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Lui & Lei

Un weekend di fuoco in alto Friuli


di Membro VIP di Annunci69.it pippo1309
28.02.2025    |    1.622    |    2 8.7
"«Ti piace vederla così?» chiese Matteo, la voce roca..."
Un Weekend di Fuoco in Alto Friuli

Il piccolo bar del paese era tranquillo, l’aroma del caffè si mescolava all’aria fresca del mattino. Matteo attendeva con un misto di eccitazione e curiosità. Avevano parlato a lungo, scambiato fantasie, sussurrato desideri, ma ora il gioco diventava reale.
Quando Silvia e Luca arrivarono, il desiderio gli attraversò il corpo come una scossa.
Silvia era splendida: capelli raccolti, labbra leggermente colorate, uno sguardo che prometteva molto più di quanto le parole potessero dire. Luca era rilassato, con quell’aria sicura di chi sapeva esattamente cosa voleva.
Il caffè fu solo un pretesto. Il vero inizio fu la sauna.
Calore e Tentazione
La cabina di legno era avvolta nel vapore, il calore che si insinuava sotto la pelle, sciogliendo le ultime inibizioni. Avevano tutti tolto gli accappatoi, i corpi nudi esposti senza più barriere.
Matteo osservava Silvia, il modo in cui il sudore scivolava lungo le curve perfette del suo corpo. Era una visione ipnotica. Ma ciò che lo eccitava ancora di più era la presenza di Luca, il modo in cui li osservava, con quello sguardo complice, quasi affamato.
Poi accadde.
Silvia si avvicinò a Matteo, lentamente, le labbra leggermente dischiuse. Si voltò per un attimo verso suo marito, come a chiedere silenziosa conferma. Luca annuì appena, un sorriso carico di desiderio.
Matteo sentì il respiro di Silvia mescolarsi al suo. Poi, senza più resistere, le loro labbra si sfiorarono in un bacio furtivo, quasi rubato, ma carico di tensione. Un assaggio di qualcosa che entrambi desideravano da troppo tempo.
Le sue mani si mossero d’istinto: una carezza sul seno morbido, un brivido che attraversò il corpo di Silvia. Poi, con la punta delle dita, scese più in basso, appena un tocco sul suo sesso caldo e umido.
Silvia sussultò, mordendosi il labbro, mentre Luca li guardava con un’espressione eccitata.
«Ti piace vederla così?» chiese Matteo, la voce roca.
Luca annuì, passando una mano sulla propria erezione evidente. «Sì… continua.»
Ma Silvia si scostò con un sorriso malizioso. «Ora basta… per il momento.»
Era solo l’inizio.
Un Pranzo Carico di Desiderio
Dopo la sauna, il pranzo si svolse su una terrazza con vista sulle montagne. Il menù era un omaggio alla tradizione friulana, un trionfo di sapori autentici che accompagnavano la tensione erotica crescente tra loro.
Si iniziò con un assortimento di formaggi tipici, tra cui il Montasio stagionato e il Formadi Frant, serviti con salumi locali: speck affumicato, soppressa friulana e prosciutto di San Daniele, tagliati a mano. Il tutto accompagnato da crostini di pane casereccio e un calice di vino bianco fresco.
Poi arrivò il frico, dorato e croccante, il sapore avvolgente del formaggio fuso misto alle patate che scioglieva ogni freno inibitorio. Seguirono i Cjarsons, i tradizionali ravioli friulani dal ripieno dolce-salato, con ricotta, uvetta e spezie, conditi con burro fuso e una spolverata di cannella.
Il vino locale scorreva nei calici, amplificando il calore che già pervadeva i loro corpi. E per concludere, le frittole ripiene, frittelle morbide, gonfie di crema, un peccato di gola che si scioglieva in bocca come un sussurro proibito.
A ogni boccone, Silvia lanciava sguardi carichi di promesse. Matteo le sfiorava la coscia sotto il tavolo, mentre Luca osservava divertito, eccitato.
Quando il caffè venne servito, nessuno aveva più dubbi su cosa sarebbe successo dopo.
L’Inizio del Vero Gioco
Non camminarono: corsero.
Appena varcata la porta della camera, le mani di Matteo si tuffarono sui fianchi di Silvia, tirandola a sé. Lei rise, ma la sua risata si spense in un gemito quando lui la sollevò di peso e la spinse contro il muro.
I vestiti caddero in pochi istanti. La bocca di Matteo percorreva il corpo di Silvia con fame, le sue mani esploravano ogni curva, ogni centimetro di pelle. L’eccitazione era troppo forte per rallentare.
Poi arrivò Luca.
Si fermò sulla soglia, osservando la scena con il fiato corto, gli occhi ardenti di desiderio.
Silvia si voltò verso di lui, le labbra gonfie di baci, il corpo già acceso.
«Goditelo,» sussurrò Luca, incrociando lo sguardo di Matteo.
E da quel momento, non ci furono più freni.
Luca si unì a loro di tanto in tanto, accarezzando, sussurrando parole eccitanti all’orecchio della moglie, ma preferiva rimanere spettatore. Si godeva la scena come fosse un film porno, ogni movimento, ogni gemito, ogni sguardo colmo di desiderio.
Dopo il piacere, si sdraiarono esausti sul letto, i corpi ancora intrecciati, i respiri pesanti. Bevettero un bicchiere di vino, risero, parlarono, fino a quando il richiamo della fame si fece sentire.
Una Cena Esclusiva a Monte Dauda
La cena si svolse in un ristorante aperto solo per loro, in cima a Monte Dauda. Il locale era intimo, con un caminetto acceso e un’atmosfera perfetta per continuare il gioco della seduzione.
Tagliatelle ai porcini, capriolo in umido con polenta, un rosso corposo che scaldava gli animi. Fuori faceva freddo, la nebbia avvolgeva le cime, ma dentro il calore era totale.
Silvia era radiosa, i suoi occhi brillavano di una luce diversa. Sapeva che la notte non era ancora finita.
La Notte Proibita
Tornati a casa, i due uomini erano ancora eccitati, incapaci di resistere al richiamo di Silvia. Lei lo sapeva.
Si spogliò davanti a loro lentamente, come una dea che sapeva di essere adorata. Matteo la prese subito, con foga, mentre Luca osservava, eccitato dall’intensità di ciò che stava accadendo.
Poi si unirono tutti e tre, in un gioco ancora più audace, più profondo, in cui Silvia era la loro donna, la loro femmina.
Si lasciò travolgere dai due uomini, assaporando ogni tocco, ogni bacio, ogni sussurro sporco. Era una notte senza inibizioni, senza limiti, solo piacere puro.
Tre volte ancora, due e poi tre insieme. Matteo e Luca si dividevano Silvia, la loro matta donna, la loro regina del piacere.
Quando l’alba arrivò, esausti ma appagati, sapevano tutti che non sarebbe stata l’ultima volta.
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