tradimenti
Anna - Il giorno dopo
di StraneEmozioni
20.07.2024 |
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"Afferrò i due seni, li portò verso il viso e guardandomi provocante leccò i capezzoli, poi ci sputò sopra e si avvicinò: “hai detto che ti piace la mia..."
Dopo la strana serata orale e masturbatoria con M&F, li salutai e tornai in hotel. Il giorno successivo era sabato ed avevo scelto di ritardare la partenza, in treno, fino alle 13:00. Volevo prendermela calma ed avere anche la possibilità, sapendo già del primo appuntamento, di darci una seconda chance.Prima di lasciare la villetta M, che da ora chiamerò, in omaggio ad una mia recente amica ,Anna, mi aveva chiesto il mio indirizzo telegram perché notoriamente suo marito era stato molto lento nel nostro scambio di messaggi, lasciando passare anche intere giornate prima di collegarsi e rispondere.
Tornato in hotel stavolta fui io a non accorgermi, fino alle 2 di notte quando mi alzai per andare in bagno, che Anna mi aveva mandato una decina di messaggi.
“Sono Anna, stasera è stato bellissimo. Ero completamente catturata dal tuo sguardo magnetico all’aperitivo e ti confesso che stasera avrei fatto anche di più”.
“Domani mattina sarò in giro e se hai bisogno ti do un passaggio in stazione.” continuò.
Ero rimasto con una grande voglia: alla fine mi ero solo fatto una bella sega insieme a loro, ma era chiaro che il tutto era servito ad accontentare il marito, soddisfacendo una sua legittima fantasia omosessuale.
“Mi piacerebbe averti qui in hotel prima della partenza per fare quel di più. Non voglio fare torto a F, digli di venire anche lui oppure di darti il benestare”, fu la mia risposta.
Ci tengo a che io sia un elemento di unione della coppia, non una spina nel fianco.
Anna lesse subito, mentre mi stendevo di nuovo a letto.
“Quando sei andato via ho avuto bisogno di un altro orgasmo per calmarmi, lo sai?”.
“A che ora domani?”, scrisse infine.
“Ti sei toccata ancora o finalmente ti sei fatta scopare? Comunque cercate di essere qui per le nove, alle 12 lascio la stanza”.
“… alle nove sarò da te, lui lavora, ma sarà contento… mi sono fatta leccare, ma ho voglia di sentirmi il tuo cazzo dentro. A domani.”, fu la felice conclusione.
Bello mettersi a dormire con sette ore davanti sapendo che il risveglio sarà dedicato ad assaporare un corpo cosi gioviale, allegro, morbido e sensuale come quello di Anna. Ripensavo al suo taglio di capelli corto, gli occhiali spessi di celluloide, gli occhi castano-verdi che brillavano e quella sua corporatura generosa e morbida, che non avevo potuto sfiorare.
Mi addormentai certo di svegliarmi come sempre alle prime luci dell’alba. Alle sette e trenta fui tra i primi a colazione: uova e bacon, ma anche a seguire una fetta tostata con burro e marmellata. Mi attardai nella sala colazione quando lessi da telegram che Anna era già vicina, non erano nemmeno le otto e un quarto, e le dissi di approfittare per fare colazione con me.
Avvisai la reception che avrei avuto ospite una cliente, che dovevamo discutere un contratto. Quando Anna arrivò nessuno avrebbe potuto smentire tale versione: indossava un pantalone a zampe d’elefante rosa di lino, giacca dello stesso completo e magliettina bianca, tacco dieci e un sorriso radioso.
“Bello rivederti”, la accolsi con un bacio e le indicai il tavolino.
“Ho già fatto colazione, ora voglio mangiare te”, fu la risposta che, mi accorsi, non era sfuggita alla giovane ragazza addetta a far sedere ai tavoli all’ingresso della sala colazioni che sorrise ma non si voltò a guardarci.
“Bene..”, dissi facendole strada verso gli ascensori e lanciando un occhiolino complice alla ragazza che arrossì.
Saliti in ascensore, Anna si avvicinò e mi passò la lingua dal mento alla bocca, vorace, calda, profumata. Il suo desiderio era palpabile, intenso. In risposta, mentre succhiavo dalla sua bocca la sua saliva dolce, volli assicurarmi che fosse bagnata ed infilai la mano nella vita del pantalone arrivando fino dove volevo, trovando la sua vulva bagnata e viscosa come mi aspettavo. Tirai fuori la mano mentre lei continuava a leccarmi il volto voluttuosa e portai le dita fra le nostre bocche, perché tutti e due potessimo assaporare il suo umore.
In stanza entrò per prima, lanciando via le scarpe e togliendosi la giacca, mentre io mi denudavo più in fretta di lei, cercando di non sembrare goffo.
Era dalla sera prima che volevo leccarle quella fica bella, sentire l’aroma del suo culo.
Anna si voltò e lasciò andare il reggiseno, mostrandomi due grosse tette che erano passate inosservate la sera precedente. Afferrò i due seni, li portò verso il viso e guardandomi provocante leccò i capezzoli, poi ci sputò sopra e si avvicinò: “hai detto che ti piace la mia saliva, leccala”.
Mi accanii su quei seni di una fiera selvaggia, il cui odore si diffondeva nella stanza e mi eccitava come un leone in caccia. Leccavo con violenza i suoi seni, stringevo per far emergere e risaltare ancora di più i capezzoli, le piaceva, continuava a far colare saliva su di essi, e intanto mi menava il cazzo duro e pronto.
