Lui & Lei
I segreti della videoteca
di Ginocondor65
02.01.2025 |
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"Becco di ganza di prete è il massimo..."
Moana, Ilona, Milly, Venere, Selen, Marina, Jessica, Luana... Le ho chiavate tutte. Ho sborrato violentemente sulle mani, nella bocca, nel ventre e fino nel culo. Ho inondato tette, volti, capelli, calze di nylon nero, perizoma, tacchi. Ho urlato parole irripetibili. Mi hanno iniziato a tremare le gambe, ho trattenuto calotte craniche nell'orgasmo più sordido, ho usato burro e olio quand'è stato necessario, saliva il più delle volte.Tutto per colpa dei film che hanno tappezzato la mia mente, ispirato i miei gesti e le mie scelte, spinto la mia compagna di turno a imitare prestazioni per appagare il mio desiderio egoistico. Mi sono ritrovato a leccare la fica di un'amica, mentre osservavo sullo schermo i volti delle stelle del porno. Ho osservato cazzi tirati allo spasmo e ingoiati dalle attrici fino a farmelo svuotare, come se la mia vita dipendesse da quell'istante. Ho riconosciuto persino amiche che si erano date al porno amatoriale, con tanto di mascherina, e sono andato a trovarle, sussurrando alle loro orecchie pensieri liberi e ottenendo, in cambio, un invito a tacere - per carità. se lo scopre mio marito -, mentre rapide si abbassavano i fuseaux per farsela gonfiare dal mio cazzo voglioso in cambio del silenzio: e pensare che hanno fatto tutto loro, senza che dovessi chiedere niente.
Ma c'è una donna, una sola, che ha saputo tener testa a questo tumulto di passione: la videotecara. Lavoravo, all'epoca alle prime armi, in una piccola città di provincia dalle parti di Milano e come tutti i ventenni trascorrevo le lunghe serate nebbiose alternando un film d'azione a uno di perdizione. Lo schema era rodato: invito a cena rivolto a una fanciulla, esibizione delle mie doti in cucina, un paio di calici di vino e proiezione privata seduti sul divano ad appassionarci insieme alla trama fino all'idea spontanea: perché non guardiamo qualcosa di più piccante? Ho qui, per caso...
Puntavo alla quantità, non alla qualità. E fatte salve rare pentite, il più delle volte (direi pure nella stragrande maggioranza dei casi) mi ritrovavo con una zinna in mano e il cazzo estratto a fatica dai pantaloni (tanto s'era fatto duro) mentre lei me lo segava, prima di abbassare la testa e dar vita alla mia gioia.
Ma la seduzione arrivò anche a prendere di mira la titolare del negozio che noleggiava i DVD. E, dopo un invito a pranzo in un ristorante di periferia, scattò quello a cena a casa, dove per l'occasione sfoderai pure due candele rosse. Lei mi piaceva, molto. Sposata, sulla trentina. Mi faceva sesso alla vista. Il golf lasciava immaginare due seni morbidi, alta sul metro e settanta, capelli neri lisci e curati.
L'avevo intrigata per la parlantina fiorentina, per l'inclinazione naturale alle battute, per il saper "meleggiare" il suo fare serioso.
In fin dei conti lei era la custode dei segreti di decine di liberi professionisti, artigiani, dottori, casalinghe, chi più chi meno attratto dal gusto del peccato. Non potevo certo nasconderle i miei gusti, considerato che ogni settimana il noleggio era un riferimento fisso. E mi aspettavo che una volta entrata nella tana del lupo, non avrei avuto difficoltà a spogliarla e a possederla fisicamente. Quando d'un tratto tutto cambiò.
Si presentò nel mio appartamento che mancava poco alle 20. Aveva appena chiuso il negozio e non si era cambiata, disse, mentre scoprivo invece con piacere la sua caviglia che dominava il tacco alto (quando lavorava calzava sempre scarpe comode), mentre un filo nero correva lungo il retro delle sue gambe (finalmente alla vista) e indossava un tailleur nero con spacco pudico, camicia di seta morbida su reggiseno lavorato, immancabile rossetto rosso.
Sbocciai una Vedova ghiacciata e iniziammo a parlare, mentre con un occhio controllavo che la pasta non scuocesse, il sugo già profumato e l'arrosto nel forno. Mi girai un istante per sistemare gli ultimi dettagli e lei uscì dal bagno, già diversa. La scarpa col tacco era sempre la stessa, così come la calza che finiva adesso in un dettaglio desiderato: l'autoreggente. Aveva la mutandina di pizzo nero e dallo specchio, dietro di lei, si vedeva riflesso nitidamente il dominio delle natiche sul filo interdentale che lambiva le mele. Reggiseno a balconcino con la possibilità di intravedere i capezzoli. Era così.
Il cazzo si mosse d'improvviso. Non fu un'alzata lenta, ma come una molla.
"Vedo che la materia ti interessa" disse.
"Beh, fai te...".
"Guarda che so tutto di te. Conosco i tuoi desideri, so cosa ti piace e come ti piace. E se stasera sono qui è solo perché devo togliermi la voglia di chiavare uno di Firenze".
