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Il cazzo per il Cuck


di Membro VIP di Annunci69.it StraneEmozioni
07.08.2024    |    14.732    |    23 9.7
"“Ah, ecco, ora ci siamo, vieni qui”..."
Quando raggiunsi Carla a casa sua, citofonai senza ottenere risposta. Le scrissi un messaggio che non apriva, quindi decisi di sedermi in auto, sia per stare al caldo ma anche per evitare gli sguardi dei vicini che dovevano transitare per lo stesso portone.

Mi rispose dopo qualche minuto.

“Scusami, mi stavo preparando, sali”.

Salii al quarto piano e all’apertura dell’ascensore scesi a piedi al terzo, e una volta li mi guardai intorno, notando uno dei portoncini socchiusi: lei era li dietro, non voleva mostrarsi ne a me, ne ai vicini.

L’azione di dissimulazione era perfetta: spinsi piano il portoncino e mi infilai di taglio in casa.

Nel buio dell’ingresso Carla spinse e chiuse senza fare rumori. Prese il mio viso tra le sue mani piccole e curate e mi baciò teneramente. Poi fece un passo indietro e si lasciò ammirare girando su se stessa.

“Ciao, benvenuto, ti voglio”.

Era davvero bella nella sua biancheria totalmente bianca, il colore che prediligo. Aveva scelto un paio di décolleté tacco dodici color cipria, reggicalze semplice e calze perlate, perizoma e reggiseno a balconcino.

I suoi capelli biondi cortissimi erano ingelatinati e il candore della sua pelle bianca, quasi diafana, esaltava il rossetto Chanel e l’abbondante mascara intorno agli occhi azzurri.

Ci eravamo sedotti su Meetic, entrambi alla ricerca dell’amore della nostra vita. Poi era emerso che lei aveva sposato un uomo probabilmente gay e che avevano due ragazzi sofferenti per la separazione. Inoltre io volevo tornare con la mia donna, che mi mancava terribilmente.

La prima sera insieme scoprii che non aveva mai fatto l’amore veramente bene: niente rapporti orali, mai anali, lei giurava di non aver mai avuto un orgasmo.

“Io ho avuto solo lui e lui solo me. Stiamo insieme dal secondo anno di superiori”.

Quando le leccai la fica la prima volta si trasformò in una belva, stringendo la mia testa fra le gambe talmente forte da impedirmi di sentire qualsiasi suono. Era una esperienza irripetibile guidare una donna di trentasei anni nella scoperta del sesso.

Accettò con gioia ogni nuovo gioco: imparò a succhiarlo e leccarlo per bene, ma anche a leccarmi il culo, oltre che a cavalcarmi cercando il punto del suo piacere. Godeva assurdamente nel farsi masturbare il sedere e giunse a desiderare di fare pissing.

Gli incontri avvenivano a pranzo, zona Porta di Roma, in un condominio intorno al centro commerciale, uno di quelli dei primi anni duemila. Suo padre, ogni giorno, avrebbe recuperato i ragazzi a scuola per le quattordici, li avrebbe fatti pranzare con la nonna e sarebbero stati a casa per le sedici, pertanto dalle tredici io e Carla avevamo un paio di ore di sesso tutto per noi.

Dopo qualche settimana la convinsi a dare al marito una seconda chance e di presentarmi come un amico, un collega, che poteva aiutarli a dialogare, essendo esplicita ed onesta sul fatto che eravamo stati a letto insieme.

Mi ero convinto che ci dovesse essere qualcosa, nella sessualità di quell’uomo, che non voleva dichiarare.

Proposi a Carla di farmelo incontrare per mediare la loro riconciliazione che doveva necessariamente transitare per una onestà coniugale in merito alle aspettative sessuali.

Sei settimane prima avevo incontrato lui: avevo intenzione di farli tornare insieme, per il bene dei loro figli e perché io e anche Carla non avevamo alcuna intenzione di intraprendere una relazione seria.


