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Ti porto mia moglie (e la sua amica).


di Membro VIP di Annunci69.it StraneEmozioni
30.09.2024    |    6.935    |    10 9.7
"“Stai godendo?”, le chiede Elena, lei annuisce, continua a tenere la testa girata verso di me, mi guarda, è sottomessa dai sensi che le sto provocando: è..."
Non mi sarei aspettato che Diego, nome come sempre di fantasia, conducesse a casa mia non solo sua moglie, ma anche una loro cara amica.

Avevamo parlato nel pomeriggio al telefono e poi ci eravamo scritti lungamente. Diego mi aveva mandato qualche foto della due signore, due insospettabili ultra cinquantenni, due signore come tante, di bell’aspetto ma con il fuoco dentro.

La sua signora, Elena, cinquantasei anni, un pochino abbondante ma in forma, ha i capelli di un castano sincero. Tutte le foto che Diego mi aveva inviato erano scattate in occasione di feste, compleanni, solo un paio nelle quali Elena era al mare in costume o in casa in reggicalze. Elena era assolutamente desiderabile, faceva nascere in me il desiderio che provo quando vedo la titolare del negozio di abbigliamento sotto casa, o la madre di alcuni amici di ma figlia, oppure una parente lontana, quelle donne che desideri e che ti chiedi: “che sapore avrà?”.

Dell’amica, Federica, Diego mi ha recapitato una sola immagine, ed era decisamente una signora insospettabile, con un caschetto biondo, occhiali da vista dorati, con un abbigliamento da passeggiata in città. “Non ho altre foto di Federica”, mi scrisse.

Ora, mentre passeggiavo nel quartiere come ogni sabato mattina, annusando l’aria settembrina, ero eccitato all’idea del pomeriggio trasgressivo che ci attendeva.

I miei sensi erano aperti ad ogni stimolo che mi giungesse dall’esterno. Ho sentito profondamente l’odore delle foglie di eucalipto bagnate dalla pioggia, e mi è parso buonissimo, più del solito, l’odore del pane del piccolo forno di quartiere. Sorridendo alla commessa che ricambia sempre con un sorriso malizioso, ho comprato per i miei ospiti cose deliziose e sfiziose.

All’enoteca poi mi sono preso tutto il tempo, ho chiacchierato amabilmente con Elisa e poi ho definitivamente scelto una magnum di Franciacorta che per quattro persone sarebbe stato più che sufficiente.

Il sole brillante ed il cielo azzurro di settembre mi hanno messo di buonumore e sapere che da li a breve avrei avuto la possibilità di ammirare due belle donne mi ha dato una scossa di gioia per questa vita.

Mi sono preso cura poi del mio corpo, accorciando con la macchinetta elettrica tutti i peli del petto, delle gambe, senza rasarli a zero, ma rendendoli meno evidenti. La rasatura delle parti basse hanno richiesto maggiore cura, così come l’utilizzo di unguenti profumati che ho spalmato, come al solito, sull’inguine, sul testicoli, sull’incavo del sedere. Odori non forti, naturali, in armonia con gli odori naturali del corpo.

Le unghie delle mani e dei piedi sempre curate e pulite, i denti spazzolati, il filo interdentale ripassato, ed i miei capelli folti e brizzolati ben pettinati con un po’ di olio profumato.

“Dei loro gusti ti diranno loro”, mi aveva detto Diego al telefono.

“Io amo vedere la mia signora con un altro uomo, ma lei dopo qualche esperienza negativa iniziale non ha più voluto. Da un po’ di tempo legge i tuoi racconti e mi ha chiesto di capire di più di te”.

Questo è il contesto che amo: persone che potrebbero essere amici, persone che hanno un desiderio e che lo condividono.

Mia figlia questo sabato sarebbe stata con la mia ex moglie, sua madre, e quando sta con lei sono certo che non si presenterà a casa. Ma comunque le ho fatto una breve telefonata per sinceramene e, per assicurarmi che non venisse, le ho semplicemente detto che aspettavo dei vecchi miei collaboratori per una rimpatriata, certo che questo l’avrebbe tenuta lontana da casa mia nel timore di doversi relazionare con persone di una certa età.

Ed ora, alle quattordici, con ancora due ore davanti, ci sta che finisca il mio libro, che ho deciso di terminare dato che durante la settimana sono sempre troppo impegnato con la mia azienda per farlo.

