Gay & Bisex
Una storia vera, con una riflessione

26.04.2025 |
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"Io ero l'unico che godevo di culo..."
Conobbi mia moglie già in età adulta, quasi 40 anni.Avevo poco successo con le donne perchè ero poco dotato e in più il mio pisellino, dopo un primo momento di eccitazione, diventava un poco duro, per passare a subito moscio.
Non riuscivo a far godere le donne, in queste condizioni.
Che ci potevo fare, la natura era questa.
Ero molto impegnato nel lavoro e alle donne dedicavo poco tempo.
Dopo alcune esperienze gay da ragazzo, dai 10 ai 16 anni, sporadiche, sempre con coetanei, avevo smesso di prenderlo nel culo.
Da militare, vedere tutti quei bei cazzi, durante le docce, collettive, mi aveva fatto venire il desiderio.
Ma la visione, una notte, nei gabinetti, di un ragazzo che dava il culo, a pagamento, con il suo pappone vicino, e una fila, di maschi, pronta a chiavarlo, mi aveva subito fatto passare la voglia.
Sarei finito anche io a fare la puttana a pagamento.
Qualcuno, guardando il mio culo, sempre molto femminile, mi aveva fatto delle proposte, e sinceramente ci ho pensato, mi aveva anche detto che se accettavo, mi dava la metà dei soldi, e che sarei andato solo con sottufficiali e anche ufficiali, che avrebbero pagato bene, per aprirmi il sedere da verginello.
Ma sono riuscito a dire di no, forse all'inizio avrei preso i cazzi di questi, ma poi una volta aperto, mi avrebbe fatto chiavare da tutti, pur di guadagnare.
Arriviamo quindi ai quarant'anni.
Conosco la mia futura moglie ad una festicciola da amici.
Lei ero poco più giovane di me, pochi anni, una gran fica.
Chi me l'ha presentata mi ha subito detto che era una gran puttana, aveva cominciato da ragazzina a 14 anni a farsi chiavare dal cognato, che aveva continuato a fotterla fino ai ventiquattro anni.
Lei, dopo sposata, mi raccontò che a venti anni, faceva marchette.
La sorella di quello che se la scopava, la portava da un'amica, grande città, e in casa di questa le tre donne si prostituivano.
Lei era la più giovane, quindi la più richiesta.
Diceva che si faceva anche cinque clienti in una mattinata.
Poi mi lavavo e tornavo come prima, diceva ridendo.
Una gran troiona.
La mia futura moglie, aveva saputo che ero scapolo, e mi adocchiò subito.
Ballammo stretti stretti e lei mi toccò il pisellino, si rese conto che rimaneva moscio.
Non disse nulla.
Decise che ero il marito ideale per lei.
Mi aprì subito le cosce, era molto esperta, moltissimo, aveva già venti anni di esperienza.
Mi raccontò poi che era stata anche negli Stati Uniti e aveva provato tanti neri, molto dotati.
Dato che appena infilavo il cazzo nella sua fica, da appena duro, si ammosciava, lei iniziò a farmi dei bocchini per farmi godere con la bocca.
A volte si metteva a pecora sul letto, nuda e mostrava il culo, muovendosi tutta, io mi facevo una sega e sborravo, poco liquido, sulle natiche.
Ci sposammo con l'accordo che lei avrebbe continuato a scopare con i suoi amanti, ne aveva tanti, una decina, con alcuni si vedeva spesso, con altri ogni tanto.
Ovviamente da femmina esperta si rese subito conto che quando mi metteva il dito nel buco del culo il mio cazzettino si drizzava un pò.
Iniziò quindi ad addestrarmi per farmi diventare dapprima froscio e poi cornuto contento.
Cioè io froscio ero già da tempo, probabilmente da sempre, ma lei riuscì, gradualmente, a farmi prendere coscienza, del mio essere ricchione, e anche a godere a essere cornuto.
Tutto questo piano piano.
Prima il dito, poi il manico della spazzola, poi il cetriolo.