In un momento di sfogo lei gli aveva urlato contro che frequentava un altro e che finalmente si sentiva donna. Non era cosi che le avevo chiesto di agire. Lui, poverino, ne era rimasto affranto, distrutto. Non per la gelosia, ma per la sua incapacità di dare a sua moglie, che conosceva fin dalle superiori, quello che alla fine una donna desidera veramente quando si è a letto: di sentirsi una troia.

“Grazie per questo incontro, sono davvero contento, sei una brava persona”, mi disse stringendomi la mano.

“Sei gay?”, gli chiesi ad un certo punto.

Lui mi dichiarò quasi subito, davanti a due Crodino abbelliti da una fetta d’arancia e una fogliolina di menta, che aveva sempre avuto fantasie omosessuali e che per avere una erezione con Carla doveva pensare a quei video gay che guardava di nascosto.

Dopo che entrai in confidenza con l’uomo, io e Carla immaginammo tutta una serie di fantasie sessuali da realizzare a tre che prevedevano il ruolo di sottomesso del marito. Le umiliazioni che lui avrebbe subito rappresentavano per Carla una fonte di eccitazione immensa.

Quel giorno quindi, Carla mi prese per mano e mi lasciò davanti al bagno degli ospiti dove, su mia richiesta, aveva eliminato le ciotole del cane e fatto ordine: ora un telo da doccia bianco e profumato mi attendeva, poggiato sul coperchio del water, accanto alla doccia.

“Fai presto, la mia figa pulsa di desiderio, potrei venire solo pensando di farlo”.

Mi spogliai e mi lavai, lasciando il mio abito e la camicia appesi bene allo scaldasalviette, arrotolai il telo intorno alla vita e mi diressi nella camera da letto.

Carla aveva fatto inginocchiare il marito sul
letto che come come da nostra idea, era perfettamente depilato ed indossava un passamontagna di raso. Teneva i palmi delle mani rivolti verso l’alto, poggiati sulle cosce. Quella posizione scomoda è un segno di sottomissione e le mani rivolte verso l’alto dimostrano disponibilità.

Lui era depilato e calzava sulla testa il passamontagna in raso nero.

Lei, Carla, nella sua mise bianca, mi si avvicinò e guardando il marito, gli si sdraiò accanto sul letto, aprendo le gambe per farsela leccare da me. Lui, dalla sua posizione in ginocchio, poteva guardare la scena. La fica di Carla è stupendamente piccola e stretta e leccarla contornata da quelle calze bianche era meraviglioso. I suoi occhioni azzurri splendevano e mi bastava infilarle un solo dito dentro per farla godere e sbrodolare.

Lui annuiva mentre lei, poggiata sui gomito, mi osservava lavorarle con bocca, lingua e dita il suo sesso che emetteva un umore viscoso e trasparente abbondante. Ne raccolsi un po’ per farlo assaggiare a lui, spalmandoglielo sulla bocca che vedevo dal foro sul passamontagna.

Sollevai il bacino di Carla per arrivare e leccarle il culo, adoro farlo alle donne che mi piacciono, che sono pulite e graziose.

Lui non aveva ancora una erezione e sapevo perché. Se ne stava li in silenzio aspettando il momento di poter vedere finalmente dal vivo quello che aveva sempre e solo visto dal cellulare, online: il cazzo di un altro uomo.

Quando fu il momento lasciai andare il telo e sventolai il cazzo davanti a Carla che vi si avventò sopra, infilandoselo subito fino in gola, come sapeva che mi piaceva. Per instillare nel cuck l’umiliazione della quale avrebbe goduto, misi un piede sul letto per fare in modo che Carla potesse agevolmente leccarmi e succhiarmi le palle.

“Guarda come le piace alla tua signora, guarda da vicino”

La saliva scorreva sulla mia asta dura, Carla aveva imparato a lasciarla scorrere. In ginocchio davanti a me mi lavorava il cazzo duro con le mani, la bocca piena della larghezza del mio cazzo. Per riprendere fiato lo tirava fuori dalla bocca e leccava le palle.

“Mhh…mhhh”, era il solo suono che emetteva oltre al rumore della sua fica che sfregava con una mano.

Mi accorsi che finalmente il marito aveva una erezione, affascinato dalla vista del mio cazzo duro che sua moglie si accaniva a far crescere in durezza stringendolo alla base, una brava pompinara creata da me.

