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Gay & Bisex

Culo a pagamento


di Rosalinda
29.04.2024    |    1.194    |    6 9.3
"Torno indietro e mi avvicino all'ultimo cesso..."
Avevo appena compiuto diciotto anni, diplomato, vengo chiamato a fare il militare di leva.
Avevo già avuto le mie esperienze da ricchione.
Nell'ultimo anno e mezzo non mi aveva montato nessuno.
Era stato un periodo di stasi.

Arrivo al CAR (Centro Addestramento Reclute) a Taranto.
Eravamo più di mille.
Due volte la settimana c'era la doccia.
Una grande sala, tantissime docce, venti/trenta.
Tutti nudi.
Quanti cazzi !!!
Appena li ho visti mi è venuta una gran voglia.
Accanto a me c'era un ragazzo con un cazzo magnifico, anche lui si guardava in giro, ma guardava i culi.
Io guardavo il cazzo, bello grosso, lungo, lui lo insaponava più volte e toccandolo s'ingrossava.
Si era accorto che lo guardavo, si avvicina e mi dice " ti piace ? "
Rispondo " cosa ? " Facendo finta di nulla.
" Il mio cazzo, non fai altro che guardarlo, lo vuoi ? "
" Ma che dici " rispondo.
Finita la doccia, usciamo, sempre nudi e andiamo nello spogliatoio.
Io resisto, faccio finta di niente, quello insiste.
Io penso se gli do il culo divento la puttana della caserma, mi fa inculare da tutti.
Finisce li.
Ogni settimana per due volte nelle docce vedevo tanti cazzi ed avevo una gran voglia.
Dopo circa tre/quattro settimane, una notte, circa l'una, mi viene di andare a pisciare.
Vado nei gabinetti, erano una ventina, tutti in fila, non c'era nessuno, entro piscio ed esco.
Sento delle voci, nel corridoio, non vedo nessuno, sto per andarmene quando sento dire " forza a chi tocca ora ? ".
La voce veniva dal fondo.
Torno indietro e mi avvicino all'ultimo cesso.
La porta aperta, erano gabinetti abbastanza grandi, vedo cinque persone.
I due vicino a me avevano il cazzo in mano e se lo menavano.
Uno era a 90 gradi appoggiato al muro, i pantaloni abbassati, con uno dietro che l'inculava.
Vicino quello che mi voleva dare il cazzo nelle docce, che faceva il magnaccia.
Appena mi vede mi dice " vieni, vieni, c'è un cazzo anche per te ".
I due che se lo menavano, si girano verso di me e gli dicono " anche questo è RICCHIONE ? ".
Lui risponde " sicuramente, nelle docce continuava a guardarmi il cazzo ".
Uno dei due mi prende la mano e me la mette sul suo cazzo, già duro, caldo.
Io sono inebetito, non so cosa fare, mi piace il cazzo, mi piace toccarlo, ma ...
Il magnaccia gli dice " mettiglielo in bocca, vedrai che gli piace succhiarlo ".
Lui mi prende la testa e me la spinge sul cazzo, io non vorrei, cerco di resistere, dico " no, no, non voglio "
Il magnaccia mi dice " succhia RICCHIONE "
A sentirmi chiamare RICCHIONE, le mie difese scompaiono, mi metto in ginocchio e prendo in bocca il cazzo e comincio a succhiarlo al meglio delle mie capacità.
L'altro mi mette il suo in una mano e glielo meno.
Continuo a spompinare, dopo poco, quello a cui lo succhio dice " tra poco vengo ".
Il magnaccia gli dice " no, gli devi fare il culo, ha un culetto da femmina ".
Quello me lo leva dalla bocca e l'altro me lo mette, io continuo a succhiare.
L'altro ragazzo che veniva inculato, intanto aveva finito, chi lo stava inculando aveva goduto dentro, e se ne era andato.
Il magnaccia, mi fa alzare, mi slaccia i pantaloni, li abbassa e mi fa appoggiare al muro.
Io non vorrei, mi sento una puttana, ma ho tanta voglia di essere chiavata.
Visto che sono arrendevole, il magnaccia dice ai due, forza pagate, cento lire a testa e vi fottete questo bel culetto, toccatelo, guardate che buchetto stretto che ha.
I due pagano e subito uno, dopo aver sputato sul mio buco, il magnaccia mi teneva le natiche aperte, me lo ficca nel culo.
Io guaisco, mi ha fatto male, è entrato tutto in una volta.
Il magnaccia mi dice " zitto RICCHIONE " prenditi il cazzo e godi.
Io comincio a provare piacere, più va su e giù, più mi piace.
