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La fisioterapia
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26.02.2025 |
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"Tirò su i pantaloni della tuta, si sistemò e disse:
“Non farti più vedere, a me piacciono le donne” E andò via..."
Non me n’ero reso conto, ma il tempo era passato molto velocemente. Non avevamo più 20 anni, e la routine, la quotidianità avevano preso il sopravvento. Anche la nostra relazione non era più la stessa, io e lei eravamo due compagni che condividevano la vita, ne affrontavano gli ostacoli, ma di noi come coppia era rimasto ben poco. Non facevamo più l’amore, o meglio, non così spesso. Ogni tanto pensavo che sarebbe valsa la pena fare nuove esperienze, non avrei voluto tradirla, più che altro, avrei voluto dar spazio alle mie fantasie, come quella di pagare per il sesso, e quindi non avere alcun tipo di implicazione, alcun obbligo o timore di essere scoperto e compromettere così il rapporto.Quei giorni in cui ero più eccitato pensavo anche di aprirmi a nuove esperienze, tipo provare a stare con una Trans, a volte pensavo anche a cosa significasse essere dall’altra parte del sesso maschile, quindi dare piacere ad un uomo.
Poi ritornavo in me scacciando questi pensieri che non sempre riuscivo ad accettare, e ritornavo nella mia comfort zone, fatta di lei, di niente sesso, di masturbazione quando lei era fuori, di lavoro, e di pensieri inconfessabili… o quasi.. Appuntavo le mie fantasie, quelle più inconfessabili su di un file, nel cloud, in modo tale che non rimanesse alcuna traccia sui miei dispositivi.
Mi resi conto che la mia vita era anche troppo sedentaria, così decisi di iscrivermi in palestra, giusto per tenermi in forma, ma senza alcuna velleità da ricerca della performance, o di raggiungere chissà quale fisico. Così iniziai in una palestra vicino casa. Conobbi l’istruttore, mi preparò una “scheda”, quindi la serie di esercizi e di attrezzi che avrei dovuto fare ad ogni allenamento. Mi chiese la mail, dicendomi che avrebbe caricato il file e l’avrebbe poi condiviso con me tramite Cloud.
Filò tutto liscio.
I giorni passavano, gli allenamenti pure, c’erano periodi in cui le mie fantasie erano assopite, altri in cui esplodevano, l’assenza di sesso aveva davvero un fattore decisivo, quando io e lei facevamo l’amore, tutte le fantasie, specie quelle più estreme, sparivano per un pò. Ma non era quello il periodo, infatti scrivevo molto, e le mie fantasie diventavano sempre più compromettenti, compromettenti per me stesso in quanto mi portavano a farmi delle domande, o semplicemente ad accettare il fatto che fossi sempre io e che con quelle voglie o senza non sarei stata una persona differente. Ma qualcosa cambiò, cambiò decisamente.
Quello che cambiò fu un infortunio, durante un allenamento, mi feci male agli adduttori, e dopo un periodo di fermo, mi convinsi a rivolgermi a chi si occupava di fisioterapia li in palestra. L’Istruttore mi dette il numero del fisioterapista della palestra, lo conoscevo, faceva anche l’istruttore ma non in sala attrezzi. così lo chiamai e presi appuntamento con lui.
Mi visitò, e stabilimmo l’inizio della fisioterapia di li a due giorni. Mi chiese di condividere cn lui la mia scheda, in modo da avere il quadro completo della situazione e come intervenire, risposi:
“Certo, la condivido subito con la tua mail”.
Ritornai a casa, sempre un pò dolorante, Claudia aveva preparato la cena, si informò riguardo l’esito dell'incontro con il fisioterapista e poi nulla, un pò di tv e a nanna.
L’indomani accesi il PC per iniziare a lavorare, controllai le mail e poi, come per essere sicuro di aver condiviso realmente la scheda con il Fisioterapista, Angelo, entrai sul mio Cloud.
Mi si gelò il sangue.
Si, avevo condiviso la scheda, ma la condivisione aveva riguardato anche la cartella dei racconti, delle fantasie. Tutti i file risultavano visualizzati, non c’era modo di sapere se fossero stati scaricati o meno, immediatamente tolsi la condivisione da quella cartella. Poi mi fermai un attimo, e rimasi a pensare.
