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Lui & Lei

La generosa, atto primo


di Membro VIP di Annunci69.it Ginocondor65
04.01.2025    |    1.545    |    0 9.2
"Forse la coscia un po' troppo marcata, ma fa palestra, tre volte la settimana, perché può permetterselo..."
La gioiosa è così, un'anima ribelle. Costretta, da bambina, a frequentare un collegio di suore, desiderosa di fuggire da casa.
Quando la incontro è sera, nella sua villa da donna affermata. La Milf per antonomasia. Un sorriso suadente, gli incisivi leggermente aperti, capelli al vento, vestito di seta a fiori che lascia tutto all'immaginazione.
Un bel culo, la prima cosa che ho guardato quando me l'hanno presentata. Due belle pere.
Forse la coscia un po' troppo marcata, ma fa palestra, tre volte la settimana, perché può permetterselo.

Sposata, separata, divorziata, riaccompagnata più volte. Non si è fatta mancare niente.
Il suo è un racconto che recupero come faceva Pollicino con le molliche di pane, passo dopo passo. E non posso che puntare a possederla, mentalmente e fisicamente, ma so che la concorrenza è fortissima e stavolta devo lavorare d'ingegno.
Quando mi invita a questa cena d'inizio estate non conosco nessuno, ma vedo lupi affamati che le ronzano intorno.
Non è la sola donna, ovviamente. Con lei c'è un'amica che immagino subito bisex, di classe, tanto è servizievole nei suoi confronti. C'è una sposa col marito, qualcuno sussurra che si sia fatta un dentista, attratto dai seni morbidi mentre le faceva un intervento. La battuta più edulcorata che gira nell'aria è: "Quello se l'è trapanata bene".
Bevo champagne e continuo a muovermi solitario. C'è una donna architetto. Un uomo fa una confidenza: "Quella con una borsa griffata te la porti via per un fine settimana e torni che non hai più neppure il fiato per salire le scale". Che bell'ambientino. C'è poi una massaggiatrice professionista, con due meloni che da soli varrebbero il costo di una seduta, ma è morigerata, una che si attacca e punta al patrimonio più che al matrimonio. E la parrucchiera, sciampista al seguito, due normali nella fauna.

Le chiacchiere scorrono felici finché un leggero alito di vento solleva appena la gonna di lei e spunta un triangolino bianco su carne ambrata. Non sono sicuro, ma quelli non sono slip, è quel che resta di lunghe giornate a bordo piscina.
Vedo un filetto, o almeno credo. Significa che è nuda questa giocherellona. Il mio amico diventa subito barzotto e devo rimaner seduto per non fare la figura del pivellino.
Non succede niente quella notte. Non con lei. Mi offro, infatti, di riaccompagnare verso la città un'amica di lei, che si è unita tardi perché si è fatta scodellare fin qui dal figlio. E' un'industrialotta un po' grezza per la verità, sulla quarantina pure lei. Scarpe con tacco grossolano, ostentazione di griffe in ogni dove per far vedere che lei i soldi li ha. E ha pure una bella gola, perché dopo qualche battuta, un paio di frasi ambigue e le sue risate grasse, quando accosto l'auto in un parcheggio poco illuminato, lei è già lì che inizia a cercarlo senza neppure che io ricordi bene il suo nome. Fare l'amore in macchina è sempre un po' complicato, diciamocelo. Lei mi sale a cavalcioni al posto di guida e, incurante di tutto, si apre come il burro.
Ci sa fare, eccome, dandoci dentro come un'indemoniata. il mio arnese regge l'urto e tiene quel tanto che basta per farla bagnare. A quel punto la tolgo di dosso, apro la portiera posteriore e la spingo dentro, il sedere in alto, le ginocchia sul sedile. Non parliamo di niente, né prima né dopo. Glielo sbarbo nel culo bello dilatato e dopo pochi colpi esplodo, continuando a pomparla anche dopo esser venuto, fino a sentir salire la voglia di urinare e allora continuo a tenerlo dentro liberandomi del liquido fino a riempirla. Non sono uso a far così, ma stasera è andata...
"Ma che fai?" mi chiede.
"Zitta" le intimo.
Appena ho finito e mi sto risistemando i pantaloni, lei scende dall'auto e si rannicchia per liberarsi degli umori.
Non ci sentiamo più. Sono stato un cafone, del resto.
Con l'altra, la padrona di casa, invece la storia è diversa.

