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ADOLESCENZA 2 - Lo studente in tuta


di Membro VIP di Annunci69.it chupar
31.01.2023    |    8.312    |    5 9.9
"Ce la feci, ma Gianni sembrava volesse farmi ingoiare pure i coglioni per quanto spingeva..."
Ero arrivato in stazione con anticipo, pieno di ansie e dubbi. Avevo anticipato anche l'appuntamento con la mia ragazza e ci avevo limonato in modo profondo, chiedendole di fare sesso completo in modo convinto. Non aveva accettato, ma l'idea mi eccitava tremendamente e non capivo perché, nonostante tutto, fossi lì con la promessa di farmi fare il culo da un altro maschio. Per settimane l'avevo convinto a desistere facendogli una serie di pompini. In auto, nei cessi pubblici o in quello dei bar mi aveva scopato più volte in bocca, anche nei giardinetti pubblici mi ero chinato remissivo sul suo cazzo e l'avevo succhiato, leccato fino ad ingoiare la sborra. Eppure non era mai contento di come mi impegnavo. La verità era che il suo pene mi faceva impazzire. Sborrava come un idrante e ingoiavo tutto. Ovviamente, nel cesso di casa mia o di notte sotto le coperte, desideravo tantissimo prenderlo in culo e mi sditalinavo sempre pensando a lui, allargandomi dolcemente il buchino con vari oggetti in preparazione della prima volta.
Gianni arrivò con qualche minuto di ritardo. Non era in tuta ma era altrettanto sexy in jeans e maglione a collo alto nero: Dai, sali.
Salii in auto. Il ragazzo mi prese la mano e me la tirò verso la patta dei jeans: Non perdere tempo.
- Ci possono vedere.
- Toccalo soltanto.
Mi arresi e lui si aprì la patta e lo tirò fuori. Lo afferrai timidamente.
- Oh, che cazzo stai a fare? Stringi e fammi una sega!
- E se vieni?
- Ma che cazzo dici?
- Dove stiamo andando?
- Vicino, qui dietro c’è un posto sicuro. Ci vanno tutti. A quest’ora è presto e non ci sarà ancora nessuno.
Poche centinaia di metri e il ragazzo accostò in una piazzola di sosta lungo la strada che costeggiava i binari: Perfetto. Non c’è nessuno ancora. Abbassati i pantaloni che ci togliamo il pensiero.
- No, nel culo no.
Tenendoselo nel palmo: E allora che cazzo sei venuto a fare all’appuntamento? Vaffanculo. E io che ho pure chiesto la macchina a mio padre! Non fare lo stronzetto.
- Ti ho detto di no!
- Ok, va bene. Mica ti costringo. Allora scendi da sta cazzo di macchina e vattene affanculo! Scendi, cazzo! - e mi aprì lo sportello per spingermi fuori.
- No! Stai calmo...Ho solo detto in culo no...
Non aggiunse altro sull’argomento, ma mi mise l’altra mano dietro la testa e mi fece piegare: Vabbè...Allora impara a far godere un uomo decentemente! E vedi di ingoiare tutto che non posso arrivare a casa sporco di sbrorra!
Mi tenne per i capelli per imprimermi il ritmo del pompino e intanto cominciò a dettarmi delle regole: Così, lento e forte, lento e forte. Quando vai indietro devi succhiare, devi spingere la lingua sul cazzo.
Continuando a spingermi la testa: Andiamo, cazzo, datti da fare che non è che voglio stare qui fino a domani.
Obbedii e lui: Bravo, ora la capocchia falla scivolare sulla lingua.
Mi diedi da fare, un po’ speranzoso che godesse così senza porsi altri obiettivi.
Il ragazzo mi pressò un’ultima volta: Ora spingilo in gola, come se lo vuoi ingoiare.
Ce la feci, ma Gianni sembrava volesse farmi ingoiare pure i coglioni per quanto spingeva. Tossii e mi venne da vomitare.
Soddisfatto della lezione, mi scostò la testa, mi posizionò, mi prese i pantaloni per i fianchi e me li abbassò: Lo voglio solo vedere.
Mi carezzò il culo e mi diede qualche schiaffetto sulle natiche: Bello! Sembra quello di una femmina.
Quindi, mi strinse dai fianchi: Mettiti bene, apriti le chiappe.
- Guarda che non voglio...