“Ah, ecco, ora ci siamo, vieni qui”.

Mi girai verso di lui con un “succhialo” e lui esitò per un paio di secondi, poi tirò fuori la lingua e con lentezza la passò sotto la mia cappella, come un bambino che assaggi un lecca lecca per la prima volta, timoroso di consumarlo troppo presto.

Carla avvicinò il viso a quello del marito.

“Bravo amore, leccalo cosi” gli disse infilandogli la mano sotto la pancia e cominciando a segarlo, mentre lo aiutava nello spompinarmi.

Avevo due anelli di gomma che avevo portato con me.

Ne avvolsi uno intorno alla base del mio cazzo, perché trattenesse il sangue di ritorno e lo facesse diventare più rigido e largo.

Porsi l’altro a Carla: “legalo alle sue palle, falle gonfiare”.

Il maritino aveva assunto una posa a pecorina, le palle lucide perché tese dall’anello che le stringeva, il passamontagna bagnato dalla saliva che produceva succhiandomi il cazzo.

“Ora, da bravo cornuto, mi lecchi il culo per bene”, gli dissi mettendomi in ginocchio sul letto.

Un gesto di dominazione che lui accolse con entusiasmo, tuffandosi tra le mie natiche a lingua di fuori.

Feci sdraiare Carla sotto di me. Amo fare un sessantanove a rovescio, una bella leccata di fica mentre scopo la faccia della signora, poi con il marito che ti lecca il culo è il massimo.

Infilando due dita nella fica succosa di Carla la feci venire e svuotare un paio di volte e, come piace a me, il letto si bagnò tanto.

“Vieni, mi serve la tua assistenza” dissi a lui mettendo a quattro zampe Carla per sbatterle la fica da dietro. Il maritino si mise in osservazione segandosi e di tanto in tanto gli spingevo il viso in basso per fargli leccare il culo della sua amata, dove poi infilavo il mio pollice arpionandola mentre la sbattevo e la troia si sfregava da sotto.

Non era ancora giunto il momento di sborrare per me. Per rilassarmi feci mettere lui con la testa sporgente dal letto, supino, e mi sedetti sulla sua faccia, gli spinsi il cazzo in gola fino a soffocarlo.

Il mio scopo fin dall’inizio era incularli entrambi, per sugellare la loro unione. Era la fantasia estrema di Carla: “Voglio che tu, maschio, inculi me e poi lui.” Iniziai con lei, a patto che lui mi leccasse il cazzo quando lo tiravo fuori. Toccò a lui, che aveva il culo stretto. Non mi piace inculare i maschi, ma Carla gli aveva praticato una ceretta. Lei lo preparò usando un plug e del lubrificante: “Ora prendi il cazzo che volevi tanto, ancora sporco del mio culo”, lo umiliò sua moglie.

Puntai la cappella, il buchetto era poco accogliente ma la durezza del mio cazzo mi consentì di spingerlo dentro tutto d’un colpo. Il cornuto sussultò, poi si lasciò cadere sul letto, il sedere in alto agganciato al mio cazzo. Affondai tutto fino alla base e presi a sbatterlo senza uscire troppo per non sporcarmi.

“Godo come una troia, ho il culo pieno”.

Carla mi mise la lingua in bocca rifornendomi di buona saliva, godeva nel vedere quell’inetto inculato che si segava.

Le misi due dita nella figa, poi tirai fuori il cazzo dal culo del cuck e lo infilai di nuovo nel culo di lei, sdraiata e gambe buttate indietro: “adesso baciatevi” imposi loro mentre il mio cazzo era al massimo e l’ano di Carla era evidentemente arrossato.

I due si avvicinarono e slinguazzavano, Carla su mio ordine gli sputava in bocca e lui non doveva permettersi di farlo, fui chiaro: “state per farmi sborrare, lo prendete in faccia e poi pulite tutto” .

Fu un piacere guardarli cercare le gocce di sperma sui loro volti, il passamontagna di lui, le tette di lei.

Un’altra coppia felice.
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