Lui & Lei
Anna, amica di Lucia
di pierpatty6151
24.06.2021 |
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"Ci volle del bello e buono, ma riuscimmo a convincerla..."
Con l’avv. Luigi ci siamo conosciuti discutendo di spese condominiali. All’incontro partecipò sua moglie Lucia, la quale sponsorizzò una nostra sveltina, a cui assistette con piacere l’avvocato.Casualmente, rividi l’avv. Luigi nel bar vicino ai nostri uffici, dove eravamo soliti prendere il primo caffè della giornata. Col tempo, quei pochi minuti di chiacchiere diventarono l’irrinunciabile l’incontro mattutino, per avviare la giornata col buon umore.
Le prime mattine, ero agitato e frettoloso, presupponendo che avrebbe portato le chiacchiere sulla sveltina che feci con sua moglie, in sua presenza. Invece non si avvicinò mai all’argomento sesso sotto qualsiasi aspetto.
Una mattina, simile a tante altre. L’avv. Mi guarda serio, cercando le giuste parole, ed esordendo:
“Da alcuni giorni, vorrei parlarti di un’urgente e seria situazione, ma non qui, se oggi, in pausa pranzo, se tu potessi incontrarmi, mi fa molto piacere”.
Il mio cervello ricercò velocemente d’immaginarmi le motivazioni della sua richiesta, ma sempre la causa ritornava alla scopata con sua moglie.
Sapendo che non potevo scamparla, risposi:
“Per ora non ho impegni inderogabili, ma di che si tratta, puoi anticiparmi un qualcosa?”
“Preferirei non anticipare nulla. La situazione è delicata, e coinvolge diverse persone. Se ti va bene, ci vediamo intorno alle tredici, nella trattoria di Giovanni, che è a quattro passi da qui. La conosci?”
Un po’ per l’agitazione, un po’ perché ero in ritardo, confermo velocemente l’appuntamento, lo saluto, e corro al lavoro.
Trascorro la mattinata in paranoia. Il lavoro è intralciato dai miei pensieri, che rincorrono e analizzano i rapporti avuti l’avv., sua moglie, e le persone che conosciamo entrambi. Tuttavia il vortice dei miei dubbi si sposta dalla festa di compleanno della sig.ra Rita, e mi giustifico dicendomi che le quattro amiche mi hanno coinvolto nelle loro voglie di sesso arretrato. All’incontro con l’avv. e moglie in cui feci una sveltina con Lucia, piacevolmente vissuta da tutti e tre.
Tutto questo senza mai trovare una valida motivazione che giustifichi l’incontro richiestomi.
Provo a decidere di comportarmi in funzione di ciò che mi dirà il Luigi.
Finalmente è ora. Con trepidanza esco e mi avvio, cercando di assumere un atteggiamento sereno, ma non lo sono.
Arrivato da Giovanni, entro, i tavoli sono tutti pieni. Non vedo l’avvocato.
Da un tavolino d’angolo vedo la mano di Lucia attirare la mia attenzione.
Che ci fa qui e da sola?
Ormai ci sono e non posso far altro che raggiungerla.
“Buongiorno Signora Lucia. Suo marito mi ha fissato appuntamento qui, ma non lo vedo. Sa se ci sono dei cambiamenti?”
“Nessun cambiamento. E’ stato trattenuto in tribunale, ma non restare lì impalato, siediti, Lui arriverà a momenti”.
Mi siedo al suo fianco, con le spalle al muro. Guardandola di fianco scopro che l’abbondante scollatura della camicetta evidenzia l’inizio dei generosi seni.
Avrei voglia di farle i complimenti, ma rinuncio perché non è né il momento, né sono dell’umore giusto. Sono agitato per il ritardo dell’avvocato.
Improvvisamente, sento la sua gamba appiccicarsi alla mia. Reagisco con un lento massaggino di gambe, che dice più di tante parole quanta è la mia voglia di lei.
