Lui & Lei
Anale in Business Class
di StraneEmozioni
27.08.2024 |
6.085 |
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"Luisa lo rifiutò, ma io fermai la hostess: “prendilo, è la scusa per andare in bagno a metterlo insieme, una cosa innocente”, le suggerii..."
Era cominciato un po’ come per sfottò, con Luisa.“Non hai mai fatto sesso in volo?”, mi aveva provocato.
“Per me è come farlo in acqua: scomodo, inutile, sconveniente”, le avevo risposto con il mio solito modo distaccato e freddo, con aria superiore, quando l’argomento non mi entusiasmava.
“Ma dai non ci credo, non ti è mai capitato?”, insisteva.
“Vuoi che mi inventi una storia? Se vuoi la invento, così sarai contenta.”, la freddai.
Ci rimase un po’ male, ma comprese che non ero il tipo infantile da inventarmi una avventura così, su due piedi, tanto per dire “ho fatto anche questa”.
“Poi, scusa, con chi scopi in aereo? Con le hostess che sono in servizio? Con la vicina di sedile?”, le chiesi.
“A me non è mai capitato, certo. Non posso nasconderti di aver avuto dei flirt con hostess, ho viaggiato migliaia di ore nella mia vita. Mi è capitato per esempio in un volo tra Karachi ed Islamabad di aver viaggiato con seduta davanti, quando doveva sedersi, quella che ancora oggi ritengo essere stata la donna più bella che io abbia mai visto, una hostess”, completai il mio pensiero.
E la storia è vera, ma non c’è nulla da aggiungere. E avrei potuto raccontarle di quando l’hostess della American Airlines nell’alzare la cappelliera mi mostrò autoreggenti e sedere, ma non è per questo che le saltai addosso, ne lei pensò minimamente che io avessi diritto a qualcosa per questo suo gesto involontario.
“Allora faremo per la prima volta sesso in aereo, così avrai qualcosa da raccontare”, concluse lei.
Il volo era da Vancouver a Londra, dove avremmo poi preso la coincidenza per Roma.
Luisa si era attrezzata per l’evento: calze autoreggenti color carne, vestito al ginocchio, scarpe comode.
Salii sul volo, in business class, già eccitato dall’idea. Su quel Boeing i bagni della business sono piuttosto grandi, tanto da poterti cambiare all’interno. Nella business lounge in aeroporto cenammo comodamente ed io ebbi anche il tempo di fare una doccia e cambiarmi.
La hostess della Virgin Atlantic ci offrì un pigiama a testa, che io accettai volentieri. Luisa lo rifiutò, ma io fermai la hostess: “prendilo, è la scusa per andare in bagno a metterlo insieme, una cosa innocente”, le suggerii.
“Genio”, fu l’ovvia risposta della mia amica.
Quando fu il momento, dopo una intera bottiglia di bordeaux bevuta insieme a qualche altra delizia ingerita, ci alzammo per dirigerci verso la toilette della business class. La porta rotante si apriva su uno spazio semicircolare che assecondava la forma della cabina dell’aereo, di quasi tre metri quadrati, all’interno della quale c’era una panca imbottita, il WC e un comodo lavandino, asciugamani veri in tessuto, per le mani, profumi e saponi. Davanti alla porta l’hostess in servizio in quell’area ci squadrò, e noi con l’aria innocente mostrammo i nostri pigiami da indossare. Lei ci sorrise come per dire “ah, ok, mettete i pigiamini”.
Appena si chiuse la porta spinsi Luisa sulla panca, le spalancai le cosce e ammirai quella sua fica rasata, la fessura stretta, rosa e piccola, spostai le mutandine e mi affrettai ad assaggiarla. La tensione del pericolo aumentava la mia erezione ed evidentemente la sua eccitazione, dato che rilasciò subito un primo fiotto di squirt: “Sto schizzando cazzo, scusa”, mi disse.
Per evitare complicazioni e lasciare prove del nostro vero scopo nella toilette intercettai quanto più possibile del fiotto con la bocca, ingurgitando tutto.
