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LA TERAPIA DEL CAZZO


di Membro VIP di Annunci69.it chupar
30.06.2023    |    2.328    |    0 9.6
"Poi il suo collega è sceso dal camion..."
Erano circa le due di notte e mi sfiorò il pensiero di contattarlo, nonostante l’ora tarda. Composi il numero. Non rispose e il messaggio preregistrato mi ripeteva che l’utente desiderato era al momento irraggiungibile. Mi rassegnai.
Dopo qualche istante mi richiamò lui, Elio: “Sai che non mi piace essere chiamato fuori orario. Cosa c’è di così urgente?”
Visualizzai i suoi lineamenti marcati, qualche capello bianco sulle tempie e lo sguardo da maniaco: “Ho bisogno di vederti. Ero nel parcheggio della zona industriale."
- "E cosa ci facevi lì? "
-"Mia moglie mi aveva chiesto di indossare i collant con il reggicalze."
-"Quindi?"
- "Mi ha detto di indossare il suo perizoma di pizzo perché voleva fare qualcosa di forte, mi voleva punire, castigare, aveva voglia di condividermi, di degradarmi, insomma di farmi fare di tutto."
- "Va bene. Calmati e racconta."
- "Ho notato subito qualcosa di strano, sentivo la presenza di qualcuno, mentre mia moglie era tranquilla. Mi ha fatto scendere dall'auto, chiedendomi di fare un giro conciato in quel modo. Appena mi ha visto, un tipo che stava pisciando si è girato verso di me. Con il cazzo in mano mi ha detto qualcosa credo in rumeno, tipo - Para empezar Lick polla! - Non ho capito bene ma... Elio, so solo che aveva un cazzo duro e nodoso.”
E lui: “Questi dettagli, però, non mi interessano. Lo sai...”
- “Sarei dovuto scappare da certe tentazioni, ma mi piaceva tantissimo e mia moglie, in auto, mi invitava ad andarci perché voleva guardare tutto.”
- “Sì, questo mi interessa. Quanto ti piaceva la cosa?”
- “Molto, moltissimo. Quello poi era un animale. Gli ho detto di fare piano che ce l’aveva troppo grosso. Lui se ne è sbattuto!"
- “Hai tentato di divincolarti?”
- “Mi ha detto che non aveva tempo da perdere. Mi ha scopato mentre mia moglie si sditalinava. E' venuta insieme al tipo.”
- “Ti ha venuto dentro?”
- “Sembrava una fontana tanto era carico. Poi il suo collega è sceso dal camion. Che faccia da delinquente! Aveva sulla sessantina, alto, grosso, peloso. Aveva una mano sulla patta e mi fissava. Impaurito, mi sono infilato in auto. Mi ha ordinato di scendere e ha aperto lo sportello con brutalità. Si è tirato giù la zip dei pantaloni, mettendo fuori un bestione che sporgeva come un palo. Subito dopo, mi ha preso per un braccio e mi ha costretto ad uscire dall’auto. Sono impallidito. Mi ha fatto appoggiare a un palo, mi ha ordinato di aprire di più le gambe, di fargli vedere quanto fossi troia. Mi ha inculato e mia moglie ha acceso l'auto ed è andata via, come se nulla fosse. Alla fine sono rimasto solo, dolorante con le mutande e i collant imbrattati. Ho dovuto chiamare un taxi, ma ero senza soldi. Poi... Elio, mi ascolti?”
Stetti un secondo in silenzio, poi: “Elio, è possibile vederci? Lo so che è tardi, ma io sono terribilmente confuso.”
- “Puoi venire qui a casa, la mia famiglia è in vacanza, in Calabria dai miei.”
Segnai l'indirizzo e dopo un paio di minuti ero già per strada, pensando che con la tangenziale avrei impiegato pochi minuti per arrivare da lui. Trovai il portoncino del suo condominio aperto, forse era stato lui ad aprirlo. Su di corsa per le scale e, arrivato di fronte al suo appartamento, stavo per suonare quando Elio mi aprì la porta. Finse disinvoltura, in realtà percepivo quanto fosse rigido mentre gli stringevo la mano.
Il petto villoso e calabrese contrastava con la setosità del pigiama. Il suo culo ipnotico si muoveva virilmente mentre mi precedeva con addosso i pantaloni lucidi.
