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THEO il RICCHIONE


di Rosalinda
03.06.2024    |    284    |    2 9.0
"Theo per alcuni anni smise di dare il culo..."
Theo si guarda allo specchio del bagno, quello sul lavandino, vede la sua faccia, una faccia da RICCHIONE, la bocca è semi aperta , le mani sono appoggiate al lavandino, il culo è proteso in fuori.

Theo è nudo, il suo pisellino, piccolo e moscio, balla come il batacchio di una campana.

Sta godendo tanto, nel culo ha un grosso cazzo che lo stantuffa senza pietà, è un cazzo nero, grosso, sui 22 cm di lunghezza.

Lo stanno sodomizzando ben bene.

Lo sta chiavando un dipendente dell'albergo dove soggiorna da un paio di giorni.

E' in vacanza e aveva capito subito, che per qualche decina di euro, quel bel ragazzo nerissimo, lo avrebbe inculato a dovere.

Mentre lo prende tutto in culo, e non può allontanarsi, bloccato dal bordo del lavandino.
Mentre sente il culo che gli fa male ma nello stesso tempo gode nel sentirsi donna, Theo ripensa a quando, circa trenta anni prima, si era trovato in quella posizione, davanti ad un lavandino, nudo, con le natiche aperte, con due suoi cugini, molto più grandi di lui, che per la prima volta gli avevano fottuto il culo.

Prima uno poi l'altro.

Theo allora aveva dieci anni, i cugini sedici e diciassette.

A Theo piaceva quando gli toccavano il culetto, quando gli mettevano un dito dentro.

Quando gli facevano succhiare i loro uccelli.

Lui era sempre disponibile, sottomesso.

I cugini lo comandavano e lui obbediva.

Quel giorno era a casa degli zii, era rimasto solo in casa con i due cugini, che avevano deciso di rompergli il culo.

I cugini avevano addosso solo una canottiera, senza niente sotto, con bene in mostra i loro cazzi.

Lasciarono anche Theo in canottiera, con il suo culetto in bella mostra.

Lo abituarono a stare in casa sempre così.

La prima volta che lo chiavarono, lo portarono in bagno, davanti al lavandino, gli passarono una crema nel buco del culo e poi, prima il più grande e poi l'altro lo incularono senza pietà.

Theo li supplicava, basta, basta, mi fai male, mi brucia....

Zitto RICCHIONE, gli dicevano i cugini, devi abituarti a prenderlo nel culo, all'inizio fa un pò male, eri verginello, ora non lo sei più e ti dobbiamo allargare ben bene, ne dovrai prendere di cazzi, tanto a te piace, sei un RICCHIONE.

Abbiamo intenzione di farti lavorare di culo, abbiamo tanti amici che pagheranno bene per fotterti il culo, tu prendi il cazzo e la sborra e noi i soldini.

Diventerai la puttanella del quartiere.

Anche se il culo bruciava a Theo questo discorso piacque, non gli dispiaceva farlo per soldi, pensò se pagano si vede che ho un bel culo.

Girava per la casa con solo la canottiera e il culetto nudo anche quando c'erano gli zii.

Lo zio, padre dei cugini chiavatori, seppe quello che avevano fatto a Theo e fu orgoglioso che i figli lo avevano sverginato.

Anche lui volle la sua parte.

Chiamava il nipote e lo faceva sedere sulle sue gambe, lui nudo sotto.

I cugini quando capivano che il padre voleva incularselo, lubrificavano il buchino di Theo.

Lui si sedeva sulle gambe dello zio e veniva impalato, aveva imparato ad andare su e giù.

Per fortuna lo zio aveva un cazzo normale, ma durava tanto.

Quando godeva, rimaneva ancora un pò dentro, poi usciva il cazzo e subito tappava il culo, pieno di sborra con un dildo.
Lasciava il ragazzo con il culo pieno per delle ore, diceva che doveva ingravidarlo.

La zia quando vedeva che i suoi figli o il marito sodomizzavano Theo, partecipava con ortaggi, aveva sempre una zucchina, un cetriolo, una melanzana lunga, per il culetto del nipote, a volte lo faceva andare in giro per la casa con l'ortaggio ficcato in culo...

Theo era felice, sculettava a più non posso.

Sentirsi il culo piano lo faceva impazzire dal piacere.

Così Theo a quaranta anni, con un nero dentro che lo stantuffa, ripensava come aveva incominciato la sua vita da RICCHIONE.

Quell'estate in casa degli zii, dove lo avevano lasciato i suoi genitori, ignari che i parenti lo avrebbero fatto diventare RICCHIONE.

A questo proposito mi sembra doveroso far osservare che uno è RICCHIONE, nel suo intimo, si sente DONNA, poi capita l'occasione di prendere il CAZZO, generalmente da piccolo, per iniziativa di qualcuno più grande, a quel punto il RICCHIONE capisce di esserlo e inizia la sua parabola da FROSCIO.
Molti diventano delle GRANDI PUTTANE e si fanno fottere, come delle donne, per tutta la vita.