Sempre più grosso.
Poi mi fece costruire una cintura con un cazzo di legno, sopra ci misi una copertura di un vibratore.
La prima volta, era estate, mi fece mettere nudo a pecora sul divano, lei nuda, con la cintura, mi lubrificò con la crema di vasellina, il buco e fui fottuto.
Che piacere, da subito, un grandissimo piacere.
Lei mi chiavava con colpi sempre più forti, dicendomi che ero un finocchio cornuto.
Io dicevo, si, si, ancora, ancora, rompimi il culo....
Dopo poco sborrai senza toccarmi, misi la mano per non sporcare il divano.
Lei rimase piacevolmente sorpresa che godevo di culo.
Nove volte su dieci, quando mi chiavava, io sborravo così.
Dalla volta dopo mettevamo un asciugamano per la sborra.
Molto tempo dopo, su consiglio di una sua amica, che aveva un marito come me, metteva un piattino, e alla fine me lo faceva leccare.
Mi fece chiavare anche da tre delle sue più care amiche, anche loro grandi puttane con i mariti cornuti.
Una sola volta organizzarono e tre mariti, compreso io, a pecora abbiamo dato il culo alle tre donne.
Io ero l'unico che godevo di culo.
Agli altri due, alla fine dell'inculata mi hanno detto di fare una sega, e io li ho masturbati e fatti sborrare nelle mani, poi tutti e tre, abbiamo leccato la sborra e ci siamo baciati in bocca, su ordine delle donne.
Per me era la prima volta che baciavo un uomo con la sborra in bocca.
Ad un certo punto mia moglie si portò a casa un suo amante, veniva da lontano, faceva i turni e aveva una settimana libera ogni due di lavoro.
Era il maschio di casa.
Un gran cazzo, la chiavava sempre, anche nel culo.
Io ci andavo d'accordo.
Quando doveva arrivare io depilavo, con la ceretta, il culo di mia moglie, il resto lo faceva lei.
Dopo alcuni mesi, di questo mènage a tre, dopo un bel bocchino, e con la bocca piena, mi fece cenno di sdraiarmi sul letto, e mise le sue labbra sulle mie, mi passò la sborra, e mi disse, non bere subito, gustalo.
Dopo un pò mi disse di ingoiare.
Lo feci subito
Com'era ? Mi chiese.
Buonissimo. Dissi.
Lui rideva.
Domani, mi disse mia moglie, lo berrai direttamente dal cazzo.
E così fu.
Da allora, drizzavo il cazzo con la bocca prima che lui la chiavasse, bevevo la sborra leccando la fica il culo o altre parti sborrate.
Per il culo dovetti aspettare parecchi mesi.
Ma un giorno, mentre eravamo in vacanza, dopo una bella scopata, lui non aveva goduto, gli disse,
mettiglielo in culo.
E fu così che fui fottuto per la prima volta, con mio sommo piacere.
Siccome cercavo in tutti modi di farmi inculare ancora, mia moglie mi disse che quel cazzo era suo e che se volevo cazzi, di cercarli fuori casa, ce n'erano tanti pronti a incularmi.
E così mi diedi da fare e cominciai a prenderne nel culo il più possibile.
La riflessione è questa :
quando uno nasce con un pisellino piccolo, moscio, che non si eccita mai, cioè nasce ricchione, impotente, dovrebbe essere castrato ? Evirato ?
Il mio pisello serve solo per fare pipì, non è mai servito per altro.
Alcune mogli ho saputo che castrano i loro mariti, finocchi, con la gabbietta.
Una volta ho letto di un marito castrato, che aveva avuto vari problemi legati a questa operazione.
Io per esempio faccio sempre godere i maschi con cui vado, ma sono felice di essere sborrato, di essere nutrito di sborra.
Io non sborro mai, penso non più di tre, quattro volte in un anno.
Cosa ne pensate ?
Mi rivolgo a soggetti che si ritrovano in quanto ho scritto.
Grazie a chi mi risponde.
Un bacio a tutti.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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