- “Questa non deve diventare un'abitudine. Ti concedo il solito tempo!”
Lo bloccai nel corridoio: "Elio lasciami dire."
Si girò di colpo, schiacciandomi contro la parete e strusciandomi con il suo membro il culo: “Qui sono io che gestisco l’incontro. Non dimenticarlo!”
Sconcertato per quell'azione violenta: "Sì, certo. Ho bisogno di te.”
Mi voltai e lui mi disse all’orecchio -"Se ci fosse stata mia moglie cosa avrei potuto inventarmi? Che uno mi chiama in piena notte?!"
Annuii, chiesi scusa, accorgendomi che mi aveva messo le mani sui glutei. Mi scostai, ma quello alzò una mano da dietro e, posandomela sulla nuca, si avvicinò, baciandomi intensamente. La sua lingua era calda e vivace. Mi ritrovai stretto fra le sue labbra umide, le mani sul mio fondoschiena, la sua coscia massiccia insinuata fra le mie.
"Mi fai sempre incazzare. Non mi dire più niente per un po'" – mi sussurrò.
Prendendomi le mani con le dita le condusse sul suo sesso caldo e rigido. ll suo cazzo non era molto lungo ma abbastanza grosso e circondato da una fittissima peluria corvina.
Mi baciò ancora, appena dietro l’orecchio, mentre mi sentivo arrossire come fosse stato il primo. Accompagnò la mia mano chiusa a pugno su e giù sulla pelle calda del suo pene. Poi mi lasciò andare ed io misi in ginocchio sul tappeto del corridoio e, come se fosse stata la cosa più normale del mondo, afferrai con decisione la sua erezione pazzesca e incominciai un lentissimo su e giù, guardandolo dal basso.
"Più veloce…" – mi chiese, accompagnandomi la mano.
Nel timore che venisse, però, mollai la presa. Gli accarezzai le palle pelose con gli occhi fissi sulla sua cappella.
- "Che c'è? Vuoi fare un gioco ancora più bello? E fallo! Suca!"
Iniziai a succhiarlo e intanto gli chiedevo di immaginarmi chino su qualche cazzo sconosciuto mentre ero intento a spompinarlo.... A farmi sborrare in bocca.
- “Stai zitto!”
Mi ordinò con voce calda mentre mi teneva la testa con tutt’e due le mani. Poi si mosse come se mi stesse chiavando in gola.
Il membro pulsava lentamente nella mia bocca, sentii la saliva colarmi agli angoli delle labbra.
Feci una pausa: “L’autista del taxi era uno con la faccia da maiale."
- "E questo cosa giustifica?"
- "Gli ho detto che non avevo soldi con me e ho solo fatto un po’ il frocio."
- "Quanto frocio?"
- "Tanto che mi ha mostrato il cazzo! Mi ha chiesto se mi piacesse, mi ha detto che stava carico e che potevo pagare così la corsa."
- “L’hai fatto?”
- “Ho solo fatto quello che mi chiedeva. Non avevo soldi per rientrare. Ad un certo punto volevo anche fermarlo ma poi me lo ha infilato sul sedile posteriore, con lo sportello che ci copriva dagli sguardi delle altre auto.”
Sapevo che con certi racconti andava su di giri, ed era quello che volevo.
- “Apri gli occhi e guardami! Ti sei comportato peggio di una troia di strada. Peggio!"
Elio mi condusse verso il fondo della stanza, dove la luce era più fioca, tenendomi davanti a sé. Mi cinse i fianchi con le sue braccia - "Ti piace essere un’attrazione per certi farabutti" – mi disse in un orecchio accarezzandomi i fianchi - "Ma in tanti ti possono scopare trattandoti come piace a te! Stasera tu fazzu teniri a mente. Togliti i vestiti."
– "Sotto ho la biancheria intima. Quella che piace a te."
- "Quella di tua moglie?"
- "Sì."
- "Puoi tenerla per ora."– replicò.
Non mi mossi e lui": "Allora? Vuoi levarti o no i vestiti?"
Mi sfilai la maglietta e gliela consegnai; la piegò e la ripose sul divano. La stessa cosa fece con i miei pantaloni.
