Racconti Erotici > orge > Dopo cena
orge

Dopo cena


di Membro VIP di Annunci69.it pierpatty6151
15.09.2020    |    17.896    |    9 8.7
"Lei muove il culone assaporando il giochino esci ed entra..."
Il sole sta scendendo dietro la pineta, i “giornalieri” sono già in autostrada.
Siamo rimasti in pochissimi a godere la spiaggia. Do un’ultima occhiata alla battigia, c’è solo una copia che stracarica sta andando via.
Tristemente m’infilo i larghi pantaloncini da mare, decretando così la fine del solitario pomeriggio. Pazienza andrà meglio la prossima volta.
Scansando le spine, mi dirigo pigramente allo stradello che costeggia la pineta delimitando la spiaggia.

Il ritmico fruscio delle onde è sovrastato da rumorosi sospiri di piacere. Guidato dai sospiri e dagli incitamenti sessuali, cambio direzione dirigendomi verso il cespuglio che nasconde chi sta facendo sesso. Salito su una piccola duna vedo un bianco culo che ritmicamente balla su un’abbronzata schiena femminile.

Lei, a schiena semi curva, e a culo ben esposto, incita e resiste alle spinte maldestre dello scopatore.
Sudando e sbuffando come un mantice urla il suo piacere e si accascia sull'insoddisfatta donna che rovina sulla sabbia.

Due guardoni spariscono dietro le dune, andandosene alla caccia di altre situazioni, e torna il silenzio.
Troppo silenzio.
Il vecchio è ancora spiattellato sulla donna, che dibattendosi lo ribalta sulla sabbia.
Lui rimane immobile, diventando ancor più bianco.
L’agghiacciante urlo della donna mi dice che l’uomo sta male.
Mi avvicino è cerco di rianimarlo. Siamo tropo distante dalla civiltà per chiedere aiuto. Devo fare qualcosa.
Fortunatamente con un po’ di acqua fredda e alcuni schiaffetti lo riportiamo al mondo. Apre gli occhi guardandoci con stupore, è andata.
La donna, ancora nuda, mi ringrazia abbracciandomi. In altre situazioni avrei assaporato quei seni sul mio petto, ma non in quel frangente.
Lei s’infila il due pezzi, coprendo la sua grossa e depilata patata, Rivestendo il suo uomo, mi chiede di accompagnarli fino al piazzale davanti alla piadineria, all'inizio dello stradello, dove hanno posteggiato la macchina.
Mi carico le loro borse, il mio zaino e l’immancabile ombrellone. Lei sorregge il malcapitato, senza troppa fatica, essendo il doppio di lui.
Iniziamo il lento cammino reso ancor più faticoso dalla soffice sabbia. Ci aspetta una scarpinata di circa 2 Km,
Le ombre della sera si stanno allungano, lasciando spazio ai ritardatari che cercano un’ultima improbabile situazione, per dare un qualche significato erotico alla giornata.
Sono stanco. Ho fame. Non ne posso più d’incrociare, o essere sorpassato da sguardi della serie “ma guarda quei due come hanno ridotto quel poveraccio”.
I due camminano silenziosamente davanti a me. Lei lo sorregge e lui sembra riprendersi. Posso tranquillizzarmi, ed osservare il suo abbronzato culone, che muovendosi infila sempre più lo striminzito costume nel solco tra le chiappe.

Siamo a sera inoltrata, quando Lei apre la portiera della loro macchina, posteggiata nei grassi profumi della piadineria, che aumentano a dismisura la mia stanca fame.

Sto per salutare, ma lei senza fronzoli, ne dandomi la possibilità di rifiutare, m'invita nel loro alloggio estivo a mangiare una piadina con birra ghiacciata.

Ordiniamo, aspettiamo occupando il tempo bevendo birra, e finalmente con le calde saliamo tutti in macchina.
Dopo un breve tragitto entriamo in un classico alloggio estivo. Piccolo ed essenziale per trascorrere alcuni giorni di vacanza.
Nel frattempo il lui si è ripreso dal malessere, ma non vuol mangiare, preferisce sdraiarsi, cosa che fa, lasciandoci soli nel locale cucina-salotto.

Non abbiamo ancora avuto il tempo di rivestirci, siamo ancora con i costumi inforcati velocemente in spiaggia.
E per non far raffreddare le piadine decidiamo di non cambiarsi e mangiare seduti ai lati dell'unico piccolo tavolino, e iniziamo a raccontarci.