Lucia, nel silenzio assoluto, continua a fissarmi negli occhi, e nascosta la mano sotto la tovaglia, afferra e stringe la mia gamba.
La imito, nascondendo la mia mano sotto la tovaglia, e accarezzando lentamente la gamba inguainata, salgo, sotto la corta gonna, verso la coscia. Trovo il gancetto del reggicalze, indumento femminile che mi ha da sempre ingriffato, arrivo alla nuda, morbida pelle della coscia.
Mi sono dimenticato delle preoccupazioni per l’incontro con l’avvocato.
Mi fermo nell’esplorazione, non oso salire di più, anche se le sue gambe si sono allargate, lasciandomi libero accesso al suo Paradiso.
Mentre la sotto è in corso la dichiarazione di voglie sessuali, i nostri sguardi osservano attentamente l’andirivieni degli avventori all’ingresso del locale.
Accidenti, ma doveva succedere, è arrivato l’avvocato. Fine dei giochi sotto il tavolo. Le gambe si ricompongono, le mani velocemente risalgono sulla tovaglia, e spuntano innocenti sorrisi di circostanza.
“Scusate il ritardo, ma m’è toccato un giudice lento e indeciso sul da farsi. Spero che non vi siate annoiati appettandomi. Comunque avete già ordinato qualcosa?”
“Nooo amore….ti ho aspettato volentieri…. Sono stata in simpatica compagnia e il tempo è volato!”.
“Va beh ho fame. Faccio io per tutti ”
Tipo deciso l’avvocato. Non consultando nessuno ordina per tutti Tagliata di Fassona, patatine al forno, insalata mista, e una bottiglia di Barbera di Asti DOC.
La bottiglia di vino arriva velocemente, i calici si riempiono, e parte il classico brindisi d’inizio pranzo.
Io torno sulle spine. Mentre i coniugi si scambiano informazioni giornaliere della serie come hai passato la mattinata, che farai nel pomeriggio.
Io, sentendomi un intruso, avrei vorrei urlare non frega a nessuno delle vostre smancerie familiari, e invece fingo d’interessarmi di volta in volta alle domande e risposte di Lei o di Lui.
Finalmente arriva la Tagliata, iniziamo a mangiare, ma di parlare della motivazione per cui sono qui ancora nulla.
La Tagliata è ormai sparita, com’è vuota la bottiglia di Barbera, ed io sono sempre più agitato.
Non ne posso più di assistere a questo rimandare, ed esordisco.
“Scusami avvocato, la carne e il vino erano buonissimi, ma vorrei sapere della situazione seria e urgente per cui mi hai invitato qui”.
“Ha ragione amore”
“Ok amore, prendiamoci caffè e grappa e poi racconto tutto”.
Cazzerola, ora mi sta esagerando. Sembra che mi voglia prendere per il culo. E poi che ci fa qui Lucia?
Il caffè arriva, e lo ingurgito. La grappa non l’assaggio, aspetto a berla dopo le rivelazioni, se arrivano.
L’avvocato si schiarisce la voce e finalmente inizia a parlare con tono professionale:
“Innanzi tutto, per capire l’attuale situazione, è necessario informati di alcuni eventi di una ventina d’anni fa, che coinvolsero la sig.ra Anna, nostra coinquilina e grande amica”.
“Direi più che amica… la considero sorella maggiore”. Precisa Lucia.
“Dunque… All’epoca Anna era una bella trentenne, molto corteggiata e sposata con un tipo che lavorando all’estero la lasciava sola a casa per lunghi mesi. Lei desiderava da lui dei figli, ma anche provandoci, non arrivavano.
Un giorno si presenta alla sua porta un falso prete. Il quale, con la scusa della benedizione pasquale, s’intrufolò in casa sua, dove la stupro per diverse ore. Purtroppo, Anna rimase in cinta, non certamente del marito perché era in trasferta in Africa da mesi. Quando il coniuge rientrò e apprese la storia dalla disperata Anna, non credette allo stupro, incolpandola d’avere l’amante. La picchio mandandola all’ospedale con numerose ecchimosi e un braccio rotto.”.