Non sarebbe dovuto accadere, nessuno avrebbe dovuto leggere quelle cose, la mia speranza era che Angelo avesse riconosciuto solo la scheda e avesse tralasciato tutto il resto. L’appuntamento era la sera del giorno seguente. Con quale faccia mi sarei presentato da lui? Non ero sicuro che avesse letto, ma se l’avesse fatto? Se l’avesse detto a tutti in palestra? O ancora peggio, se avesse scaricato i file?
Pensai di annullare l’incontro e rivolgermi altrove, cambiare anche palestra, ma il dubbio di sapere se avesse avuto accesso ai miei pensieri più intimi e quale sarebbe stata la sua reazione non mi lasciava tregua. Speravo che andando da lui, Angelo anche avendo visualizzato i files, facesse finta di nulla, si comportasse da persona matura e niente, fare come se nulla fosse. Disdire sarebbe stato forse controproducente, alimentando un possibile pettegolezzo, ed era una cosa che non avrei mai voluto.
Non passai una buona nottata. L’indomani andai a lavoro con l’unico obiettivo di far passare il tempo il più velocemente possibile e finalmente avere la conferma che era tutto ok, che Angelo non avrebbe fatto alcun accenno a nulla e tutto potesse proseguire nel modo più normale per tutti.
Finalmente arrivò sera.
Mi recai da lui, mi salutò come sempre, attesi una decina di minuti, poi aprì la porta della stanza in cui lavorava e mi fece entrare.
Parlammo del più e del meno, mi mise a mio agio, per fortuna , pensavo, iniziai a rilassarmi.
“Ho visto la scheda, forse hai forzato un po '. Adesso facciamo un massaggio e poi poi utilizzerò un macchinario che riduce l’infiammazione”
Data la posizione dei muscoli infiammati, mi disse di spogliarmi e distendermi pancia sotto sul lettino dei massaggi.
Tolsi i pantaloni e restai in slip, mi stesi.
Angelo iniziò a mettermi a mio agio, parlava di tante cose, di come fare gli esercizi, poi iniziò con il massaggio, faceva male, sapevo che la fisioterapia, se fatta bene, provocava dolore. Finalmente finì con quel massaggio, passo questo macchinario caldo sul muscolo, questo si, era piacevole, e poi mi disse:
“Ok, adesso avremmo finito, ma voglio massaggiare ancora la parte, per rilassare il muscolo, ok?”
MI sembrò una domanda strana, perché chiedermelo, però, ero nel suo studio, lui era il professionista, per fortuna era andato tutto bene, quindi gli dissi:
“Certo, tu sei quello che serve”
Prese un gel, se lo passò tra le mani e iniziò a massaggiare, era un massaggio diverso, potrei dire un massaggio rilassante, si, come mi aveva anticipato. io ero sempre a pancia sotto, sentivo lui massaggiarmi e poi salire fin sotto al gluteo, il massaggio diventava sempre più profondo, ovvero quando dalla parte posteriore della gamba saliva verso i glutei, iniziava a passare sempre più di frequente più internamente, quasi a sfiorarmi i testicoli. Iniziai a preoccuparmi, stavo quasi per spostarmi e alzarmi con una scusa, ma gli sentii dire:
“Scrivi bene, lo sai?”
Oddio, no. Non sarebbe dovuto succedere.
“Cosa intendi dire?” Cercai di mare finta di nulla
“Ho letto alcuni dei tuoi racconti, peccato on averli letti tutti”
Rimasi senza parole, lui continuò:
“Mi è piaciuto molto quello in cui ti descrivi assopito, quasi addormentato, steso a pancia sotto, quasi come sei adesso”
Avevo capito a quale racconto, a quale fantasia si stesse riferendo, continuò:
“Poi cosa succede? Ah si, entra un tuo amico, vede che dormi e inizia a toccarti, anche se tu non dormivi affatto, vero? Era così”
Non risposi, volevo scomparire, ma allo stesso tempo sentii la sua mano entrarmi nello slip, tra le natiche e scendere fino ad accarezzarmi i testicoli.
Mi feci immobile, non sapevo davvero come reagire, e come successo prima, quando mi ero deciso a reagire, ad alzarmi da quel lettino, lui fece un’altra cosa che mi lasciò immobile.
Stavo quasi per alzarmi quando sentii le sue mani afferrarmi al lato gli slip e tirarli via.
Disse:
“Stai tranquillo, alza il bacino e fatteli sfilare, tanto sai bene cosa sta per succedere vero?”
Ebbi il coraggio e la forza di dire solo:
“Angelo, no, non so cosa…”
Lui prese l’iniziativa e disse:
“Allora, ora te la racconto io quella storia, vediamo se ti ritorna la memoria, quindi questo tuo amico ti sfila gli slip”
Lo fece, li sfilò..e li tirò via.