- Ci gioco solo un po' di dita, ma non vado di cazzo se non vuoi. Hai portato il burro?
- Ma secondo te uscivo da casa con il burro in tasca?
Sentii il suo dito grosso e ruvido che mi forzava l’ano. Ebbi un sussulto: Ahia, mi fa male.
- E che cazzo! Non ho manco cominciato. - replicò mentre mi ravanava.
- Mi brucia. Ho detto che non voglio...
Si fermò per darmi respiro. Quello mi sputò abbondantemente sullo sfintere: Piano piano vedrai che si allarga.
Spinse il dito con forza. Lo rigirò e ne mosse l’estremità. Faceva ruotare il polso e il dito si rigirava in me. Lentamente cominciò a muoverlo avanti ed indietro, chiavandomi con la mano e facendo aumentare il mio desiderio.
- Te lo sto lavorando bene, piano...piano... Così non ti faccio male.
- Sicuro?
- Tranquillo!
Gianni si sistemò dietro di me, poggiato sullo schienale ribassato. Sputò sul buco del culo, poi sul suo cazzo ormai grosso, nerboruto e duro, e poggiò la capocchia umida: Te lo spennello di cazzo, ok?
- No, dai...
- Non spingo.
Cominciò a massaggiarmi l’ano lasciandola andare su e giù come fosse un pennello. Ansimai senza riuscire a trattenermi.
Gianni si fermò, puntò e cominciò a spingere: Ora stai fermo. Metto solo la punta... Se ti faccio male mi fermo.
- No, no, dai...poi chissà che pensi dime.
- E che cazzo devo pensare? Mica ti devo sposare?
Percepii la pressione. Era come se tutto il peso del suo corpo fosse concentrato su quell’estremità. Sentii lo sfintere lacerarsi: Fermati! Mi fa male. È troppo grosso.
- Ma no, respira. Te lo sto già rompendo. È quasi fatta.
Mi mise una mano sulla bocca per non farmi lamentare. Sentii la lacerazione. Il culo aveva ceduto e il suo cazzo mi era arrivato fino nelle viscere: No, mi brucia basta ti prego…
- Tutta sta fatica e mo basta? Rilassati dai fammi divertire...
Assestatosi, accese la luce nell’auto per godersi la scena: Siiii... Porca puttana com’è stretto…
Quindi cominciò a spingere di bacino in modo lento e profondo. Mi sentivo sventrare a ogni movimento, stringevo i denti.
Lo tolse e rifece la procedura dello sputo. Lo rimise di nuovo dentro, ma questa volta tutto, ricominciando ad andare avanti e indietro.
Il piacere non aveva del tutto sostituito il bruciore come mi aspettavo, finché quello mi disse: Porca troia, ti ho sverginato a sangue.
Mi spaventai, cercai di divincolarmi, ma: Oh, che fai? Stai fermo… è andata! Va tutto bene! Piccolo, pensa a goderti il mio cazzo... Stai tranquillo... Lo senti?
E cominciò a pompare, sempre con maggiore intensità. Lo spingeva con un colpo deciso e poi lo tirava fuori per affondarlo subito dopo, facendomi percepire il bruciore e gli affondi nella pancia.
Un po’ per volta iniziai a prenderci gusto. Cominciai ad ansimare più rumorosamente, a sudare, a toccarmi. Ad un certo punto mi spinsi contro di lui per sentirlo più a fondo.
-Ti sta piacendo allora, eh troietta? - Mi sentii chiedere ironicamente.
- Allora te lo metto di nuovo fino ai peli, tutto!
Mi schiacciò la testa sul sedile. Sentivo il suo sudore gocciolarmi sulla schiena: Segati! Devi venire col cazzo mio dentro. Dai, dai… Che voglio sentire che si stringe mentre godi.
Obbedii, mentre quello, steso su di me mi tirava i capezzoli.
Emettendo sospiri di dolore e di libidine, percependo le prime contrazioni dell’orgasmo, mi spinsi ancora sul suo sesso implorandolo: Spingimelo tutto dentro!
- Sì ma tu stringi mentre vieni, capito?
Sborrai in modo liberatorio sul mio giaccone, sistemato sotto di me. Mi si fermò quasi il cuore.
Il ragazzo diede ancora un paio di colpi di reni molto forti. Poi si fermò. Sentire l'orgasmo di un cazzo dentro di me, un cazzo duro che vibra, si gonfia mentre schizza, fu una sensazione fantastica.