Ad un certo punto dico " ancora, ancora, fottimi, fottimi tutto, ingravidami, sborrami nel culo "
E quello " certo RICCHIONE, ti sborro tutto, non temere "
E dopo un'altra decina di colpi, sborra copiosamente.
Dopo poco esce, il mio buco rimane libero, la sborra cola lungo le gambe, sento l'aria che entra nel mio intestino, ben allargato, ma pochi secondi e subito vengo riempito di nuovo.
Un'altra fottuta, questa volta il cazzo è più grosso e lo sento di più.
Provo più piacere e muovo il ventre, il magnaccia lo vede e mi dice " sei proprio un gran RICCHIONE io lo avevo visto subito nelle docce che ti piaceva il cazzo, stai tranquillo che non te ne faccio mancare , a te la sborra a me i soldi, così siamo contenti entrambi ".
Dopo che anche il secondo è venuto e se n'è andato il magnaccia mi dice.
" La metà di quello che incasso è per te, metà la prendo io, dovrai dare il culo due volte al giorno, di pomeriggio, in un magazzino, dove t'inculeranno anche quelli di carriera, sergenti, marescialli, ecc., la sera quà nei cessi, per ora di RICCHIONI ne ho tre, tu hai il culetto migliore, più bello, però domani ti depilo, bello liscio attiri di più, tu verrai riservato per i migliori clienti, può essere che se ne prendi una decina nel pomeriggio, la sera non ti faccio lavorare, va bene ? " e mi da una sonora sculacciata sulla natica destra, molto forte, facendomi fare un urlo.
" Mi hai fatto male gli dico "
Mi risponde " E non sai di che colore te le faccio diventare, le natiche, se non ubbidisci, hai capito ? e giù un'altra più forte.
Io subito " Si, si, certo, stai tranquillo faccio quello che vuoi "
Lui mi dice " ricordati RICCHIONE DI MERDA che da oggi il tuo culo è mio !!! "
Ho capito che ero diventata " UNA PUTTANA A PAGAMENTO ".
Il giorno dopo mi fece depilare dal terzo finocchietto, molto effemminato, che conobbi in quella occasione e poi, anche lui era tutto depilato, ci fece sdraiare su di un materasso matrimoniale, nudi a pancia sotto, con il culetto bene in mostra, pronti per la monta.
Quel giorno ne presi cinque, di seguito.
Quello effemminato più di dieci, molti gli facevano culo e bocca contemporaneamente.
Nei giorni a seguire la mia media era sette/otto.
Erano tutti persone grandi, almeno per me, dai trenta ai cinquanta anni.
Quasi tutti volevano il culo, alcuni prima la bocca.
Uno, che era stato molto violento e porco, durante la chiavata, dopo avere sborrato, me lo tolse dal culo e andò a parlare al mio magnaccia, parlottarono, poi gli diede altri soldi.
Il magnaccia venne da me e mi disse di seguirlo.
Eravamo in un magazzino dismesso, dove c'era roba vecchia.
Mi portò in un angolo, mi disse che quello mi voleva pisciare in bocca, io rimasi inebetito, non lo avevo mai fatto.
Lui mi disse " mi ha dato mille lire " cinquecento sono per te.
Tieni la bocca aperta, ma non bere e gli occhi chiusi, vedrai che ti abituerai.
Non potevo fare altro.
Mi misi in ginocchio, aprii la bocca, vidi quel porcone che si prendeva il cazzo in mano, vidi il getto di urina che mi arrivava in testa, chiusi gli occhi, un attimo prima che mi colpì sulla testa, poi aggiustò il tiro e il getto arrivò in bocca, una sensazione stranissima, da un lato sentivo un senso di schifo, ad essere pisciato, dall'altro, l'odore, il sapore, il calore, mi piacquero moltissimo, tenni la bocca aperta per tutta la pisciata e alla fine gli feci vedere che ne bevevo un sorso.
Mentre quello pisciava mi diceva " bevi, bevi, latrina, zoccola, puttana, cesso, bevi tutto, tutto..."
Quando finì, si avvicinò e mi mise la lingua in bocca. dicendomi " ho goduto tantissimo sei una gran puttana, la prossima volta ti piscio dentro il culo, dopo averti sborrata "
Da quel giorno diventai la latrina del bordello e altri approfittarono.
Dopo una ventina di giorni arrivarono i trasferimenti e io fui mandato a Cagliari.