Alle sedici puntuali Diego e le signore citofonano, ed io scendo per prendere un caffè in uno dei locali sotto casa. Il più comodo è anche il più elegante e dico loro di accomodarsi e di attendermi, sarò giù in due minuti.

Riconosco subito Elena, indossa degli occhiali da sole, un abito azzurro e un foulard rosa, ha una bella collana di perle. Lei mi vede andare verso il tavolo sorridendo, mi riconosce e si alza con un sorriso dolce e malizioso, soddisfatta che la realtà non sia difforme dalle foto, anzi, meglio dice lei. Debbo dire che ricambio immediatamente il complimento, mentre lei mi stampa due baci sulle guance.

Federica invece è elettrizzata, è imbarazzata ma mi punta addosso due occhi vispi, e mi fa subito simpatia.

Diego è splendido, elegante e a modo, siamo nella stessa città, ma non ci siamo mai visti.

Parliamo del quartiere, della raccolta differenziata, delle varie gestioni dei negozi che sono cambiate.

Io provo brividi di eccitazione continui, le signore mi fanno sentire desiderato ed io desidero loro. Elena mi carezza spesso un braccio parlando, mi ripete che sono bello e nel dirlo volge lo sguardo verso Federica che risponde sempre “si, è davvero bello”.

“Vi mostro casa, allora.”, concludo con un sorriso.

Diego insiste per offrire i caffè, lo lascio fare per non inscenare teatrini che attirerebbero troppo l’attenzione e poi, tutti insieme, saliamo a casa mia.

Mi seggo sul divano ampio, e chiedo a Elena e Federica di sedersi ai miei lati. Diego occupa con eleganza una delle poltrone davanti. La musica in sottofondo è di ambiente, leggerissima e come al solito la luce dalle finestre rivolte ad ovest è intensa, ma sfumata dalle tende. Le signore hanno già avuto modo di ammirare il panorama che guarda verso Roma, libero da palazzi, ed Elena mi chiede, civettuola, come mai una delle poltrone è messa in una certa posizione, avendo intuito quanto debba essere bello essere presa guardando fuori dal settimo piano.

E’ ora di parlare di sesso, di erotismo.

“Diego mi ha detto che avrei dovuto chiedere a voi delle vostre intenzioni… cosa succede ragazze, come mai siete qui voi due?”.

Mi rivolgo alle signore, con un fare dolce e maschio, l’unico del quale sono capace.

“Io e Federica ci conosciamo da quando i nostri figli andavano a scuola insieme. Prendevamo un caffè dopo averli lasciati fuori da scuola. Solo un paio di anni fa ho confessato a Diego che io e Federica siamo amanti da allora, ce la siamo spassata alle spalle dei nostri mariti per quasi vent’anni”.

Sono così felice di udire questa storia splendida. Dico loro che mi ricorda la trama del film “Settembre” e chiedo da subito la possibilità di raccontarla in questo scritto. Loro ne sarebbero entusiaste.

“Raccontatemi la vostra prima volta insieme, come avete rotto il ghiaccio?”.

“Beh..”, inizia Federica, “Che ci fosse attrazione fra di noi era evidente, ma non ne parlavamo. Ogni volta che ci vedevamo ci complimentavamo per le nostre scarpe, per le calze, i capelli, il trucco. Chattavamo fino a tardi la notte. Condividevamo l’insoddisfazione sessuale con i mariti. Avevamo una attrazione forte. Un giorno ho accompagnato Elena all’auto, lei è salita, poi mi ha guardata e mi ha detto dal finestrino aperto che si era dimenticata di darmi un bacio di saluto”.

“E lei si è piegata, ha messo la testa dentro l’auto, mi ha messo la lingua in bocca e ci siamo date un bacio voluttuoso, lungo, dolce e pieno di sesso”, ha aggiunto Elena, prendendole la mano.

Mentre me lo raccontano immagino la scena, immagino il calore fra le loro gambe, i capezzoli che si induriscono. Mi dico che se mi sto eccitando io, loro debbono essere già calde.

“E’ una storia bellissima ragazze. Vi baciate ancora così?”, chiedo per provocarle.

Come due gatte, poggiamo una zampetta su ognuna delle mie gambe e avvicinano i volti davanti al mio. Il bacio è voluttuoso, più voluttuoso di qualsiasi bacio io potessi immaginare. Sento, oltre che vedere: sento lo schiocco delle lingue, il rumore della saliva ingoiata, sento che ognuna delle due vuole succhiare l’altra, portarsela dentro.