L’avvocato sorseggiò la grappa, imitato da me, sempre più incuriosito ed emozionato dalla storia.
Mentre una lacrima spunta dai begli occhi di Lucia, l’avvocato riprese a parlare.
“Saputo della tragedia Lucia credendo ciecamente ad Anna, mi convinse di rappresentare Anna in tribunale, cosa che feci gratuitamente, senza grandi risultati. Il falso prete non fu mai rintracciato, pare che ritornò in Est Europa. Il marito espatriò definitivamente in Africa. Anna ottenne il divorzio dal marito, il quale non le diede mai una lira di mantenimento per lei e la futura figlia.
In tutto questo dramma Lucia non mollò un giorno la sua amica Anna, sostenendola sia umanamente sia economicamente.
I mesi passarono e finalmente arrivò la biondissima Eleonora. Alla quale ci affezionammo come fosse nostra figlia. E tuttora la consideriamo tale.”
Ci fu un attimo di silenzio, riempito dalle felici emozioni dei due coniugi, e dalla mia gran curiosità.
Con la voce fievole Luigi riprese a parlare.
“Questo era la premessa indispensabile, ora entriamo nel vivo della situazione delicata.
Anna rimase talmente sconvolta e scioccata dagli eventi che decise di dedicare la sua vita alla figlia, e di non voler mai più essere avvicinata da un uomo per tutta la sua vita.
Ma ora è meglio che vada avanti a raccontare Luisa “.
La quale con voce emozionata inizia a raccontare:
“Anna con enormi sacrifici psicologici, Nonostante diversi pretendenti la corteggiassero, rimase sempre fedele alla sua decisione di non fare sesso con nessuno. E ci riuscì fino alla sera del compleanno di Rita. Quando arrivi tu e bello bello la scopi.
Questa scopata goliardica, la mandata in profonda crisi esistenziale, spingendola a pensare seriamente di togliersi la vita”.
Sbalordito dalla rivelazione, mando giù tutto in un fiato il resto della grappa.
I due mi guardano interrogandomi e cercando di capire le mie reazioni, che neanch’io conosco, ma provo a spiegarle:
“Cazzo… Scusate il francesismo… Quella sera era solo sesso… Se sapevo, avrei… non avrei fatto… che ne so… era una serata strana, sconvolgente. Diciamo di divertimento… che dire… è successo… ho avuto tutte quattro… senza sapere bene in chi ero dentro…”
E ordino oltre due grappe.
I due coniugi si guardano e sorridono amaramente. Lucia parla per prima:
“Prima di metterti a conoscenza di questa delicata situazione, ci abbiamo pensato molto… Non vogliamo colpevolizzarti per aver fatto sesso con Anna. Solo abbiamo convenuto che forse con il tuo aiuto, se lo vorrai, potrai aiutarci a liberare Anna dalla sua gabbia psicologica di rifiuto del sesso”.
Arriva la seconda copia di grappe, ne svuoto un mezzo bicchierino.
Non ci capisco più nulla, dove vogliono arrivare, che si desidera da me?
“Scusatemi ma non capisco nulla! Anna quella sera ha subito la mia scopata come un altro stupro”?
“In qualche modo si!... Per lei è stato un qualcosa del genere… Forse non fisico, ma uno stupro psicologico si… Anche se a suo dire in quel momento, le è piaciuto molto, e voleva sentirti dentro.”
Lucia sembra indecisa, ma riprende a parlare:
“La confidenza che ho sviluppato negli anni mi ha fatto conoscere la voglia sessuale di Anna… E va beh sveliamo il tutto.
Anna è amante saltuaria sia mia sia di mio marito.
Anni fa, mi sorprese mentre in salotto facevo un pompino a Luigi. Voleva scappare, ma riuscimmo a convincerla a rimanere e guardare il piacere che si prova a far sesso.