Mi ero fatto un pò di soldi, con il mio culo e con la mia bocca, da RICCHIONE.
Il giorno dopo del mio arrivo a Cagliari mi viene a trovare un sergente.
Mi dice che è un caro amico del mio magnaccia di Taranto e che date le mie capacità anche li lui poteva farmi guadagnare un pò di soldi, ma non in caserma ma fuori.
Ovviamente accettai, anche perchè mi fece capire, che se non accettavo il mio culo sarebbe stato di tutti, in caserma, avrebbe raccontato che ero RICCHIONE, e non avrei guadagnato nulla.
Dopo un paio di giorni, nel pomeriggio uscimmo insieme, andammo in un bar, dove aveva un armadietto con vestiti civili, ci cambiammo e mi portò in un palazzo molto signorile.
Salimmo al terzo piano.
Ci aprì un signore molto distinto che mi portò in una stanza e mi fece spogliare, poi controllò il mio buco del culo, me lo mise in bocca e se lo vece succhiare, un poco.
Visto che ci sapevo fare, che avevo un bel corpicino, disse al mio accompagnatore che l'affare si faceva.
Uscirono dalla stanza, io mi rivestii.
Mi disse che il giorno dopo sarei dovuto andare ad un indirizzo, dove mi avrebbero fatto la ceretta in tutto il corpo.
E ci dovevo ritornare periodicamente, questa volta pagava lui, poi dovevo pagare io, tanto avrei guadagnato bene.
Il giorno dopo, sempre accompagnato dal sergente, che non mi scopò mai, non so se per abitudine o perchè non gli piacevano i RICCHIONI, andai a casa di un'estetista, che mi preparò benissimo, prima mi depilò con la ceretta calda, completamente, poi mi passò una crema, profumata per il corpo, mi lubrificò l'ano e mi fece gli auguri.
Tornai a casa del signore del giorno prima, che mi fece vestire da femmina, con parrucca, tacchi, perizoma, calze, reggicalze, rossetto, fard, orecchini, lacca per unghie, mani e piedi, dopo circa due ore di varie prove, alla fine trovò il giusto abbigliamento, per me.
Mi fece camminare sui tacchi 10, per parecchio, facendomi ancheggiare più possibile.
Tornai da lui altri due giorni, non mi toccò mai, ma mi addestrò ad essere femminile, a muovermi come una femminella e anche parlare.
La domenica, ero libero tutto il giorno, andai da lui alle dieci.
Mi preparò, pranzammo insieme, nel primo pomeriggio ci fu la presentazione ai suoi amici, i miei futuri clienti.
Io entrai nel salone, sculettando al meglio delle mie possibilità.
Mi ero vista allo specchio, sembravo una femmina, il mio pisellino, da sempre piccolo era stato nascosto sotto dei cerotti color carne, messi così bene che non si notavano, sembrava che ero stato operato.
Il sergente mi aveva venduto a questo signore, che conosceva bene, perchè gli aveva fornito altri soggetti come me.
Questo signore, molto benestante, godeva nel fare il protettore e passare ai suoi amici, finocchietti effemminati disposti ad assecondare le loro porcate.
Loro pagavano ad ogni prestazione e una parte andava a me.
Quando dopo sei mesi di servizio militare a Cagliari, fui trasferito e cessò il mio lavoro, avevo tanti soldi per compararmi una cinquecento nuova.
Quel pomeriggio fui presentato ad una decina di amici del mio protettore.
Tutti vollero provare le mie capacità, quel giorno non si pagava, era omaggio.
Feci tantissimi bocchini e lo presi nel culo da tutti, anche più volte, erano persone adulte dai cinquanta ai settanta anni, tutti molto porci e abituati ad aver da fare con delle puttanelle come me.
