tradimenti
Alla sua signora piace (anche) la fica
di StraneEmozioni
23.09.2024 |
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"Appena entrati l’attiro a me cingendole la vita e la bacio con passione..."
Scrivo questo racconto di una bella conoscenza fatta nel weekend, con il permesso dei co-protagonisti.Incentivato dai miei racconti, il signor Guido, uomo maturo e innamorato, mi ha contattato con un problema.
La sua bella signora, sessantacinquenne in forma ed elegante, acconsente a trasgredire, ma lui teme di confessarle la propria bisessualità che i miei racconti, dice, giustificano e nobilitano. Che bel concetto ha espresso questo nuovo amico.
Ci scriviamo a lungo e poi alla fine, sabato sera, ci vediamo sotto casa mia per un bicchiere di vino conoscitivo senza dare nulla per scontato.
La signora ha vissuto un brutto momento nella sua vita, una brutta malattia alla quale è sopravvissuta e da quel momento, mi dice, ha deciso di vivere la vita, anche assecondando le fantasie di suo marito che da anni le proponeva di trasgredire, facendolo con altri uomini davanti a lui.
Lei, che chiamerò Antonella, ha sfruttato il primo freddo e sopra dei tacchi dieci indossa calze, che intuisco non essere collant. Ha un corpo esile, un viso da persona della porta accanto, è una insegnante di latino ancora in servizio, pensionabile a breve. Lui, dirigente pubblico, non è altrettanto in forma, ma è elegante ed educato. Sanno esattamente cosa vogliono, e perché lo vogliono.
Lui, Guido, soffre da sempre di eiaculazione precoce. Lei,Antonella, negli anni ha avuto il permesso di avere una relazione costante con un altro uomo, un collega. Una intesa di coppia che si esaurì qualche decennio fa, ma i desideri sono tornati dopo la malattia.
“E tu Antonella, hai letto i miei racconti?”.
“Si, però non mi piacciono quelli sugli incesti, ma davvero sono successe quelle cose?”
Tento di evadere la risposta, in modo elegante: “Se ti dicessi di no, perderebbero di efficacia, se ti dicessi di si, ti faresti una cattiva idea di me”, osservo con un sorriso.
“Quindi, posso non rispondere?”
“Va bene, ma sei un gran porco comunque, quando leggo quelle porcate mi bagno”.
L’atmosfera si scalda e da brava donna Antonella ha preso l’iniziativa. Dall’inizio dell’aperitivo che mi guarda con desiderio, non si aspettava veramente un uomo si cinquantenne, ma in forma, elegante e garbato, e non smette di complimentarsi per i miei occhi celesti.
“Non hai nulla da ridire sui miei incontri di coppia, non ti spaventano?”
“Se siamo qui è perché volevo conoscere la mente che li percepisce. Non prenderai mai il premio Strega, ma sono sicura che come piacciono a noi piacciano a tanti altri, se ti dessero un euro per ogni volta che si sono masturbati leggendo saresti ricco”.
Scoppio a ridere, poi lei, che è una donna colta e spiritosa, apre la borsetta, prende il portamonete e poggia due euro sul tavolino del bar. Scoppiamo a ridere tutti e tre: l’ironia si dice spesso, salverà il mondo, così come la bellezza.
“Devi prenderli, voglio poter dire di essere stata la prima a pagare per le tue opere”.
La cameriera ci gira intorno, vedendoci ridere è allegra anche lei. E’ una ungherese attraente, occhi verdi e capelli nerissimi, in realtà è la compagna del proprietario, non solo cameriera. Ogni volta che si avvicina noto che Antonella si sofferma su di lei, la squadra, dalla testa ai piedi, anzi, in ordine inverso.
Sono stato sposato ad una bisessuale, ho avuto tante donne bisessuali, so riconoscere come guardano una donna.
“Ti piace?” le chiedo.
“Alla signora piace anche la fica”, mi anticipa il marito.
Lei lo sgrida per la volgarità pronunciata in quel modo e lui arrossisce.
Ne esce fuori che no, lei non ha mai avuto occasione di stare con una donna ma che si, ne è attratta.
“E tu Guido, sei attratto dal sesso con uomini? Aspetta, faccio una premessa: io no, ma mi piace ricevere le loro attenzioni se sto con una donna, la loro donna”.
Guido non si aspettava questo mio affondo, cambia colore, guarda Antonella che lo guarda con curiosa tranquillità: sta aspettando che il marito dica qualcosa, lei sa bene se sarà sincero o meno, riconosce quando mente, quando si impappina, quando omette.
