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Il desiderio nella stanza accanto


di Membro VIP di Annunci69.it StraneEmozioni
02.09.2024    |    19.781    |    23 9.3
"La sollevai subito dai sensi di colpa: “hai adottato questo ragazzo cresciuto per dargli una vita migliore, avresti potuto farlo senza adottarlo se possibile..."
Ho conosciuto Cristiana, Cris per gli amici, all’inizio di un mese di marzo di qualche anno fa.

Avevo scritto in un blog della mia posizione in merito alle madri incestuose e lei, Cris, aveva notato le mie posizioni comprensive con risvolti psicologici profondi, rispetto alle tante opinioni grezze e grette espresse da tanti “scrittori”.

La mia posizione derivava dalla mia recente esperienza con Luciana e Alberto, dei quali ho scritto in un altro racconto.

Cris stava vivendo una attrazione simile per il suo figlio adottivo e mi chiese di poterci contattare direttamente e così avvenne.

La mia amica si sentiva in colpa e però era certa di essere ricambiata dal ragazzo, un colombiano che aveva adottato solo cinque anni prima, quando lui aveva già sedici anni. Con una differenza di trent’anni tra i due, il ragazzo, che chiamerò Giulio, si era ritrovato ovviamente in una casa dove più che una madre c’era una donna che lo stava aiutando dandogli una prospettiva di vita, una benefattrice.

Dopo qualche tempo dall’adozione, Cris si separò dal marito perché si era innamorata di una donna, iniziando così un rapporto lesbico che colpì molto Giulio, dandogli conferma che la “mamma” non era tanto una madre, quanto una amica dalla mentalità aperta.

Fu per questo che con in passare del tempo Giulio non si nascose più quando portava in casa delle ragazze e, forte del suo metro e ottantacinque, fisico da nuotatore e un cazzo niente male, le faceva godere: l’ultima in ordine di apparizione venne ribattezzata ”urlatrice” da Cris.

Cris mi contatto sul blog e quella sera, dopo pochi giri di parole, mi confessò dapprima timidamente, poi aprendosi, la sua attrazione incestuosa: si masturbava ascoltandolo scopare, entrava in bagno con una scusa mentre lui faceva la doccia.

La sollevai subito dai sensi di colpa: “hai adottato questo ragazzo cresciuto per dargli una vita migliore, avresti potuto farlo senza adottarlo se possibile. Non mi pare che tu abbia avuto modo di maturare un senso della maternità, ne lui, ormai ventenne, di figlio”.

“Vedessi che cazzo che ha”, mi scrisse improvvisamente, impossibilitata a contenere la sua foga, una volta liberatasi dal peso delle colpe e dei tabù della morale comune.


“Te lo mostra?”, le chiesi.

“L’ho spiato mentre scopava una ragazza, la chiamo urlatrice, perché quando lui entra nella sua fica lei gode e non sa trattenere le urla.”

“E da dove hai sbirciato?”

“La porta era solo accostata.”

“Quindi lui ha voluto che tu guardassi.”

“Dici?”

“Mi pare ovvio, e lui, ti sbircia?”.

“Lo vedo sempre che mi guarda il culo e poi quando veniva la mia ex, una volta l’ho visto che mi sbirciava in camera da letto mentre la leccavo.”

“Quindi anche tu hai lasciato la porta aperta.”

“Si”

“Ora lui dov’è?”

“Nella stanza accanto, da solo.”

“Voglio che tu faccia una cosa per me, sei pronta?”.

“Si..”

“Voglio che metta una mano nella tua fica, voglio sapere se è bagnata ora.”

“Sta grondando, senza che metta la mano.”

“Voglio che tu mi dica se è salata, assaggiala.”

“Sei un demonio, c’è lui di la.”

“Dimmi se è salata”.

“Si, un po’, è buona la mia fica. Dici che gli piacerebbe?”

“Certo che gli piacerebbe, come a te piacerebbe sentirti il suo cazzo in gola.”

“A volte.. io..”

“Cosa?”

“Immagino di aiutare la sua ragazza a succhiargli il cazzo. E poi che mi leghino e che mi usino”.

A quel punto ero ormai certo della natura sub di Cris, non mi restò che liberare del tutto la sua fantasia e lasciarle vivere senza pudore il suo desiderio incestuoso.

“Se tu fossi una brava mammina, saresti tu a preparare la sua ragazza, leccandole fica e culetto per bene”.

“Porco, tu sei il diavolo, mi fai godere così.”

“Strofina bene la clitoride e godi.”

“Vado in bagno, devo venire, ma spero di non fare rumore”.

Le diedi qualche secondo, poi tornò a scrivermi, e mi inviò una foto di lei di culo riflessa allo specchio. Un culo notevole, con un perizoma rosso.

“Se vai in giro per casa così è normale che il tuo ragazzo voglia aprirti il culo.”

“Lo so, mi piacerebbe.”

“Ora basta clitoride, voglio che infili due dita nella figa, e affondi dentro. Deve fare il rumore di quando calpesti le pozzanghere.”

Cristiana sparì per qualche secondo dopo aver letto, il mio cazzo era duro all’idea che lei, nella stanza accanto al ragazzo, stesse rischiando di essere scoperta.

“Vuoi sapere che sapore ha il mio culo? Ci ho messo un dito dentro”, ritornò da me.

“Sei davvero una porca, metti qual cazzo di dito dentro fino in fondo e poi dimmi se è amaro.”, le imposi.

“Si, è amaro, mi piace, ho voglia di un plug nel culo.”

“Ora devi immaginare che quando farò amicizia con tuo figlio, tu e la sua fidanzata ci leccherete culo, palle e cazzo. Poi vi metteremo in ginocchio una vicina all’altra e vi scoperemo a turno.”.

Cris scomparve dopo aver letto, il suo orgasmo era tutto ciò che mi aspettavo come prossimo messaggio.

Passarono cinque minuti, poi tornò a me: “Sono venuta, tanto, ho bagnato tutto, non mi capitava da anni, temo che lui mi abbia sentito, ho fatto rumore. Tu mi manderai all’inferno!”.

“L’inferno che dici tu non esiste, esiste il paradiso del piacere e l’inferno della rinuncia a godere”.

“E allora, portami in paradiso”.

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