L'abbigliamento che avevo addosso, calse, reggicalze, reggiseno e minigonna, alla fine della serata, erano da buttare, oltre ad essere sborrate, erano state strappate nella furia dei vari amplessi, mi salvai, perchè data l'età dei più non duravamo molto.
Penso che mi diedero mille baci, avevo la bocca gonfia.
Volevano baciarmi con le labbra rosse, ed io dovevo mettermi il rossetto in continuazione.
Uno dopo un bocchino stava urinandomi in bocca, ma il mio protettore se ne accorse, e non lo permise.
Poi mi disse che quello non era omaggio, sapeva che lo facevo e che lo dovevano pagare più di tutto.
Mi disse anche che per abituarmi, avrebbe provveduto lui, nella settimana successiva, tutti i giorni ad orinarmi in bocca.
E così facemmo.
Mi abituai ad essere pisciato in bocca e mi piace ancora oggi, lo gradisco tanto quando i maschi mi pisciano.
In quei mesi estivi, spesso venivo portato e chiavato in spiaggia, spiagge fuori mano.
Nei cinema, sempre pompe.
In macchina, pompe e culo.
In pensioncine a ore, la maggior parte mi portava in questi posti.
Ogni settimana avevo prenotati tre o quattro servizi, a volte anche la domenica.
Venivo trattata bene, i miei clienti erano dei porconi ma una volta scaricati i coglioni erano persone gradevoli.
A qualcuno piaceva sculacciarmi prima, durante o dopo.
Altri li dovevo chiamare papà.
A luglio e agosto più volte partecipai a delle orge, in alcune ville con piscina, duravano tutto il giorno, di domenica, per fortuna la notte dovevo tornare in caserma.
In queste orge i maschi venivano e andavano, i RICCHIONI eravamo cinque o sei, al massimo.
Dalla mattina alle undici/dodici alla sera alle ventidue, prendevo non meno di quindici/venti cazzi, fortunatamente c'erano momenti di riposo del buco del culo e della bocca.
Ma la sera quando andavo a letto ero sfinito.
Prima di andare via tra di noi RICCHIONI, ci passavamo una crema lenitiva nel culo, entravano tranquillamente tre/quattro dita, dentro i nostri buchi, eravamo sfondati.
Dopo una domenica così per due tre giorni riposo anale assoluto.
In una domenica guadagnavamo cinquantamila lire, una somma enorme.
Un impiegato/operaio a quei tempi guadagnava cento/centoventi mila lire al mese.
Quando mi hanno trasferito, ho deciso, per un pò di tempo di far riposare il mio buco di culo e la mia boccuccia.
In sette/otto mesi ne avevo presi tanti, ma tanti.
Non era mia intenzione.
Ma il cazzo mi piaceva tanto.
E mi piaceva tanto anche vendere il mio culo.

Quando l'anno scorso in un bar gay di Barcelona, dopo due pompe con ingoio, nel cesso a due maschi conosciuti in sauna.
Seduti al tavolino, mentre stavamo bevendo una birra Estrella, arrivano due loro amici.
Subito raccontano delle mie due pompe con ingoio.
Uno dei due mi dice che lo vuole succhiato anche lui, io dico di no.
Lui tira fuori dal portafoglio cinquanta euro e me li offre.
Siamo scesi subito nei cessi e la pompa con ingoio l'ho fatta, per cinquanta euro a tutti e due.
Quando siamo risaliti, tutti mi toccavano il culo, stretto nei miei jeans elasticizzati, da finocchio.
Oltre la Estrella, in una sera avevo bevuto quattro sborrate, belle copiose.
Non avevo intenzione, ma quando mi ha offerto il soldi, mi sono eccitato tantissimo, non per i cinquanta euro, ma per essere considerato un RICCHIONE A PAGAMENTO.

Questo è un racconto inventato.

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