All’unisono poggiano un’altra mano - zampetta da gatte - per sostenersi sulle mie gambe e poi sollevano l’altra per accarezzarsi vicendevolmente il seno attraverso i vestitini.

Questo sarà il più bell’incontro di sempre. Abbiamo tanto tempo, ce lo prenderemo tutto.

“E’ da tanto che vogliamo farlo insieme ad un uomo. Poi, Diego, l’anno scorso, mi ha chiesto di metterci su A69. Allora abbiamo provato, ma è andata male. Poi io e Fede abbiamo iniziato a leggere i tuoi racconti, e anche se ognuna era a casa propria ci siamo toccate, e abbiamo voluto conoscerti”.

Ci alziamo e iniziamo a spogliarci. Elena mi chiede di abbassare un poco le tapparelle, lo faccio e la luce solare diretta filtra e disegna rettangoli su di noi. Togliendo i vestiti i nostri profumi si esaltano, ci annusiamo. Le donne sono in piedi, io in mezzo a loro. Ci baciamo, così come si sono baciate loro. Federica è dietro di me, prende il mio cazzo in mano e lo sega con dolcezza. Mi bacia il collo e infila di taglio l’altra mano nella spaccatura tra le mei natiche.

Elena mi bacia in bocca ed io tasto il suo sesso, bagnato, attraverso le sue mutandine nere di raso.

Elena și piega, mordicchia i miei capezzoli, li titilla con la lingua. La guardo, guardo questo corpo da femmina, da madre, di una donna che ha avuto cura di se, che probabilmente non ha fatto mai sport, ma che è stata attenta. Guardo la sua pelle di cinquantaseienne, il suo trucco sul viso perfetto, gli occhi scuri, la collana di perle che dondola. Penso alla vita trasgressiva che ha vissuto, così come Federica, mentre cresceva figli, organizzava cene di Natale. E’ questo il bello della trasgressione vissuta come la vivo io, come la voglio vivere: conoscere veramente le persone, apprezzarne il lato chiaro ed il lato oscuro e poi vivere insieme quest’ultimo. Per questo non mi interessa il mordi e fuggi degli incontri in SPA o alle orge, io voglio condividere, assaporare.

Le signore ora sono in ginocchio, hanno tolto le scarpe, sono completamente nude, la giornata non è da calze. Elena prende il mio cazzo in bocca, titilla sotto il glande con la lingua e mi guarda negli occhi: “Ti piace che ti guardi dritto in faccia, vero?”, chiede, avendolo appreso dai miei racconti. Federica si è lanciata nel divaricare le mie natiche e mi passa delle lunghe ed ampie leccate che vanno dallo scroto a fino sopra l’ano. Divarico le gambe per facilitare il suo lavoro. Le loro mani si incrociano nel massaggiarmi con le loro salive. Federica è intraprendente e dopo aver bagnato bene il mio culo punta il medio contro la rosellina e con la lentezza di un assassino che affonda il coltello me lo spinge su fino alle nocche. Ora sono infilzato dietro, Fede si sporge per assistere al pompino di Elena e semplicemente le dice “Gli ho infilato un dito nel culo”. Elena le dice che è brava e poi la bacia, le fa sentire il mio sapore attraverso i miei baci.

Federica, ottenuta l’approvazione della sua amica, inizia a stantuffare il dito nel mio culo, lo fa lentamente roteandolo, ma si sposta in avanti per godersi anche lei un po’ del mio cazzo in bocca.

Non ho alcuna intenzione di sottrarmi e guardo Diego che ha tirato fuori il cazzo e si masturba. Pezzo dopo pezzo si spoglia anche lui e rimane sulla poltrona a guardare, il cazzo in mano, la bocca aperta per il respiro ingrossato.

“Con chi iniziamo a ricambiare?” chiedo alle signore.

Elena lascia il mio cazzo con la bocca ma lo tiene con una mano, con l’altra batte due colpi sul bordo del divano guardando Federica. La donna si inginocchia e si piega, offrendoci culo e fica. E’ una fica bellissima, con pochi peli neri rasati. La zona intorno al culo è scura, la pelle chiara delle natiche è invitante. Affondo la faccia in quella ficona nuova, è buona, è tanto bagnata. Elena è aggrappata al sedere di Federica e lascia colare saliva attraverso l’incavo delle natiche. La saliva scorre sulla rosellina dell’ano e arriva sulla fica dove la raccolgo con la lingua. Infilo due dita con delicatezza nella figa della donna e inizio a leccarle il culo, una cosa che amo fare. Elena si butta di lato a gambe aperte, si tocca e chiama in soccorso Diego che in un attimo è in ginocchio davanti al divano e inizia a a leccarla. Federica la bacia e scende a succhiarle i capezzoli.

