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Gay & Bisex

L’UNIVERSITA’ - GRAZIE ALMA


di Membro VIP di Annunci69.it chupar
30.06.2023    |    751    |    1 9.6
"- “Così mi spacchi!” Fermatosi in profondità, sbuffò e mi scaricò tutto il suo sperma, bofonchiando: “Alma…Ti amoooh…” Non resistetti e dopo qualche..."
Ok...lo ammetto: del calcio non me ne frega niente. Dei calciatori, però….
Da qualche mese si era spostata in ritiro una squadra semiprofessionista. Gran bei ragazzoni, alcuni imberbi ma altri passati da squadre maggiori perché “avanti” con l’età.
Ero alla festa di fine campionato. Un party ad altissimo tasso alcolico, in un locale trendy. All’improvviso una mano mi toccò la spalla. Mi girai d’istinto e vidi un uomo che non credevo di conoscere. Doveva avere sui venticinque anni e somigliava un po’ a Mehdi Benatia, il difensore della Roma.
- “Ciao, sono Giacomo.”
- “Giacomo, chi?”
- “Sono l’amico di quello che l’altro mese ti ha scopato dietro al campo sportivo per più di un’ora, ricordi? Dopo la partita… Mentre tu tiravi fuori la sborra di quello stronzo con i fari sparati su di voi, io sono rimasto poggiato sul cofano a segarmi.” – mi porse il suo cocktail da bere, ma rifiutai. Sicuramente non era il primo. Puzzava fortemente di alcool e sembrava un po’ fatto. Intimorito, risposi: - “No…Scusa…Mi confondi con un altro. Ho da fare!”
- “Ah, sì... A chi lo devi succhiare stasera? È un altro della squadra? Mandalo a ‘fanculo!”
Capii che andava tranquillizzato o che avrebbe potuto fare una piazzata: “Puoi abbassare la voce per piacere? Non vorrei pubblicità… Scusami, ma non avevo ben memorizzato il tuo volto. Ora mi ricordo…”
Prendendomi la mano e poggiandosela sul pacco già barzotto, aggiunse: - “Ma scommetto che il mio cazzone l’hai memorizzato….Ti va di farci una sveltina?”
- “Sei un romanticone, eh? Comunque no, mi spiace. Non posso! Sono con amici… Ma non avevi detto quella sera che non eri interessato a…?”
Biascicando le parole mi sussurrò: - “Chi cazzo se ne frega, una porcata è una porcata. E poi è un’oretta che ti osservo e sei solo. Dai… Sono stato mollato da quindici giorni. Quella è una puttana! Mi ha pure lasciato a fine campionato e ho giocato di merda! Stasera fammi tu da fidanzatina. Dico ai ragazzi che vado a cercare “roba” fuori dal locale. Ormai è l’una passata.”
- “Mi offri almeno da bere prima?”
- “ Di più...Ti offro un cazzo da venti e due coglioni pieni! Sto carico di sborra e, se mi ricordo bene, ti piace parecchio. Te la faccio bere tutta!”
- “Sei veramente uno stronzo!”
Non sapevo che fare: quel tipo mi piaceva, nonostante l’arroganza. Però, d’altro canto, avevo appuntamento intorno alle 2.00 con Andres, l’allenatore argentino della squadra, e non volevo annullarlo. Un tipo “tosto” sui trentacinque: barba incolta, pelosetto…un gigante di quasi 190 cm, ma un po’ orso e cazzuto. L’avevo conosciuto perché era venuta fuori la storia cui si riferiva Giacomo e mi aveva contattato chiedendomi di non “tentare” i ragazzi in ritiro. Dopo aver aggiunto che - “No puedo controlare la excitación de metà squadra… Però, puedo pensar a la tua…” - si era proposto chiedendomi un servizietto orale. Si era abbassato la tuta e aveva iniziato a masturbarsi. Non indossava mutande...Il mio sguardo era solo per il suo cazzo, tanto che lui mi aveva detto - “So que me vuoi tocare” – e mi aveva preso la mano per portarsela sul pacco. Il cazzo era già duro e grosso, la sua cappella lucida e rossa…
È vero: avevo una gran voglia di toccarlo. La pelle era morbida, vellutata. Ero andato su e giù su quel cazzo dall’odore è un po’ forte, quando lui me l’aveva avvicinato alla bocca e, senza tanti complimenti, aveva cominciato a fottermi la gola. Con il suo modo di fare mi aveva preso tanto che non avevo voluto sottrarmi agli schizzi caldi. Se l’era rimesso dentro ancora sporco di sperma e nell’accompagnarmi alla porta mi aveva detto: “Tranquilo. La próxima te rompo el culo.”
