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IL FASCINO BURINO DI ROMA 7 - LO STADIO 2


di Membro VIP di Annunci69.it chupar
09.03.2024    |    6.219    |    5 9.7
"Non lo sapevo e sinceramente non mi importava..."
Ritornammo alla partita. La difesa della Roma era ben disposta e i giocatori infiammavano il gioco.
Fischiò la fine del 1° tempo. Gabriele, si accostò all'amico: "Lu’, non se va più a trans dopo."
Un paio di bordate di fischi, ritardarono la risposta: "Perché? E dai, c’ho voglja!"
- "Oggi se risparmia! Ce sta lui. Io so' annato già a risorve!"
Parlavano di me come se non ci fossi. Stavo per intervenire quando Luca, fissandomi con la coda dell'occhio, domandò: "Ma che davvero?"
- "E che so' un cazzaro? Vai ar cesso e te svoti!"
- "Hai capito sto gran fr..."
Intervenni: "Posso dire la mia?"
E Gabriele, secco: "No! Pe te è giornata da pijallo 'n culo. Te piace pure! Che cazzo voi de più? Tu devi solo che abbozza’."
Luca fece un’espressione come a dire: Va beh..si può fare.
Ero sconcertato, ma d’altra parte cosa potevo pretendere da uno come Gabriele?
Partì il secondo tempo. L’arbitro fischió un rigore mentre io, eccitato dalla mia perversa voglia di tradire Francesca, stavo andando nei bagni con Luca: " Non vedo l’ora di vederti pomparmelo per bene.”
Forse mi si accesero gli occhi: “Potremmo anche lasciarci andare oltre, che ne dici?”
- "No, l'omo nu me piace..."
Mi precedette. Stava agli orinatoi quando entrai. Fuori, c’era un addetto alla sicurezza. Bisognava stare molto attenti. L’uomo, per fortuna, ricevette una telefonata sul cellulare e andò via.
Con il volto arrossato e il respiro affannoso per l’eccitazione, una volta dentro, quello si affrettò a chiudere la porta.
Si tolse la giacca restando con una t-shirt attillata che metteva in evidenza i muscoli, jeans strappati e scarpe da ginnastica. Si sbottonò i pantaloni, senza calarli. Cominciammo a baciarci, leccandoci e succhiandoci a vicenda le lingue. Luca baciava benissimo e vibrava dal piacere mentre sparavo una sega alla sua spessa dotazione.
Fermò la mia mano e si calò i jeans alle caviglie, facendomi contemplare le gambe muscolose e pelose. Gli abbassai i boxer aderenti e il suo bel cazzone in erezione si parò davanti al mio naso.
- "Guarda come sto messo io solo a tocca'..."
Spinse il bacino in avanti, offrendomi il suo arnese circondato da una folta peluria nera: "Te piace?”
- "Caspita! C'hai proprio un bel cazzo..."
- "So meglio de Gabriele?" - e mi si accostò reggendosi i coglioni ciondolanti.
Dopo aver assaporato di nuovo la sua lingua calda e vogliosa, mi spinse in basso: “Prendilo, famme vede' che lo vuoi”.
Lo imboccai, iniziai a spompinarlo come una ventosa. La cappella mi arrivava in gola e lui me la fotteva con foga. Ogni tanto tirava fuori il cazzo e si faceva leccare i coglioni e la cappellona, da cui potevo ciucciare il delizioso liquido per-spermatico. Che buono...
lo sentii quasi pronto a scoppiare quando mi fermò: "Basta, che così vengo... C'hai una bocca che sembra una figa. Girati che me te ‘nculo!"
Spingendomi sulla schiena, mi fece appoggiare con le mani al cesso. Fece rallentare l'eccitazione e indugiò un po’ nell’osservare le mie natiche sotto la pressione dei suoi palmi. Quindi, mi assestò due leggeri calcetti all’interno delle caviglie per farmi allargare le gambe. Cominciò a leccarmi in maniera brutale, dedicandosi al mio buchetto. Lo incitai a infilarmi un dito nel culo, poi due. Ravanò qualche secondo tra le mie chiappe, masturbandomi con metodo e determinazione. Un'altra sputata sul culo e mi puntò il cappellone di marmo. Me lo poggiò nella spaccatura e lo fece scivolare giù e su. Sputò ancora lungo il solco, già umido dei suoi umori, bagnò di saliva la capocchia e lo sentii entrare.