Mi alzo, passo la cappella calda sulla figa di Federica che è in ginocchio e la prendo.

Federica mi accoglie calda, interrompe i baci con Elena, si volta verso di me, rossa in volto.

“Scopami bene”, mi chiede con un filo di voce, abbandonata al piacere.

“Stai godendo?”, le chiede Elena, lei annuisce, continua a tenere la testa girata verso di me, mi guarda, è sottomessa dai sensi che le sto provocando: è posseduta, sottomessa, la sto scopando, il mio cazzo non è tanto nella sua fica quanto nella sua testa..

Elena si inginocchia e torna ad aggrapparsi alle sue natiche. Diego si colloca sempre dietro Elena e continua a leccarla mentre lei fa scendere il dito indice sinistro nel culo di Federica. Poi lo tira fuori, me lo mette in bocca, una porca. Lo rimette dentro, me lo rimette in bocca. Le dita diventano due, sempre stessa manovra. Mi eccita, sbatto forte Federica ed Elena tiene a fondo le due dita, la incita “Dai godi troia, svuotati”, e Federica è scossa da un orgasmo potente.

Prendo Elena da davanti, mentre vedo Diego che prende di nuovo posto in poltrona, evidentemente non gli è consentito di toccare Federica. In effetti la donna è del tutto disinteressata a lui, non lo guarda nemmeno. E’ chiaro che l’interazione è tra le due donne e me, Diego può solo interagire con sua moglie.

Elena è la protagonista, la prendo da davanti, ci baciamo. “Fammi sentire la tua saliva, maschio”, mi dice, la accontento. Federica gira tutto intorno, bacia, spalma, lecca, ce la troviamo ovunque. Divarico le gambe di Elena prendendola per la caviglie e Federica si mette a sessantanove sopra di lei. Non ho messo le protezioni al divano, pensavo di andare in camera da letto oggi, poi mi toccherà sfoderare i cuscini e lavare tutto. Elena sta ripulendo la fica di Federica dal mio seme e questo pensiero, questa loro complicità, mi fa salire il sangue alla testa. Avviso Elena che sto per venire, e Federica accelera la sua lingua sulla clitoride nel sessantanove nel quale è incastrata. Esplodo in un piacere incommensurabile, totale, lo tiro fuori e finisco segandomi sulla faccia di Federica, Elena termina il suo piacere sfregandosela da sola, Diego è in piedi accanto a noi, un piede di sua moglie in bocca.

E’ stato tutto molto rapido, ci buttiamo sul divano, le ragazze vanno in bagno, si lavano tornano.

Diego non è venuto, Elena gli chiede di avvicinarsi.

Parliamo di quanto sia stato intenso , Le ragazze si stuzzicano.

“Mi vuoi scopare mentre lecco la fica a Federica?”, chiede Elena a suo marito.

“Si tesoro”, la riposta.

“Leccami i piedi allora, così mi eccito e poi mi scopi”, lo stuzzica Elena. I suoi piedi sono così belli, con lo smalto rosso, che li leccherei anche io.

Mi torna duro, ma non l’ho mai leccata ad Elena Ancora. Lei si inginocchia per leccare la fica alla sua amica, mentre Diego le lecca i piedi, io mi occupo del suo culo. Divarico, infilo la lingua, spingo. La fica è li, davanti a me, l’ho scopata poco prima ed è arrossata, paggio il palmo della mano, massaggio. Lei guarda indietro, provoca il marito “Così si lecca una femmina, vedi?”

Diego si alza, segno che vuole entrare dentro la moglie. Mi siedo sul bracciolo del divano, ora Elena lecca Federica e lei lecca le mie palle mentre io mi sego guardando sotto di me il trenino che abbiamo creato a casa mia. Diego finisce presto, viene sulla schiena della moglie gestendo lo sperma che esce e poi asciuga con le salviette umidificate e se ne va in bagno per buttare tutto. Le donne tornano da me, Elena si abbraccia a me e mi sale sopra. Federica è tra noi, le lecchiamo una tetta per uno, si sfrega fra le gambe, la lingua in bocca ad Elena che strizza gli occhi, sta per venire di nuovo.

La magnum viene stappata, siamo in accappatoio, il sole del tramonto ci colpisce. Presto ricominceremo, le ragazze vogliono giocare ancora.

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