Lo stronzo, stringendomi per le chiappe, lo tenne dentro fino alle palle ed io sentii perfettamente il calore del suo seme mentre mi avvisava: Siiiii, così, eccolo lo sborro, tutto nel culooooh.
Scostatosi da me, lo tirò fuori lucido di sperma e macchiato di sangue. Sentii il bruciore del suo cazzo che strusciava sulla ferita all’ano. Non gli dissi nulla, mentre si asciugava con un fazzolettino di carta.
Mi prese il viso e mi baciò a fondo, in modo passionale. Poi: Contento? Ti sono venuto dentro come faccio alle troie. Uno che comincia deva farlo al top.
Quindi indirizzò lo sguardo al suo dominio e: Cazzo, stai pisciando la mia sborra dal culo! Spettacolo!
Vedere la rosetta del mio culo aperta gli stava dando la sensazione di avermi domato e dominato per sempre. Aveva penetrato a lungo il mio bel culo bianco e vergine, ora in bella mostra e grondante della sua sborra che mi colava sulle cosce. Aveva ragione, ma non volevo dargli questa soddisfazione: Non mi è piaciuto!
- Certo, come no?!
- Mamma mia...Mi fa male, mi brucia... - Dissi ancora sconvolto mentre mi asciugavo col fazzoletto.
- Se vuoi ti ficco un dito in culo e ti fai un’altra sega mentre mi riprendo!
- Tu sei matto! Voglio tornare a casa.
- Non lo vuoi fare di nuovo?
- Ti ho detto che non mi è piaciuto!
- Ma vaffanculo!
Mi girò di forza. Spinse il cazzo barzotto, facendolo diventare duro nel mio culo spanato.
Questa volta sembrò una specie di scopata punitiva. Sempre con i suoi ritmi forti, sentivo nell'auto il rumore delle palle che mi sbattevano contro mentre mi scopava. Dopo avermi fottuto in tutti i modi davanti, dietro, in bocca, mezzo alle chiappe, si accasciò su di me e mi strinse la gola con le braccia.
Mi stava scopando proprio come una cagna! A ritmo frenetico e con respiri pesanti mi venne dentro con un grugnito, mentre io sbrodolavo di nuovo piacere.
Il ragazzo si rimise il sesso nelle mutande e si tirò su i jeans: Oramai sei destinato al mio cazzo e non puoi cambiare idea.
Anche io mi tirai su i pantaloni: Certo che posso. Non lo dirai in giro, vero? Se lo fai, dirò che mi hai violentato.
Guardandosi nello specchietto retrovisore, si sistemò i capelli neri: Che cambia? Ormai l’hai preso in culo! Te l’ho rotto e riempito due volte! Dovrai farlo ogni volta che voglio, così te lo apro bene bene prima di fartelo fare pure dagli amici miei.
Guardando con disappunto le macchie di sperma sul mio giaccone e pensando a cosa avrei potuto dire a casa: Non voglio fare il ricchione. Restiamo amici.
- Oh, sai mio padre che dice sempre? Che figa bagnata e cazzo duro non conoscono amicizia o parentela. E poi mica uno che aiuta degli altri maschi a svuotarsi i coglioni è per forza ricchione! Certe volte vediamo i porno tra ragazzi e ci facciamo una sega tra di noi... Al riformatorio è meglio che non ti dico dove l'ho ficcato. Mica non vado più a fighe per questo.
Non potevo fare diversamente, aveva ragione. Avevo innescato una situazione dalla quale non potevo scappare e per la quale, ormai, volevo arrivare fino in fondo.
Accese il motore e ripartì verso il paese: All’inizio ti faccio inculare solo da uno intimo, diciamo. E' un uomo adulto. Facciamo la stessa cosa con le ragazze: uno se la scopa e poi la passa all’altro, anche se il culo è merce rara se non vai con le signore.
Guardandomi intorno nel timore di essere visto: No!
Accostò nello spiazzo della stazione: Ci sarò anch’io, non ti preoccupare. Lui dietro e io in bocca, poi a rotazione, mica tutti e due insieme dentro. E' un bel tipo, un gran bel cazzo pure. Ti piacerà.
Uscendo dall’auto: Ti ho detto di no!
- Vabbè io vado! Tanto sarai tu a cercarmi per farti inculare di nuovo.






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