Lei dice di essere originaria dell’est Europeo, dove ha un marito e paio di figli che aspettano il bonifico mensile per sopravvivere.
Ricordandosi in che frangente l’ho incontrata, mi racconta che al suo paese ha fatto solo del canonico sesso con il marito, e prima di conoscere il vecchio, non ha mai tradito suo marito, pur avendo ricevuto varie interessanti proposte.

La cosa mi incuriosisce e chiedo come ha iniziato a far sesso con il vecchio.
Lei manda giù un gran sorso di birra e inizia a raccontare, premettendo che tra i suoi doveri c’è anche quello di aiutarlo a lavarsi.

Altro gran sorso di birra, e inizia a raccontare:
Una sera della scorsa primavera lo accompagno in doccia, e come sempre lo aiuto a spogliarsi, tutto nudo lo faccio entrare nel vano doccia. Apro l’acqua e maldestramente mi bagno tutta. Nulla di male se non avessi avuto un leggero vestitino da casa, senza reggiseno. La stoffa bagnata si è attacca ai seni rendendoli ben visibili. L’istinto mi diceva di andare a cambiarmi, ma non lo feci, iniziai ad insaponare quel nudo corpo maschile. Arrivata alle sue parti intime, come sempre glielo presi in mano per insaponarlo. Ma non era come sempre, c’era un leggero risveglio. Stupita lo guardo. Lui sorride dicendomi “continua lavamelo bene”. Non so che mi prese, o forse lo so benissimo: ero pur sempre una donna in astinenza.
Fatto sta che lo scalpellai e iniziai una lenta sega. Più per il piacere di averne uno a mia disposizione che per il suo piacere.
Concentrata sul quel pisello moscio, mi accorgo della sua mano quando già aveva intrappolato una tetta tra le sue dita.
Lo segavo, senza guardarlo, e quella assurda situazione mi faceva fremere tutta.
Fatto sta che mi tolgo il vestitino, rimanendo a tette al vento, davanti a quel moscio pisello. Continuavo a segarlo, con scarse risposte se non un minimo di risveglio. Provo a portare le una mano sulle mie mutandine. Lui sposta l’orlo e cerca le mie labbra. E li fu il momento di non ritorno. Aperte dolcemente le labbra trova il buchino e leggermente ci spinge dentro un dito. Apro ancora di più le gambe per favorire la penetrazione, che avviene prima con un dito, seguita da un altro e poi ancora altri. Mi sentivo piena come non mai. Non lo guardavo, era a testa bassa, mi vergognavo ma volevo continuare a essere riempita. Siamo in equilibrio precario ma non voglio e non posso fermarmi. Io lo sego e lui mi scopa con le dita. Finalmente godo con un urlo liberatorio, e scappo nella mia stanza.
Ci rivedemmo solo per cena. Eravamo entrambi Imbarazzati, e io a occhi bassi avevo paura del licenziamento.
Lui mi guarda e dice che non ha mai fatto una doccia cosi piacevole. E se avessi acconsentito a farlo giocare ancora mi avrebbe aumentato lo stipendio. Alla condizione di non dire nulla ai suoi figli, e far sesso solo con lui.
Mi vennero in mente i miei, laggiù nell’Est, che aspettano il bonifico, ed accettai, pensando anche alle poche cose che avrebbe potuto farmi con quel moscio pisello.

Lei parla, e io guardo i suoi grossi seni trattenuti a stento dallo striminzito reggiseno, sembra che ballano, che desiderano saltar fuori per farsi ammirare ed accarezzare. Se ne accorge e dicendomi che il gancetto le fa male vorrebbe liberarsi da quella tortura.
Non aspetta risposte, e i seni son già liberi. Sono grossi sodi, e valorizzati da aureole scure con al centro capezzoli a riposo.
Istintivamente li vorrei baciare, leccare e mordicchiare, ma sapendo che di là c’è un tizio geloso, non faccio nulla. E finisco la piadina con squacquerane e rucola.

E’ da me infilarmi in queste strane situazioni. Il tizio che russa di là. La Lei davanti a me a seni nudi che ballano seguendo il ritmo del respiro. Io che combatto una impari battaglia per far rimanere tranquillo il mio Giacomino, che fregandosi di tutti, si sta inalberando.