Theo era felice di essere un FROCIO, godeva quando poteva mostrarsi, in perizoma, in pantaloncini corti, con jeans strettissimi.

Quando poteva mostrare a tutti che era RICCHIONE.

Provava un immenso piacere.

Dai dieci anni sino ai sedici, Theo non fece altro che prendere cazzi, per alcuni anni i cugini lo fecero lavorare, di culo e di bocca, intensamente.

Theo era snello, aveva un bel culetto, tondo, non aveva peli, aveva un pisellino piccolissimo, con due pallettine grosse quanto due olive, non si sa perchè, forse era il suo desiderio di essere donna, aveva due piccoli seni, appena pronunciati, una prima misura, con due capezzoli grossi, ma che piacevano moltissimo ai maschi, tutti li strizzavano o li succhiavano.

Theo adorava che gli succhiavano il seno.

Tutti rimanevano estasiati quando si spogliava, anche perchè era diventato bravo, a muovere il culo davanti ai maschi.

Dai quindici in poi, su richiesta, si presentava con abiti, succinti, femminili e faceva scomparire il pisellino, sotto dei cerotti, come gli aveva insegnato un suo cliente che lo voleva femmina.

Da parecchi anni Theo non vendeva culo e bocca a favore dei cugini, ma si era messo in proprio e guadagnava bene.

Poi un giorno, aveva sedici anni, si doveva incontrare con suo assiduo cliente, lo scopava tutte le settimane, era un uomo sui sessanta anni, con un cazzo normale, si era portato la biancheria femminile, parrucca, reggiseno imbottito, perizoma, minigonna, tacchi 12, calze e reggicalze, rossetto, ecc.

Arrivò a casa del cliente, andò in camera a cambiarsi, e vestito da perfetta femminuccia, puttana, varcò la soglia del salone dove lo aspettava il padrone di casa e un suo amico.

Theo era informato che sarebbero stati due, ma quando vide l'altro rimase pietrificato...

Era un suo zio, che non vedeva spesso perchè non abitava nel suo stesso paese.

Lo zio sapeva che lo avrebbe incontrato, anzi siccome gli erano arrivate alle orecchie chiacchiere che descrivevano il nipote come una gran puttana a pagamento, aveva voluto verificare e fatto organizzare l'incontro.

Nessuno dei due disse niente, Theo fu sodomizzato da entrambi, anzi per la prima volta in vita sua gli ficcarono due cazzi nel culo, per fortuna non lo avevano grosso, dopo vari tentativi ci riuscirono e Theo li prese con piacere.

Lo zio, non soddisfatto, dopo varie inculate, e averlo ben lubrificato cercò di metterci una mano nel culo.

Theo urlò, lo zio non desistette, spinse ancora, il povero ragazzo si sentì aprire tutto, urlò ancora, ma lo zio, eccitatissimo, spinse tutta la mano dentro fino al polso.

Theo guaiva, basta, mi fa male, ti prego, non sfondarmi...

Lo zio continuò ancora, la tirava fuori e la rimetteva dentro.

Theo si abituò e via via cominciò a gradire quello stantuffamento.

Quando lo zio smise, Theo gli chiese di continuare, il piacere di essere sfondata era troppo grande.

Theo era diventata una PUTTANA SFONDATA, per sempre.

Lo SFINTERE era stato rotto.

Da quel giorno diventò la puttanella dello zio.

Theo dovette smettere di prostituirsi.

Fotteva solo con lo zio e con i suoi amici.

Ma questo durò per alcuni mesi, poi lo zio si stancò di quel culo rotto e lo lasciò perdere.

Theo per alcuni anni smise di dare il culo.

Riprese all'università, sia con qualche professore e anche con dei colleghi.

Il cazzo gli piaceva troppo.

Da allora e sono passati una ventina di anni e Theo lo ha sempre preso.

Si è laureato, lavora, ma l'amore per il cazzo non lo ha lasciato mai, passa le ferie in spiagge nudiste, sempre pronto a dare il culo sia a bianchi che a neri.

Adora il cazzo nero, si sente sottomesso.

Adora quando il maschio dopo averlo riempito di sborra lo mette in ginocchio e gli piscia in bocca, dicendogli che è una latrina.

Impazzisce se trova un maschio porco che lo obbliga a bere tutto il suo piscio...

Tutti sanno che Theo è un RICCHIONE, i suoi parenti, gli amici, i vicini di casa, i colleghi.

E Theo è felice di essere un RICCHIONE e di essere, negli anni, diventata una GRANDE PUTTANA.


A differenza di quasi tutti i miei racconti questo è un racconto di pura fantasia dedicato all'amico Kulel.
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