“No no, per niente, poi ad Antonella non piace.” mi risponde paonazzo in viso.
“Ma che dici, mica deve piacere a me. E poi guarda che lo so che dei suoi racconti ti piace il controllo sull’uomo, perciò non mentire”.
“Si ma non sono attratto dagli uomini”.
“Forse, anzi spero, però sei attratto dall’idea di essere sottomesso e costretto, lo so”.
“Beh, passi da gigante stasera Guido. Vedi, a volte non bastano quarant’anni per parlarsi e conoscersi, poi arrivo io e facciamo tutti outing”.
Saliamo in casa, abbiamo tutta la sera, mia figlia è uscita con il fidanzato e gli amici, la casa è tutta per noi.
“Facciamo così Guido, siediti su quella poltrona, io ed Antonella dobbiamo parlare un poco, ti lasciamo un attimo qui, torniamo subito”.
Prendo la signora per mano e la porto nella mia camera da letto. Appena entrati l’attiro a me cingendole la vita e la bacio con passione. Sento che le si piegano le gambe per l’emozione, vibra. Ha un buon sapore, non fuma, la sua saliva sa di buono come la mia. Mi scava e le scavo in bocca con la lingua, tanta saliva. Le mie mani sono scese sulle su natiche, sono tonde, ha un fisico tonico, tanto esercizio fisico.
Lei mi massaggia la patta dei jeans, senza smettere di farmi sentire la lingua.
“Quando torniamo di la, voglio che Guido sia libero di leccare tutto quello che gli pare. Ma sei tu che devi ordinarglielo, è da te che lo vuole”.
“Si, va bene”, mi risponde frettolosamente, è interessata al piacere Antonella, farebbe di tutto, direbbe di si a qualsiasi cosa. Infatti, sarò io a dare indicazioni.
Torniamo in salotto, Guido è rimasto li nella luce soffusa. Sistemo sua moglie in piedi davanti a lui, io mi colloco dietro di lei. Abbasso le spalline del suo abito che cade e lascia questa splendida signora in reggiseno e reggicalze neri, una sorpresa la qualità dell’intimo, la finezza.
Lui la osserva adorante, poi si inginocchia e facendole sollevare un piede per volta raccoglie il vestitino e lo stende con cura sulla spalliera di una sedia li vicino, con amore. Si risiede.
Da dietro la mia mano scorre sul ventre di Antonella, entra nello slip e raggiunge la vulva che sento pulsare. Massaggiandola, le labbra si aprono: è bollente e viscosa. Devo sostenere la signora, si piega sulle ginocchia, gode già. Guido slaccia i pantaloni e tira fuori il cazzo che si è indurito, respira con la bocca aperta, gli occhi sbarrati, ma non si tocca per non venire.
Durante l’aperitivo mi hanno raccontato di esperienza negative con giovani maschi frettolosi, volgari, gentili solo fino al sesso, poi egoisti e sbrigativi. No, stavolta sarà diverso, Antonella mi vorrà rivedere, anche da sola. Lei, come tutte le donne che incontro, deve desiderare di vedermi ancora, di sentirmi, di andare oltre il sesso, parlare di politica, di figli, di futuro. E improvvisamente dovrà accendersi fra le gambe non appena le dirò al telefono una frase qualunque, come “ora mi andrebbe di leccartela”. Quella frase voglio che accenda in lei il ricordo del piacere intenso che stasera proverà.
“Togli le mutandine alla tua signora, Guido”
Lui si inginocchia di nuovo e abbassa gli slip, li poggia sulla poltrona dopo averli annusati.
La mia mano sparisce dal ventre di Antonella, stavolta passo da dietro, carezzandole il sedere e da sotto, usando indice e medio, allargo le labbra della sua fica.
“Assaggiala Guido, dimmi che sapore ha, facciamo godere la tua regina.”
Lui obbedisce, ormai è preda del mio controllo, ha quello che desidera: la sua amata trattata da donna.
Quando lui inizia a leccare le mie dita si spostano dentro la fica di Antonella. Entro da dietro, spingo verso l’alto. Lei ora per la prima volta sta provando due uomini che si curano di lei, guarda in basso il marito felice di essere cornuto, che lecca avidamente.
Sento che sta per venire, accelero la pressione delle due dita, lei inarca la schiena ed io le afferro con la mano libera un seno, stringo un capezzolo fra le dita e le sussurro parole di fuoco: “liberati, vieni per bene, coraggio”. Lei si piega sulla gambe, fa su e giù sulle mie dita per darmi il ritmo, viene.