“Sei una gran porca, ma ti pare che già spruzzi così, dai prendimelo in bocca, bagnalo”.
Le conficcai bene il cazzo in gola e quando ne ebbi abbastanza la sollevai, la girai e glielo infilai nella fica da dietro.
“Toccati, vieni ancora”, le suggerii. Pochi colpi, consapevoli del poco tempo disponibile e venimmo insieme, io avendo cura di versarle lo sperma tutto dentro, lei di contenere il suo flusso con il palmo della mano sul posto, facile da raccogliere dopo con le salviette.
Uscimmo dalla toilette con i nostri pigiami neri, gli abiti piegati in mano.
Fuori, una anziana signora ci guardò con aria curiosa ma appena varcò la soglia della toilette il suo sguardo divenne complice: l’odore che ne usciva le fu sufficiente probabilmente per avere conferma di ciò che sospettava mentre era in attesa fuori dalla porta.
L’eccitazione era forte e durante il viaggio io e Luisa riprendemmo a stuzzicarci. Lei mi segava sotto la copertina, io la toccavo fra le gambe.
Le venne voglia di sesso anale e cominciai a stuzzicarle il buchino mentre lei si era messa su di un fianco.
Lei era seduta sul mio lato destro, mi sdraiai anche io, reclinando al massimo il sedile, fortunati che quel modello di aereo aveva una business dove i due sedili non erano separati da pareti, ma c’era una console attrezzata con pulsanti e tasti fra di noi che era completamente vuota al di sotto. Luisa mi porgeva il culo da sotto la copertina, la cabina era buia per far dormire i viaggiatori ed io infilai la mia mano sinistra fra lo coperte e cominciai a masturbarle il culo sempre più in profondità, naturalmente con due dita, roteandole e spingendole in fondo.
Fu ancora una volta l’odore a tradirci, i movimenti assolutamente non innocenti, dato che la porca spingeva con il sedere nella mia direzione per aiutarmi a farle entrare le dita fino alle nocche. Arrivando così in fondo sentivo le sue feci dure che toccavo con le mie falangi e realizzai presto che si sentiva odore di sesso buono, odore di sesso anale, che probabilmente si stava diffondendo intorno a noi.
Con quale scusa potevamo tornare in bagno insieme?
“Non ce la faccio più, devi scoparmi il culo”, mi disse Luisa stringendomi forte il cazzo attraverso il foro nella consolle che ci separava.
Ce ne fregammo di cosa avrebbe pensato la hostess, ci alzammo e tornammo in bagno. Luisa ha un sedere generoso, bianco e morbido, un paio di kg di troppo lo rendono desiderabile.
La feci appoggiare al lavandino e mi abbassai per leccarglielo, odoroso come era e succulento. Le mie dita mi avevano già preceduto e quindi la mia lingua affondava tutta dentro.
La penetrai con una erezione formidabile, ci guardavamo attraverso lo specchio sul lavandino.
“Ti sto scopando il culo in volo, ti basta come sesso in aereo?”, le chiesi mentre venivo di nuovo tenendola per la gola come le piaceva tanto.
Stavolta, contando sul sonno dei pochi passeggeri in business, le proposi di uscire uno alla volta. Le mie mani sapevano di culo di femmina, le lavai con attenzione, così come il mio muso.
Il pigiama nero era diventato inguardabile, ma tanto lo avremmo appallottolato prima dell’atterraggio, cosa che invece non feci e tenni come un totem del mio primo ed unico rapporto in aereo.
“Sono piena di sperma da tutte le parti, ora scolerò per tutto il volo”, ebbe il coraggio di lamentarsi Luisa.
Ma io avevo già ingerito la mia doppia dose di melatonina americana da 500 mg e affondato la testa nel mio cuscino.
Al risveglio, con la colazione lussuosa servita, la hostess ci guardava senza far mistero della sua aria di disprezzo, ma non sempre si può risultare simpatici ed avere quello che si desidera.
Io avevo scopato due volte in volo!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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