La cappella varcó l’ingresso delle mie chiappe. Un nuovo calore mi salì per tutto il corpo quando me lo ficcò fino ai coglioni: "Ummh...Certo che Gabriele t'ha fatto du spanne de sorca!"
Luca cominciò a spingere con ritmo: "Ohhh... Vuoi che te ingravido?"
- "Sborrami dentro, dove cazzo vuoi!"
Bussarono alla porta! E ora che cazzo si poteva fare? Chi era? L’addetto alla sicurezza?
Entrambi restammo immobili nello scomparto. Ci chiudemmo dentro. Sentimmo la porta aprirsi e qualcuno pisciare nell'orinatoio. L'uomo uscì, dicendo in modo da farsi sentire: "Sti cessi so' fuori servizio pure pe' i froci!"
La porta si richiuse. Pericolo scampato!
Luca iniziò a muoversi dando colpi secchi. Era stato accorto nell’entrare, ma adesso voleva fare a modo suo. Mi afferrò per i fianchi e iniziò ad incularmi in maniera selvaggia. Mi appoggiai al muro e poi di nuovo al wc per non cascare. Quindi, mi accucciai in avanti, toccandomi quasi i piedi, di modo che lui potesse affondare meglio. E così fu. Mi scopó mentre me ne stavo con il cazzo dritto e bagnato. Luca, senza che gli chiedessi nulla, ad un certo punto mi segò: “Hai pure un bel cazzetto”, mi sussurrò all’orecchio.
Lasciò la mia erezione, mentre continuava a fottermi. Lo sentii accelerare il ritmo. I colpi si fecero più insistenti. Luca ansimava. Stava per venire ma fui io a godere prima, senza nemmeno toccarmi. Provai un orgasmo anale, intenso e indescrivibile. Sarà stata la posizione particolare o anche la conformazione ricurva del suo uccello che forse mi aveva stimolato la prostata. Non lo sapevo e sinceramente non mi importava.
- "Ummh...Te piscio ‘n culo..Cazzooohh...", così subito dopo Luca sborrò dentro di me. Come impazzito, ad ogni schizzo continuò a pomparmi in preda a un raptus erotico, mentre dalla mia fica anale, ridotta ad una voragine, ad ogni affondo, sprizzavano schizzi del suo piacere che colavano, imbrattando il mio culo, le cosce e i pantaloni.
Sfatto, per un attimo Luca appoggiò il suo torace villoso e muscoloso sulla mia schiena. Mi abbracciò da dietro. Le sue braccia vigorose mi fecero sentire al sicuro.
Si staccò da me ancora mezzo duro. Se lo pulí con un fazzoletto e me ne diede un altro con cui mi tamponai.
Luca non commentò sull'accaduto e si tirò su mutande e pantaloni mentre io me ne stavo acciucciato, come una puttana sulla Statale, a pisciare dal culo la sua sborrata. Mi sollevai, mi sorrise e io ricambiai. Mi baciò velocemente sulla bocca e mi disse che gli era piaciuto.
Cercammo di sentire se ci fossero rumori strani fuori, ma tutto sembrava calmo. Di scatto aprì la porta e quasi scappò via. Aspettai un minuto e lo imitai, trovandolo ad attendermi poco lontano dai cessi con una sigaretta tra le labbra.
Tornando ad essere il maschio degli spalti calcistici, mi mise il braccio sulla spalla: "Oh, non di' a Gabriele che ce semo baciati! Che chissà pensa quello."
- "Che è roba da froci?"
- "Ma che ne so? Po' esse'..."
Tornammo a seguire la partita. Gli ultimi minuti si persero nella difesa del risultato. Il Milan si portò a casa tre punti ambitissimi. Beh…anch’io in realtà. Due in culo e uno in bocca.
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