Io ripresi a leccare e succhiare Luigi, e lei si sedette su una poltrona a guardare.
Dopo un po’, mi accorsi che si toccava da sopra la gonna. Mi girai di fianco facendole vedere meglio il mio lavoro, e godimento di averlo in bocca.
Mi fermai, senza far venire Luigi, mi serviva “funzionante”, per ciò che mi balenava in testa.
Gli chiesi se voleva provare a baciare il cazzo, e conoscere il piacere che si prova nel farlo.
Ci volle del bello e buono, ma riuscimmo a convincerla.
Ricordo come fossi ora quel momento.
S’inginocchiò dubbiosa davanti a Luigi, stette alcuni minuti a guardare il cazzo di Luigi che si era rammollito un poco.
Bacio timidamente la cappella, dubbiosa lo fece entrare tra le labbra, lo senti ingrossarsi e provò e farlo entrare di più. Più entrava più diventava duro. Più le diventava duro in bocca più mugolava di piacere.
Vedendola partita gli alzai la gonna. Non protestò. Gli abbassai le mutandine scoprendo un culo favoloso. Mi lasciò fare, e continuò, come sapeva a far godere Luigi. Infilai la lingua nella sua nera foresta, trovandola allagata di dolce nettare.
Luigi stava per venire e provò a tirarlo fuori dalla sua bocca. Lei non volle, e si fece venire in bocca. Anna mi venne in bocca, mentre vibrava di godimento represso da anni.
Noi donne ci ritrovammo sdraiate sul tappeto, e ci ripromettemmo di rifarlo ogni qual volta ne avessimo voglia.
Cosa che avvenne saltuariamente. Io e Anna ci scambiavamo il posto, ma pur rifacendolo per anni non andammo mai oltre. Ero io che a volte mi facevo scopare da Luigi, mentre Lei si masturbava guardandoci e godendo selvaggiamente”.
Mentre Lucia parlava, nascosta la mano sotto la tovaglia, accarezza la mia gamba, salendo e raggiungendo il mio tesoro, che si era svegliato e si picchiava nella gabbia dei pantaloni.
Luigi se ne rese conto e con un cenno di approvazione invita Lucia a proseguire. Cosa che fece, aprendo la cerniera e infilando la mano sotto l’orlo delle mutande, accarezzando il suo premio e regalandomi piacere.
Luigi rientrato nella realtà, ci esorta con un deciso:
“Forse è meglio rientrare in ufficio, Qui si rischia una denuncia per atti osceni”.
Chiede il conto, paga, usciamo. Ci avviamo a piedi. Chiamo il laboratorio informandoli che nel pomeriggio non ci sarò.
L’ufficio dell’avvocato è presidiato dalla sola segretaria. Sorpresa delle sorprese è la sig.ra Anna.
I coniugi osservano ora me, ora la sig.ra Anna. Aspettano le nostre reazioni. Sanno di averci infilato in una situazione surreale. Farmi incontrare Anna senza preavviso è una cattiveria per lei, ma anche un poco per me.
Sono impietrito, sudo freddo, non so né che fare né che dire.
Anna scoppia a piangere, e scappa oltre una porta, inseguita da Lucia.
Luigi mi accompagna nel suo ufficio. Sfatto, mi fiondo sul divanetto, cercando un minimo di credibilità nella situazione.
“Hai un qualcosa di forte? Devo provare a riprendermi, se è possibile”.
Arrivano due bicchierini pieni di un qualcosa che trangugio. E’ fortissimo, mi esplode la tosse. Luigi sorseggia divertito.
L’ufficio si è riempito di un silenzio assordante. Io penso alla situazione in cui i coniugi mi hanno infilato, vorrei andarmene, ma non ci riesco. Non so quanto tempo sia trascorso, di certo i bicchierini si sono riempiti e svuotati più volte di sconosciuto liquido di fuoco. La testa gira in una sorta di assurda e tranquilla rilassatezza.