Liberai una mano per poterle ficcare due dita nel sesso fradicio di umori. Le infilai e le spinsi verso il pube, sentii a breve le sue gambe cedere ed il suo liquido caldo riempire il palmo della mia mano passando dal polso, prima di riversarsi sulla moquette.
“Ieri sera non hai squirtato”, le dissi guardandola negli occhi, le mie dita intanto erano diventate tre avendo trovato capienza e accoglienza nella sua fica.
“Perché non mi hai toccato tu ieri sera”, fu la risposta per compiacermi.
“Stai recitando, vuoi farmi credere che quando me ne sono andato non hai squirato scopando con F?”.
“A proposito…” , si fermò lei… “devo fare un video”.
Prese il cellulare e l’aiutai a sistemarlo con la finestra alle spalle, le nostre figure a favore di luce.
“Così poi lo mando in ufficio a F, facciamo bella figura”, mi stuzzicò.
La misi in ginocchio sul bordo del letto, il cellulare inquadrava la sua pecorina. In piedi accanto a lei aprii le natiche, guardavo il cellulare, e parlai a F, la mia voce calma, rispettosa.
“F ciao, spero di fare tutto ciò che ti piace, devo ringraziarti per ieri sera”.
Scivolai verso il basso, infilai ancora due dita nella fica.
“Guarda la videocamera Anna, fatti vedere da F”, le chiesi. Le praticai rapidamente un’altra stimolazione pelvica ma più intensa, scatenando un altro flusso abbondante.
“Guarda F”, mi rivolsi alla videocamera mostrando da vicino la mano bagnata, “sta godendo”.
Tornai da lei e mi inginocchiai per raccogliere un pò di nettare, ma mi spostai rapidamente verso il culo. Non mi era sfuggito come aveva goduto ieri quando F ci aveva infilato reciprocamente un dito nel culo.
Presi a leccarle il culo con maestria, lei spingeva verso la mia faccia opponendo resistenza per favorire l’ingresso della lingua in profondità.
Mi alzai e tenendomi accanto a lei, perché la videocamera avesse una visuale eccellente, guardando l’obiettivo e costringendo Anna a fare lo stesso, affondai l’indice sinistro tutto dentro, fino alle nocche. Lo estrassi e lo assaporai, poi lo infilai in bocca ad Anna. Le infilai in bocca anche il medio, perché potesse dirmi, intuendo cosa volessi farne, di non andare oltre. Invece lo cosparse di saliva, ritrovandosi poco dopo con le mie due dita che le dilatavano l’ano a favore di camera.
“Come ti senti Anna, dillo a F, vuole saperlo, ne sono sicuro”, le dissi con dolcezza.
“Amore godo, G mi sta masturbando il culo amore, sta scopando il culo di tua moglie che ti ama, sono brava vero?”, recitò lei cercando l’approvazione del marito.
Il culo glielo avrei scopato al termine, ora c’era bisogno di un “banale” momento di penetrazione.
La feci voltare e con il cellulare che ci riprendeva le diedi il giusto e meritato cazzo da succhiare, assicurandomi che nel farlo e nel succhiare anche le mie palle, guardasse la videocamera del suo telefono, per infliggere al suo cuck la giusta ed eccitante dose di umiliazione che cercava da tempo.
Non trascurai di voltarmi per farmi passare anche la lingua sul culo: “Te lo ricordi il mio culo F?”, dissi al cellulare, ricordando al cuck quando la sera prima aveva praticato a me e a sua moglie un lungo rimming.
Finalmente decisi di prenderla, voltandola verso il telefono. La sua faccia era a meno di un metro dal telefono, desideravo che F guardasse godere la sua donna e le sue espressioni di abbandono, avevano bisogno di connettersi, io ero il mezzo, lo strumento del loro piacere che, in cambio, ottenevo il mio piacere passeggero da quel corpo e da quella mente trasgressivi.
Appena entrai con il cazzo la sentii godere, lo aspettava da tempo… ancora liquido caldo, sul mio cazzo, sul lenzuolo.
Mi presi il tempo di scoparla ritmicamente, il mio pollice destro ben infilato nel suo culo ormai accogliente.
Mi presi cura di descrivere per suo marito le reazioni del corpo di Anna.
“L’hai educata bene F, e sei un uomo fortunato. La sua fica mi stringe il cazzo quando tua moglie gode, lo sai? Lo vedi, le sto tenendo questo nel culo per farla godere di più “, dissi estraendo e mostrando il pollice.
Anna sapeva di dover parlare a F per condividere l’eccitazione: “amore, mi sta scopando dentro, sono piena, la fica è un lago amore, scusami se godo cosi, scusami.”
Anna prese a strofinarsi la fica da sotto e ad un certo punto, stanca, le ginocchia allargate, presagendo un suo orgasmo potente, mi implorò di finirla e di venire anche io. Scoparle il culo in quella situazione avrebbe significato interrompere quel momento che era vicino all’apice, quindi decisi di stare al gioco.
“Dai, vieni Anna, coraggio puttanella, mi svuoto anche io”.
Anna mi sorprese con un orgasmo lunghissimo, le sue ginocchia si erano divaricate e ormai era quasi stesa pancia in sotto, dovetti inseguirla adagiandomi con le mani sul suo sedere per continuare a sbatterla, farla godere e sborrare anche io.
Crollammo sul letto, dimenticando il cellulare acceso.
“Volevo scoparti il culo”, le confessai e scoppiammo a ridere, felici e soddisfatti.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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