Senza alcun preavviso mi infila una mano dentro il costume. Trova il mio Gacomino, lo accarezza lo valuta e come un’improvvisa frustata mi chiede:
“Ma la figa ti piace?”
Rispondo senza pensarci:
“Certo che mi piace, e tanto.”
“E allora scopami. Voglio dentro un vero cazzo. Sono stufa di fingere con quel debosciato bisex.”
Parlando mi prende una mano e se la appoggia sul costume umido di umori femminili, e forse di rimasugli di sborra del dormiente.
L’accarezzo, la soppeso, le sposto le mutandine scoprendo la grossa figa. Infilo un dito dentro scoprendo che il buchino è già scivoloso a dovere.

Senza dire altro, lei va nella stanza e ritorna subito dopo con in mano un preservativo.
Non è necessario parlare. Mi tira giù il costume. Scoprendo lo svettante e abilmente lo riveste con il profilattico.

Si gira, appoggiandosi al tavolino, sposta le mutandine, Offrendomi il tesoro senza dire nulla aspetta. Non la lascio ripensare. Punto il mio cazzo sulla sua patata, spingo entrando senza difficoltà, scivolo tutto dentro. Lei se lo prende tutto dentro, spingendo il sedere indietro per averne ancora, ma è finito.
Lo tolgo quasi tutto, per poi rientrare lentamente fino in fondo. Lei muove il culone assaporando il giochino esci ed entra.
La sento tremare, fremere, senza sospiri rumorosi. Non capisco più nulla. Aggrappato alla sua schiena continuo a godermi quella donna sconosciuta, che a bassa voce mi chiede di non fermarmi, di continuare, di sborrargli nella figa. Cerco di prolungare la chiavata, aspettando il suo godimento, che improvviso arriva con un irrefrenabile sussulto di tutto il corpo e un conseguente rilassamento generale. Seguito da alcuni miei colpi più intensi e l’inevitabile sborrata nella sua figa allagata.

Lei si rialza, e sistemate alla bene meglio le mutandine, si reca a verificare il dormiente, che fortunatamente, continua a ronfare, inconsapevole di quello che è successo.

Io non so che fare. Penso che la cosa migliore sarebbe andarmene, ma senza salutare è maleducazione. Passano alcuni minuti e la vedo spuntare dalla stanza. Ha indossato un accappatoio. Con un soddisfatto sorriso mi dice” sei stato magnifico… E’ una vita che non godevo così… una caffè ci vuole”
“certo… ne ho bisogno anch'io”
E lei già armeggia con la caffettiere.
“Se vuoi, il bagno è la porta a destra”
“Grazie”. Mi dirigo alla porta indicata entrando nel piccolo bagno, con il mio zainetto.
Mi faccio un doccia o meglio una veloce bagnata alla bene o male mi tolgo il sudore è la sabbia da dosso.
Sentendo voci cerco di sbrigarmi, mi metto un costume pulito, una maglietta e esco.
Sorpresa!!
Seduta al tavolino c’è una splendida donna, che sorseggia il caffè.

“E’ lui che lo ha salvato?”
Lei ancora in accappatoio gli risponde
“Si è lui che mi ha aiutato a portarlo a casa”
“Grazie anche da me, il Mario è un mio grande amico”.
“E’ il minimo che potevo fare. Vedo che siete in buona compagnia, per cui posso andarmene tranquillo”
“Non sarà… devi rimanere beviamo qualcosa insieme, vedo che la cena l’avete già fatta con le piadine… e ora ci vuol il dopo cena”.
Che vorrà intendere per dopo cena?

Tutti sorridono, specialmente l'ultima arrivata.
La guardo meglio ha un trucco pesante, capelli vaporosi rossi, poco seno, vestito sexy, mani e piedi troppo grossi per una donna.

Caspita… sarà una trans?
La fregola di andarmene aumenta.
Ho già iniziato a salutare quando una mano si poggia sulla mia spalla, fermandomi:
“Non si fa così, non si va via senza salutare”
È il Mario.
“Ma è tardi… e devo rientrare”
“Chi ti aspetta? Telefona dicendo che sei con amici e rientrerai tardi. Ti devo ringraziare per quello che hai fatto.”
Le due donne gli danno man forte, e insistono per una veloce bevuta di ringraziamento.
Ok non posso far altro che rimanere, cercando di farmi promettere che non faremo tardissimo.