Continuo a guardare l’annebbiata porta, sperando che succeda un qualcosa, una qualsiasi cosa diversa dall’aspettare nel silenzioso nulla.
Finalmente la porta si apre, lasciando passare la radiosa Lucia, seguita da Anna, con viso indecifrabile.
Mano nella mano, si piazzano davanti a noi.
“Ragazzi sveglia… tutto a posto… abbiamo chiarito…Con voi abbiamo rischiato molto, ma avevo ragione io”.
Lucia si sdraia sulla scrivania. Solleva la minigonna. Sfila il tanga. Allarga le gambe, offrendoci la bella patatona sapientemente depilata.
Inizia ad accarezzarsela a piena mano. Ci guarda con occhi vogliosi. Mentre noi l’osserviamo rimbambiti.
Che fate lì, nessuno me la vuol leccare?”
Non me lo faccio ripetere. Affondo la faccia in quella morbida, calda, vogliosa meraviglia.
Assaporo il suo copioso nettare. Infilo la lingua tra le aperte grandi labbra. Risalgo e raggiungo il bottoncino duro.
“Mettimelo dentro amor mio, lo voglio tutto in bocca.”
Luigi si cala in un sol colpo calzoni e mutande. Il cazzo già duro è aspirato nelle rosse labbra della moglie, se lo lecca avidamente. Lei vibra della doppia goduria. Apre con forza la camicetta, espone i seni e si strizza selvaggiamente i capezzoli.
Anna sembra bloccata, guarda noi tre che facciamo sesso.
Lucia se ne accorge, ci blocca, scende dalla scrivania. Senza tante cerimonie fa sedere Anna sulla scrivania, le slaccia la camicetta, le sfila il reggiseno, spuntano due seni meravigliosi e rigogliosi. Lei non protesta e lascia fare, sapendo dove vuol arrivare Luisa.
La quale le sfila la gonna, lasciandola con solo le bianche mutandine.
Luisa orgogliosa d’aver spogliato e offerto la consenziente amica. Esordisce con:
“Dai maschietti… chi le vuol togliere le mutandine!”
Nessuno parla.
“Ok… Anna chi vuoi che ti tolga le mutandine… e te lo infili dentro? L’altro lo accontento io”.
Anna indica me. Mi avvicino timidamente, so che è un momento solenne per Lei. Delicatamente sfilo le mutandine, scoprendo la foresta ben curata a protezione delle rosse grandi labbra.
Mi avvicino, le si sdraia, alza e allarga le ginocchia, mi offre vogliosa la patatona semi vergine. Non c’è necessità di indirizzarlo al solo avvicinarsi sa, dove entrare. Entra lentamente con dolcezza, è scivolosa, nella calda accoglienza. Arrivo tutto dentro. Lei emette un lungo “finalmenteeeee”, seguito da mugolii di sconosciuto piacere. Rimango fermo dentro per un tempo che sembra infinito. Riesco. Le sue unghie si piantano sulle mie chiappe, e mi tirano ancora dentro. Inizia un avanti indietro lento, voglioso, infinito.
Io Godo. Lei Gode. Gli altri due godono accarezzandoci e baciandoci.
Anna trema e viene, per ricominciare a godere, e continua a venire a ruota libera, sembra che voglia riprendersi il tempo perduto.
Cerco di durare il più possibile, ma sto per venire, Anna se ne accorge, e spinge ancor di più le sue lunghe unghie sulle mie chiappe, tenendomi dentro. Vengo copiosamente dentro di lei, regalandole il mio copioso nettare.
Rimango dentro di lei finche non si rammollisce ed esce.
Siamo tutti e quattro sfiniti dal godimento. Rimaniamo per lungo tempo come siamo, semi svestiti, e felici del favoloso pomeriggio.
Col tempo l’amicizia sessuale e pubblica di noi quattro si consolidò ulteriormente.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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