Ci vediamo per un caffè, poi per un pranzo, infine per una cena, stavolta da soli.
Parliamo del più e del meno, ma entrambi puntiamo a una sola cosa e nel silenzio della notte, tra grilli che cantano, saliamo velocemente in camera da letto dove lei si spoglia e si getta sul letto, gambe spalancate. Ha un corpo da star lì a contemplarla e forse avrei fatto meglio a masturbarmi perché il cazzo fa cilecca. Proprio così. Troppa eccitazione, troppo desiderio.
Finisco col leccarla fino a cancellargliela. Lei cede, ma si capisce che è insoddisfatta. Io raddrizzo un po' la situazione, penso che sarà il caldo, forse lo champagne ghiacciato, riesco solo a versare qualche goccia di me sul suo interno coscia e credo di averla già perduta. Invece lei, un po' crocerossina, mi cerca l'indomani per rivederci. Che donna!
Iniziamo un percorso che in una settimana ci vede avvinghiati non meno di dieci volte. Desiderio travolgente, passione infinita. A bordo piscina, in camera da letto, sul prato che odora di fresco. Sempre il colpo in canna, bello duro. I pompini li fa, ma non come vorrei. Io sono molto esigente in materia. La fica è una sanguisuga e quando sta per venire, la struscia fino a farmi male. Il culo è aperto, ma le da un po' di fastidio quando lo infilo e questo aumenta la mia voglia.
Ma è la sua testa a mandarmi nei pazzi. Sono i racconti che le estorco nei momenti di passione, nell'idromassaggio, le mie mani cercano le sue tette, le sue sono sempre sul cazzo per farlo arrivare a temperatura e farsi amare tra mille bolle di sapone.
Mi racconta le sue esperienze perché voglio sapere tutto di lei.
Dal primo fidanzatino che abitava nel palazzo condominiale a Milano. Una storia tenera, le prime carezze intime, il ribrezzo per il solo pensiero di prenderglielo in bocca, il sangue da sverginata e l'ostilità dei suoi perché lui era un meccanico. Una storiella come tante altre, eccitami di più le dico mentre entro nel suo corpo, con il delta di lei perfettamente liscio.
Il baffetto se l'è tolto, rifletto.
Allora mi racconta che d'estate si è fatta il bagnino. Dove? Le chiedo. A Riccione. In cabina.
"Lui mi faceva la corte, mi portava lo spritz, avevo diciassette anni".
"E...".
"E un giorno in cabina mi ha slacciato il reggiseno, mi ha piegata e mi ha sbattuto come un toro. Non è durata molto, ma è stato intenso". Si era persino invaghita del bagnino, confessa, ma quando lo ha beccato a farsi fare un succhiotto sul basso ventre da una sposa grassa, dietro la cabina di servizio, lei è andata ai matti.
"Mi sono vendicata. Il bagnino aveva un gemello. Una sera, durante la festa sulla spiaggia, siamo andati a fare il bagno di mezzanotte e mi sono fatta scopare da lui. Il bagnino se n'è accorto, è venuto da me rosso di rabbia. Scusa, gli ho detto. pensavo fossi tu...". Che troietta, penso.
"E poi? Dimmi, dimmi ancora" le ripeto mentre lei sale e scende sulla mia asta ben lubrificata dai saponi aromatici.

"E poi il vero amore. Un piccolo imprenditore, figlio di papà, mi trattava bene. mi portava a cena fuori, fiori, piccoli regali. Una volta mi porta in hotel, a Verona, non facciamo in tempo a entrare in camera e mi sbatte contro la porta, mi piega e me lo infila nel culo, sverginandomelo. Che dolore!".
"Ma dai cosa sarà mai" replico "tutte le donne lo prendono nel culo e non solo loro...".
"Sì ma mi ha fatto male, stavo per svenire".
"E poi? Lo hai negato sempre?".
"Ma che sei scemo?" ribatte mentre la mia sborra si libera nella vasca.

Ci fermiamo un istante, per riprendere fiato. Frutta e champagne, whatelse.
"Mi piacciono i tuoi racconti" le dico, parlami delle altre esperienze.
"Cosa vuoi... Una sera al Rotary, a una festa, vedo un ragazzo molto bello. Uno di Roma. Iniziamo a flirtare, ci baciamo al riparo da occhi indiscreti. Lui inizia a farmi una corte serrata. E' il rampollo di una famiglia nobile. Per fartela breve, il principe azzurro. Mollo tutto, pure il lavoro e mi trasferisco nella loro villa ai Parioli. E' lui che mi inizia a tutto".
"A tutto cosa?".
"Era un gran chiavatore, malato di sesso. Durava poco, ma lo faceva spesso e questo almeno in parte compensava".
"Ma hai detto che ti ha iniziata...".
"Beh, gli piaceva farmi il culo e in parte è grazie a lui se adesso so come fare".
"Devo essergliene grato allora" dico, mentre penso che dovremmo in molti essergliene grati...
"Ed è lui che filma i nostri primi amplessi facendomeli poi rivedere sullo schermo, per migliorarci".
"Un benefattore, insomma... Ma scusa, se andava tutto bene, perché...".
"L'ho lasciato che ci eravamo sposati da poco. Quando ho scoperto che lui, da una precedente relazione, aveva avuto una figlia e non me ne aveva parlato. Fu la sua ex a chiamarmi un giorno, a dirmi di fare attenzione, perché era uno sciupafemmine e lei era rimasta con figlia a carico. Tornata a casa, quella sera, gli chiesi conto di tutto. Lui balbettò. Non dormii bene quella notte. Pensai di superare l'ostacolo. Finché sempre la ex tornò a contattarmi, mi segnalò una pensioncina appena fuori Milano dove tutti i martedì lui era solito andare. Il martedì era la sera del calcetto con gli amici... Mi appostai lì fuori e vidi che entrava con una donna. Avrei voluto spaccare quella porta, ma pensai a una soluzione diversa".
"Cioè?".
"Andai il martedì successivo alla partita di calcetto. Lui non c'era... Vidi un paio di compagni rientrare anticipatamente negli spogliatoi, ma io avevo già fatto un filmato e glielo avevo inviato, scrivendo che speravo si fosse schiantato in auto... altrimenti tra noi era finita".
"Però che modini... E poi che successe?".
"Successe che lui provò a tornare sui propri passi. Si mise in ginocchio, pianse, disse che aveva sbagliato e un sacco di cazzate. Io tenni la posizione e dopo qualche settimana mi detti a nuova vita".
"Una nuova storia?".
"Una storia un po' complicata".
"Cioè?".
"Tre relazioni contemporaneamente".
(segue)
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