Spunta un ghiacciata bottiglia di Posecco. I calici si riempiono e si svuotano. E più si svuotano più le battute diventano spinte. Più le donne ridono e più provocano immerse in languida musica.
L’ultima arrivata è la più sbronza e si lancia in un languido ballo. Afferra la badante e la stringe infilando le mani sotto l’accappatoio.
Il vecchio beve, ride e incita le donne a proseguire.
La badante svolazza nelle braccia dell’altra lasciando aprire l’accappatoio mostrando d’essere senza intimo.
L’altra stringe ed accarezza la badante.
Io cerco di adeguarmi alla situazione e vorrei scoparmi l’ultima arrivata.

Il vecchio urla “spogliatevi”.
Non capisco se è un desiderio o un ordine. Fatto sta che le due donne si fermano, diventando serie, si guardano e con occhi languidi iniziano a denudarsi.
L’ultima arrivata slaccia la cintura dell’accappatoio della badante, che cade sul pavimento lasciandola con solo il tanga e continua le sezy movenze.
In fondo è una bella donna nonostante i suoi kilogrammi in più.

La badante sbottona la camicetta all'altra donna, la sfila mettendo in mostra un piccolo reggiseno imbottito. Cade anche la sua minigonna. E in mezzo alle gambe si nota un rigonfiamento che non dovrebbe esserci.
Nel silenzio più assoluto il vecchio le si avvicina slacciandole il finto reggiseno, dimostrando l’inesistenza dei seni. La accarezza la dove ci dovrebbe essere la figa, che non c’è. Le si accovaccia davanti e aspetta. Lei lentamente si abbassa le mutandine contenitive e sorpresa spunta un cazzo già basanotto di discrete dimensioni.

Tutti mi guardano interrogativamente. Io prendo lo zainetto e sto per andarmene. Vengo placcato dalla badante che mi sussurra “prima di andartene scopami ancora una volta”, e mi tira giù i pantaloncini, mettendomi a nudo il cazzo.
Il vecchio non bada a noi. Si è ingoiato il cazzo del trans, che gioiosamente lo lascia fare.
Anche la badante si è inginocchiata davanti a me e mi sta leccando. Che goduria, ma quanto è brava.
Il vecchio si è tolto i pantaloncini e mette a nudo il floscio cazzo che il trans prontamente prende in bocca.

Il vecchio riordina “scopala” e smettendo di succhiare si siede ad aspettare lo spettacolino.
La badante mi abbandona e si predispone distesa sul tavolino, a pochi cm dal vecchio, il trans è già dietro di lei ed con un colpo violento le entra dentro, iniziando a scoparla per il piacere del vecchio. Che guarda e sega il suo piccolino.

Io, abbandonato a cazzo duro, guardo la scena e noto gli sguardi delle due scopatrici che mi trasmettono tutta la loro tristezza per la situazione che devono sopportare.
“Le vuoi scopare anche tu?”
Con questa domanda quell'uomo mi fa ancor più schifo di prima.

Non rispondo. M’infilo un preservativo. I vecchio curioso di scoprire chi scoperò continua a segarsi. Scosto dolcemente il trans, scoprendo la figa della badante larga e disponibile. Con estrema delicatezza appoggio la cappella tra le labbra e vengo risucchiato dentro con un mugolio di piacere. Dando inizio a un lento e sessuale dentro e fuori, assecondato dal vai e vieni del suo culo.
Il trans inizia ad accarezzare sia la mia schiena sia quella di lei, aumentando il piacere del momento.
Mi preoccupo quando mi accarezza anche le chiappe. Vuole inchiappettarmi? Fortunatamente smette e si dedica al vecchio, e cambiato il preservativo lo inchiappetta rudemente.
Lei sotto i miei colpi gode, urlando il suo piacere. Io sfinito le vengo dentro.
Al vecchio piace l’inculata e il trans gli riempie il culo di sborra.
I mugolii smettono. I preservativi si tolgono. Qualcuno riempie i calici di prosecco per un muto brindisi al sesso.

Nel silenzio mi rivesto, imitato dal trans. Salutiamo con baci e promesse di rivederci, e andiamo via lasciando la badante e il vecchio nudi e soddisfatti della serata.

Fuori è quasi l’alba, i primissimi mattinieri stanno già andando a pescare.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Dopo cena:

Altri Racconti Erotici in orge:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni