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IL FASCINO BURINO DI ROMA 4 – LA DISCOTECA


di Membro VIP di Annunci69.it chupar
30.06.2023    |    2.303    |    0 9.7
"Dopo che me l’ha pompato, smette de colpo..."
Sabato sera. Con i miei coinquilini e rispettive fidanzate finimmo in un locale in zona Tor de Schiavi, a Roma. Le loro ragazze si erano infilate abitini aderenti e scarpe nere con il tacco alto. Con i capelli fluenti, si erano riempite la faccia di trucco e le labbra erano color fuoco. Sigaretta tra le dita, sbuffavano già annoiate.
Arrivati, la folla era già fuori dalla discoteca. Ci tuffammo nella mischia, dandoci appuntamento per le tre, impegnati a cercare i colleghi o l’amico dell’amico del pr. Alla fine eravamo tutti al bar a bere molteplici cocktail.
A fine nottata, mi trattenni nel corridoio d’accesso al bagno.
Lì c’era anche un certo Lucio, un ragazzo trentenne che giocava in una squadra di calcio professionista. Famoso nella zona per la sua dotazione in circonferenza e la sua passione per il sesso anale, inspiegabilmente erano quasi le tre e non aveva ancora rimorchiato. Era il tipico centravanti che si muove lungo l’asse centrale, forte fisicamente e bravo nel gioco aereo.
Si allenava pure, non giocava mica solo al pallone: esercizi in palestra, corsa, pesi, alimentazione equilibrata. E si vedeva.
Parlava con il proprietario del locale, sui quarantacinque, un tipo bruno e poco raccomandabile, una specie di pappone borgataro.
- Cazzo! So’ alto 1,88 e peso 85 chili...Vado in palestra da nove mesi, e solo ieri quello stronzo dell’istruttore me fa che non devo piglia’troppa massa, che sennò so’ più lento in campo.
Ridendo, concluse: E ora che faccio? Me taglio er cazzo?
- No, no...anzi! Beato te.
- Beato te, un paro de cojoni. Meglio te che sei sposato.
- Come no? Co’ la storia del divorzio me tiene pe’ le palle! Nu’ me posso accosta’ a ‘na figa. Beh..quasi. La vedi la brunetta in fondo? Dopo che me l’ha tirato fori…niente figa, niente culo. Ok, ho detto, almeno ‘na pompa allora. Dopo che me l’ha pompato, smette de colpo...
- Come mai?
- Mah... me dice che so’ sposato e che c’ha ripensato. Che cazzo ne so…
- E io? Co’ er cazzone che c’ho, trova’ fighe aperte nu’ è mai facile, figurate dei bei culi.
L’altro concluse il discorso così: Ah oh…Nu’ ce pensa’. Visto che stasera mi’ moglie è restata co’ li ragazzini, vince chi recupera più numeri di telefono.
Se, vabbè…- commentò Lucio – Tu sei pure il padrone qui. E poi te lo danno pure er numero, è la figa che non te mollano! Vero?- chiese, rivolgendosi a me.
Io mi passai la lingua sulle labbra e non risposi. Dopo una risatina, mi fece cenno con il capo di seguirlo in bagno. L’osservai in silenzio mentre, chinatosi sul lavello, si bagnava il volto sudato e guardandosi allo specchio, in attesa che il cesso si liberasse, diceva - Sto carico..che me fanno male li cojoni!
Iniziò a toccarsi. Ero sempre più eccitato, accaldato e confuso. S’infilò la mano dentro i pantaloni e si sistemò l’attrezzo. Mi guardava negli occhi e continuava a toccarsi….Mi venne ancora più vicino, mi prese una mano e se la appoggiò sul cazzo. Io mi ritrassi, ma lui mi sorrise mi riprese la mano e la riappoggiò sopra mentre tutti i presenti ci fissavano. Sentivo il suo cazzo in mano, ero confuso, ma eccitato. Iniziai ad accarezzarlo, sentendolo crescere sempre di più. Una volta libero il cesso, agguantatomi per i fianchi, mi spinse con risolutezza all’interno.
- Uumhh…secondo me c’hai ‘na bella figa. Chiusosi lo scomparto alle spalle, cercai di baciarlo, ma quello si scostò – Me devi solo fa sborra’! Chiaro? Nu’ fa’ storie der cazzo, che non c’avemo tempo.
Mi sfilai goffamente le scarpe e i jeans, mentre Lucio quasi si strappava la maglietta sudata dalla quale emergevano vistosamente i capezzoli. Poi, afferratomi con forza per i capelli, mi fece inginocchiare portandomi contro il suo addome. Il suo cazzo rigonfio premeva vistosamente, imprigionato sulla gamba destra. Gli abbassai pantaloni e mutande, lasciando che il fallo sgusciasse fuori, libero e rigonfio. Si sputò sulla mano e ne inumidì la punta e, passandola sull’asta, ne evidenziò ogni nodosità. I testicoli gonfi erano raccolti alla base, e la peluria nera si raccoglieva in piccoli ciuffetti.
Tenendo in alto la punta, incominciai a leccare i testicoli ma Lucio non era in vene di raffinatezze, tanto che mi spinse il cazzo in bocca, sempre più forte. Aveva iniziato a dare spinta alla sua manovra offensiva.
Tutti gli altri presenti sapevano, tutti ridevano forse con una punta d’invidia.
Cercando di mantenermi in equilibrio, mentre ero intento nel suggere il membro di turno, sentii gli altri che, arrampicandosi sulla porta o sui muri laterali, partecipavano con mille commenti alla scena, ricoprendomi d’appellativi ingiuriosi. Sentirmi offendere con i più diversi epiteti, in quel momento mi eccitò ancora di più. Immaginai i peni a mezz’asta degli altri che premevano contro quei jeans pregni di sudore. In quegli attimi mi chiesi se, arrampicati lungo la parete o sulla porta, si stessero sfregando il membro o se, tornati a casa, si sarebbero masturbati pensando a me.
Lucio tirò via il porta carta igienica, portandosi dietro un’intera mattonella. Qualcuno aveva creato appositamente quel buco nella parete. Un cazzo pelosissimo ne venne fuori. Mi chiesi se fosse quello dell’amico e se tutto non fosse stato organizzato. Comunque, iniziai a ciucciarlo dalle palle grosse e gonfie per poi prendere in bocca la punta invitante. Lucio, nel frattempo con due dita insalivate, mi stava aprendo il buchetto e, sporgendosi verso di me, iniziò a premermi, inducendomi a succhiare con foga inaudita.
Mi dilatò ancora di più le natiche, poi sputandosi sulla mano, mi passò la saliva sull’ano. Fattomi girare, infliggendomi dei colpi secchi in gola, mi spinse verso la parete, lasciando che la lingua dello sconosciuto penetrasse nel mio ano, leccandolo e bagnandomi tutto intorno. Dopo alcune spinte della lingua insalivata che entrarono per alcuni centimetri nel culo, sentii qualcosa di grosso, caldo e umido appoggiarsi al mio ano e iniziare a spingere. Forse era lo stesso cazzo di prima, che cercava di penetrarmi; cercai si spostarmi ma Lucio mi fece capire che non era disposto a fermarsi e mi ordinò di non muovermi.
La cappella dello sconosciuto non ebbe molta resistenza ed entrò senza provocarmi dolore. Io ansimai rumorosamente, tanto che Lucio mi sorrise e mi disse: - Mortacci tua! Allora sei proprio ‘na puttanella! C’hanno ragione a di’l’amici tua che sei ‘na troietta da scopa’!
L’altro iniziò a muoversi e a ogni affondo entrava di più, mentre io continuavo a succhiare. Ormai era quasi tutto dentro di me, sentivo che scivolava tranquillamente e profondamente nel mio retto. Sentivo il mio culo pieno di una presenza calda che mi apriva. Era la prima volta che m’inculavano da un glory hole e a me la cosa piaceva sempre di più. Il vai e vieni durò una decina di minuti e ormai sentivo che stavo per venire. Lucio se ne accorse e con mia meraviglia mi staccò dalla parete. Lo tirò fuori malvolentieri dalla mia bocca ma, timoroso di perdere il suo premio, fattomi girare e verificato il mio stato d’estasi, si fermò un attimo a osservare con orgoglio il mio sfintere fortemente arrossato.
- Aprete er culo, troia! – mi ordinò tenendosi il cazzo in mano.
Io ubbidii.
- Puttana, tienilo aperto... Lo vuoi, ‘sto cazzone?
Senza darmi il tempo di rispondere con un colpo deciso mi penetrò.
All’inizio sentii una sensazione di bruciore, ma pian piano riuscì a infilarmelo tutto dentro… Lo tirò fuori zuppo e durissimo, e piano piano m’infilò di nuovo la cappella e giù...fino alle palle!
- Stringi il culo e aprilo! - Mi ordinò, iniziando a spingere sempre più forte.
Godevo e soffrivo, ma non volevo che lui smettesse. Iniziò a muoversi con ritmo più regolare, dicendomi che era tutto dentro e che avevo un buco perfetto per le sue misure...
Godetti come una troia, mentre mi teneva per i fianchi dandomi il cazzo, ma sentire i getti di sborra caldi nel mio retto, fu qualcosa di meraviglioso. Quando si staccò da dietro, lo sentii viscido. Mi fece rigirare. Improvvisamente la lingua di prima si fece avanti un’altra volta e iniziò a leccare il mio ano, ancora più dilatato; sentivo lo sperma che iniziava a colare fuori e che veniva raccolto con avidità dalla lingua dello sconosciuto. Furono delle sensazioni straordinarie tanto che, masturbandomi, schizzai sulle mattonelle.
A quel punto Lucio, fattomi inginocchiare e schiacciandomi la testa contro il glory hole mi disse- Voglio che lo fai venire con un pompino. Voglio che lo fai cor culo ancora aperto.
Così lasciò che lo sconosciuto m’infilasse nuovamente l’uccello in bocca. - Dai succhialo bene, troia! Che tanto su’moglie ‘ste porcate non gliele fa.
A queste parole ebbi conferma del tranello, mi eccitai e aumentai il ritmo, sentendolo venire. Dopo pochi colpi quello cominciò a sborrare. Senza pietà Lucio continuò a spingere la mia testa fino a che un rivolo di sperma colò dai lati della mia bocca.
Era tardissimo. Scappai fino al parcheggio, dove i miei coinquilini mi stavano aspettando.
- Hai fatto ? – mi chiese uno dei due venendomi incontro.
Io risposi – Sì, sì…Tutto a posto.... –
E l’altro – Meno male o ci toccava pagare tutte le consumazioni –
- Siete due figli di puttana! – dissi io incazzato.
- Beh..chissà pure tu quanto hai bevuto.
Entrambi, senza dare spiegazioni si avvicinarono alle fidanzate e cominciarono a sghignazzare.
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