C’eravamo già rivisti un paio di volte e mi piaceva.
Quella sera, però, pensai che mi era già capitato di farmi due scopate a breve distanza e, quindi, decisi di tentare l’impresa con il calciatore.
Andres si sarebbe fatto trovare al parcheggio. Gli mandai un sms dicendo che forse avrei fatto un pochino più tardi e, appena uscito dal locale, mi diressi verso la mia auto con Giacomo. Non era sicuramente in grado di guidare.
Visto che il tempo a disposizione non era tantissimo, lo portai in un vecchio casolare abbandonato a circa dieci minuti di macchina; scesi, ci dirigemmo verso un albero e lui, irruento, mi spinse contro il tronco, bloccandomi la faccia con le mani e cominciando a esplorarmi la bocca con la lingua.
- “lo so che ti piace farti baciare.”
Ero stretto fra il tronco e il suo corpo mentre mi abbracciava e mi chiamava “amore.”
La situazione mi eccitava molto, tanto più che potevo chiaramente sentire il suo fallo turgido premere contro la mia pancia; cercai di divincolarmi per arrivare al suo uccello e succhiarglielo ingordamente, ma aveva altri programmi. Mi girò, mi tirò giù i pantaloni e si mise a leccare il mio buchetto, insalivandolo perbene. Allargò le chiappe e mi leccò il culo in profondità. Sentii la sua lingua entrare sempre di più. Si fermò un attimo e disse: - “Vuoi che smetto?”
- “Nooo ti prego...Continua.”
- “ E invece sì... Alma adesso succhiami il cazzo! Che dopo ti sfondo il culo.”
Immaginai che Alma fosse la fidanzatina “vacca” che l’aveva mollato e non potei che dargli ragione, conoscendola di fama e reputandomi anch’io un esperto in materia.
Gli sbottonai il jeans e lui si calò i boxer. Mi trovai davanti il cazzo promesso, ma grosso, scuro come il resto del suo corpo e con una cappella ancor più voluminosa. Glielo presi in mano e cominciai a segarlo, mentre con l’altra mano gli tastavo le palle.- “Mamma mia, che bel cazzone!”
- “Non te lo ricordavi? Ti piace puttanella?”
- “Era buio l’altra volta.”
- “Stavi facendo la troia con il mio amico... Altro che buio!”
Intanto quella cappella enorme, scivolò nella mia bocca. Il mio pisello mi faceva quasi male da quanto ero eccitato.
Ne toccai la punta con la lingua. Frullai un po’ e, a quel punto, al tipo scappò un profondo gemito di piacere. Mi fermò la testa tra il suo bacino e il tronco. Iniziò a muoversi lentamente dentro la mia bocca. Io provai a succhiare, per riuscire ad inghiottire tutto quel ben di Dio, ma quella mazza mi riempiva tutta la bocca. Estrassi il mio l’uccello dalla patta, me lo menai delicatamente.
Senza neanche una parola, mi sollevò, mi girò di spalle e appoggiò la cappella al mio sfintere. Obiettai: “No! Nel culo non lo prendo senza preservativo.”
- “Dite sempre così, però, poi lo prendete tutto e fate pure il bis.”
- “Aahh…Fai…. piano almeno!”
Mi rispose al femminile, sussurrandomi dolcemente - “Dai, Alma… Lo so che ti piace…Amore, non ti lamentare.”
Aveva ragione, la cosa mi piaceva e dovetti per forza iniziare a smanettarmi, perché l’eccitazione era davvero tanta.
Mentre m’inculava, mi accarezzava le chiappe: - “Alma, come ti piace farti fottere eh?”
All’improvviso, mi acchiappò per i fianchi e mi sbatté con irruenza: - “Ti piace troia? Stai godendo, brutta puttana? Hai dato il culo a tutti…Troia! Ed io che ti amavo…”
Anche se il dolore era forte, godevo sempre di più e il mio cazzo gocciolava. Gli strilli erano sempre più acuti e femminili.
-“Tie’…Godi puttana! Così quel coglione che ti sposerà ti troverà ancora più sfondata!”
Ormai mi bruciava il culo come ci fosse stato il fuoco. Mi chiamò ancora “troia”, ma anche “amore…” ed io rispondevo a tono.
- “Sono tua.”
- “Non sei mia…zoccola! Sei di mezza città, di tutti i miei amici…e pure di quello stronzo di mio padre!”
- “ Siiihh…Ma tu ce l’hai più grosso di tutti…”
Per me era solo un gioco eccitante, ma lui mi prese in parola e mi diede un paio di colpi che avrebbero sfondato un muro.
- “Così mi spacchi!”
Fermatosi in profondità, sbuffò e mi scaricò tutto il suo sperma, bofonchiando: “Alma…Ti amoooh…”
Non resistetti e dopo qualche secondo, con il suo uccello ancora dentro ebbi anch’io un orgasmo.
A quel punto avrei dovuto cercare di espellere il suo liquido seminale, ma il ritardo che stavo accumulando nei confronti di Andres mi convinse a lasciar perdere e a riaccompagnare subito Giacomo al locale, sperando che l’alcool non lo facesse parlare troppo.
Appena scese dalla macchina, mandai un messaggio ad Andres.
Andai all’appuntamento con un po’ di preoccupazione.
Arrivai lì in poco tempo: “Scusa il ritardo.”
Poggiato sul cofano della sua auto, strafatto, con una birra nella destra e una sigaretta in bocca, dopo essersi abbassato i pantaloni e aver sollevato la camicia, con il cazzo già in tiro, mi disse: - “Tranquilo, vieni aquí y chupame!”
Lo baciai con una tale foga che, subito, me lo piantò in gola tanto profondamente che sembrava volesse arrivarmi al cuore.
Mi piaceva il suo cazzo: non era larghissimo, ma scivolava dentro, sia in bocca che in culo, che era un piacere. Fortunatamente non gli venne in mente di leccarmi il culo, cosa che aveva fatto in più occasioni.
Per evitare problemi mi misi da solo un po’ di saliva sul buchetto e mi disposi a pecorina sul cofano.
Entrò con facilità estrema: - “Mmmh… es più cálido de lo habitual. Hai jogato esta noche con il tuo buco?”
Altro che gioco. Non ero certo io ad averci giocato quella sera.
Fortunatamente il suo stato non gli consentì di capire che il cazzo stava scivolando grazie allo sperma di un altro. Sentivo proprio il rumore che fa la figa quando è bagnata e, benché avessi eiaculato da poco, cominciai a smanettarmi ancora una volta.
Finii schiacciato sul cofano dell’auto, con il cazzo grondante e sotto il peso del suo corpo che si abbandonò su di me, dopo avermi riempito le viscere di caldo seme.
Ci ricomponemmo e lui mi disse - “Esta noche es la última per me... Basta con putas y culos.”
- “Caspita. Gentilissimo.”
- “Sai cose intiendo, no? Es sólo que tengo una e mi sa che me la esposo. È una ragazza all’antica. Non ha voluto neppure tener relaciones sexuales fino a ora. ”
- “Ah…addirittura. È di queste parti?”
- “Sì, se chiama Alma.”


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