarono a dormire e noi giovani rimanemmo in giardino fino a tarda notte per guardare le stelle.
Io e zia p dividevamo lo stesso telo e lo stesso plaid. A fianco a noi c’era una coppia di giovani amici di mia zia.
Le stelle cadevano a flotte.
Ne contai più di una decina.
Ad un certo punto emmo la sensazione che la coppia vicino a noi si stesse toccando sotto la coperta.
Zia P mi diede una leggera gomitata per farmi capire quello che stava succedendo.
Continuammo a guardare le stelle, ma il nostro maggior interesse era cambiato.
Zia allungò la mano verso il mio pene per vedere se era duro.
Fu un fulmine a ciel sereno. Nel senso che lo sfiorò per un attimo e poi finì lì mio malgrado.
Restammo ancora lì per circa un’oretta, poi decidemmo di andare a dormire.
Quando entrammo in casa ci guardammo in faccia e scoppiammo a ridere.
Siccome c’era tutta la famiglia io e zia dovevamo dividere la stessa camera.
Stavo per andare a dormire nel lettino quando zia mi disse:”cosa fai? Hai 18 anni giusto?”
“Si. E allora?”
“Allora vieni qui che ti do il mio regalo di compleanno.”
Andai a letto con lei, e fui travolto da un suo abbraccio.
Le nostre lingue si intrecciarono.
Lei scese con la mano sul mio pene e mi iniziò a masturbare senza mai staccare la lingua dalla mia bocca, poi si spogliò del reggiseno e mi prese le mani per posarle sul suo prosperoso seno.
Sentii che si stava spogliando degli slip e mi portò la mano sulla sua vagina.
Penetrai delicatamente con le dita e sentivo che si bagnava sempre più.
Si girò e venne sopra di me.
Sentii il mio cazzo che scivolava dentro la sua figa.
Continuando a baciarmi iniziò a muoversi su e giù.
Sentivi mio pene avvolto completamente dalla sua figa. Era una sensazione incredibile e decisamente meglio di come la avevo immaginata.
Aumentò la velocità di movimento ed io non seppi resistere.
“P, sto venendo” dissi
“Sss! Vienimi pure dentro!” Disse sottovoce P.
Un attimo dopo esplosi tutto il mio ardore dentro di lei.
Restammo in quella posizione per qualche minuto, poi P disse:”Andiamo a fare la doccia:”
“Ma se entra qualcuno?” Dissi io
“Non ti piace il brivido?” Rispose lei.
Mentre stavamo aspettando che l’acqua si scaldasse ci iniziammo di nuovo a baciare e toccare.
Il rischio che qualcuno ci scoprisse ci eccitava ancora di più.
Entrammo sotto la doccia con le bocche ancora attaccate.
Quando si staccarono P iniziò a lavarmi il petto con le mani insaponate e poi scese lentamente iniziando un movimento avanti ed indietro per stimolare l’erezione.
Poi scese con la bocca fino al mio cazzo ed iniziò a leccarlo per poi farlo sparire nella sua vorace bocca.
La sua capacità di usare la bocca era incredibile.
Quando il mio membro raggiunse il massimo dell’erezione lei si alzò e mi tirò verso di se.
La spinsi contro il muro della doccia ed iniziai a penetrarla.
Lei si agganciò al mio collò sollevò le gambe e le avvolse attorno a me.
Mentre la scopavo vedevo il suo corpo alzarsi ed abbassarsi ogni qualvolta la sbattevo e l’espressione del suo volto mostrava ogni frammento di godimento.
Poi lei si abbassò, mi voltò le spalle e si inarcò leggermente in avanti per agevolare la penetrazione.
A distanza di anni ricordo ancora la forma del suo corpo e del suo culo bagnato ed abbronzato.
La penetrai delicatamente per poi aumentare la velocità dei colpi in progressione.
La sentivo ansimare sempre più ed avevo il terrore che qualcuno ci potesse scoprire.
Ad un certo punto la sentii irrigidirsi ed iniziare a fremere mentre raggiunse l’orgasmo.
Aumentai l’intensità dei miei colpi, ma non riuscivo ancora a raggiungere un nuovo orgasmo perché ero venuto pochi minuti prima.
I colpi aumentarono progressivamente sia come velocità che forza.
Ci vollero ancora circa tre quattro minuti e in quel momento P stava godendosi una scopata incredibile.
Quando ero prossimo raggiungere l’orgasmo glielo dissi e finii le mie ultime forze con un grido di liberazione.
“Che berillio!” Disse P non appena i nostri corpi si fermarono.
Mentre eravamo abbracciati ancora sotto la doccia ci sembrò di udire qualcuno che si allontanava nel corridoio. Non venimmo mai a conoscenza di chi fosse né da quanto tempo fosse lì, ma eravamo certi che non eravamo i soli a sapere.
Lasciai la mia casa per andare a salutare e ringraziare Zia per la gentilezza che mi aveva fatto.
La loro casa dista praticamente una manciata di metri.
Suonai alla porta, ma non ricevetti risposta nonostante le loro auto fossero regolarmente parcheggiate davanti a casa.
Trovai la cosa alquanto strana.
Provai allora a chiamarla con il cellulare.
Sentii la suoneria del cellulare di P squillare all’interno della casa.
Non riuscivo a capire.
Provai ad aprire la porta e mi accorsi che non era chiusa a chiave.
Prima di entrare chiamai zia Piera a voce alta, ma nessuno mi rispondeva.
Avanzai quindi nella stanza d’ingresso continuando a chiamare.
Nulla. Come volatilizzati.
Raggiunsi il cellulare che squillava ancora perché ancora la stavo chiamando.
Interruppi la chiamata.
Salii quindi i gradini della scala per portarmi nella zona notte, ma non vi era anima viva.
Tornai giù e mi apprestai a scendere le scale verso la taverna.
Sentii una voce femminile ed una maschile che riconobbi in quella di mia sia e del suo nuovo compagno Andrea.
Stavo per chiamare zia P quando capii che stavano facendo sesso.
Mi fermai. Non volevo che il mio arrivo sconvolgesse i loro piani.
Stavo per tornare indietro quando sentii chiaramente un’altra voce che non riconoscevo.
La curiosità allora ebbe la meglio e scesi fino al piano terra in silenzio.
Man mano che scendevo le voci divennero più chiare.
Capii che c’era qualcosa di più di una semplice scena di sesso.
Zia P ed il suo compagno erano in compagnia di qualcun altro.
“Sei sempre più Troia”
“Siii così così!Fammi venire puttana!”
Sentii dire ad Andrea.
Mi avvicinai ancora di più fino a riuscire a scorgere dall’alto della scala le immagini di chi stava consumando l’amplesso.
Restai folgorato quando scoprii che l’altra donna non era altro che l’altra sorella di mia madre.
Un’altro incesto si stava consumando nella mia famiglia e probabilmente si è sempre consumato.
Restai li ancora qualche secondo, ma poi capii che era il momento di andarmene.
Mentre mi allontanavo pensavo che quella volta fosse proprio zia ad aver origliato dietro la porta e pensavo soprattutto che nell’attesa dell’arrivo della mia fidanzata avrei avuto senz’altro molte avventure incestuose
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