“Siiiiii, vengo cazzo” urla.
Guido accelera il ritmo delle sue leccate “mhhh, mhhh, ohh” mugugna mentre lecca , lei usa le sue mani per allargare le labbra della fica e farsela leccare meglio, il mio polso si bagna, sta squirtando, Guido raccoglie e beve dalla fonte.
Lei si gira, cade in ginocchio accanto al marito, apre il mio jeans e mi dice “porco, non hai nemmeno le mutande”.
Si infila il mio cazzo tutto d’un colpo in bocca, guido cerca il cellulare per fotografare e filmare, lo lascio fare. Dopo qualche scatto lo invito ad unirsi all’azione.
“Vuoi far fare tutto ad Antonella?”.
Lui è impacciato, ma eccitato. Si colloca di lato per non competere nel leccare l’asta e mi succhia le palle lisce che tengo sempre depilate. Antonella è una pompinara d’eccezione, non lascia uscire la saliva dalla bocca, mi sta facendo un pompino idraulico, la sensazione che provo è unica, mi ricorda una nera, Miriam, che me lo succhiava così quando vivevo a Parigi.
Il ritmo di Antonella, che di tanto in tanto alza lo sguardo e mi guarda fisso negli occhi, è incalzante. Lui lecca le palle e le carezza, lei lo guarda, rilascia poi il mio cazzo e glielo spiana davanti. “Dai, fammi vedere”, e riprende fiato. Guido mette in bocca solo la cappella, lei mi carezza le gambe e si tocca. Non tocca il cazzo di Guido, quando lo farà, lui verrà in un attimo per via del suo disturbo di precocità.
Li lascio divertirsi con il mio cazzo, questo è rompere il ghiaccio. Mi piacerebbe farmi leccare il culo, ma forse per questa volta sarebbe troppo.
“Dai scopami”, dice infine lei. Si mette sul divano e tira in su le gambe, vuole guardarmi in faccia.
“Vieni Guido, aiutami, mettiti qui”, gli dico sistemandolo in modo che possa osservare bene la mia verga solcare la fica da ragazzetta di sua moglie.
Prima scendo, lecco il culo della signora. La rosellina mi dice che di lì già sono abbondantemente passati. La mia lingua non fa fatica a trovare un varco e mentre le sfrego la clitoride con il palmo della mano, assaporo e bagno quel culo da trentenne.
Prima di risalire affondo nel suo culo il medio, lei ed io ci guardiamo senza mai staccare lo sguardo, lei tocca i capezzoli.
“Mi hai messo un dito nel culo porco, mi fai godere”.
C’è spazio per due dita, ma prima le deve bagnare, gliele infilo in bocca, poi procedo.
“E’ bello aperto il culo della tua mogliettina guido, sei stato tu?
“No, io no, non sono capace io”, risponde lui in estasi.
Entro nella figa della signora, afferrandola per le caviglie, lei mette la mano sulla clitoride e smanetta.
Sto scopando una professoressa di Latino, che oggi sta facendo lezione in classe.
Guido osserva, ogni tanto lo tiro fuori e lui lecca con colpetti di lingua come un gatto, forse aveva dimenticato il sapore della figa di sua moglie. E lui sta leccando il cazzo di un uomo per la prima volta.
Glielo avevo promesso: “stai sicuro che con me si lascerà andare tua moglie”.
“Posso venirti dentro mia bella signora?”.
Con il suo permesso mi svuoto, lasciandole spazio per toccarsi in modo da unirsi a me nel raggiungere un orgasmo che la sconquassa. Venendo non guarda più me, si gira verso il marito, lo guarda intensamente.
“Vengo, vengoooo”, lui si solleva, finalmente glielo avvicina alla faccia, lei si protegge aprendo la bocca al massimo e vedo Guido schizzare tanta sborra appena tocca la cappella, lei lo afferra nonostante il fiatone, lo fa colare tutto per bene in bocca, non sporca il mio divano sul quale comunque c’è sempre un telo da doccia molto spesso.
Esausti ci sistemiamo e scendiamo sotto casa per una bistecca e una bottiglia di Barolo, sono miei ospiti, graditissimi. Non c’è tempo per un bis, fra poco potrei non essere più solo.
Grazie miei cari Antonella e Guido, ricordate di non commentare (voi due) per non essere riconosciuti.
Ci vediamo mercoledì per ripassare la lezione. Champagne in fresco.
Lettori: mettete line per favore, rendete onore ad Antonella e Guido.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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