Rimasi senza parole. Il pacchetto di spaghetti in mano, il mestolo nell'altra.
L'acqua in ebollizione spense il fuoco, per fortuna il gas era ad erogazione automatica. Il forno trillò e si spense ma il contenuto non ci interessò. Non quanto le lacrime di champagne che facevo scorrere tra le poppe della dea di quella notte, prima di aspirarle e succhiarle insieme ai capezzoli e alle attese.
Lei non fece molto, per la verità. Inserì un DVD privato dal quale uscirono immagini che non mi sarei immaginato. Era il video di sicurezza interna della videoteca, quello della sala con le copertine hard. All'inizio erano immagini ordinarie, riconobbi anche me stesso... Quello che seguì fu invece una rivelazione.
Notai un anziano che si toccava davanti a un paio di immagini e subito rimetteva a posto l'arnese al primo rumore sospetto.
Vidi un integerrimo padre di famiglia prelevare tre video a una velocità da guinness.
Il sindaco entrò con la segretaria a videoteca praticamente chiusa e si fece fare una pompa, mentre osservava le copertine e scrutava il retro dei DVD, inutile dire che dalla boccuccia della donna non uscì neppure una stilla di sperma.
E poi vidi lei, la videotecara. Stava sistemando i nuovi arrivi, a negozio chiuso. Dietro di lei si palesò un uomo, con l'impossibile da non notare claridge. Estrasse il membro e iniziò a segarsi davanti a lei. La videotecara impassibile lo ridusse in ginocchio, abbassandosi i pantaloni e le mutandine (più pudiche di quelle che indossava a casa mia) e iniziando a divaricarsi le vulva mentre iniziava un lento ditalino. Il prete non resse poi molto e sborrò sulla moquette, affondando il visto sul pavimento per la vergogna, mentre lei aveva iniziato ad agitarsi tra gli spasmi. Finì col venire strofinando la fica sul viso del malcapitato e, una volta raggiunto un orgasmo secco, gli impose di leccare il pavimento e pulirlo dal suo stesso sperma, con la lingua.
Mi girai verso di lei. Sorrise. Si mise a pecorina da sola, sul divano. Non mi restò che iniziare a leccarle la passera con un'intensità alimentata dal desiderio.
Le sfiorai il culo col naso, poi con la lingua. Il cazzo era in tensione. Una tensione importante.
Feci in tempo ad abboccarglielo tra i peli rasati fini che già lei se lo era risucchiato nella fica. La pompai a dovere, questa zoccola, fino a riuscire a scaldarla. Sentivo l'interno fica non solo umido, ma caldo, a piccoli fiotti. La situazione mi intrigava mentalmente.
Lei, una donna che avevo desiderato, era a pecorina e io me la fottevo mentre sullo schermo giravano scene di persone normali che selezionavano video porno.
La scopavo pensando al marito che certo non sapeva della tresca col prete. Becco di ganza di prete è il massimo... Affondavo il membro in quella carne voluttuosa mentre con la mente mi ripassavo Moana che sbocchinava travi di carne. Ilona che si infilava il serpente nell'antro cavernoso. Milly che ha una bocca da farmi venire al solo pensiero. Venere che con quel visino annichiliva ogni desiderio ma non quello di strusciarglielo tra quelle tette gonfie e tese. Selen con il culo più ospitale che abbia mai visto. Marina che era poi la moglie di un volto tv. Jessica che non mi piaceva poi troppo, ma era tanto porca. E Luana...
Ogni colpo una scena. Nessuna però poteva competere con i fianchi che fremevano, la fica della videotecara che aveva raggiunto temperature incandescenti e quel suo mugolio strozzato in un cuscino con le parole che uscivano a monosillabi: S-I-M-I-F-A-I-G-O-D-E-R-E-P-O-R-C-O-S-B-A-T-T-I-M-I-S-I-S-F-O-N-D-A-M-I-S-O-N-O-U-N-A-T-R-O-I-A-E-C-C-O-M-I-E-C-C-O-L-A-F-E-R-M-A-T-I-F-E-R-M-A-T-III
Il fiotto le scaldò la schiena, facendola inarcare. Rimisi subito l'uccello in fica per pulirmelo un po'. Poi presi un tovagliolo e lei tornò nel bagno per qualche istante. Riaccesi subito la fiamma per la cena, confidando in un secondo round. Ma lei mi gelò: "Stasera sono a cena con le amiche al ristorante, mio marito mica è cornuto, ma mica cretino...".
Mi lasciò lì, senza parole. E prima di andare a dormire dovetti segarmelo ben bene col video di lei che si faceva leccare la fica dal prete.
L'indomani la raggiunsi in videoteca. Selezionai un film normale e uno caldo.
Al momento di pagare, le allungai un DVD. Era quello che lei mi aveva lasciato a casa. Arrossì.
Non quanto fece quando le lasciai un altro DVD.
"E questo cos'è?" mi chiese sussurrando quasi.
"Sei tu ieri sera" risposi con un sorriso.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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