“Poi cosa succedeva, ah si, iniziava a toccarti”
Sentii subito la sua mano tra i miei glutei, sentii del liquido scorrere tra le mie natiche. L’avevo scritto io quel racconto, sapevo cosa succedeva, e cosa stava per succedere, non avrei mai pensato di essere in quella situazione, la mia era solo una fantasia, e solo in quella fantasia abbandonavo la mia virilità per diventare l’oggetto di un altro uomo, ma non avrei mai immaginato di viverlo davvero, temevo le conseguenza sulla mia autostima, avevo paura, sapevo che stava per cambiare tutto, che si passava dalla fantasia alla realtà. Dovevo decidere cosa fare, se continuare o smettere. Sentii un suo dito penetrarmi, lentamente, ma inesorabilmente, uscire e rientrare.. Era una sensazione strana, qualche volta, per aumentare il mio piacere, era successo che mi fossi masturbato e allo stesso tempo mi fossi penetrato con un dito, ma quello era il suo dito, ed era un dito grosso. Il mio ragionamente restava ancora in piedi, non mi avrebbe costretto, potevo andare via, spostarmi, evitare di restare immobile, immobile come la mia fantasia, come quella che lui aveva letto e che mi stava descrivendo nello stesso momento in cui la stava mettendo in atto.
Poi si avvicinò al mio orecchio e disse:
“Poi sai come continua? Si, certo che lo sai…..”
Certo, la mia fantasia continuava con lui che mi riempiva l’ano di saliva e poi veniva su, mi prendeva da dietro, dolcemente, mentre io fingevo di dormire, ma in realtà ero più che vigile, e mi prendeva, fino a venire, per poi andar via, lasciandomi ancora assopito, con il suo seme dentro di me, ma con la consapevolezza che nella mia presunta assenza di partecipazione, anzì, dal momento che lui fosse certo dormissi, anche la mia virilità, in qualche modo, forse solo per me, fosse preservata. Questa era in breve la fantasia, la realtà fu quello che disse Angelo, che conosceva oggi mio pensiero più inconfessabile.. così continuò:
“Poi sai come continua? Si, certo che lo sai…..” Lo sentii salire sul lettino..
Iniziai a sentire il suo peso su di me, il suo viso era dietro di me.
“Adesso fai il bravo, le tue fantasie da Frocio mi hanno eccitato, ora ti fai scopare come una fighetta, cosa te ne pare?”
Lo sentii restare con una sola mano sul lettino, aumentare il peso su di me. Sapevo che si stava tirando fuori l’uccello. Lo sentii indirizzarlo tra le mie natiche, cercando il mio buchino.
Sembrava esperto, trovò subito la strada. Lo sentii puntarlo, rimasi di sasso.
“Stai tranquillo, sai quante ne ho scopate in culo? “
Stava diventando più rude, lui sapeva che nelle mie fantasie non c’era un effemminato, ma un vero uomo, lo sapeva bene, iniziò a spingere. Avevo paura, paura che mi facesse male, ma era gestibile, peccato non essermi reso conto che lo aveva appena poggiato, quando iniziò ad entrare sul serio non ce la feci più a restare in silenzio e dissi:
“Fai piano, piano, ti prego”
Di tutta risposta dette un colpo di reni, mi sentii aprire in due, a momenti urlavo, ma lui non si fermò nemmeno un istante, sapeva che ero pieno di gel, e che sarebbe entrato, e così fece, avanzò, credevo di non farcela, ma lo sentivo entrare. Poi si fermò. Era dentro di me. Rimase un pò così, forse per farmi abituare, mi faceva male, ma più passava il tempo e più era sopportabile, iniziò a muoversi, per fortuna molto lentamente, poi spinse ancora, era dentro, lo sentii abbandonarsi su di me. La sua pancia si adagiò sul mio fondo schiena, e si distese su di me. Aprì le gambe lasciando le mie nel mezzo. Mi pesava sulla schiena, in più lo sentivo dentro di me, ma fu quando mise la sua faccia tra il mio collo e la spalla che iniziò tutto.
“Ok, adesso fai la brava” e iniziò a muoversi. Il fatto che si fosse rivolto a me al femminile mi umiliava, ma iniziò ad eccitarmi.