Indugiò a braccia conserte e cazzo duro a guardarmi in perizoma: "Anche le mutandine. Sono lerce, sporche di altri maschi che ti sono venuti dentro. Te ne devi liberare."
Lo guardai giusto un istante: "Ma le ho messe per te!"
– "Cazzo! Non farmi perdere la pazienza."
Tirai giù il perizoma di pizzo nero sui fianchi, mentre lui inseguiva con gli occhi ogni mio movimento, quasi accompagnandomi con il pensiero. Glieli passai e lui lo odorò. Me lo lanciò: "Mettili intorno al cazzo e toccati."
- "Cosa?"
– "Muoviti. Che c'è? Hai sempre fatto fare agli altri? Non ti sei mai eccitato da solo prima di una scopata?"
Spazientito, mi si accostò. Riprese a baciarmi, mordermi le labbra e la lingua, mentre la sua mano lavorava, muovendosi ritmicamente sul mio sesso rigido. Mi lasciò respirare e spostò l’attenzione sui miei capezzoli, che baciò, leccò e assaggiò con i denti. Si staccò, mi girò verso la scrivania e mi spinse la testa verso il basso, in modo da piegarmi a novanta gradi. Poggiai le mani sul piano.
Mentre ansimavo al solo pensiero di lui, mi scostò le gambe, insinuandovisi in mezzo. Un dito scorse sornione fra le natiche e si appoggiò leggero sul buchetto. Subito dopo sentii il glande allargarmi, tendere la carne. La forza aumentò, il membro fece un piccolo passo avanti. Si arrestò un attimo, poi la capocchia violacea spinse con tutta la forza che aveva lasciando emergere la sua calabresitá: "Che sticchiu (figa) che c’hai!”
Quando si accorse che mugolavo dal piacere, senza ritegno, iniziò a sbattermi. Ebbi un orgasmo anale e quasi urlai senza pensare ai vicini.
Lo sentii ansare affannato: "Ummh...sì, nculu a tia!"
Si svuotò dentro di me, conficcato sino all’elsa nel mio retto. Mi sentii bagnare, allagare dallo sperma tiepido, mi sentii insozzato, infangato come nei miei sogni più pericolosi e sporchi.
Elio, senza proferire parola, mi rigirò e le sue labbra mi afferrarono il cazzo, chiudendosi attorno. La sua lingua calda ci giocò. Mi aspirò, mi mordicchiò, facendomi sciogliere in un'onda di piacere spermatico. A quel punto si sollevò, mostrandomi la bocca bagnata e gocciolante del mio seme. Si asciugò col dorso della mano e si leccò le labbra per togliere gli ultimi residui.
Mi svuotai e mi ripulii con il perizoma di mia moglie e mi sistemai sul divano accanto a lui che se ne stava con il cazzo che cadeva sulla sua coscia destra. Restammo in silenzio per qualche istante, con gli occhi bassi. Erano circa le quattro e mezzo e ci aspettava una giornata lavorativa con la solita sveglia.
Si sollevò e, smuovendo il culo muscoloso e pelosetto, si sedette alla scrivania. Inforcò gli occhiali. Quasi spazientito prese appunti: “Non so più come dirtelo. Ricordare e appuntare i tuoi sogni in dettaglio è importante per capire ciò che provi. Non bastano delle telefonate, per di più in piena notte. Comunque, per la prossima volta organizziamo un incontro per una più puntuale valutazione delle sue attitudini, delle capacità, delle motivazioni e del tuo reale potenziale. Di certo non dovremmo più vederci fuori orario.”
- "Lo so ...” - risposi.
- “E’ una questione professionale. Dovremmo anche smetterla di...”
- “Non succederà più.”
- “Lo spero. Dirò alla mia segretaria di aggiungere anche la seduta di oggi all’elenco.”
Mi sollevai dal divano: “Grazie Elio, volevo dire, grazie dottore. Da quando faccio queste sedute di analisi da lei sto molto meglio.”
-"Va bene, va bene..."
- "Se permette vado in bagno, mi sistemo. Poi mi rivesto e vado."
- "Sí, ma le mutandine di tua moglie lasciale qui, nel primo cassetto. Vieni a prenderle domani sera."

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