Sentivo il suo corpo muoversi sopra il mio, si, devo dirlo, lo sentivo scoparmi, mi ansimava dietro al collo, e poi prese a parlare:
“Sei davvero stretta, così mi fai venire subito”
Mi resi conto della cosa così gli dissi:
“Angelo, hai messo il preservativo?” Subito dopo aver fatto questa domanda realizzai che avevo un uomo che mi stava prendendo analmente, e che la cosa mi avrebbe dovuto scioccare, e invece gli avevo chiesto se mi stesse scopando con un preservativo, come se tutto il resto fosse normale.
Prese a muoversi più intensamente, il dolore era più sopportabile, e portava con se altre sensazioni, fisicamente piacevoli, emotivamente umilianti, ma eccitanti.
Angelo prese ad ansimare mentre abusava di me, spingeva così forte e pesava sempre di più, vidi le sue braccia irrigidirsi e aiutare la spinta, i movimenti erano sempre più ampi, sentivo i suoi testicoli toccarmi ad ogni affondo, le sue cosce muscolose stringermi le gambe e spingere, tutto il suo corpo, i suoi muscoli allenati, la sua virilità era parte di quel atto che smise di essere solo la mia umiliazione, la mia sottomissione, ma diventò anche fonte di piacere, di bramosia. Scopare una donna è bellissimo, possedere quel corpo, dare e trarre il piacere dalle suo forme dolci, le sue curve. Essere preso da un uomo è altro, è istinto, è qualcosa di animale, è un corpo forte che lavora, suda spinge si gonfia, solo per godere di te. Ed Angelo era questo, sotto i suoi colpi mi sentivo spostare su quel lettino, c’era tanta forza, sempre di più, cercava di entrare sempre più in fondo. Mi accorsi che quel ritmo aumentava non a caso. I suoi avambracci, che sorreggevano il suo peso, evitando che mi schiacciasse completamente, erano gonfi e le vene sembravano esplodere, divenne incontenibile così abbandonai ogni remora e dissi:
“Fai piano, mi fai male… Piano”
Di tutta risposta lui disse
“Aspetta, sto per venire… resisti e non urlare”
Prese a scoparmi con forza e vigore, sempre più veloce, sentivo dolore, ma ero in estasi, poi sbarrai gli occhi, era tutto dentro di me, più in fondo di quanto pensassi, dopo tutto quel movimento, quasi spasmodico, irreplicabile, se non prima di un orgasmo, finalmente un attimo di quiete. Sapevo soa stava a significare, ma lo dissi lo stesso:
“Angelo, no, esci, non venire dentro” come la più classica delle femminucce.
Lo sentii gonfiarsi e spingere, mordermi il collo e ansimare, poi ancora, e ancora.. Stava venendo dentro di me… sentii di nuovo la lubrificazione… Riprese a muoversi, per poi riaffondare tra tremori e ulteriori spinte, mugolii, odori diversi. Quel corpo muscoloso era fuori controllo, emanava energia allo stato puro, godeva..godeva tanto.
Quel momento di furia passò in fretta, come passano in fretta gli orgasmi maschili, e dopo essersi abbandonato per qualche secondo su di me, avermi lasciato un segno sul collo. e aver preso la mia verginità anale, si tiò via, in maniera troppo brutale, lo sentii uscire velocemente, e fu quasi traumatico come averlo sentito entrare con tanto vigore, sentii colarmi la sua venuta dall’ano allo scroto, avevo il buchino ancora aperto. Lui si alzò, era soddisfatto, ma non troppo sereno.
Si alzò in piedi e disse:
“Cosa mi hai fatto fare?” restai in silenzio non capivo cosa volesse dire “Rivestiti e sparisci”.
Tirò su i pantaloni della tuta, si sistemò e disse:
“Non farti più vedere, a me piacciono le donne” E andò via. Era stata la mia prima volta, ma sembra lo fosse stata anche per lui con un uomo.
Io ero quasi sotto shock, era successo troppo in quella stanza, troppo che potessi gestire nell’immediato, così mi presi tempo, mi rivestii, e andai via.
In auto ero attonito, sentivo gli slip bagnati, continuava ad uscirmi del suo seme, avevo sul collo il segno di un altro uomo, e il sedere con cui avevo fatto godere Angelo, inturgidito…
Nei giorni seguenti cercai di mettere ordine nei miei pensieri, il demone era battuto, mi era piaciuto..non lo so, ma mi masturbavo regolarmente con quel ricordo. POi ricevetti un messaggio. Era Angelo, diceva più o meno così:
“Allora? Ci sei per la prossima seduta di fisioterapia?”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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